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Autore: mirkovilla7    03/01/2020    0 recensioni
In una realtà distopica il governo ha indetto dei giochi per tenere sotto controllo la popolazione. I protagonisti della storia vengono scelti per questi giochi. Hanno inizio i "Giochi di Legem"
Genere: Avventura, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al mio risveglio, la porta sbatte. Mi giro a guardare l'ora sul comodino e vedo che mancano dieci minuti alle 5. Ormai sono anni che papà esce a quest'ora per andare al confine a timbrare il cartellino, e poi recarsi al campo di pomodori che deve coltivare. E tra qualche anno questo destino toccherà pure a me.
La mia famiglia abita nella parte più malandata della Zona 3, la Zona più povera di Legem. In tutta la città vigono leggi molto severe: i lavoratori della Zona 3 devono timbrare il cartellino alle 5 del mattino al confine e subito andare a lavorare. Almeno due volte al mese un funzionario del governo fa visita alle varie postazioni di lavoro e se non trova una persona si reca presso la sua abitazione, infliggendo punizioni come uccidere lui o qualcuno della sua famiglia.
Ieri, tramite una fuga di notizie, abbiamo saputo che ci sono stati accenni di ribellione da parte della popolazione della Zona 3 e quella di basso reddito della Zona 2, e il Governatore Morales ha dovuto prendere seri provvedimenti come sguinzagliare squadre di Difensori della Legge, cioè di persone che con la violenza cercano di far rispettare le leggi.
Quando sono andato a letto ho sentito mio padre che litigava con mia madre e, da quello che ho capito, lui vorrebbe partecipare ad una ribellione. La mamma non vuole ma lui è testardo e non la ascolta.
Scendo dal letto a castello. Il mio fratellino Dirk dorme ancora beato. Si sveglierà tra qualche ora per andare al suo primo giorno di scuola delle superiori, anche se qui non conta molto la distinzione tra elementari, medie e superiori, dato che tutti gli studenti sono obbligati a svolgere il lavoro del proprio padre al termine degli studi.
Mi vesto con cautela infilandomi i pantaloni grigi, la camicia bianca e la giacca grigia, tutte parte della divisa, facendo attenzione a non svegliare Dirk. Vado in bagno, mi lavo la faccia con poca acqua, dato che non ne abbiamo tanta a causa del basso stipendio della famiglia e delle alte tasse che ci vengono imposte dal Governo.
Non mangio, abbiamo i soldi solamente per la colazione di una sola persona in famiglia e tutti sono d'accordo sul fatto che debba essere Dirk quella persona. E in qualunque caso io colazione la farò tra poco.
Lascio un biglietto dove auguro buona fortuna a Dirk e, sempre senza creare rumore, esco di casa.
Le strade sono deserte, gli unici rumori sono quelli degli agricoltori che coltivano e dei falegnami che lavorano il legno. I muratori della Zona sono già saliti sui camioncini per recarsi nelle altre Zone a costruire edifici.
Sono queste le tre professioni degli uomini della Zona 3: contadino, falegname o muratore. Nella Zona 2 si lavora come pasticceri e panettieri per quelli con reddito basso, mentre per quelli che ne possiedono uno un po' più alto si riesce a ottenere posti di lavoro come manutentori o tecnici.
Mi incammino verso il luogo dove solitamente io e il mio migliore amico ci incontriamo: un angolino tra il muro mastodontico che divide le Zone 2 e 3 e il muro ovest della città. È un luogo molto isolato ed è per questo che nessuno ci va, tranne noi.
Dieci minuti dopo, sono li. E dopo pochi secondi anche Matthew arriva.
È già vestito come me con la divisa grigia della scuola e le solite scarpe da ginnastica che gli piacciono tanto, nonostante siano tutte rotte e debbano essere cambiate.
Matthew Cruz è un ragazzo molto robusto e possente, alto circa un metro e ottanta come me, atteggiamento spavaldo e impulsivo, uno di quelli che non si fa problemi a rispondere all'insegnante e rischiare una punizione quale frustate nell'atrio della scuola.
In testa porta il berretto di lana grigio che gli ho detto un milione di volte che dovrebbe cambiare, ma non mi ascolta. L'indumento gli copre il taglio militare che da ormai qualche anno fa capolino sulla sua testa.
«Pri!» chiama Matthew.
