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Autore: Celtica    04/01/2020    1 recensioni
STORIA GEMELLA DI “APPARTAMENTO 24” SCRITTA DA RELIE DIADAMAT.
Modern!AU | LawLight, Naomi/B | Raccolta di OneShot
Raccolta di One Shots collegate che narrano le vicende di Light e L, inquilini dell’appartamento 25, quinto piano e ascensore rotto.
Tutto cambia un giorno quando Ryuzaki, nonostante gli strambi vicini di casa Beyond e Naomi, riesce a trovare un coinquilino: Light Yagami.
Ma cosa succede quando le vicende di questi quattro tipi strani collidono? Quanto sarà facile questa convivenza, quando nulla sembra lasciato al caso? Quando persino Ryuk, inquilino del sesto piano, non fa altro che ridere nel bel mezzo della notte?
E, soprattutto, quanto dureranno queste accoppiate?
Dal primo capitolo:
Light Yagami si fermò a contemplare il cartello che diceva “ascensore rotto”. Aveva le spalle ricoperte di neve, come il cappello che stringeva in mano.
«L’ascensore è rotto» disse qualcuno alle sue spalle.
«Non l’avevo notato.»
«E allora perché stai lì immobile a fissarlo?»
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Beyond Birthday, L, Light/Raito, Naomi Misora | Coppie: L/Light
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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III. La volta in cui L si fece un regalo

QUESTA STORIA È GEMELLATA CON “APPARTAMENTO 24” DI RELIE DIADAMAT IN QUESTO STESSO FANDOM.
Per favore, leggetele entrambe. Fanno parte dello stesso universo, e si completano. Per avere il quadro completo delle vicende che vedono L, Light, B e Naomi protagonisti, serve leggerle tutte e due.
Relie tratterà le vicende dell’Appartamento 24, in cui vivono Beyond e Naomi, mentre io quelle di L e Light, nell’appartamento di fronte. I quattro si incontreranno e interagiranno in ogni capitolo.


n

 

 

Sheldon: Quando a scuola vieni pestato un giorno sì e l’altro anche,
l’istinto di sopravvivenza ti fa sviluppare
un udito estremamente sensibile.
E soprattutto se per essere pestati basta iniziare una frase
con le parole “statisticamente parlando”.

(The Big Bang Theory)

 

 

 

III.             LA VOLTA IN CUI L SI FECE UN REGALO

(E Light e B restarono a guardare)

 

 


 

L’albero troneggiava in mezzo alla stanza. La punta toccava il soffitto ed era impossibile vedere il corridoio che portava alle loro stanze. Così com’era difficilissimo schivare rami e palline per raggiungere la cucina senza ritrovarsi il maglione pieno di aghi.

«Sei ancora convinto che non dovremmo spostarlo?»

«Proprio così, Light.» Ryuzaki non sollevò gli occhi dallo schermo del computer. «L’albero non si tocca.»
Light guardò con astio gli aghi sparsi su divano, tappeto e pavimento, una lunga scia che arrivava fino alla porta. Pensò a tutto il verde lasciato per le scale del palazzo, alle grida di Beyond…

«Ti ricordo che l’appartamento è per metà mio.»

«Bene. Puoi decorare la metà che non ho ancora toccato.»

«La metà che… ma di che parli?»

Finalmente Ryuzaki alzò la testa per guardarlo negli occhi. «Se ci pensi bene, Light, non ho messo decorazioni nel cinquanta percento dell’appartamento.»
«Quale cinquanta percento?» Light era sbigottito.
«Be’… la cucina, per cominciare.» Ryuzaki si stiracchiò mettendosi in piedi. Infilò le mani nelle tasche. «Il bagno, la tua stanza e… buona parte della mia stanza. Vuoi che entriamo a controllare?»

Light sentì di essere arrossito fino alla punta dei capelli. Fece un passo indietro.

«Resta il fatto che hai deciso tu per l’intero salotto…»
«Oh, per quello…» Ryuzaki guardò un punto indefinito alle spalle di Light, portandosi un dito alle labbra. «È risaputo che le decorazioni, a Natale, vadano messe soprattutto in salotto. Non avendo noi un giardino o una parete esterna.»

