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Autore: killer_joe    07/01/2020    3 recensioni
Dopo una rissa che costò loro i titoli già guadagnati e un posto nel mondo del pattinaggio artistico su ghiaccio, i pattinatori Freddie Mercury e Roger Taylor pensano che la loro vita di sportivi sia definitivamente conclusa.
Quando però John Deacon, miglior amico di Roger da sempre, e Brian May, ex-assistente personale di Freddie, trovano un cavillo legale che potrebbe rimetterli in pista, i due sono estasiati.
Se non fosse che, per tornare a competere, devono cambiare categoria.
Se non fosse che John e Brian sono convinti che possano competere in coppia.
Freddie e Roger sono rivali, e tra loro non corre buon sangue. Riusciranno nell'impresa di presentarsi come prima coppia esclusivamente maschile nella storia del pattinaggio su ghiaccio?
*
Friendship! Freddie/Roger – Romantic! Maylor, Deacury
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Grazie di cuore a chi ha recensito e/o messo tra i preferite/ricordate/seguite questa storia! Sono felice che stia piacendo, perché io mi diverto un mondo a scriverla xD
Spero di sentirvi alla fine del capitolo!





Capitolo secondo

 


CITTA' DI SEEFELD, AUSTRIA - 2007

LA FATA TERRY E GLI AMICI DEL BOSCO – INGRESSO DEL PALAGHIACCIO

 

 

Taylor...”

 

Mercury”.

 

Con passi decisi i due si diressero uno verso l'altro, incontrandosi in mezzo alla hall, e si squadrarono con lo sguardo.

“Nuovo look? Carini i baffi, ti fanno sembrare... più gay” commentò Roger, con un sorrisetto di scherno. Mercury gli sembrava più muscoloso rispetto a due anni prima.

“Tu invece sembri ancora una diciassettenne, tesoro” replicò di rimando Freddie, dando un'occhiata veloce al fisico di Taylor. Lo stronzetto si era mantenuto in forma.

“Mi hai distrutto i sogni di gloria, bastardo” ringhiò Roger, entrando subito nel vivo della discussione.

“Caro, io per colpa tua non sogno nemmeno più” ribatté Freddie, puntando un indice sul petto di Taylor. Il biondo gli allontanò la mano.

“Non toccarmi, stronzo, o ti spacco la faccia” avvertì, minaccioso. Freddie fece uno sbuffo.

“Vorrei vederti a provarci, caro. Ma tu abbai tanto ma non mordi...” ridacchiò ironico.

Quella era la cosa sbagliata da dire. Con un urlo di battaglia Roger fu addosso a Freddie, che non si fece trovare impreparato. Tra ringhi e grida, i due cominciarono ad azzuffarsi come cani randagi per un osso di pollo.

 

In quel preciso istante Brian entrò nella hall, trascinando un affannato John con lui. Davanti alla scena i due ragazzi mollarono un sospiro affranto.

“Siamo arrivati tardi” borbottò Brian. La storia della sua vita.

 

Brian, deciso a non prendersi un cazzotto in faccia, si mise a lato della hall per aspettare che i due finissero le scorte di energia. O che arrivasse la polizia, più probabilmente.
Nell'osservare l'incontro di lotta libera improvvisato, però, non riuscì a non notare come i movimenti dei due litiganti fossero... sincronizzati. Ad un certo punto Roger si era scagliato su Freddie e il moro, per tutta risposta, l'aveva sollevato dal bacino fin sopra la sua testa. L'aveva fatto girare due o tre volte a mezz'aria, e quella sembrava stranamente una figura di danza. Era anche abbastanza armoniosa, se non si contavano i tentativi di Taylor di scalciare Freddie sul mento... fino a che Freddie, considerando di aver preso abbastanza velocità, non scagliò Roger sopra un carrello con le scenografie dello spettacolo. Brian fece una smorfia, sia a beneficio di Taylor sia per i soldi che avrebbero dovuto sborsare per ripagare i danni alle attrezzature.
Roger, con l'adrenalina della lotta ancora in corpo, si rialzò subito per continuare la guerra. Freddie tentò un calcio allo stomaco e il biondo, prendendolo alla sprovvista, lo agguantò per la caviglia. Poi lo sollevò di peso e cominciò a girare, usando Freddie in una specie di surrogato di lancio del peso olimpionico. Freddie, per mantenere un minimo di equilibrio, aprì le braccia, e Brian riconobbe una delle figure di pattinaggio a coppie che adorava quando era bambino. La magia si interruppe anche in questo caso, con un Freddie lanciato verso quello stesso carrello su cui poco prima giaceva Roger. Forse avrebbe dovuto intervenire, prima che si ammazzassero.

