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Autore: mirkovilla7    03/01/2020    0 recensioni
Dal PROLOGO: "La Sala del Consiglio cadde in un silenzio cupo creato dalle ultime parole del Governatore Barber.
La stanza era grande e per la maggior parte vuota. Sulle pareti grigie l’unica decorazione consisteva nei quadri raffiguranti i Governatori successi prima di quello attuale. Su un lato una porta di vetro scorrevole con di guardia due uomini lasciava intravedere un lungo corridoio che terminava con una porta identica. Tre sedie completavano l’arredamento con un tavolo ovale posto al centro della Sala. Sulle sedie, con aria stanca di chi discuteva da ore, c’erano due uomini ed una donna."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La voce robotica che segnalava le informazioni aveva appena annunciato che mancava un minuto al termine del countdown, poi sarebbe iniziata la trasmissione. La sua fidata assistente Georgia, forse, o forse Gretel, gli stava sistemando la cravatta e dando dei piccoli colpetti alla giacca elegante al fine di sistemare le ultime pieghe rimaste sull’indumento.
Lei non sapeva.
Solo lui, il suo fidato braccio destro, Cesar, e la maggioranza dei membri del Consiglio sapevano.
Il piano era studiato alla perfezione.
L’assistente si stava allontanando e la voce di Cesar, dall’auricolare, confermava la preparazione di tutto: «Capo, ho appena posizionato il dispositivo sul Palazzo del Consiglio»
Il countdown stava terminando e, l’uomo, saliva la scaletta a bordo del palco provvisorio, allestito con due leggii per il dibattito. Sulla facciata del Palazzo del Consiglio, due bandiere verticali con il simbolo di New Town percorrevano la parete dall’alto al basso. L’edificio percorreva completamente un lato della piazza. Dal lato opposto partiva un enorme viale che portava fino all’ingresso della città.
Sui lati rimanenti, diramazioni di case strette e attaccate tra di loro e stradine che portavano alla periferia della città si estendevano per chilometri e chilometri.
La piazza era il punto di riferimento e il cuore della città. D’altronde, l’intera comunità aveva costruito le case mattone per mattone partendo proprio da quella piazza.
Adesso, lo spiazzo di fronte al palco era gremito di persone agitate, la maggior parte vestite con colori blu, bianco e rosso, rappresentativi del partito preferito dalla popolazione. Il resto del pubblico era vestito del nero tipico del suo partito, i tradizionalisti.
Il signor Norris prese posto al leggio più vicino tra i versi di scherno della popolazione di New Town, si sistemò la cravatta e elargì uno dei suoi migliori sorrisi. Da alcuni maxischermi posti più avanti, si vide riflesso e rimase soddisfatto del suo sorriso perfetto.
Dopo pochi istanti, la voce fuori campo della presentatrice annunciò l’arrivo del candidato del partito avversario, Brandon Cubik.
Come da piano, si avvicinò all’avversario e gli strinse la mano. Poi, con stupore generale, lo abbracciò.
“Bene”, pensò, quel fannullone del consiglio – un tale Thomas Deeney – aveva convinto Brandon che un abbraccio era un buon modo per iniziare il dibattito e mostrare alla popolazione che, nonostante le divergenze, il candidato così amato aveva a cuore anche l’interesse e i piani dei tradizionalisti.
Mentre ritornava al leggio, come prestabilito, fece finta di tossire, lanciando così il segnale a Cesar.
«Bersaglio confermato!», sentì attraverso l’auricolare.
Si rimise al leggio, mentre la presentatrice poneva la prima domanda: «Signor Cubik, come giudica l’affetto che New Town le sta…» si interruppe, contemporaneamente con il «Fuoco!» annunciato dal suo braccio destro.
Il suo avversario si accasciò al suolo appena la nano-macchina colpì il punto sul braccio dove il signor Norris aveva appiccicato il micro-bersaglio durante l’abbraccio.
Della schiuma fuoriuscì dalla bocca di Cubik mentre i medici accorrevano a soccorrerlo. Il signor Norris si finse alquanto sorpreso di quella svolta “inaspettata”, il pubblico urlava e fuggiva, terrorizzato da un possibile attacco terroristico.
Se solo avessero saputo.
Alcune guardie lo scortarono per tenerlo al sicuro in una stanza del Palazzo del Consiglio.
Mentre entrava si accorse che l’unica altra persona nella stanza era Cesar.
Si guardarono e si misero entrambi a ridere di gusto.
Il signor Norris aveva vinto le elezioni.
 
