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Autore: Elsary    10/01/2020    1 recensioni
Un brivido le corse lungo la spina dorsale, le fece arricciare le dita dei piedi e la fece sospirare, quasi..gemere.
Non si rese conto che quel sottile suono aveva quasi mandato Lucifer direttamente all'inferno.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Light

 

All'esterno della House Of Lamentation il vento si era placato, le nuvole si erano diradate ed il cielo era tornato ad essere sereno, come se la spaventosa tempesta che aveva infuriato per settimane non fosse mai esistita.

 

Elsary non sapeva più a quale divinità rivolgersi per invocare un poco di bel tempo, aveva provato pure con la danza della pioggia indiana ma l'unica cosa che aveva fatto piovere erano state le risate incontrollate dei suoi compagni.

La ragazza aveva sempre amato la pioggia e le tempeste fin da quando era piccola, ma non riusciva a prospettarsi scenario peggiore per la sua tanto attesa uscita con il presidente del consiglio studentesco, Lucifer.

 

Aveva passato settimane, no, mesi prima di trovare il coraggio di chiedergli se gli andasse di fare una passeggiata con lei nei giardini della struttura, e -non si sa per quale grazia- lui aveva accettato al primo tentativo, dicendole che non gli sarebbe affatto dispiaciuto approfittare della sua richiesta per sincerarsi delle condizioni dell'orto scolastico.

 

Lei non era rimasta delusa dal suo atteggiamento, una delle certezze che aveva riguardo l'uomo era il suo essere perfettamente ligio al dovere e alle responsabilità, per cui non si offese affatto; l'unica cosa che le premeva adesso era sapere come vestirsi per il giorno tanto atteso.

Nell'istituto c'era una sola persona in grado di aiutarla riguardo all'outfit e lei ne aveva estremamente bisogno; così, senza tanti peli sulla lingua chiese ad Asmodeus di salvarla dalla sua totale incapacità di accostamento dei colori.

 

 

-“Cioè fammi capire El, non sai come vestirti per una semplice passeggiata? Stai messa male piccola..”-

 

-”Ti prego non infierire Asmo, già ho una bassa autostima, non diventare la causa del mio suicidio e aiutami per favore!”- si rivolse a lui con la migliore faccia da cucciolo del suo repertorio, nessuno resisteva mai a quell'espressione.

Beh, a parte Lucifer naturalmente.

 

Asmodeus si fece promettere un favore in cambio, nulla di trascendentale ma lei mise ugualmente il broncio, piccata.

Eh no. No. 5 mesi donandogli il suo budino a pranzo erano troppi.

Lei amava il budino.

Ma per Lucifer questo ed altro.

 

Alla fine il demone optò per farle indossare qualcosa di elegante ma ugualmente comodo, che non la stringesse e le permettesse di muoversi liberamente anche in mezzo ad un prato; dopo avergli dato un grosso bacio su una guancia la ragazza si avviò verso la sua camera, concentrata sul prossimo obbiettivo: creare un discorso di senso compiuto con cui far capire a Lucifer di provare sentimenti forti nei suoi confronti.

 

Questa era la parte facile.

Il grosso grattacapo era come trovare la forza di dirglielo.

Ma ci avrebbe pensato poi, si vive una volta sola no?

 

Passò tutta la notte sveglia seduta alla scrivania in compagnia di Mammon e Satan, che le portarono più volte una cioccolata calda o un tè, per aiutarla a distendere i nervi: era tesissima. Cercarono di farla ridere o di tirarla via dal tavolo con la scusa di qualche gioco ma non ebbero l'effetto sperato.

 

Dormì male, a dir tanto chiuse gli occhi per 3 ore circa, per poi ritrovarsi con uno spasmodico desiderio di cioccolata.

