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Autore: Brisus_Chris    02/01/2020    0 recensioni
Joseph e Ben, entrambi artisti, sono migliori amici. Ma ci sarà una svolta, che in un giorno di novembre, cambierà le loro vite. (storia sulla ship Hardzello).
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Con gli occhi chiusi, ancora intorpidito dal sonno, Gwilym aveva ricambiato il bacio.
E quel profumo lui lo conosceva bene, solo Joe ne portava una così delicato.
 
Le palpebre le aveva alzate solo quando lo aveva sentito spostarsi e quello che aveva visto poteva essere definito come l'ottava meraviglia del mondo:
Joe era con il busto sopra di lui, gli occhi spalancati per il gesto che aveva appena compiuto e le labbra appena aperte.
Le guance sbarbate erano diventate di un'adorabile rosa acceso e una mano, che aveva appoggiato sul suo volto prima di baciarlo, tremava per l'adrenalina e la paura di una sua reazione.
Il busto fletto si stava allontanando dal suo, il profumo si stava affievolendo e il calore stava svanendo trasportato dal fresco venticello.
 
Sua madre gli aveva sempre detto che Dio era ovunque.
Sai quanto d'estate c'è un'afa insopportabile che non ti fa respirare e quando meno te lo aspetti in viso ti colpisce quel leggero e fresco venticello che ti rimette al mondo?
Ecco, quello era Dio per sua madre.
E lui l'aveva sempre ascoltata come se fosse l'oracolo di Delfi.
Quindi, fin da piccolo, aveva sempre ascoltato le prediche protestanti di sua madre continuando a immaginarsi che aspetto avessero gli angeli.
Passava ore e ore a immaginarseli con i capelli lunghi e biondi, con gli occhi più azzurri che mai e con una voce soave.
Tutto tempo sprecato, perché la rappresentazione di un angelo ce l'aveva davanti, che lo guardava preoccupato, eppure se n'era accorto solo ora.
Un angelo, dai gli occhi marroni e capelli rossicci, dalla voce non esattamente soave e dalle fattezze umane, con tutte quelle imperfezioni che rendono perfetti.
 
Lee si mise seduto scrollandosi la sabbia dai capelli e dai vestiti decidendo cosa fare.
 
 
Inizialmente era solamente un bacio senza malizia, un bacio innocente, come quelli a stampo che si danno i bambini dell'asilo per imitare i grandi.
Ma loro non erano bambini e sicuramente avevano più esperienza in questo campo.
Quindi le cose si fecero più...appassionate.
La mano si spostò sul suo collo e venne raggiunta dall'altra mentre si spostava mettendosi a cavalcioni sul ventre del "amico".
Vedendo che Joe si era lasciato andare, Gwilym gli mise le mani sul fondoschiena, tirandolo più a sé, facendo scontrare i loro bacini facendo sospirare adorabilmente Joe dal piacere.
Non andarono oltre, perché alla fin dei conti erano dei ragazzi con dei sani principi, quindi si limitarono ad un pomeriggio di baci e "coccole".

 
Ritornando a quel giorno plumbeo della scomparsa di Joe, troviamo, a contrario di com'era quando ricevette il suo primo bacio da parte del poeta, un Gwilym affranto, con le lacrime agli occhi, rancoroso verso chi, secondo lui, è la causa della dipartita di quello, che probabilmente, è il suo vero amore.                           
 
A contrario di Ben, Gwilym aveva ricevuto la sua lettera direttamente da Joe che, prima di andarsene e di consegnare la lettera al biondino, aveva voluto salutare il suo compagno di
infanzia.
 

E quindi dobbiamo tornare a poche ore prima di quel giorno se vogliamo sapere cosa successe la sera precedente.
 
Stava cercando di cucinarsi qualcosa di decente per cena, ma ci aveva rinunciato dopo la terza volta che era riuscito a bruciare della pasta e quindi, affamato ma senza più la voglia di
cucinarsi qualcosa, si era seduto sulla poltrona davanti al camino scoppiettante per cercare di addormentarsi.
Guardava le fiamme, così belle e pericolose allo stesso tempo, le guardava e nel frattempo sentiva il loro calore sulla propria pelle. Le guardava e il loro colore rossiccio gli ricordava
il colore della passione e dell'amore. E ovviamente quel colore gli portò alla mente il ricordo del bacio proibito.
Gli faceva male quel ricordo, perché ogni volta, si pentiva stupido per come aveva reagito, si pentiva per come, per paura che qualcuno li giudicasse e li cacciasse, si era costretto a, come
diremmo noi odiernamente, "friendzonare" Joe.
 