---
 
La stessa piazza che, una settimana prima, aveva assistito alla morte di Cubik era di nuovo gremita di gente. Era da poco finito il funerale del candidato preferito dalla popolazione e il Consiglio era pronto ad annunciare la decisione presa in merito alle elezioni del Governatore.
Tutto era proceduto secondo i piani: era stata svolta una perizia sul cadavere di Cubik e annunciato alla stampa che il decesso era stato causato da un infarto. Il Consiglio aveva effettuato una seduta di emergenza durata tre giorni per decidere come proseguire, ma la maggior parte dei Consiglieri si era messa d’accordo precedentemente per proporre direttamente come nuovo Governatore il signor Norris. Il voto era avvenuto poco prima del funerale e, con la maggioranza già d’accordo, la mozione era stata accettata.
Ora era il momento dell’annuncio ufficiale.
Il portavoce del Consiglio si fece avanti. Nella folla scese un silenzio nervoso.
D’altronde, quelle erano state le elezioni più in bilico della storia fino a quando, poco tempo prima, un giornalista aveva indagato e scovato una storia di corruzione che portava al signor Norris.
Adesso il corpo del giornalista era stato spedito nel Mondo di Sotto, ma la voce che avesse qualcosa di grosso da mostrare aveva fatto perdere punti preziosi al candidato tradizionalista.
Quindi, si era iniziato a complottare con i membri più anziani del Consiglio, per i quali Cubik era scomodo e troppo innovativo, con i suoi concetti di libertà e uguaglianza.
«Signore e signori, sono lieto di annunciare che il Consiglio ha preso una decisione in merito alle elezioni del Governatore di New Town»
Si schiarì la voce e, con calma, lesse il comunicato: «A seguito della morte del candidato Governatore Cubik e, data l’impossibilità di mantenere una città chiave per il Mondo di Sopra come New Town senza un vero capo di Governo, il Consiglio ha approvato che al candidato Governatore Norris venga automaticamente nominato come Governatore, in carica da oggi, con la convinzione che il nuovo Governatore rispetti, comunque, le idee del signor Cubik»
Qualche mormorio si diffuse tra la folla che, tuttavia, la prese meglio di quanto avesse preventivato Norris.
Il portavoce chiese silenzio abbassando le mani più volte.
«A seguito di quanto appena appreso, diamo un caloroso benvenuto al nuovo Governatore Norris, che effettuerà a breve il solenne giuramento»
Era il suo momento. Fece un sospiro, si diede mentalmente la carica e salì sul palco dove, una settimana prima, aveva contribuito alla morte del rivale.
La folla lo acclamò con uno scroscio di applausi. Ci fu anche qualche fischio isolato, ma nulla paragonabile al calore e l’affetto che il pubblico sembrava stesse dimostrando.
La piazza sembrava più gremita dell’ultima volta, quasi non si vedeva dove la popolazione terminava.
Su un lato delle abitazioni, stavolta, giacevano due piccole tavolate, che si stavano riempiendo.
Da una parte, i nove Consiglieri prendevano posto, mentre dall’altra, a sedersi era il gruppo dei tre rappresentanti delle tre religioni più osservate nella città.
Di fronte alle due tavolate, un leggio presentava il simbolo di New Town e, sopra di esso, poggiava un antico testo, la Costituzione della città, aperto alla pagina del Giuramento del Governatore.
Mentre si spostava verso il leggio, incrociò il portavoce del Consiglio, che gli strinse la mano vigorosamente e gli fece i complimenti per il successo.
Si posizionò di fronte alle tavolate, con lo sguardo fermo verso i suoi interlocutori.
Alla sua sinistra, il suono del pubblico sembrò farsi più ovattato, quasi come se qualcuno avesse abbassato il volume.
Guardare negli occhi i Consiglieri era un modo per far capire anche a quelli che non avevano preso parte al complotto che lui era convinto di quello che stesse facendo.
«Io, Benjamin Norris, accetto la carica di Governatore della città di New Town.
«Prometto di esercitare il mio mandato con onestà e rispetto della nostra città e dei suoi abitanti.
«Accetto l’uguaglianza, abbatto le ingiustizie e mi dissocio dall’ignoranza dell’odio e di chi lo provoca»
Terminato il giuramento, il signor Barber, uno dei più anziani e rispettati membri del Consiglio, si alzò.
Si avvicinò a Norris e lo fece spostare al centro del palco.
Il Consigliere lo guardò mentre si inginocchiava di fronte ad esso, con il capo abbassato.
«Il Consiglio, in qualità di esercitatore del potere Politico di New Town nomina Benjamin Norris come Governatore della città fino alla sua dipartita o fino a nuova decisione del Consiglio»
Norris si alzò e strinse la mano a Barber.
New Town aveva un nuovo Governatore.
 