Mentre mangiucchiava l'angolo della tavoletta come un criceto, si mise a pensare al primo incontro tra lei e Lucifer, una mattina di ormai 4 anni prima; sorrise al ricordo di lei piccola ed impacciata dopo essere stata catapultata nel mondo dei demoni, per essere poi iscritta in quella stessa scuola come studentessa umana numero 37.

 

Tutto le era sembrato asssurdo fino a quando lui non comparve da una stanza per aiutarla ad orientarsi in quel posto enorme. Lo guardò negli occhi e capì subito che da quel momento in poi il suo cuore gli sarebbe appartenuto.

Come si dice?

Ah sì, amore a prima vista no?

 

La sveglia nemmeno osò suonare, lei era stata sul divano a parlare al pc con Levi mentre mangiava, per far passare il tempo in attesa delle 10; era già pronta, si era controllata una 50ina di volte allo specchio e aveva raggiunto il verdetto.

 

Era carina. Si, sarebbe andato tutto bene.

 

Si diresse con lo stomaco in subbuglio verso il bar della sede, già consapevole che avrebbe divorato come minimo due brioches intere insieme ad una spendida spremuta di arance fresche.

Era a dir poco famelica.

 

Beel la aspettava con tutta la calma del mondo, tanto per lui la questione prioritaria era sempre quella di dover mangiare.

A volte dubitava che quel ragazzo avesse un fondo, considerando che passava tutta la giornata masticando qualcosa.

 

Gli parlò della sua paura di venir rifiutata mentre addentava il suo cornetto, si sentiva libera di parlare con lui e i suoi 6 fratelli, nonostante non andasse proprio d'accordo con tutti; lui la rassicurò, dicendole che anche se fosse stata rifiutata da suo fratello maggiore lui lo avrebbe fatto con tatto e gentilezza, Lucifer non avrebbe mai voluto ferire nessuno, a dispetto del suo essere un demone molto potente.

 

Determinata e pronta ad ogni evenienza lei andò spedita verso il gazebo ricoperto di edera velenosa al centro del giardino, attendendo pazientemente il suo arrivo.

 

Accidenti pensò la giovane devo togliermi quest'abitudine di arrivare perennemente in anticipo, finirò per morire di ansia qui, mi troveranno morta stecchita. Maledizione a me.

 

Udendo dei passi conosciuti alzò lo sguardo e vide di fronte a sé l'oggetto del suo amore che la fissava con un dolce e cordiale sorriso.

Perse un battito.

 

Com'è bello..

 

-“Ciao Elsary, sei in anticipo, come al solito”- le fece notare lui con una risatina sommessa.

 

-“Sì Lucifer, non sono capace di arrivare precisamente o in ritardo ad un incontro, non è nei miei geni a quanto pare!”- gli sorrise di rimando lei, arrossendo leggermente e sperando che lui non lo avesse notato.

 

Lui le porse la mano e dopo che lei accettò di buon grado, di buonissimo grado, si incamminarono lungo il viale circondato da ciliegi in fiore, sfiorandosi qualche volta con le spalle.

Quante volte aveva percorso quella strada in compagnia dei 7 fratelli? Aveva ormai perso il conto.

 

-“ Allora.. come stai Lucifer? Come è andata la riunione con il preside?”-

 

Come avvio di una conversazione non era male, essendo Lucifer un ottimo punto di riferimento scolastico non le avrebbe mancato di risponderle: infatti così fu.

-“Beh, sai anche tu che Lord Diavolo non è così semplice da convincere, però sono stato in grado di fargli capire il punto di vista di voi studenti umani e lui ha reagito positivamente alla vostra proposta di fare delle gite didattiche per rafforzare i legami tra angeli demoni e la vostra razza.”- raccontò lui con nonchalance, come se fosse una cosa da nulla.

 

Era costantemente umile, o forse non si riteneva così in gamba come invece pensavano tutti lì dentro.

Soprattutto Elsary.

Prima di amarlo, lei lo rispettava, nutriva un'infinita stima per quel demone, tanto da essere stata in grado di dargli del tu solamente dopo 3 anni passati a studiare al fianco di lui e della sua stramba famiglia.