«Ryuzaki, senti…»

«È la Vigilia di Natale, Light. Perché non ti rilassi? Magari una cioccolata calda ti tirerebbe su…»

Light sentì dei rumori venire dal pianerottolo. Sbirciò fuori e vide un tipo mai visto prima, vestito tutto elegante. Aprì la porta.
«Posso aiutarla?»
Lui stava già bussando all’appartamento di fronte, il numero 24.
«No, grazie.»

Light stava per chiudere quando Ryuzaki lo raggiunse, appoggiando il fianco al suo.
«Ma che fai?» Cercò di scostarsi, ma in quel momento Beyond Birthday si presentò alla porta.
Il suo volto, in genere così simile a quello di Ryuzaki, rivelò una rabbia che Light non aveva mai notato prima.

«Sono venuto a trovare Naomi» disse il tipo elegante.
Lei comparve all’improvviso alle spalle di Beyond. «Oh, Raye.» Sorrise, e Light capì il motivo della rabbia del suo vicino. «Che bella sorpresa!»

«In genere si telefona prima» borbottò Beyond. «Non si sa mai cosa potrebbe succedere con le sorprese ai fidanzati. Un viaggio a vuoto, una donna struccata… un amante

Raye ignorò deliberatamente Beyond, dando un bacio sulla guancia di Naomi.

«È la Vigilia di Natale, Naomi.»

«Sì» rispose lei, lanciando un’occhiata glaciale a Beyond. «E sei il mio fidanzato. Non hai bisogno di avvertire quando vieni a trovarmi.»
Poi si chiusero tutti e tre dentro l’appartamento.

«Questo quadretto si fa sempre più colorato» mormorò Ryuzaki, vicinissimo al suo orecchio.

«Eccola qui» disse una voce familiare. Era Ryuk che risaliva le scale con almeno sei chili di mele in un sacchetto. «La nuova coppietta del palazzo.»
Poi rise, una risata fastidiosamente rumorosa. Light guardò le goccioline di sudore e capì che doveva essere stanco di portare roba al sesto piano.

«Vuoi una mano?» chiese, facendo un passo avanti per liberarsi della presenza di Ryuzaki.
«No, no.» Ryuk scosse la testa. «Non dividerei mai due piccioncini.»
Scoppiò di nuovo a ridere e si avviò verso il suo appartamento.

«Sei molto gentile, Light.»
Light vide gli occhi di Ryuzaki soppesarlo. Sentiva sempre un senso di inquietudine quando accadeva – e accadeva spesso – tanto da non sapere cosa rispondere.

«Chiamasi buon vicinato, Ryuzaki. Dovresti provare.»

«Oh, ma certo… ci proverò, Light.»

Non si spostò per lasciarlo passare, tanto che Light fu costretto a mettersi di profilo, e a strusciare la schiena – e non solo quella – contro Ryuzaki.

«Ma andatevene in albergo!» sbottò Beyond, che aveva appena assistito alla scena.
Spintonò Ryuzaki e si introdusse nel loro appartamento, raggiungendo il divano. Lo liberò degli aghi e si sedette.
Light rimase interdetto. Da quando si era trasferito non aveva mai dovuto sopportare entrambi gli strambi nello stesso momento.

«Che c’è?» chiese.

«Che c’è, domanda il tuo ragazzetto.» Beyond guardò Ryuzaki indicando Light con il pollice. «Non hai notato niente di strano? Magari un fastidio alto uno e ottanta, vestito tutto in tiro…»

«Beyond è un tantino geloso di Naomi Misora» spiegò Ryuzaki. «Non è vero?»

«Assolutamente no! Io geloso… figuriamoci. No, no, si tratta solo del fatto che sono stato sbattuto fuori dal mio appartamento.»

Light avrebbe tanto voluto che ciò accadesse anche nel suo, di appartamento…

Capì che non era aria, così si chiuse nella sua stanza, lasciando i due stramboidi a discutere delle loro cose. Che cosa avrebbe mai potuto dire lui?
Si mise a leggere un libro, sdraiato sulla bella trapunta che suo padre gli aveva spedito dal Giappone.
Non passò molto prima che qualcuno venisse a bussare alla sua porta.

