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Autore: InsaneMonkey    04/01/2020    1 recensioni
Balenava un lampo di astio nelle sue iridi di cioccolato dalle sottili sfumature di ambra, un bagliore di fiele, rovente ed acuminante, segno inequivocabile che un alone di tenebra pura ne avesse attorniato l'animo alla stregua di una corona di spine, inghiottendolo in una morsa nera.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Keroro, Natsumi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Dolce malinconia'
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"Brutto ranocchio, come accidenti hai ridotto il bagno?" sbottò Natsumi, in preda ad una palese ed acuta crisi isterica, a metà tra rabbia ed esasperazione.
Balenava un lampo di astio nelle sue iridi di cioccolato dalle sottili sfumature di ambra, un bagliore di fiele, rovente ed acuminante, segno inequivocabile che un alone di tenebra pura ne avesse attorniato l'animo alla stregua di una corona di spine, inghiottendolo in una morsa nera.
La smorfia di livore che le si era dipinta sulle labbra di pesca, delicate come boccioli nel mese di Aprile, lasciava chiaramente intendere che stesse per esplodere al pari di un candelotto di dinamite, che in lei si fosse insinuata una scarica di furore corrosiva; badò a mettere in risalto, con un tono di voce sferzante, inchiostrato di stizza e indignazione, l'epiteto che aveva attribuito al responsabile del suo scatto d'ira - a quell'anfibio strampalato e buffo, venuto da un lontano pianeta qualche anno prima -, mentre, inesorabilmente, frammento dopo frammento, si sgretolavano quei pochi granelli di ottimismo e buonumore che le erano rimasti.

Aveva già picchiato Kururu in precedenza, con una violenza tale da rompergli gli occhiali a spirale - quelli che contribuivano a conferire al suo aspetto un'aria maligna e sinistra: la rana del colore dei raggi del sole in Estate aveva assimilato pienamente che tenderle uno scherzo di pessimo gusto, un dispetto poco simpatico, non fosse stata una mossa saggia, sebbene dettata dalla sua insana e innata brama di attaccare briga, seminare discordia e compromettere ogni equilibrio mentale, dal momento che si era poi ritrovata piena di lividi e ferite.

"No! Kero, kero, ti prego! Non l'ho fatto apposta!" piagnucolò Keroro, pervaso dalla paura, il timbro traboccante di note di sofferenza dal retrogusto di morbosa disperazione.
Con il volto contorto in un'espressione di sgomento, aveva cominciato a far riecheggiare per le spesse pareti della sua stanza urla stridenti, sature di strazio e dolore.
Con il volto contorto in un'espressione di sgomento, aveva cominciato ad incastonare una dopo l'altra strilla lamentose, scuse e parole gremite di desolazione, nella speranza che la sua carnefice, colta da un senso di pietà, lo risparmiasse - speranza che si rivelò ben presto vana, in quanto la giovane non concedeva mai il suo perdono quando veniva accerchiata da ardenti fiamme di rancore o in lei si accendeva il desiderio di vendetta.

Senza smettere di tremolare - in modo non dissimile da una foglia percossa dalle impetuose raffiche del vento invernale -, si rassegnò mestamente all'idea che fosse ormai giunta la sua fine, che il terrore di esser gonfiato di botte fosse sul punto di avverarsi, di concretizzarsi nella sua oscura essenza: nei neuroni dell'alieno si intrufolò il pensiero che quella ragazza dai capelli rossi che si ostinava a definire una strega malvagia non si sarebbe affatto limitata ad aggredirlo verbalmente, a rivolgergli occhiate torve e a sfidarlo in una battaglia di acidi rimproveri e commenti intrisi di aspra ironia - cose che erano avvenute fino all'inverosimile e che continuavano a verificarsi -, ma lo avrebbe schiaffeggiato con irruenza, colpito con una feroce sequenza di pugni.

In ogni caso, non presagiva nulla di buono il fatto che gli stesse stringendo la testa con la mano sinistra e che avesse serrato la destra.
Del resto, era solo colpa di Keroro se Natsumi si era irritata così tanto - quasi quanto tutte quelle volte in cui lui e il suo gruppo le avevano impedito di ascoltare alla radio il DJ Mutsumi, l'unico capace di affascinare le sognatrici più incallite con la dolcezza delle poesie che leggeva, a suo avviso - ed avrebbe pagato le conseguenze delle sue azioni: per ricreare lo scenario adatto ad uno scontro epico tra alcuni dei suoi modellini di Gundam, infatti, non soltanto aveva riempito fino all'orlo la vasca da bagno di un bizzarro liquido violaceo, versandone parecchie chiazze per terra, ma non si era minimamente premurato di pulire, contravvenendo ai suoi doveri.













   
 
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