Pri è un diminuitivo che lui usa con me fin da quando eravamo piccoli. In teoria Pri si estende in Price, il mio cognome. Il mio nome, invece, è Mitch.
«Ti ho portato la colazione, il solito» mi dice raggiante. Il fatto è che lui vive in una famiglia di muratori, ma sua madre passa il tempo cucinando e vendendo i dolci. La pasticcera signora Cruz è rimasta con i suoi scambi segreti con altre attività illegali, dato che la legge ha vietato ogni compravendita, tranne per il fatto di comprare a prezzi alti dalla Zona 2, e così Matthew mi porta sempre la colazione. Mi sento un po' pretenzioso a volte, mangiando tutte le mattine grazie a lui, ma quando ho provato a parlargliene mi ha detto che era contento di farlo per il suo migliore amico.
«Grazie» dico. E in poco tempo ho già finito la ciambella.
Parliamo del tempo, che anche oggi sembra poco affidabile e propenso ad annuvolarsi e piovere. Parliamo della scuola e del fatto che quest'anno saremo in quarta, con solo due anni davanti a noi, anche se, forse, è meglio farsi una vita di scuola piuttosto che a lavorar nei campi, creando per i miei figli un futuro identico al mio.
La scuola a Legem è molto strana: le classi sono composte da nove ragazzi, non uno in più, non uno in meno. La nostra è solamente di maschi, quindi non conosciamo ragazze.
È situata sulla strada principale, una strada che porta dal confine sud, dove c'è un muro di almeno venti metri con un solo piccolo ingresso, fino al muro in comune tra la nostra Zona e la Zona 2. Questa strada poi prosegue fino ad un altro muro tra Zona 2 e 1 e infine all'ingresso del Palazzo del Governo, residenza del Governatore nonchè sua postazione di lavoro. La strada si dirama in piccole stradine che portano a campi da coltivare e case decrepite come la mia.
Il compito del Governatore è principalmente quello di proporre leggi contro le Zone 3 e 2 e di farle approvare, per poi annunciarle alla popolazione cercando di far credere che queste leggi servano per aiutare la popolazione stessa.
Dopo aver parlato della scuola, dico a Matthew della litigata dei miei genitori.
«Grande uomo, Jared Price! Non gli importa dei rischi, lui vuole solo una dignità sociale» conclude Matthew dopo il racconto.
Non riesco a replicare, perchè proprio in quel momento uno scoppio fa tremare la terra sotto di noi. Del fumo sale dalla parte sud-est della Zona 3.
Ci alziamo di scatto e ci avviamo verso il luogo dell'esplosione, senza pensare che il coprifuoco sia fino alle sette e più o meno manca ancora mezz'ora a quel momento.
Quando siamo quasi arrivati al luogo, mi rendo conto da dove è venuto il rumore dell'esplosione: il campo di pomodori.
Inizio a correre, con Matt che probabilmente ha capito cosa è successo e cerca di fermarmi per non farmi assistere all'orrore che sto per vedere.
Arrivato sul luogo, non trovo corpi, ma solo fuoco e fumo.
Un Difensore della Legge mi viene incontro e mi intima di non entrare nel fumo, ma lo scanso con uno spintone e proseguo. Cerco mio papà, ma lui non c'è. Cerco ancora, poi mi fermo a riprendere fiato, Matt arriva e mi trascina via. Ma non è solo lui che lo fa, anche il dolore crescente lo sta facendo. Penso a Dirk, che ha solo undici anni e dovrà già convivere con la morte del padre, penso a mia madre, che dovrà cercare di superare la perdita. Penso a me, che a quindici anni mi sento il cuore pesante come un mattone e non mi scanso quando Matt mi abbraccia. E, nonostante ho sempre pensato che due amici non potessero essere così intimi, resto lì, chiuso nel mio dolore e nelle brccia del mio amico che mi consola.
Piano piano ci allontaniamo dal luogo delle mie sofferenze. Il Difensore della Legge non è arrabbiato con me nonostante l'abbia buttato a terra e viene a consolarmi. Ecco cosa c'è di positivo della Zona 3: nonostante si viva da schifo la gente si aiuta l'un l'altra. In un lampo mi torna in mente il giorno in cui mio padre era stato tanto male, tanto da non riuscire ad alzarsi dal letto. Un Difensore della Legge era venuto a sincerarsi delle sue condizioni e si era offerto di timbrare e di svolgere il suo lavoro al suo posto. Questo pensierò mi fa ancora peggio.