Gli si stavano chiudendo gli occhi, quando senti bussare alla sua porta.
In quel momento aveva maledetto chiunque ci fosse lì fuori e si spaventò anche, dato che era caduto malamente dalla poltrona.
Si alzò da terra, imprecò un paio di volte, si sistemò la maglia e andò ad aprire con stizza.
Ma la sua espressione si addolcì quando vide la figura impacciata di Joe con il pugno ancora alzato per bussare un'altra volta.
 
<< Mh...Hey...C-Ciao Gwil... >> lo salutò Joe tenendo lo sguardo basso mettendosi una mano dietro la nuca.
Mezzo addormentato Lee lo salutò con un sorriso sgembo e si fece da parte per farlo passare.
<< No...non devo entrare...devo solo consegnarti una cosa...e-e volevo vederti...è tanto che non ci parliamo...più o meno da quando lavoro con Ben...>> l'ultima parte l'aveva sussurrata,
quasi come se non volesse farsi sentire.
Joe era strano quella sera e ovviamente Gwilym lo aveva capito, solo che non si spiegava perché Joe fosse così...distaccato.
 
Quel giorno non era uscito di casa perché stava, stranamente, studiando per un esame che avrebbe avuto a breve.
Aveva solo sentito, da dei ragazzi molto rumorosi che, parole loro " Ahahahahahaha! Hanno fatto bene quelli là cacciare da casa loro quel finocchio! "
Non sapeva chi fu cacciato di casa e non sapeva nemmeno come avessero fatto quei ragazzi a sapere della notizia.
Insomma, non sapeva nulla, ma questa informazione gli aveva fatto male in un certo senso.
Gli aveva fatto male perché si era messo nei panni di quel povero ragazzo.
 
Si mise a scrutare Joe per cercare di capire cosa non andasse in lui e quest'ultimo continuava a guardare per terra, si sentiva come se il pavimento fosse diventato più interessante di
qualunque cosa al mondo.
In fine sospirò e si passò una mano su gli occhi stanchi, rassegnandosi all'umore grigio di Joseph.
<< Va bene, ma sei sicuro di non volere entrare? Magari posso offrirti del... >> ma si ricordò che non sapeva cucinare nemmeno della pasta <<...thè. >>
Joe ridacchiò perché era a conoscenza delle sue scarse abilità cucinarie e ogni qual volta qualcuno bussava alla sua porta per andare a trovarlo, offriva loro del thè.
Certo, una volta era riuscito a far evaporare l'acqua perché l'aveva lasciata bollire troppo tempo, ma non soffermiamoci su questo dettaglio.
 
<< No, mamma chioccia, non voglio nulla veramente. Ma grazie comunque. >> il sorriso era ritornato sul volto di Joe, che sembrava essere ritornato di buon umore.
<< Ah ah ah, sempre a chiamarmi "mamma" tu e il biondino. Se io fossi vostra madre- >> aveva iniziato a dire, ma poi era stato interrotto da Joseph. << Ci puniresti in maniera più severa
per le nostre bravate, sì, lo so, ce lo ripeti sempre. >> aveva finito al suo posto. << Esatto >> aveva ribattuto sorridendo l'altro.
Improvvisamente Joe si rifece triste e tornò a tenere lo sguardo basso.
<< Vedo che stai bene...Beh io tra un po' devo andare...ti dovevo dare solo questa lettera...se...se puoi...leggila domani mattina...>> e così gli aveva porto la sua lettera.
Gwilym l'aveva presa con esitazione e con sguardo dubbioso si era messo a scrutarla.
<< E perché dovrei aprirla domani mattina? di chi è questa lettera? E' tua? E dove devi andare? >> come un fiume in piena si era lasciato esternare tutte le domande che aveva e ne avrebbe
avute altre se solo Joseph non gli avesse messo delicatamente una mano sulla bocca per zittirlo.
<< Io devo andare...e tu, per favore, segui solamente quello che ti ho detto...fallo per me...per il tuo amico d'infanzia...>> gli aveva detto con un fil di voce.
Gwilym aveva annuito e poi aveva arretrato per poter parlargli di nuovo
<< Va bene...lo farò... per te. >>
 
Detto questo, Joe lo aveva salutato con un mezzo sorriso triste e si era voltato per andarsene.
<< A domani Joe. >> lo aveva richiamato Lee per salutarlo.
<< Sì...a domani Gwil... >> aveva risposto Mazzello trattenendo le lacrime.

 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     
 
 
   
 
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