“Che dici John, proviamo a dividerli?” chiese il riccio, girando la testa verso il suo compagno di sventure. Brian strabuzzò gli occhi a vedere John che, placido, stava riprendendo l'intera scena con una telecamera portatile.

“Che fai, raccogli prove per il processo?” chiese divertito. John a volte era un vero mistero per lui.

“Non proprio” rispose John, criptico. Poi si voltò verso Brian con un sorriso sardonico.

“Hey Brian, pensi che Mercury voglia partecipare agli europei di pattinaggio?”

 

*

 

CITTA' DI SEEFELD, AUSTRIA

DISTRETTO DI POLIZIA – CELLA DI CUSTODIA PROVVISORIA

 

“Ho parlato con Jim, ed è d'accordo con la nostra idea! Con un allenamento mirato riuscirete a prepararvi in un mese, e siete talmente bravi da poter puntare al podio” spiegò John, entusiasta. Accanto a lui, Brian annuiva ad ogni parola.

Freddie e Roger si limitarono a fissarli, impassibili.

“Uhm... non lo so Deaks. Cioè, una coppia di... due uomini?” osservò Roger, gesticolando tra sé e Freddie per enfatizzare il punto. Non credeva di dover spiegare una cosa così ovvia come lo scandalo sociale a cui sarebbero andati incontro con una tale proposta.

“Il regolamento non dice nulla a riguardo, abbiamo controllato” fece notare Brian. Roger gli lanciò un'occhiata di traverso, era figo come se lo ricordava. Peccato che si fosse associato a Mercury, altrimenti ci avrebbe fatto un pensierino.

“In ogni caso, tesori. Io e il biondino? Andiamo!” esclamò Freddie, lanciando a Roger un'occhiata di sdegno. Non si sarebbe mai abbassato a tanto da competere con Taylor. Aveva una dignità.

“Appunto. Lo ammazzerei entro la fine del primo allenamento” concluse Roger, con aria di finalità. Tutto poteva sopportare, ma non Mercury.

Tu, mi ammazzeresti. E come, di grazia? Con la forza dell'odio?” ridacchiò Freddie, ironico. Roger lo fulminò con lo sguardo.

“Basterebbe una lama sulla gola” osservò Roger, con un sorriso tanto melenso quanto falso. Freddie ignorò il commento mentre Brian si passava una mano sul collo, un po' disturbato dalla immagine mentale.

“Smettetela di punzecchiarvi, voi due, e rispondete ad una semplice domanda: volete far parte della storia?” chiese John, con aria solenne. Roger e Freddie si scambiarono un'occhiata. Certo, era allettante... entrambi volevano vincere un oro, e magari riuscire a tenerselo stavolta. Tuttavia...

 

“Nah grazie, io no di certo. Dico, il biondino non è degno di allacciarmi il sospensorio” tuonò Freddie, alzandosi dalla panca in ferro e sistemandosi a gambe aperte e braccia incrociate, in una posizione statuaria. Aveva un punto da dimostrare.

“Te lo strappo, il sospensorio!” ringhiò Roger, che parlava sempre prima di pensare. A Brian scappò un sorrisetto divertito.

