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Autore: OcaPenna    05/01/2020    0 recensioni
Un fantasy classico, un mondo che trema sotto conflitti antichi e vecchie minacce, un viaggio per ritrovare se stessi.
Una ragazza senza arte ne parte scoprirà di avere un destino al di là dei mondi.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Maddalena sedeva sul parquet in mezzo all’odore di incenso e palo santo. Sedere non sarebbe forse il verbo migliore per l’hasana: un ginocchio sotto a una spalla, un piede davanti al busto sollevato sulle braccia e l’altra gamba distesa dietro. Prese un respiro profondo maledicendo sottovoce tutto il lato della gamba che le bruciava all’inverosimile, rassegnata a quel dolore per i prossimi minuti. A Maddalena piaceva yoga perché si stava al caldo, perché la palestra di lusso sapeva di buono e di upper class, perché dopo c’era la doccia calda con un sifone migliore di quello di casa sua (ci voleva poco a batterlo), e perché all’ingresso davano le tisane calde. D’inverno, tra un turno di lavoro e l’altro, subito dopo un piatto veloce, era bello entrare in quella piccola bolla di pace. Quando veniva il momento della meditazione finale, il momento migliore perché ci si copriva con quelle splendide coperte di lana morbida come una nuvola, le capitava di sentire i pensieri diradarsi fino a sentire una sola voce limpida e chiara, una sola consapevolezza improvvisa e risolutiva per qualche problema quotidiano. Per esempio doveva aveva infilato il mazzo di chiavi di riserva. 

Quel giorno, però, con le gambe finalmente rilassate e il respiro calmo, forse per la stanchezza o forse per il tepore accogliente, finì per addormentarsi e cadere in un sogno di pace. 

«Non rimane molto tempo»

In un altro spazio e in un altro tempo, uno strano concilio aveva luogo. Sulla vetta di Monte Quercia una figura evanescente parlava con una figura incappucciata. La prima, in piedi, brillante della luce di cento stelle, bianco vestita coi lunghi capelli dorati a incorniciare un volto magro, dai grandi occhi celesti spalancati su vastità sconosciute ai mortali; la seconda seduta, lacera e sporca per il lungo viaggio, con un pesante mantello di grezza lana e un vecchio bastono di quercia steso al proprio fianco. 

«Mia signora… quello che chiedete è qualcosa che va al di là del mio potere»

La lunga barba bianca della figura incappucciata fremette appena nella notte senza luna e senza braciere. Gli stregoni sanno rispettare l’oscurità. 

«Tarmindil, quello che ti chiedo solo tu puoi farlo. E dalla tua riuscita dipende il destino di questo mondo» la donna si avvicinò di un passo abbassandosi all’altezza del vecchio per prendergli con gentilezza il volto nelle mani. «Non nasconderti dietro questo volto stanco. Vedo la tua anima pronta a grandi cose»

«Mia signora, ciò che voi chiedete, io tenterò, oggi e in ogni era.» Acconsentì con un sorriso, fissando i piccoli occhi infossati in quella meraviglia che a pochi mortali era dato di vedere fosse anche per un istante. «Cercherò la stella al di là dei mondi e se la troverò, la porterò da voi»

Ligiriel sorrise e la notte parve accendersi d’improvviso. Da ere ed ere camminava da sola su quella terra, ma ora gli dei le avevano annunciato che presto non sarebbe più stato così. Nessuno meglio del suo vecchio amico, avrebbe potuto svolgere per lei quell’impresa, ora che l’oscurità si apprestava ad abbattersi su tutti loro. 

 
   
 
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