QUESTA
STORIA È GEMELLATA CON “APPARTAMENTO 24” DI RELIE DIADAMAT IN QUESTO STESSO
FANDOM.
Per
favore, leggetele entrambe. Fanno parte dello stesso universo, e si completano.
Per avere il quadro completo delle vicende che vedono L, Light, B e Naomi
protagonisti, serve leggerle tutte e due.
Relie
tratterà le vicende dell’Appartamento 24, in cui vivono Beyond e Naomi, mentre
io quelle di L e Light, nell’appartamento di fronte. I quattro si incontreranno
e interagiranno in ogni capitolo.
Sheldon: Quando
a scuola vieni pestato un giorno sì e l’altro anche,
l’istinto di sopravvivenza ti fa sviluppare
un udito estremamente sensibile.
E soprattutto se per essere pestati basta iniziare una frase
con le parole
“statisticamente parlando”.
(The Big Bang Theory)
III. LA VOLTA IN CUI L SI FECE UN REGALO
(E Light e B restarono a guardare)
L’albero
troneggiava in mezzo alla stanza. La punta toccava il soffitto ed era
impossibile vedere il corridoio che portava alle loro stanze. Così com’era
difficilissimo schivare rami e palline per raggiungere la cucina senza
ritrovarsi il maglione pieno di aghi.
«Sei
ancora convinto che non dovremmo spostarlo?»
«Proprio
così, Light.» Ryuzaki non sollevò gli occhi dallo schermo del computer. «L’albero
non si tocca.»
Light
guardò con astio gli aghi sparsi su divano, tappeto e pavimento, una lunga scia
che arrivava fino alla porta. Pensò a tutto il verde lasciato per le scale del
palazzo, alle grida di Beyond…
«Ti
ricordo che l’appartamento è per metà mio.»
«Bene.
Puoi decorare la metà che non ho ancora toccato.»
«La
metà che… ma di che parli?»
Finalmente
Ryuzaki alzò la testa per guardarlo negli occhi. «Se ci pensi bene, Light, non
ho messo decorazioni nel cinquanta percento dell’appartamento.»
«Quale
cinquanta percento?» Light era sbigottito.
«Be’…
la cucina, per cominciare.» Ryuzaki si stiracchiò mettendosi in piedi. Infilò
le mani nelle tasche. «Il bagno, la tua stanza e… buona parte della mia
stanza. Vuoi che entriamo a controllare?»
Light
sentì di essere arrossito fino alla punta dei capelli. Fece un passo indietro.
«Resta
il fatto che hai deciso tu per l’intero salotto…»
«Oh,
per quello…» Ryuzaki guardò un punto indefinito alle spalle di Light,
portandosi un dito alle labbra. «È risaputo che le decorazioni, a Natale,
vadano messe soprattutto in salotto. Non avendo noi un giardino o una parete
esterna.»
«Ryuzaki,
senti…»
«È
la Vigilia di Natale, Light. Perché non ti rilassi? Magari una cioccolata calda
ti tirerebbe su…»
Light
sentì dei rumori venire dal pianerottolo. Sbirciò fuori e vide un tipo mai
visto prima, vestito tutto elegante. Aprì la porta.
«Posso
aiutarla?»
Lui
stava già bussando all’appartamento di fronte, il numero 24.
«No,
grazie.»
Light
stava per chiudere quando Ryuzaki lo raggiunse, appoggiando il fianco al suo.
«Ma
che fai?» Cercò di scostarsi, ma in quel momento Beyond Birthday si presentò
alla porta.
Il
suo volto, in genere così simile a quello di Ryuzaki, rivelò una rabbia che
Light non aveva mai notato prima.
«Sono
venuto a trovare Naomi» disse il tipo elegante.
Lei
comparve all’improvviso alle spalle di Beyond. «Oh, Raye.» Sorrise, e Light
capì il motivo della rabbia del suo vicino. «Che bella sorpresa!»
«In
genere si telefona prima» borbottò Beyond. «Non si sa mai cosa potrebbe
succedere con le sorprese ai fidanzati. Un viaggio a vuoto, una donna
struccata… un amante.»
Raye
ignorò deliberatamente Beyond, dando un bacio sulla guancia di Naomi.
«È
la Vigilia di Natale, Naomi.»
«Sì»
rispose lei, lanciando un’occhiata glaciale a Beyond. «E sei il mio fidanzato.
Non hai bisogno di avvertire quando vieni a trovarmi.»
Poi
si chiusero tutti e tre dentro l’appartamento.
«Questo
quadretto si fa sempre più colorato» mormorò Ryuzaki, vicinissimo al suo
orecchio.
«Eccola
qui» disse una voce familiare. Era Ryuk che risaliva le scale con almeno sei
chili di mele in un sacchetto. «La nuova coppietta del palazzo.»
Poi
rise, una risata fastidiosamente rumorosa. Light guardò le goccioline di sudore
e capì che doveva essere stanco di portare roba al sesto piano.