 

Come se farsi ascoltare da Diavolo fosse semplice.. tra poco non dà retta nemmeno a sé stesso quell'uomo.

 

-“E tu Elsary? Come è andato l'esame di storia demoniaca? Se non ricordo male avevi parecchia ansia mentre ti aiutavo a studiare..”- fece lui, guardando la ragazza con uno sguardo lievemente apprensivo.

 

Eh certo che ero in ansia, per giorni sono tornata nella mia stanza con il tuo maledetto profumo addosso, studiavamo TROPPO VICINI, nemmeno Buddha sarebbe stato in grado di mantenere la calma in quel contesto..

 

-“Ah oh, sì, l'esame!! -ma come parli? Svegliati!!- Ho preso una bella sgridata dalla professoressa per come ho esposto i concetti a livello grammaticale, però per il resto le nozioni c'erano tutte e tutte complete, quindi ha dovuto mettermi un 28 per forza.”-

 

Lucifer sorrise soddisfatto, -“E brava Elsary, hai sempre avuto lacune nella presentazione scritta e orale ma devo ammettere che un 28 da quella donna non me lo sarei mai aspettato!”- Lucifer posò una mano sulla testa dell'adolescente sfregandole i capelli con dolcezza, ignorando totalmente l'esplosione di emozioni che stava inavvertitamente provocando in lei.

 

Signore ora svengo.

Addio.

 

Continuarono a parlare per un'altra mezzora buona di tutto, la studentessa prendeva tempo prima di confessargli quello che provava.

Una corda di violino era più rilassata di lei.

Aveva le mani sudate e sentiva di avere le orecchie tappate.

 

Ok, ok, niente panico.

Beel ha detto che in ogni caso lui non sarà mai scortese con me e che non mi insulterà in alcun modo, quindi anche se rifiuterà i miei sentimenti lo farà con l'eleganza che lo contraddistingue.

Ce la posso fare.

Ce la puoi fare Elsary.

 

Arrivarono al roseto con tutta calma, non avevano camminato velocemente e lei aveva apprezzato il fatto che Lucifer si fosse adattato al suo passo, con le sue lunghe gambe un passo dell'uomo equivalevano a 2 dei suoi.

 

Lucifer si sedette su una delle tante panchine sotto la struttura in legno e la invitò a fare lo stesso, facendole cenno di mettersi accanto a lui.

 

Ecco, ci siamo.

 

-“Lucifer -iniziò lei non appena si mise comoda- devo parlarti di una cosa.”-

 

-“Mmh? -fece lui- certo Elsary, dimmi pure.” disse donandole tutta la sua attenzione.

 

Ti amo.

Ti ho sempre amato

 

Elsary si tormentava un angolo del suo maglioncino bianco preferito con forza. Stava cercando di prendere fiato.

 

-“Ecco io.. cioè noi, io e te intendo, noi due ci conosciamo da 4 anni ormai giusto? -ottima mossa Elsary, dire l'ovvio, sei un fottuto genio-Sì ecco, volevo solo dirti che tu seiimportantepermepiùdichiunquealtroquidentro e..e t-ti ho sempre rispettato ed a-amato..

io ti amo Lucifer

più della mia vita”-.

 

Non ci credeva. Lo aveva detto.

Male, da schifo, ma lo aveva fatto.

Sperò che bastasse.

 

Gli occhi di Lucifer trasmettevano confusione inizialmente, poi piano piano si allargarono e fu come se diventassero sempre più liquidi, sempre più trasparenti.

 

-“Elsary..”-.

 

Lei spalancò le labbra ed emise un lieve sospiro.

Non aveva mai sentito Lucifer pronunciare il suo nome in quel modo.

Sembrava..

 

Sofferente?

No no..

Cosa è allora, perché non parla più?

 

Sembrava si contenesse.

