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Autore: Michele Magno    09/01/2020    1 recensioni
[Fullmetal Alchemist]
[Boku no Hero Academia]
[Darling in the Franxx]
La mia Fan Fiction è una FF un po' azzardata; che cosa succederebbe se il colonnello Mustang combattesse contro All for one di BNHA? E se All Might combattesse contro i (o gli) stridiosauri di Darling in the Franxx? È qualcosa che non vedo spesso e che mi ha sempre particolarmente affascinato, spero che venga fuori un lavoro ben fatto, godibile e, soprattutto, divertente!
Piccola avvertenza: essendo una FF crossover, per esigenze di trama o per mie dimenticanze e poca esperienza in un tema così ampio, potrei dimenticare qualche caratteristica non proprio principale del personaggio, spero senza stravolgere troppo la caratteristica principale del personaggio.
Gli episodi sono a cadenza settimanale; un nuovo episodio ogni giovedì!
Potremmo fare un sondaggio ogni volta che esce un episodio nuovo per aggiungere un nuovo personaggio, che può essere un buon spunto per non far ristagnare la storia e per farmi conoscere anime e/o manga che non conosco.
Un abbraccione!
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alphonse Elric, Altro personaggio, Edward Elric, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era una notte fredda a Central city; le sue strade erano sempre in perenne penombra e sdrucciolevoli, tanto che un passante, non troppo accorto, sarebbe potuto scivolare facilmente per terra e farsi un bel pezzo di strada col didietro. Il cielo però era sereno, neanche una nuvola. Il tempo era scandito dal rintoccare degli orologi in lontananza, erano le tre del mattino; un’ora un po’ strana per un’armatura e un giovane alchimista per girovagare per le strade deserte. 
“Al, non pensi che stasera sia una sera troppo tranquilla?”
“Non so fratellone, perché dici questo? Ti dispiace che non ci sia qualche alchimista che attenti alla vita degli alti generali e funzionari dello stato?”
“Non dico questo… Dico solo che non si sente davvero un’anima… tranne te…”
Tra i due scese un silenzio turbato, pieno di parole inespresse e di voglia di dimenticare.

Nel frattempo, nelle calde e semibuie stanze del Quartier generale stava uno zelante colonnello a lavorare, cercando di capire cosa stesse succedendo nella città e cosa avesse portato alla morte del suo amico… Aveva ordinato alla sua assistente di andare a casa, non dopo aver insistito un bel po’ e averle assicurato che non avrebbe fatto le ore piccole. C’era un silenzio quasi irreale sul piano, il telefono non squillava, non c’erano appuntati che facevano confusione con quei loro stivali portando qua e la scartoffie da un ufficio all’altro. Non c’era il maggiore Armstrong che passava ogni minuto denudandosi alla minima contrazione dei suoi possenti muscoli. Era la pace più assoluta, era quasi uno spreco passarla a lavorare, e piano piano si insinuò nel colonnello il desiderio di fare una piccola pausa e sgranchirsi le gambe camminando un po’ per le strade della città. Ormai non aveva più la concentrazione per lavorare, e desiderava davvero tanto staccare un po’ e riordinare le idee con una bella passeggiata, dopo tutto quello che era accaduto nelle ultime settimane. Prese il suo cappotto dall’appendiabiti accanto alla porta, chiuse a chiave la porta del suo ufficio, e cominciò ad avviarsi verso le scale. Sentiva solo i suoi pensieri e il ritmare delle sue suole sul pavimento di marmo. Appena aprì la porta del piano terra, un vento gelido gli diede uno schiaffo, e tanto forte fu lo sbalzo termico tra l’interno dell’edificio e l'esterno che ebbe un sussulto.

Stava ritornando a casa dopo aver fatto la spesa, e portava con se una pesante busta di carta con dentro delle scatolette per il suo “coinquilino”, Black Hayate. Si sentiva quasi nuda e indifesa senza la sua, pesante e ingombrante, ma protettiva, uniforme blu. Il cielo era terso, le strade erano praticamente deserte, si vedevano qua e la qualche animale notturno in cerca di avanzi nei bidoni della spazzatura; si sentiva solo il rumore dei passi della tenente e il latrare del suo buffo accompagnatore. Aveva però una strana sensazione, come se dovesse succedere qualcosa da un momento all’altro… 

“Uff, senti che vento… prima non c’era… Al, ci conviene ritornare a casa, mi prenderò soltanto un raffreddore a stare qui fuori…”
“Se bevessi più latte saresti più forte, fratellon-”
“Zitto, Al!! Mamma mia, tu e Winry vi siete messi d’accordo…”
Mentre i due parlavano un fascio di luce illumino per un instante il cielo, come un lampo, ma molto più luminoso… Come se il sole fosse rispuntato all’improvviso…
“Fratellone…”
“Sì, Al, ho visto… non poteva essere un’esplosione, non c’è stato il boato…”