«Light. Posso entrare?»

Certo che no!

Invece si morse la lingua. «Un momento, non sono vestito.»
«Oh, non è un problema per me…»

«Ma lo è per me. Aspetta fuori, Ryuzaki, per favore.»

«Come preferisci…»
Aprì un armadio – giusto perché il suo coinquilino sentisse il rumore – e spostò qualche vestito. Poi aprì la porta.

«Che succede?»

Ryuzaki gli fece una rapidissima radiografia.
«Andiamo a bere una cioccolata calda, Light. Perché non ti unisci a noi?»

Nemmeno per idea.

«Ho molto da studiare, sai…»
«Oh, andiamo, Light. È la Vigilia. Non si studia alla Vigilia. Alla Vigilia si beve cioccolata e si sta con gli amici.»

Amici?

«Che succede, Light? Non siamo forse amici, noi due?»

«Ma certo, Ryuzaki.» Neanche per sogno. «E va bene… vi accompagno.»
Prese la giacca e il cappello di lana e li raggiunse in salotto. Non poteva vederlo con l’albero di mezzo, ma sentì la voce di Beyond.

«Davvero avete intenzione di tenerlo per tutta la durata delle feste?»
«E magari anche oltre» rispose Ryuzaki. «Trovo che dia un’aria accogliente all’appartamento.»

«Accogliente?» Light girò intorno all’abete. «Hai detto proprio “accogliente”?»

«Proprio così, Light. Immagino già il nostro micio mentre si arrampica tra i rami o colpisce una pallina.»

«Avete un gatto?!» Beyond balzò in piedi, correndo alla porta.
L’indice di Ryuzaki fece segno di no. «Non ancora, B… Non ancora. Pensavo di prenderlo oggi. Sai… come regalo di Natale.»

«Ti fai i regali da solo, adesso?»

«Divertente, Beyond. Davvero divertente. No, volevo fare come gli altri anni: prendere un regalo per te e destinarlo a me.»

  n

La cioccolateria era a due isolati dal palazzo. Faceva angolo, e dai finestroni ad arco la luce schizzava in strada, cambiando continuamente colore.

«Vedrai, Light» disse Ryuzaki, indicandogli la porta. «Non hai mai assaggiato una cioccolata così buona.»
Beyond entrò per primo. Si fermò proprio sotto un rametto di vischio.

«Che roba è?»

«Vischio» rispose Light prima che potesse farlo Ryuzaki.

«Questo lo vedo. Mi chiedo cosa ci faccia un rametto di vischio dentro una cioccolateria.»
Light tirò la destra all’indietro vedendo la donna più alta e brutta del mondo andare verso di loro.

«È Natale» si intromise. «Misa ha avuto un’ottima idea ad appenderlo qui.»

«All’entrata?» insisté Beyond. «Della serie: o mi baci o fuggi via? Un bel modo per spingere i clienti a restare.»
Ryuzaki lo spinse da parte e si avvicinò al bancone vuoto. «Vieni, Rem. Pensiamo alla mia cioccolata.»
«Hai fretta?»

«A dire il vero sì. Devo uscire prima che chiuda il negozio di animali.»

Beyond zigzagò tra i tavoli rotondi. «Stai scherzando?»

«Niente affatto. È per il mio regalo di Natale.»

Rem passò uno strofinaccio sul banco, una scena che a Light ricordò vecchi baristi in ancor più vecchi film.
«Chi te lo regalerà?»

«Ma io, Rem. Chi altri?»

Rem smise di fingere di pulire e scosse la testa. «Allora, dimmi. Cosa vuoi?»
Ryuzaki si guardò intorno, fermandosi a osservare l’albero addobbato – grande appena la metà del loro – e le varie decorazioni sparse in giro.