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Cesar entrò dalla porta dell’ufficio del Governatore.
La stanza era spaziosa e decorata in un vecchio stile del Mondo di Sotto, quando era ancora vivibile, chiamato stile gotico.
Al centro della stanza spiccava una grande scrivania in mogano. Sopra di essa, al centro, una cartina di New Town era scarabocchiata con enormi cerchi di colore rosso e blu, mentre da cornice alla cartina alti plichi di scartoffie.
Alla destra della scrivania, un tavolo da biliardo con biglie sparse per tutta la superficie.
Dalla parte opposta, un tavolino in vetro proveniente da un’antica città Italiana era contornato da quattro poltrone.
Sopra al tavolino, una bottiglia di whiskey e quattro bicchieri erano posizionati con estremo ordine.
Dietro la scrivania sedeva un uomo, intento a leggere alcune scartoffie riguardo ad un problema sulle tubature che affliggeva uno dei quartieri più poveri della città.
Il suo fidato braccio destro, Cesar, si stravaccò su una poltrona, attendendo che Norris si alzasse dalla scrivania per sedersi vicino.
«Notizie di estrema urgenza, signore» annunciò.
Il Governatore si alzò e si posizionò nella poltrona di fronte a Cesar: «Parla!» ordinò.
«I nostri insetti-spia hanno rilevato qualcosa, forse degli umani»
«Altri ribelli? Stanali»
«No, signore, non nella periferia» Cesar si stava facendo più funereo e impaziente di dare la notizia, attendendo la reazione del suo capo.
«E dove allora? Smettila di tirarla per le lunghe e dimmi dove»
«Nel Mondo di Sotto, signore»
Il volto di Norris si illuminò. Dopo aver ricevuto la nomina di Governatore aveva iniziato la sua campagna dittatoriale: i Consiglieri del complotto si erano dimessi ed erano stati assegnati come semplici impiegati all’ufficio del Governatore, a capo di innumerevoli squadre e, quindi, con stipendi alti e lussi sfrenati senza muovere un dito.
Il Consiglio, come da legge, era stato sciolto per mancanza di uomini. Avvalendosi di numerosi cavilli, il Governatore poteva continuare a rimandare la formazione di un nuovo Consiglio e prendere ad interim le decisioni per lui.
Utilizzando le tecnologie prodotte dal reparto di ricerca e sviluppo della sua azienda, come il dispositivo che aveva assassinato Cubik, aveva stanato numerosi gruppi di ribelli che si stavano formando nella periferia della città e nei quartieri più poveri, scontenti della linea che il nuovo Governo di New Town seguiva.
Intanto, Norris aveva ordinato di mandare alcuni insetti-spia, altra tecnologia della sua azienda, per controllare la vivibilità del Mondo di Sotto. Se fosse stato vivibile, il prossimo passo sarebbe stato quello di mandare prigionieri come schiavi per estrarre risorse per New Town.
Qualsiasi risorsa sarebbe andata bene, ma in particolare c’era bisogno di carbonio per costruire armi e nuove tecnologie armamentari.
L’obiettivo del Governatore era semplice: espandersi nel Mondo di Sopra.
Benjamin Norris versò del whiskey in due bicchieri e ne porse uno a Cesar.
«Brindiamo a questo mio ordine: sterminate gli indigeni»
 
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Il signor Norris si trovava in una delle sue stanze private, quando ci fu il primo scoppio. Tremò tutto, persino il pesante mobile che si trovava di fronte a lui.
Si affacciò alla finestra per sbirciare attraverso le tende e, nel frattempo, chiamò con l’auricolare Cesar.
Al terzo squillo, ci fu risposta.
«Mi dica capo» disse il suo braccio destro.
«Cosa succede nel quartiere ispanico?» chiese il Governatore. Poteva intravedere del fumo nero innalzarsi dal quartiere ispanico.
«Non saprei, capo, mi stavo divertendo con Amanda» rispose Cesar in tono lievemente imbarazzato.
Cesar era solito frequentare i bordelli della zona più “in” di New Town, dove le cortigiane se le potevano permettere solamente i ricchi.
Il Governatore si irritò: «Smettila di giocare con le tue stupide puttanelle e verifica cosa succede!»
Cesar confermò di aver compreso l’ordine: «Le faccio sapere tra poco» e chiuse la conversazione.
 