“Ti piacerebbe vero, tesoro?” ammiccò Freddie, sardonico. Un secondo dopo anche Roger era in piedi, e i due si fronteggiarono scambiandosi sguardi di fuoco.

“Eccome, e lo userei per strangolarti!” chiarificò il biondo, infuriato.

“Oh, andiamo biondino... non c'è bisogno di fingere con me” continuò Freddie, che quando vedeva un nervo scoperto non poteva fare a meno di spingerci contro fino a fare male (in senso più o meno figurato dipendeva dalle occasioni). Le guance di Taylor divennero rosso fuoco in un istante, se dalla rabbia o dall'imbarazzo Freddie non sapeva dire. L'importante era che avesse fatto centro.

“Tutta quello sfoggio di testosterone e i têt a têt con le più belle donne in circolazione... solo per mascherare il fatto che ti piace bazzicare su entrambe le sponde” continuò a pizzicare Freddie, gongolando davanti all'espressione sempre più infuriata di Taylor. Probabilmente si sarebbe guadagnato un pugno sul naso da tutto questo parlare – e, se doveva essere sincero con se stesso, se lo sarebbe anche meritato – ... ma era davvero troppo divertente far saltare i nervi al biondino.
 

Roger, dal canto suo, stava facendo uso di tutte le tecniche che aveva imparato al corso per la gestione della rabbia (di cui, si badi bene, non aveva affatto bisogno... John ce l'aveva spedito a suon di calci, e Roger aveva una sola debolezza nella vita: le richieste di John), ma non pensava che stavolta sarebbero bastate. Mercury stava facendo l'impossibile per fargli perdere le staffe e, quel che era peggio, la mente di Roger era talmente offuscata dalla rabbia da non riuscire a pensare ad una risposta a tono da sputare in faccia al suo baffuto avversario. A meno che...

Contrariamente all'opinione di Mercury, Roger non era affatto imbarazzato dalla sua bisessualità. Magari non aveva mai fatto grandi dichiarazioni pubbliche, ma questo era solo perché preferiva tenere la sua vita privata... beh, il più possibile privata. Il fatto che Mercury stesse prendendo questo suo silenzio come un tentativo di sotterfugio... la diceva lunga sul rapporto di Mercury con la sua omosessualità, più che su Roger. Il biondo sogghignò, ora si sarebbe divertito lui.

“Io, dolcezza, frequento entrambe le 'sponde'. Ma, al contrario di te, ho certi standard” commentò, alzando il nasino all'insù come una dama aristocratica davanti ad un garzone di stalla.
“Non mi limito a cercare uomini sposati che farebbero di tutto per mantenere la loro apparenza di eterosessualità smagliante... come fa qualcuno” continuò, alludendo allo scandalo di qualche anno prima che aveva visto come protagonisti Freddie e un uomo dello staff di Foster, un certo Shieffeld, il quale si presentava come irreprensibile capofamiglia per poi passare notti di passione con il pattinatore moro. Roger notò con piacere come fosse Freddie, ora, a fumare di rabbia. Ride bene chi ride ultimo.

Freddie, vedendosi servito della sua stessa moneta, non riuscì a trattenere un moto d'irritazione. Il biondino aveva una bella faccia tosta, ad accusare Freddie di essere uno sfascia-famiglie. Il caso di Shieffeld era stato particolare, e non si era più ripetuto. Freddie era giovane, al tempo, e stava assaggiando le dolcezze della popolarità con lo stesso appetito di un bimbo in un negozio di dolciumi. Shieffeld era lì, una delle tante proposte proibite come la proverbiale mela di Eva, e per questo motivo allettante. Freddie l'aveva colta e, come Eva, ne aveva provato le conseguenze in prima persona. Nessuno poteva biasimarlo per essere stato prudente, negli anni a venire.

Nessuno a parte Roger Taylor, apparentemente. Dio, il biondo aveva una capacità di fargli salire il crimine che aveva dell'incredibile.