Matt mi accompagna a casa e entra con me, non voglio che se ne vada.
Al nostro ingresso mamma ci viene incontro.
«Cosa è successo?» chiede. Ha percepito che è successo qualcosa di grave e sta cercando di capire cosa.
«Pri vai a farti una doccia, racconto io a tua mamma ciò che è successo.» mi dice Matt.
Cullato dalle loro voci nell'altra stanza vado in bagno, mi guardo allo specchio e vedo un ragazzo segnato. Il dolore è evidente sul mio volto, sembro già più vecchio.
Nella Zona 3 è difficile vivere fino a vent'anni senza subire almeno una perdita, date le condizioni di vita, ma a quindici anni a pochi succede questo.
Mi spoglio, sento mia mamma singhiozzare, entro sotto il getto d'acqua, cercando di far scivolare via oltre allo sporco il dolore, ma rimane.
Dopo essermi rivestito torno in cucina e trovo mia mamma tra le braccia di Matt.
«Mamma, sono le sette, tra poco si sveglierà Dirk, ce la fai a non farti vedere così?» le dico. Non lo dico con cattiveria, ma lei sembra ferita dalla mia richiesta.
Non risponde, ma si alza e scappa fuori casa, proprio nel momento in cui Dirk fa il suo ingresso in cucina.
«Cosa succede?» chiede subito.
Dirk non è abituato a vedere me e Matt di mattina perchè di solito noi siamo fuori, inoltre è un ragazzino molto sveglio e la classica bugia del "papà che è uscito, ma tornerà presto" non penso che funzionerà quando nostro padre non tornerà stasera.
«Tutto ok Dirk, fai colazione se no farai tardi a scuola» gli dico cercando di sembrare indifferente.
«Dov'è mamma?» chiede nuovamente «Perchè non è a casa?».
«È andata a fare un giro, aveva caldo e bisogno di aria» gli risponde prontamente Matt, salvandomi da un possibile crollo.
Mi accorgo di essere arrabbiato con la mamma, perchè non è così che ci si comporta, non si scappa dai problemi, si affrontano, anche se io non sono stato molto garbato.
Dirk mugugna e, finita la colazione va a prepararsi.
Io e Matt decidiamo di fare un giro, un po' per prendere aria un po' per avviarci verso la scuola. Lasciamo un biglietto a Dirk e andiamo.
Percorriamo pochi passi prima di notare che su alcuni edifici sono appesi dei volantini con scritto: "A mezzogiorno tutti devono assistere a un discorso del Governatore in TV". Penso di poterlo sopportare, per quanto odi quell'uomo nulla potrebbe essere peggio della morte di mio padre.
Camminiamo con calma, Matt si ferma un attimo a casa per prendere qualcos'altro da mangiare per me, ma non mangio perchè non ho fame.
Nella piccola piazzetta si sentono i ragazzi che vanno verso la scuola parlare di ciò che è accaduto e le donne che vanno a fare la spesa intavolare discorsi sullo stesso argomento. Proseguiamo a testa bassa, cercando di non ascoltare ma nello stesso tempo di capirci qualcosa in più, per colpa della fiamma di speranza che brucia nel mio corpo e che pensa che mio padre non fosse li al momento dell'esplosione.
Arrivati a scuola, rimango impressionato: almeno una dozzina di Difensori della Legge sono riuniti nell'atrio della scuola.
È strano, di solito ce ne sono solo due, e sono nostri amici, considerando il fatto che non ci infliggono mai punizioni, nemmeno quando Matt cerca di ribellarsi.
Entriamo nell'istituto. L'atrio è molto ampio, con pavimento piastrellato a motivi geometrici. A sinistra ci sono i laboratori, ma non vengono mai usati, dato che potrebbero farci sviluppare troppa autonomia nel lavoro e, quindi, permetterci di pensare un po' di più ognuno con la propria testa. A destra ci sono le aule. La nostra si trova esattamente dalla parte opposta dell'atrio. Ci dirigiamo verso quella e entriamo in classe.
La classe ha le pareti colorate di grigio, come le nostre divise, probabilmente per ricordarci che la nostra vita nella Zona 3 è grigia e buia.
Mi siedo al mio banco e vi appoggio la testa sopra, in attesa che inizi la lezione.
Prima che Matt se ne vada al suo posto, gli sussurro:  «Grazie».
  
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