«Misa non c’è» disse Rem. «Arriva tra un po’. Sarà qui stasera…»
«Chissà» commentò Ryuzaki a bassa voce. «Prima di mezzanotte potremmo tornare a trovarvi. Ma ora ho un regalo che mi aspetta.»

«Il solito?»

«Sai che lui prende sempre il solito, Rem.» Beyond alzò gli occhi al cielo. «Io vorrei quella alle fragole, invece.»

Rem sospirò. «I due soliti… e per te, ragazzo? Cosa ti porto?»
Light sentì gli occhi di tutti su di sé, come se quello fosse solo un test. E con tutti i tipi di cioccolata calda descritti sulla lavagnetta, sembrava quasi impossibile superarlo…

Magari così mi libererò di loro.

«Una cioccolata normale, per favore. Classica.»
«Che ti dicevo?» Ryuzaki si rivolse a Beyond. «Ho scelto bene il mio inquilino…»

 n 

Due ore dopo erano di ritorno. Beyond scalpitava davanti all’appartamento 24, furioso. Mentre Light apriva la porta, lasciando spazio a Ryuzaki e alle sue spese folli, permettendogli di entrare.
Una gabbietta verde rivelava un gattino bianco come il latte, che per tutta la durata del viaggio aveva fatto sentire la sua voce.
Un’enorme scatola – che Light aveva trascinato su per le scale – nascondeva invece il regalo per il micio: un castello tiragraffi in cui avrebbe potuto arrampicarsi e farsi le unghie.

«Misora» chiamò Beyond, spalancando la porta. «Misora, dimmi, qual è il peggior nemico di un gatto?»

«Un cane?» suggerì lei, comparendo all’ingresso.

Beyond ci pensò su un momento.

«Io adoro i cani» si intromise Ryuzaki, con il sorriso felice di un bambino.
«No…» Beyond restò a guardarli entrare in casa. «Dev’esserci qualcosa di peggio… sì, deve esserci…»

Light chiuse la porta, e restò a osservare Ryuzaki che apriva la gabbietta.
«Finalmente soli» disse Ryuzaki, ma Light non sapeva se si riferisse a lui o al gatto.

Il musetto bianco sbucò fuori miagolando.

«Tu» sussurrò Ryuzaki, prendendolo tra le mani. «Tu mi starai sempre vicino, non è vero?»
Light avrebbe voluto ridere di lui, ma in quel momento non ci riusciva. C’era una strana attrazione in quel gattino, come se fosse soggiogato dagli occhi di Ryuzaki.

«Come lo chiamerai?»

«Non è ovvio? Lo chiamerò Near.»

Light si portò una mano tra i capelli e guardò il soffitto, pregando Babbo Natale e tutti i suoi aiutanti di regalargli un po’ di pazienza. Gliene sarebbe servita tanta…
Poi sentì qualcosa pungergli le dita.

Un altro stramaledetto ago, accidenti.

  n 

Estratto da APPARTAMENTO 24 di Relie:
 

Raye sollevò una mano verso la fronte di Naomi, scostando ciocche ribelli dagli occhi. Sembrava passata un'eternità da quando, quel gesto, era stato riservato a lui. Proprio dalla ragazza che Mister Eleganza ammirava con occhi sognanti.

I movimenti di Naomi erano stati identici. Lenti e attenti.

 «Oh, che sbadato!» B esclamò pigramente, senza alcuna emozione. Un commediante da quattro soldi. «Posso offrirti qualcosa? Un bicchiere d'acqua, un muffin, l'indicazione per uscire dalle nostre vite?»

 
n 

N.d.A.:

Ciao a tutti! Scusate il ritardo. In realtà i nostri capitoli erano pronti da un po’, ma ci è mancato il tempo materiale per pubblicarli (e me ne assumo tutta la colpa). Dei tre pubblicati finora, questo è sicuramente il mio preferito! Avevamo anticipato che altri personaggi si sarebbero presentati in vesti un po’… particolari. Miao, Near!
Come sempre, se la storia vi è piaciuta, se l’avete letta, non siate timidi. Fatevi avanti! Grazie di cuore a chi continua a leggere!
Celtica


P.S.: prima storia dell'anno!
   
 
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