“La mia propensione a scegliere con cura i miei partner denota unicamente autocontrollo, tesoro. Parola che chiaramente non fa parte del tuo vocabolario” rispose Freddie per ripicca, riferendosi alle frequenti foto nei giornaletti scandalistici che vedevano ritratto Taylor in vari gradi di nudità (in particolare aveva fatto scalpore una foto a figura intera del lato B di Roger che, addormentato, non si era accorto che la sua ultima conquista si era portata a casa un souvenir dalla sua notte con il biondo. Souvenir che le aveva certamente reso bene, visto quanto ci aveva guadagnato nel venderla al miglior offerente. Freddie non l'avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, ma aveva gradito quella foto – da un punto di vista esclusivamente estetico, ovviamente).

“Dolcezza, non posso farci nulla se donne – e uomini – mi saltano addosso. Voglio dire...” osservò Taylor con noncuranza, indicando con un eloquente gesto della mano il suo bel faccino.


John, che stava seguendo lo scontro verbale con una sorta di fascino morboso, mollò un sospiro sconfitto. Voleva bene a Roger come ad un fratello, davvero, ma a volte il biondo sapeva essere insopportabile.

“Rog, l'arroganza non dona a nessuno. E tu, Mercury, evita di fare il sostenuto. Roger è la tua unica occasione per ritornare ad essere qualcuno” tuonò Deaky, rivolgendo ad entrambi i pattinatori uno sguardo di rimprovero.
“E di evitare la cirrosi epatica” borbottò Brian, con sentimento. Fino a quel momento se ne era stato buono e in disparte, perché guardare le due ex-star azzuffarsi era un'occasione di analisi sociologica che non capitava tutti i giorni. Però quando è troppo, è troppo.
“Dovreste cercare di cogliere l'occasione per raddrizzare le vostre vite, invece che perdere tempo a battibeccare come bambini dell'asilo!” esclamò il riccio, dando man forte a Deacon.
“Ha cominciato lui!” si difese Roger, dando inavvertitamente credito alle parole di Brian. John roteò gli occhi con impazienza.
“Tu però hai rincarato la dose!” ribatté Mercury, che aveva deciso di fare come se Brian e John non ci fossero, tutte le sue attenzioni focalizzate sul distruggere Taylor almeno con la forza delle parole, se non con quella fisica.
“Sei tu quello che ha cominciato a sparare a zero sulla mia vita sessuale. Almeno io non mi vergogno di quello che sono” rimbeccò Roger, che cominciava ad averne abbastanza dell'intera conversazione. Se non fosse stato rinchiuso dietro alle sbarre avrebbe girato sui tacchi e se ne sarebbe andato, sbattendo la porta.
“E' che sei troppo giovane ed ingenuo per capire come va il mondo, biondino, altrimenti, come me, avresti colto la necessità di non dare inutile scandalo!” esplose Freddie, gettando le braccia al cielo.
“Io l'ho colta!” ribadì Roger che, anche se consapevole di aver detto una balla, non voleva dare a Freddie l'ultima parola.
Brian a quel punto desiderava solo prendere le teste di quei due cretini e sbatterle una contro l'altra, anche solo nella speranza di far ripartire qualche neurone in stato di catalessi. E dire che lui era contrario alla violenza. Stava per aprire bocca, per rimproverare ancora una volta i due deficienti, quando...

“Allora siamo d'accordo, visto che entrambi avete 'colto' l'occasione... Vi passiamo a prendere domani mattina per firmare l'iscrizione. Fatevi una notte al fresco, magari vi schiarirà le idee” concluse Deacon, prendendo le parole dei due litiganti ed estrapolandole dal contesto per comporle nel risultato a lui più favorevole. I due ragazzi rimasero basiti quanto Brian, ma John non diede loro il tempo di replicare. Con passi veloci si allontanò dalla cella di sicurezza, trascinandosi dietro un Brian ammirato, sordo ai richiami dei pattinatori.