«Vuoi
una mano?» chiese, facendo un passo avanti per liberarsi della presenza di
Ryuzaki.
«No,
no.» Ryuk scosse la testa. «Non dividerei mai due piccioncini.»
Scoppiò
di nuovo a ridere e si avviò verso il suo appartamento.
«Sei
molto gentile, Light.»
Light
vide gli occhi di Ryuzaki soppesarlo. Sentiva sempre un senso di inquietudine
quando accadeva – e accadeva spesso – tanto da non sapere cosa rispondere.
«Chiamasi
buon vicinato, Ryuzaki. Dovresti provare.»
«Oh,
ma certo… ci proverò, Light.»
Non
si spostò per lasciarlo passare, tanto che Light fu costretto a mettersi di
profilo, e a strusciare la schiena – e non solo quella – contro Ryuzaki.
«Ma
andatevene in albergo!» sbottò Beyond, che aveva appena assistito alla scena.
Spintonò
Ryuzaki e si introdusse nel loro appartamento, raggiungendo il divano. Lo
liberò degli aghi e si sedette.
Light
rimase interdetto. Da quando si era trasferito non aveva mai dovuto sopportare
entrambi gli strambi nello stesso momento.
«Che
c’è?» chiese.
«Che
c’è, domanda il tuo ragazzetto.» Beyond guardò Ryuzaki indicando Light con il
pollice. «Non hai notato niente di strano? Magari un fastidio alto uno e
ottanta, vestito tutto in tiro…»
«Beyond
è un tantino geloso di Naomi Misora» spiegò Ryuzaki. «Non è vero?»
«Assolutamente
no! Io geloso… figuriamoci. No, no, si tratta solo del fatto che sono stato
sbattuto fuori dal mio appartamento.»
Light
avrebbe tanto voluto che ciò accadesse anche nel suo, di appartamento…
Capì
che non era aria, così si chiuse nella sua stanza, lasciando i due stramboidi a
discutere delle loro cose. Che cosa avrebbe mai potuto dire lui?
Si
mise a leggere un libro, sdraiato sulla bella trapunta che suo padre gli aveva
spedito dal Giappone.
Non
passò molto prima che qualcuno venisse a bussare alla sua porta.
«Light.
Posso entrare?»
Certo
che no!
Invece
si morse la lingua. «Un momento, non sono vestito.»
«Oh,
non è un problema per me…»
«Ma
lo è per me. Aspetta fuori, Ryuzaki, per favore.»
«Come
preferisci…»
Aprì
un armadio – giusto perché il suo coinquilino sentisse il rumore – e spostò
qualche vestito. Poi aprì la porta.
«Che
succede?»
Ryuzaki
gli fece una rapidissima radiografia.
«Andiamo
a bere una cioccolata calda, Light. Perché non ti unisci a noi?»
Nemmeno
per idea.
«Ho
molto da studiare, sai…»
«Oh,
andiamo, Light. È la Vigilia. Non si studia alla Vigilia. Alla Vigilia si beve
cioccolata e si sta con gli amici.»
Amici?
«Che
succede, Light? Non siamo forse amici, noi due?»
«Ma
certo, Ryuzaki.» Neanche per sogno. «E va bene… vi accompagno.»
Prese
la giacca e il cappello di lana e li raggiunse in salotto. Non poteva vederlo
con l’albero di mezzo, ma sentì la voce di Beyond.
«Davvero
avete intenzione di tenerlo per tutta la durata delle feste?»
«E
magari anche oltre» rispose Ryuzaki. «Trovo che dia un’aria accogliente
all’appartamento.»
«Accogliente?»
Light girò intorno all’abete. «Hai detto proprio “accogliente”?»
«Proprio
così, Light. Immagino già il nostro micio mentre si arrampica tra i rami o
colpisce una pallina.»
«Avete
un gatto?!» Beyond balzò in piedi, correndo alla porta.
L’indice
di Ryuzaki fece segno di no. «Non ancora, B… Non ancora. Pensavo di prenderlo
oggi. Sai… come regalo di Natale.»
«Ti
fai i regali da solo, adesso?»
«Divertente,
Beyond. Davvero divertente. No, volevo fare come gli altri anni: prendere un
regalo per te e destinarlo a me.»
La
cioccolateria era a due isolati dal palazzo. Faceva angolo, e dai finestroni ad
arco la luce schizzava in strada, cambiando continuamente colore.
«Vedrai,
Light» disse Ryuzaki, indicandogli la porta. «Non hai mai assaggiato una
cioccolata così buona.»
Beyond
entrò per primo. Si fermò proprio sotto un rametto di vischio.
«Che
roba è?»
«Vischio»
rispose Light prima che potesse farlo Ryuzaki.
«Questo
lo vedo. Mi chiedo cosa ci faccia un rametto di vischio dentro una
cioccolateria.»
Light
tirò la destra all’indietro vedendo la donna più alta e brutta del mondo andare
verso di loro.
«È
Natale» si intromise. «Misa ha avuto un’ottima idea ad appenderlo qui.»
