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Autore: D a k o t a    06/01/2020    11 recensioni
[Ambientata dopo la 2x19 - FPxAlice+ baby!Charles - multiverse!theory]
| Scritta in risposta all'obbligo di LadyPalma sul Giardino di EFP.
In cui Alice è convinta che debba esistere un universo in cui lei e FP hanno cresciuto insieme Charles.
"Alice pensa alle rivelazioni di Chic sul lato del letto matrimoniale in cui dorme sola e deve credere che debba essere così, perché loro due erano destinati a stare insieme, capite? Destinati."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cooper
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Da qualche parte, nell’universo, Alice è sicura che debba esserci un pianeta alternativo in cui un FP, una Alice e un piccolo Charles sono felici.

(Alice non si è mai interessata alle teorie sugli universi paralleli, ma ha letto di recente uno strano articolo di Stephen Hawking che spiegava come esistono innumerevoli copie di noi stessi in altri mondi in cui la nostra vita è leggermente o totalmente diversa – quindi pensa che sì, deve pur esserci un posto in cui sono felici, da qualche parte nell’universo)

 

***

 

 

Nella penombra della sua roulotte, FP ride, mentre si infila il chiodo nero e mastica costantemente un toast che ha finito per bruciacchiare. Alice, con la testa appoggiata alla testiera del letto, gli sorride, mentre si accarezza la pancia; il ragazzo si avvicina, per un’altra volta, e le schiocca un veloce bacio sulla testa, prima di toccarle delicatamente la pancia perché lui sta calciando e -

“Un giorno sarai il leader dei Serpents, proprio come il tuo papà” mormora Alice, e FP inclina la testa in un’espressione che conosce bene e che tradisce insicurezza, perché significa solo “Sarà molto di più”. Esce, e per poco non inciampa sul gradino fuori dalla roulotte. La giovane bionda può sentire il rumore della sua moto, nel parcheggio; sorride appena perché è così difficile, sua madre ha ragione e non si può vivere di “un cuore e una capanna”; no, non può funzionare, ma è felice e - per ora va bene così.

 

 

***

Alice pensa alle rivelazioni di Chic sul lato del letto matrimoniale in cui dorme sola e deve credere che debba essere così, perché loro due erano destinati a stare insieme, capite? Destinati. E se non avessero commesso tanti errori, se avesse detto a FP la verità quando aveva scoperto di essere incinta, se lui l’avesse stretta più forte e le avesse detto, almeno una volta, che era innamorato di lei, se solo non avesse dato il bambino in adozione, se -

Deve esserci un mondo in cui le cose sono andate diversamente.

Deve esserci un mondo in cui non hanno sbagliato.

(Nell’articolo di Hawking, Alice aveva letto di galassie in espansione e non aveva pensato a nient’altro oltre al bambino che aveva avuto per un attimo e l’attimo dopo non aveva più. Nulla si crea e nulla si distrugge, aveva letto da qualche parte, ma avevano creato quel bambino e lei lo aveva distrutto e-

Da qualche parte, nell’universo)

 

***

FP ha diciotto anni e ride, mentre aspira forte l’odore dei suoi capelli, e gli occhi gli si illuminano come quella sera in cui -

Alice chiude gli occhi, quando FP le si stringe più addosso, e le avvolge la vita con un braccio. Sospira e pensa che rimarrebbe così per sempre, ma poi Charles - “No, FP, non lo chiameremo Syd solo perché a te piacciono i Pink Floyd!” – scoppia a piangere nella culla nell’altro capo della stanza nell’angusta roulotte, e FP ridacchia appena, prima di dirle:

“Vai, ha bisogno di te”

 

(Il primo mese è difficile. Il bambino ha le coliche e dorme malissimo e FP cerca di cavarsela con qualche lavoretto, per poi tornare a casa e dirle che “Ally, i soldi non bastano mai” ed è vero perché hanno solo diciotto anni e non avevano davvero idea di quanto costasse il latte in polvere, prima di quel momento, capite?

Ma almeno erano insieme, no?)