 

 

*

 

ISCRIZIONI ALLA GARA EUROPEA DI PATTINAGGIO SU GHIACCIO – DISTRETTO DI INNSBRUCK, AUSTRIA
 

Freddie, in completo bianco lucente, stava tentando di domare la zazzera mora che aveva in testa con un pettinino. Roger, in completo nero pece, cercava di coprirsi il viso con un paio di occhiali da sole oversize.
“Cristo, ci rideranno dietro. Stiamo andando incontro ad una monumentale figura di merda” mormorò Roger che, nel corso del viaggio fino ad Innsbruck, non aveva fatto altro che ripetere il concetto.
“Anche se rideranno non potranno che accertarci, tesoro. Il regolamento non lo vieta” rispose Freddie, che avrebbe detto qualunque cosa anche solo per contraddire Taylor.
“Fate un sorriso di repertorio, ragazzi. Ci siamo” li incoraggiò John che, assieme a Jim Beach, apriva la fila. Brian arrivava per ultimo, dietro ai pattinatori, per evitare che i due scappassero alla prima occasione.

Roger si limitò a sospirare. Tentar non nuoce, dice il detto...

 

La sala dove si tenevano le iscrizioni era gigantesca, e piena di gente. Questo rincuorò almeno un po' Roger, che immaginò di potersi mimetizzare tra la folla. Peccato che il suo partner non fosse dello stesso avviso.

“Fate largo, gente! Mercury è tornato!”

L'esclamazione di Freddie provocò scompiglio tra i giornalisti presenti alle iscrizioni, che subito si voltarono verso di loro con l'espressione di chi è in cerca di uno scoop. Roger si limitò ad alzare gli occhi al cielo. Maledetti avvoltoi, e maledetto Mercury.

“E' Freddie Mercury!”
“Ma non era stato squalificato a vita?”
“Oddio, ma quello è Roger Taylor!”


In meno di un secondo i due furono circondati da microfoni e telecamere, tutte concentrate su di loro, e bombardati da domande a cui a malapena riuscivano a dare risposta. Freddie sembrava essere nel suo elemento, offrendo commenti arguti e noncuranti ai giornalisti a lui più vicini. Roger invece, che avrebbe preferito sprofondare nel pavimento piuttosto che ammettere la ragione per cui si trovava alle iscrizioni, rispose con mezze frasi di circostanza.

Per fortuna con loro c'era Brian che, dopo anni di lavoro da PA per Freddie, sapeva come gestire qualunque situazione pubblica.
“Per favore, signori, fate spazio ai ragazzi. Devono iscriversi all'europeo” esclamò infatti il riccio, a gran voce, mentre John prendeva al balzo l'opportunità di spingere i due pattinatori verso il tavolo delle iscrizioni.
“Lasciate che Brian si prenda cura della folla, per ora, e firmate questi” disse John, mettendo in mano a Freddie e Roger un plico di documenti. Freddie fece una smorfia, abituato com'era ad avere qualcuno dello staff a compilare le scartoffie per lui, ma saggiamente tenne il becco chiuso. Non voleva rispondere male a John... anche se sapeva di aver fatto una pessima prima impressione – ma anche la seconda, la terza e forse fino alla decima – avrebbe voluto mostrare al ragazzo più giovane che aveva anche delle qualità, mischiate e parzialmente nascoste dalla carrellata di difetti del suo decisamente non impeccabile carattere.
“Ehi idiota, non stare lì impalato e scrivi” sussurrò Taylor, che si era posizionato spalla contro spalla con Freddie per compilare i suoi moduli.
“Taci, stronzetto, e spostati. Non voglio insudiciarmi la giacca mettendola a contatto con te” rispose per le rime Freddie, lanciando a Taylor un'occhiataccia piena di sdegno. John alzò gli occhi al cielo con un'espressione sofferente e Freddie, con rammarico, si rese conto che non sarebbe mai riuscito a corteggiare John Deacon se questi viveva in simbiosi con Roger Taylor. Il biondino sembrava tirar fuori il peggior lato del carattere di Freddie, in ogni occasione.