«All’entrata?»
insisté Beyond. «Della serie: o mi baci o fuggi via? Un bel modo per spingere i
clienti a restare.»
Ryuzaki
lo spinse da parte e si avvicinò al bancone vuoto. «Vieni, Rem. Pensiamo alla
mia cioccolata.»
«Hai
fretta?»
«A
dire il vero sì. Devo uscire prima che chiuda il negozio di animali.»
Beyond
zigzagò tra i tavoli rotondi. «Stai scherzando?»
«Niente
affatto. È per il mio regalo di Natale.»
Rem
passò uno strofinaccio sul banco, una scena che a Light ricordò vecchi baristi
in ancor più vecchi film.
«Chi
te lo regalerà?»
«Ma
io, Rem. Chi altri?»
Rem
smise di fingere di pulire e scosse la testa. «Allora, dimmi. Cosa vuoi?»
Ryuzaki
si guardò intorno, fermandosi a osservare l’albero addobbato – grande appena la
metà del loro – e le varie decorazioni sparse in giro.
«Misa
non c’è» disse Rem. «Arriva tra un po’. Sarà qui stasera…»
«Chissà»
commentò Ryuzaki a bassa voce. «Prima di mezzanotte potremmo tornare a
trovarvi. Ma ora ho un regalo che mi aspetta.»
«Il
solito?»
«Sai
che lui prende sempre il solito, Rem.» Beyond alzò gli occhi al cielo. «Io
vorrei quella alle fragole, invece.»
Rem
sospirò. «I due soliti… e per te, ragazzo? Cosa ti porto?»
Light
sentì gli occhi di tutti su di sé, come se quello fosse solo un test. E con
tutti i tipi di cioccolata calda descritti sulla lavagnetta, sembrava quasi
impossibile superarlo…
Magari così mi libererò di loro.
«Una
cioccolata normale, per favore. Classica.»
«Che
ti dicevo?» Ryuzaki si rivolse a Beyond. «Ho scelto bene il mio inquilino…»
Due
ore dopo erano di ritorno. Beyond scalpitava davanti all’appartamento 24,
furioso. Mentre Light apriva la porta, lasciando spazio a Ryuzaki e alle sue
spese folli, permettendogli di entrare.
Una
gabbietta verde rivelava un gattino bianco come il latte, che per tutta la
durata del viaggio aveva fatto sentire la sua voce.
Un’enorme
scatola – che Light aveva trascinato su per le scale – nascondeva invece il
regalo per il micio: un castello tiragraffi in cui avrebbe potuto arrampicarsi
e farsi le unghie.
«Misora»
chiamò Beyond, spalancando la porta. «Misora, dimmi, qual è il peggior nemico
di un gatto?»
«Un
cane?» suggerì lei, comparendo all’ingresso.
Beyond
ci pensò su un momento.
«Io
adoro i cani» si intromise Ryuzaki, con il sorriso felice di un bambino.
«No…»
Beyond restò a guardarli entrare in casa. «Dev’esserci qualcosa di peggio… sì,
deve esserci…»
Light
chiuse la porta, e restò a osservare Ryuzaki che apriva la gabbietta.
«Finalmente
soli» disse Ryuzaki, ma Light non sapeva se si riferisse a lui o al gatto.
Il
musetto bianco sbucò fuori miagolando.
«Tu»
sussurrò Ryuzaki, prendendolo tra le mani. «Tu mi starai sempre vicino, non è vero?»
Light
avrebbe voluto ridere di lui, ma in quel momento non ci riusciva. C’era una
strana attrazione in quel gattino, come se fosse soggiogato dagli occhi di
Ryuzaki.
«Come
lo chiamerai?»
«Non
è ovvio? Lo chiamerò Near.»
Light
si portò una mano tra i capelli e guardò il soffitto, pregando Babbo Natale e
tutti i suoi aiutanti di regalargli un po’ di pazienza. Gliene sarebbe servita
tanta…
Poi
sentì qualcosa pungergli le dita.
Un
altro stramaledetto ago, accidenti.
Estratto
da APPARTAMENTO 24 di Relie:
Raye
sollevò una mano verso la fronte di Naomi, scostando ciocche ribelli dagli
occhi. Sembrava passata un'eternità da quando, quel gesto, era stato riservato
a lui. Proprio dalla ragazza che Mister Eleganza ammirava con occhi sognanti.
I
movimenti di Naomi erano stati identici. Lenti e attenti.
N.d.A.:
Ciao
a tutti! Scusate il ritardo. In realtà i nostri capitoli erano pronti da un po’,
ma ci è mancato il tempo materiale per pubblicarli (e me ne assumo tutta la
colpa). Dei tre pubblicati finora, questo è sicuramente il mio preferito!
Avevamo anticipato che altri personaggi si sarebbero presentati in vesti un po’…
particolari. Miao, Near!
Come
sempre, se la storia vi è piaciuta, se l’avete letta, non siate timidi. Fatevi
avanti! Grazie di cuore a chi continua a leggere!
Celtica
P.S.: prima storia dell'anno!