 

***

Alice pensa a tutto ciò che è venuto dopo di FP, a come sia stato facile innamorarsi di un uomo così diverso da lui, che ha sempre un piano B. Pensa a come, nonostante ciò, l’aveva cercato accanto a sé, in certe sere; a come si sia arresa alla vita che sembrava gridarle che non era giusto e che era una follia e che certe volte i compromessi non bastano. Che certe volte l’amore non basta.

 

(Alice abbraccia il buio di una stanza vuota e pensa a quell’articolo. Cerca di convincersi che se anche, a diciassette anni, avesse rischiato tutto, beh, magari Charles sarebbe morto lo stesso, magari sarebbe andata male lo stesso e -)

 

 

***

Charles ha quattro anni, FP ne ha ventuno e la prima cosa che Alice fa quando lo vede sulla soglia della porta è sbarrare gli occhi e corrugare la fronte, perché sono le tre del mattino, è ubriaco e, dannazione, è un padre adesso. Dovrebbe importargli, dovrebbe comportarsi come se gli importasse.

Sono davanti alla roulotte e ad Alice sembra di non aver fatto nient’altro per tutta la vita – litigare con FP davanti ad una squallida roulotte e sentirsi esplodere nel petto il cuore, perché FP è troppo immaturo, troppo intenso, troppo...-, e si chiede se dovrebbe dirgli qualcosa, ma poi pensa che quando aveva sedici anni non era mai stata felice con nessuno, se non accanto a lui. Si chiede dove sono finiti quei mesi, dov’è finito lui – se ci sia ancora qualcosa da salvare.

“Mi dispiace. Ho fatto tardi con i Serpents” le dice, con gli occhi fissi sull’espressione arrabbiata di Alice. “Mi dispiace, ma possiamo parlarne, Ally, possiamo trovare un modo per...”

Dovrebbero lasciarsi: è quello che fanno le coppie, quando non stanno più bene insieme. Si lasciano, scelgono altre strade con altre persone e si scambiano un sorriso imbarazzato quando si incontrano per caso per strada.

Alice scuote il capo e si rende conto di avere il volto rigato di lacrime che non riesce più a trattenere.

“Non ora” lo implora, alzando appena la voce. “Hai un figlio. Abbiamo un figlio. Io non ce la faccio. Te l’avevo detto che eravamo troppo giovani e tu non mi hai ascoltato e… so che non sei abituato a vivere così, a vivere con un’altra persona, ma.. Non è più solo la tua vita, FP!”

Alice scuote la testa e non gli permette ancora di entrare dentro casa, ma poi un bambino compare alle sue spalle: ha gli occhi grandi e blu, una cascata di riccioli biondi, stringe a sé un piccolo peluche a forma di koala e guarda entrambi con aria spaventata. Alice non lo ha sentito arrivare, ma può accorgersi che è dietro di lei dal mix di tenerezza e dolore e colpa che vede negli occhi del giovane uomo che ha davanti. Si asciuga gli occhi con la manica, velocemente.

“Papà, ho fatto un brutto sogno” si lamenta appena, correndo fra le braccia di FP.

Alice lo lascia entrare, scuotendo appena il capo, mentre FP gli fa il solletico e lo prende sulle spalle, mentre si contorce dal ridere. Qualcosa la colpisce: è tutto l’amore che ha negli occhi e che sa dimostrargli nei momenti di pace.

“Va tutto bene, Charlie” gli dice il giovane, ma può leggere negli occhi di Alice che no, nulla è a posto, nulla va bene. “Ti riporto a letto”

 

(Quella stessa sera, il bambino si addormenta fra loro, nel letto matrimoniale. Alice legge una rivista e lui sta in silenzio, aspettando che lei dica qualcosa che non ha intenzione di dirgli. E’ che FP ama, adora il bambino, ma è così piccolo e lui ha solo ventun anni ed è così difficile accettare che un esserino così piccolo possa dipendere in tutto e per tutto da te.

