L’età dei sogni, delle speranze, dei talenti da coltivare.

L’età della forza.

Diciassette anni e nove mesi possono pesarti addosso come macigni quando le mattine ti svegliano in posizione orizzontale in un letto d’ospedale e le tue giornate scivolano via lente, illuminate dalla luce artificiale e fredda dei neon.

Per sopravvivere ad Adam non resta altro da fare che rovistare tra i suoi vecchi sogni, come tra la cenere, cercando una piccola scintilla per soffiarci sopra.

Diciassette anni e nove mesi.

L’età delle tempeste emotive, degli innamoramenti irrazionali, degli odi ciechi.

La stagione delle prese di posizione estreme.

Adam è un paradosso vivente: sul ciglio dell’abisso e così sorprendentemente appassionato alla vita.

Fede e Ragione.

Due parti di lui sono in tempesta.

Finora si è lasciato schiacciare dalle aspettative che gli altri nutrono nei suoi confronti e si trova intrappolato in questo labirinto di cui non riesce a trovare l’uscita.

Vuole sentirsi vivo.

Vuole essere vivo .

Questi pensieri gli fanno ribollire il sangue (il suo sangue malato) e gli strappano lacrime dagli occhi.

Diciassette anni e nove mesi.

Sarebbe così bello essere giovane e sciocco come in quella poesia più potente di qualsiasi medicina. In quel canto delle sirene che lo ha ammaliato durante la visita più pazzesca che abbia mai ricevuto al suo capezzale.

Dopo che Vostro Onore è andata via, tutte le idee, i pensieri e gli insegnamenti ricevuti da bambino sente che si stanno sgretolando, stanno svanendo.

Adam inizia a studiare una nuova anatomia. L’anatomia della speranza .

Diciassette anni e nove mesi sono troppo pochi per poter decidere da solo della propria vita.

O della propria morte.