Mentre stava camminando, girando un angolo, una potente folata di vento colpì il colonnello, per la seconda volta ebbe un sussulto…
“Mh, che serata fredda… Mannaggia a me e alle mie idee geniali… la tenente si era tanto raccomandata…”
All’improvviso un forte lampo di luce illuminò il cielo. Istintivamente il colonnello mise li dita come se volesse schioccarle, ma si fermò, non c’era nessun nemico o alchimista… non poteva essere un’esplosione, lui le conosceva bene…

Il boato di luce fece sussultare la donna, gli scivolò la busta a terra e prese istintivamente la pistola di ordinanza che portava sempre con se; era senza uniforme, ma non del tutto senza sicurezza. Black Hayate abbaiava al nulla. La strada piano piano risuonò delle voci delle persone che erano state svegliate dal lampo di luce. In breve tempo qualche finestra fu aperta e le facce incuriosite di uomini, donne, bambini, vecchi, scrutavano l’orizzonte, cercando di capire cosa stesse succedendo. 

“Al, andiamo a vedere, il bagliore non era lontano da qui!”
“Sì fratellone!”

“Proprio la sera in cui non c’è nessuno al Quartier generale doveva succedere una cosa del genere… dovrebbe essere non troppo lontano da qui l’origine del lampo”

“Black Hayate, zitto! Calmo! Calmati ti ho detto” disse la donna, prendendolo in braccio e dirigendosi verso il luogo del lampo.

Piano piano, nonostante tutto, la città ricominciò a piombare silenziosamente nel sonno da cui era stata violentemente svegliata. 

“Edward, Alphonse! Che ci fate qui?” tuonò con il suo solito tono imperioso il colonnello. 
“Ha visto anche lei il lampo di prima? È opera di un alchimista?” rispose Ed, confortato di vedere un volto amico.
“Colonnello, fratelli Elrich, che ci fate qui? Avete visto anche voi il lampo? Ci sono civili?”
“Buonasera Tenente, anche lei qua? No, non ne ho visti arrivando qua” disse sbrigativo il colonnello “Chi o cosa ha creato questo lampo?”
“Tenente, potrebbe essere stato un alchimista?” chiese Al.
“Non conosco un alchimista capace di una cosa simile, da solo per giunta…”
I quattro erano giunti davanti a una piazza, al centro della quale c’era un edificio che sembrava da tempo abbandonato.
“Questo non è il laboratorio numero 3?” Disse il colonnello, incrociando lo sguardo del tenente.
“Sì, è lui… Ma non dovrebbe essere in smantellamento?”
“Io e il tenente entriamo, voi rimanete qua fuori, potrebbe essere pericoloso.”
“Ma colonn-”
“Niente ma”, disse con tono di comando ad Ed, “rimanete dove siete, sono un vostro superiore.”
Velocemente il colonnello stirò con il palmo della mano il suo guanto con il disegno alchemico e fece qualche scintilla, per vedere se l’umidità della notte poteva influire sulla sua alchimia. Il tenente tolse la sicura dalla sua pistola e consegnò ad Alphonse Black Hayate.
Guardandosi negli occhi i due entrarono, con i sensi al massimo, forgiati da anni di combattimento ad Ishbar, e sparirono nel buio del capannone. 