 

“Ecco i moduli firmati, signorina” dichiarò Beach, porgendo il plico alla ragazza seduta dietro alla scrivania. La giovane, confusa, alzò lo sguardo sul terzetto davanti a lei.
“Iscrizioni al... torneo di coppia?” chiese, dubbiosa.
“Esatto, sì” rispose Deacon, senza perdere un colpo.
“Uhm... forse dovrei chiedere all'organizzazione” farfugliò la poveretta, che non sapeva come comportarsi. E come darle torto? Era la prima volta nella storia che si sentiva di una tale richiesta.

“A dire il vero è tutto regolare, signorina. Abbiamo controllato” riprese John che, con il suo particolare timbro di testardaggine, non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. La ragazza stava per cedere sotto lo sguardo severo di Deaky quando, dietro di lei, comparve una figura ai giovani ben nota.
 

“Cosa state facendo, voi, qui? Vi ho squalificato a vita!” tuonò l'uomo, mettendo le mani sui fianchi e squadrando i due pattinatori con freddezza.
“La mia solita fortuna. Proprio il giudice Brown dovevamo incontrare?” si lagnò Freddie, con un sussurro. Roger, pietrificato accanto a lui, deglutì a vuoto. Il terrore di farsi ridere dietro era inesorabilmente passato in secondo piano.
“Giudice Brown, è un piacere incontrarla di nuovo” sorrise Beach, impassibile. Il giudice spostò lo sguardo inferocito dai due pattinatori al coach, e dal coach ai documenti che ancora aveva in mano.

“Cosa significano quei moduli, signor Beach? La avverto che io non iscriverò nessuno dei due alla gara europea” esplose il Giudice, diventando rosso in faccia dalla rabbia. Freddie fece un discreto passo indietro, nascondendosi dietro a Taylor.
“Che cazzo fai?” mormorò Roger, guardando Freddie di traverso.
“Meglio tu che io” rispose Mercury, piatto.
Beach, con estrema naturalezza, consegnò i moduli alla ragazza dell'accettazione offrendo a Brown un sorriso.
“Non si preoccupi, signor giudice. Non intendo iscrivere Taylor o Mercury, io intendo iscrivere la coppia formata da Taylor e Mercury. Vedrà che è assolutamente regolare, anche se alquanto insolito” spiegò il coach. La faccia del giudice Brown divenne, se possibile, ancora più rossa, e cominciò a pulsargli una vena sulla fronte.
“Lei non può infangare in questo modo la reputazione del nostro nobile sport, coach Beach. Quei due” proclamò il giudice, indicando Freddie e Roger, “sono un disonore, e io non permetterò che mettano anche solo una lama in pista!” tuonò con finalità. Sull'intera sala era calato un silenzio tombale, tutti in attesa di sapere come sarebbe finito lo scontro.

Beach, senza fare una piega, incoraggiò la ragazza a prendere i moduli.
“Lei può chiamare chiunque, giudice Brown, dalla commissione disciplinare alla Regina d'Inghilterra per quanto mi riguarda, ma il regolamento parla chiaro: lei non può rifiutare questa candidatura” dichiarò, tranquillo e pacato. La vena sulla fronte del giudice sembrò crescere di volume, e Roger quasi si aspettava gli venisse un infarto lì ed ora. Invece il giudice girò sui tacchi, sbraitando improperi contro il mondo e promettendo ripercussioni. Senza però poter rifiutare la loro iscrizione.

Incredibile ma vero, avrebbero partecipato agli europei.

“Signor Mercury, una dichiarazione: come pensate di prepararvi a questa sfida?”
“Roger, manterrai il tuo titolo di 'Eros del ghiaccio' nonostante la collaborazione con Mercury?”
“Roger, Freddie, un sorriso per la prima pagina!”

John, in piedi accanto a Brian, fece un sorriso soddisfatto: erano di nuovo in pista.

   
 
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