Durante l’attesa, altri scoppi si udirono in lontananza. Il quartiere ispanico distava qualche chilometro, troppi per impensierire il Governatore.
Tuttavia, i suoi sospetti sul motivo degli scoppi gli furono confermati quando Cesar arrivò nel suo studio con la risposta: «Sono iniziate le rivolte!»
 
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Lo vennero a prendere nel cuore della notte, mentre stava dormendo beato.
Gli scopi della loro missione erano due: ferire il Governatore e catturarlo. Solamente, non avevano fatto i conti con la sua paranoia.
Quattro rivoltosi con i volti coperti e muniti di spranghe sfondarono la porta e fecero irruzione nella stanza del Governatore.
La stanza si presentava spoglia, ad eccezione di una brandina, un armadio di legno di bassa qualità e del fucile appoggiato con noncuranza al muro accanto al letto.
Sulla brandina, disteso supino, giaceva nel morso del sonno un uomo, ricoperto fino alla faccia dalle lenzuola in cotone.
I rivoltosi non ci pensarono due volte e, mentre uno prese il fucile incustodito, gli altri tre iniziarono a colpire l’uomo addormentato con le spranghe.
L’uomo si mise ad urlare e cercò di divincolarsi dalle percosse e dalle lenzuola, mentre le lenzuola si imbrattavano del suo sangue.
Fu solo quando le lenzuola scivolarono dalla testa dell’uomo che si vide chiaro e tondo che gli assalitori avevano sbagliato stanza e stavano colpendo Cesar.
 
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Il signor Norris procedette per i corridoi bui.
Si era appena chiuso la porta segreta alle spalle e aveva appena premuto il pulsante per fare in modo che la libreria del suo studio tornasse al proprio posto.
La sua mossa era stata quella di rifilare alle guardie informazioni sbagliate su dove avrebbe dormito, in maniera tale che, in caso fossero state interrogate e costrette a rivelare ai rivoltosi dove si trovasse, avrebbero indicato la stanza di Cesar.
Questa volta, nemmeno il suo braccio destro era stato messo al corrente del piano, in quanto lui era l’esca per i rivoltosi.
Il corridoio, stretto poco più di un metro, aveva il soffitto che costringeva il Governatore a camminare chino sulla schiena. Fece parecchi metri ancora, guidato dalla flebile luce di una torcia a pile, fino a quando si ritrovò in cima ad una scala che procedeva curva.
Procedette un piolo alla volta, contandoli tutti per distrarsi.
Arrivò ai piedi della scala, dove un ricambio di abiti anonimi lo attendeva.
Si cambiò e si infilò attraverso la porta che si trovava di fronte.
Un apparecchio, grande poco più di due uomini robusti, si trovava nella stanza della quale aveva appena varcato la soglia.
Dei binari grandi pochi centimetri procedevano per qualche metro da dove si trovava l’aggeggio e culminavano in un’increspatura nel pavimento.
Il Governatore si avvicinò al termine dei binari, rivelando con la luce della torcia una botola chiusa con un lucchetto. Si abbassò e inserì nella serratura la chiave che aveva precedentemente nascosto negli abiti appena indossati. Udì lo scatto del lucchetto, lo sfilò e si mise sul bordo della botola. Poi, con un calcio, spalancò le ante verso il vuoto sottostante.
Prese un borsone situato alle spalle dell’apparecchio, ne controllò il contenuto e lo ripose all’interno della sua cabina di trasporto.
Poi, si infilò anche lui all’interno.
Premette alcuni comandi e la cabina emise un suono di attività.
Impostò le coordinate di atterraggio e chiuse l’apparecchio.
Questo iniziò a muoversi sui binari fino a cadere direttamente nella botola.
I rivoltosi non lo avrebbero mai trovato, ma il Mondo di Sotto lo avrebbe presto conosciuto.
  
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