I due fratelli intanto, scalpitanti e infreddoliti, gironzolavano attorno a un lampione. I due militari erano entrati nell’edificio da almeno cinque, interminabili, minuti. Di loro nessuna nuova. Non s’era sentito uno sparo, un urlo, un bagliore rosso delle fiamme del colonnello. Nulla. I minuti passavano interminabili. Arrivati al decimo minuto Ed non ce la fece più, “Al, io vado, voglio vedere che sta succedendo”
“Ma fratellone, il colonnello ci ha detto…”
“Lo so, ma se fosse pericoloso avremmo sentito qualche sparo, no? Tu bada al cane della Tenente!”
“No, vengo anche io”, disse, infilando Black Hayate all’interno della sua armatura, in un punto rivestito in pelle per farlo stare più comodo. “Al massimo ci prendiamo una sgridata dal colonnello”.
Entrarono dentro il capannone. I due militari avevano spianato i cespugli e i rovi che intanto erano cresciuti, nel caso in cui fosse stata necessaria una fuga repentina. Per i due fratelli, così, non fu difficile seguire le loro orme. Li trovarono dentro un grande stanzone con un soffitto altissimo. Quello che si trovarono davanti aveva dell’incredibile. Al centro dell’enorme stanza c’era un globo luminoso evanescente che, come un vortice, risucchiava l’aria che gli stava nelle immediate vicinanze. I due militari erano ancora lì, fermi, ad osservare il globo, ad una distanza di sicurezza. Si vedeva che anche loro erano sorpresi, nonostante i tanti anni nell’esercito. Chi mai avrebbe potuto fare una cosa del genere? Che alchimia era? Non si vedevano schemi alchemici, che l’alchimista che aveva creato il globo e, forse, il bagliore, fosse entrato in contatto con la Verità?
All’improvviso la pancia di Al brontolò, e Hayate uscì fuori dalla gamba della corazza correndo verso la padrona. I due si girarono verso i fratelli, avevano uno sguardo di rabbia, misto a rimprovero, ma la situazione era troppo surreale per poter comportarsi in modo normale. Il colonnello fece cenno ai due di avvicinarsi, ormai erano lì, che senso aveva cacciarli via?
“Che ne pensate?” disse fissando il globo, “non può essere un’opera di un alchimista qualunque…”
“Neanche noi abbiamo visto una cosa del genere” disse Edward, quasi ipnotizzato dal globo.
“Chiamiamo rinforzi?” disse la tenente, ma il colonnello liquidò la sua domanda con un cenno della mano. Voleva capire cosa aveva davanti, non voleva svegliare mezzo battaglione per un globo luminoso, a quanto pare innocuo, per giunta.

A un certo punto qualcosa però cambiò. L’aria nella stanza cominciò a diventare sempre più fredda. I muri piano piano cominciarono a gelare e a creparsi per lo sbalzo termico. I quattro furono presi alla sprovvista e cercarono un modo per ritornare indietro, ma un pezzo di soffitto cedette e crollò proprio di fronte all’uscita. Non era possibile spostarlo in tempi brevi. Il colonnello cercò di utilizzare la sua alchimia, ma il fuoco non attecchiva, si trovava nella situazione di fare veloci, grandi, ma inutili fiammate. 
A un certo punto il globo parve espandersi e occupare sempre più spazio. E cominciò a parlare, ma non parlando normalmente, ma indirizzando le parole direttamente ai cervelli dei quattro malcapitati. Era una voce lontana, ma chiara, come quando si parla da un capo all’altro di un corridoio. 
“Edward e Alphonse Elrich, Riza Hawkeye, Roy Mustang, non opponete resistenza. È inutile sfuggirmi.”
Il colonnello cominciò a sparare fiammate in direzione del globo, ma esse venivano risucchiate dal globo e per un momento fu venato di linee rosse, come se per un istante le fiamme diventassero un tutt’uno col globo.
“Colonnello, non è questo il luogo e il momento per sfoggiare le sue fiammelle” e espandendosi sempre di più cominciò a risucchiare più velocemente e con più forza ciò che gli stava nelle immediate vicinanze. Per poco l’elmetto di Alphonse non fu risucchiato. Allora il globo con un bagliore accecò i quattro e in un secondo li inglobò come una goccia di ambra ingloba un insetto su un tronco. Dei quattro, alla fine, non rimase più nulla; solo le ombre nel pavimento.

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Commenti al testo

Ciao a tutti! Questa è la mia prima FF che scrivo, sia su questa piattaforma, che in assoluto. L'idea di base è un po' rubacchiata dagli ultimi film degli Avengers, lo so, però appena ho avuto l'idea di base di questa FF ho voluto subito provare a svilupparla, per vedere cosa veniva fuori. Di solito noi siamo abituati a considerare ogni anime e/o manga come un universo a se stante, che non ha assolutamente contatti con altri presonaggi. Per esempio, ci sorprenderebbe non poco se in Dragon Ball, all'improvviso, esca fuori Saitama o All Might a risolvere la situazione a suon di mazzate (nel caso di Saitama a suon di mazzata al singolare ahahaha), dando manforte a Goku, Vegeta e gli altri. Come ho scritto anche nell'introduzione alla FF è più una prova che una FF vera e propria; voglio vedere cosa succede facendomi guidare dai personaggi. Per ora non me la sento di dare una cadenza fissa degli episodi, perchè devo capire un po' il format e come sviluppare i primi punti della storia in sè. Sarebbe interessante fare un sondaggio volta per volta per far inserire nuovi anime/manga, così da non far ristagnare la storia e farmi e farvi conoscere opere che manco immaginavate potessero esistere.
Spero che il testo vi sia piaciuto, ci sarano sicuramente errori qua e là, soprattutto sui nomi (sorry Black Hayate, sicuramente l'avrò scritto in ventitrè modi diversi hahahaha), spero che sarete clementi ahhahaha
Un abbraccione e arrivederci arrileggerci!
   
 
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