“Avevamo promesso, FP” dice infine Alice, senza distogliere lo sguardo da una rivista che non sta leggendo davvero. “Avevamo promesso che nostro figlio non sarebbe cresciuto così”

FP abbassa gli occhi e scuote il capo, mentre accarezza i capelli biondi del piccolo; ha un’aria così innocente e FP sa che non può permettersi di fargli del male, che sarà un padre migliore di lui, che se lo deve e che ha perso sua nonna, ha perso sua madre, non può perdere -

“Ti amo, Alice. E amo anche lui” dice alla fine, come se fosse l’unica verità intaccabile, l’unica a cui aggrapparsi. Charles dorme profondamente, ma sembra stringersi più forte a lui, a quelle parole.

“Ti amo anche io” concede alla fine Alice, distogliendo lo sguardo dalla rivista e posandolo finalmente nei suoi occhi castani. “Ma non sono più certa che possa bastare”

E non basta. )

 

***

 

Alice deve credere che esista un mondo parallelo, da qualche parte nell’universo e che in quello Charles stia bene. Deve crederlo perché per un lungo attimo, nella camera da letto che condivide con Hal nella sua casa del Northside, è l’unica consolazione possibile, l’unica che può andarle bene. In fondo l’ha detto Stephen Hawking e Stephen Hawking è stato un grande scienziato, no?

Alice non sa se avesse ragione o meno, non sa se esista un mondo parallelo dove lei, FP e Charles sono felici, ma sa che se esiste, non è comunque il suo. Non sarà mai il suo.

Nel suo, FP le manda un messaggio, nel cuore della notte e solo in quel momento Alice capisce: la prima voce che lo aveva raggiunto era stata quella dell’esistenza di un bambino e di come il suo sangue avesse macchiato un lenzuolo, e qualcosa colpisce Alice e realizza: l’ha perso anche lui ed è tutta colpa-

Non è stata colpa tua, Ally”

 

 

 

Note dell’autrice.

Qui ci sarebbero un bel po’ di note davvero, da fare. Questa storia è fortemente ispirata dalle teorie di Hawking e dalla sua celebre e sagace risposta su come gli One Direction in un altro pianeta siano ancora insieme, ma anche da un episodio di Supernatural; quello in cui Dean immagina il suo universo perfetto, nella terza stagione. L’universo perfetto di Dean è una proiezione ovviamente della sua idea di universo perfetto. In questo caso ho ripreso il concetto base e ho provato a rimetterlo su carta – è venuto un casino, perché sennò non sentirei il bisogno di spiegarlo – ma non ho voluto utilizzare l’universo perfetto di Alice, sebbene tutte le scene in cui lei ed FP sono con il bambino siano proiezioni dei suoi pensieri. In qualche modo, in particolare l’ultima, sono tutte proiezioni di ciò che sarebbe potuto essere ma non è stato; ciò le crea conforto, per via dell’idea di un universo felice, ma anche dolore, quindi ecco perché l’ultima proiezione è fortemente negativa, perché in qualche modo l’idea che le cose sarebbero potute andare decisamente storto l’aiuta ad accettare la realtà. Le immagini dei due primi universi infatti sono da un lato conforto, da un lato tortura; anche se ci fosse un universo del genere, non è l’universo di Alice e per lei è solo rimorso e rimpianto.

Per quanto riguarda come io penso che sarebbe andata, temo che il terzo universo sia molto accurato: FP non sarebbe mai stato un violento o un genitore abusivo, ma ha sempre avuto problemi ad accettare la paternità, anche in età più matura. Quindi sì, penso che un FP ventunenne avrebbe adorato il piccolo Charles, ma avrebbe anche fatto un gran casino – e credo sia accurato, perché comunque ci sono genitori che adorano i figli e fanno un grande casino comunque. Poi boh, lo sapete che sono maniaca dell’IC, quindi spero di aver fatto un disastro IC almeno. Questa storia è stata scritta in risposta all'obbligo di Lady Palma, che voleva una storia su una realtà alternativa in cui FP ed Alice crescono Charles insieme. Probabilmente con "Realtà alternativa" intendeva AU, ma mi sono concentrata tantissimo su questa parola, che mi ha subito fatto venire in mente la multiverse!theory di Hawking ahah

Le recensioni sono sempre gradite.

P.s: Sono in pari, so di Charles. Ma questa si prestava ad essere collocata dopo la 2x19.

   
 
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