 

 

Il tempo sembrò essersi fermato, Elsary sentiva il cuore pomparle violentemente nelle orecchie e un macigno all'altezza dello sterno.

Nemmeno udiva il gracchiare dei corvi o il vociare degli altri studenti.

Si sentiva come in una bolla.

 

Dì qualcosa maledizione Lucifer!!!

Sono 4 benedetti anni che aspetto che tu mi risponda

Ti prego non tacere proprio ora..

 

-“Elsary, guardami”-.

 

Lei lo fece.

Desiderò non averlo mai fatto.

 

Oddio

 

Lo sguardo di Lucifer era pieno di desiderio. Puro ardente desiderio.

Lei non capì.

O forse non volle capire.

 

-“L-Lucifer.. t-ti senti bene?”

 

Non parlò, si fece più vicino a lei, forse fin troppo vicino.

Erano così attaccati che lei poteva sentire distintamente il suo respiro, il suo profumo, i battiti accellerati del suo cuore.

Elsary credette di essere morta. Sul serio stavolta.

Lui, i suoi lineamenti, il suo petto premuto leggermente contro di lei, la ciocca di capelli corvini caduta davanti al suo perfetto naso, i suoi occhi del color della lava incandescente.

E le sue labbra.. le sue carnose labbra lì.

Imprudentemente socchiuse, come ad invitarla.

Tutto ciò ad esattamente un solo misero centimetro da lei.

Lei era convinta di essere diventata dello stesso colore dei pomodori, anzi, ne era certa.

 

La guardava negli occhi,fisso, nessuno dei due distoglieva l'attenzione dall'altro.

 

-“Ora Elsary -le disse con voce roca- mi spieghi cosa dovrei fare io?”-

Lei sussultò.

Cosa voleva dire quella domanda?

 

Con un piccolo scatto lui le prese il mento con due dita, stringendolo senza farle male, avvicinando sempre più pericolosamente le rispettive labbra.

 

 

...Lucifer

Così mi uccidi

Mi uccidi veramente

 

Lei non capiva più nulla. La sua mente era totalmente vuota, zero, tabula rasa.

Il suo amore per lui le stava per uscire dal petto con una violenza che nessuno sarebbe stato in grado di placare.

Ogni respiro sembrava un'agonia, le tremavano le gambe e la voce le era sparita completamente.

Voleva baciarlo.

Voleva che lui la baciasse.

Voleva perdersi in lui.

Ma lui non accennava a muoversi, nonostante il suo sguardo fosse cambiato, vedendola in quelle condizioni.

 

 

-“El-sa-ry -sillabò con calma misurata lui- come farò io ora? Come posso.. trattenermi?”- disse con voce melliflua e bassa il demone.

 

Lei smise di respirare.

Non ne era più in grado.

I suoi polmoni non avevano più bisogno di semplice aria, no, agognavano qualcos'altro ora.

 

Trattenerti?

Lucifer..

 

Non seppe il perché, ma ad un tratto la ragazza chiuse gli occhi.

Non voleva più vedere, non poteva più guardarlo così.

Lei sapeva che il suo sguardo, quando avesse riaperto gli occhi, sarebbe stato inequivocabile.

Si morse il labbro inferiore con forza, ferendosi, una goccia di sangue uscì dalla pelle rosea.

Una singola goccia..

 

Che venne raccolta dalla lingua di lui.

 

No.. non può essere..

 

Un brivido le corse lungo la spina dorsale, le fece arricciare le dita dei piedi e la fece sospirare, quasi..gemere.

Non si rese conto che quel sottile suono aveva quasi mandato Lucifer direttamente all'inferno.

 

Quello era troppo.

Elsary era a conoscenza del fatto che se avesse aperto gli occhi si sarebbe trovare ad un nulla da lui.

Non poteva.

Non ce la faceva.

 

-“Apri gli occhi Elsary..”- sembrava la supplicasse

 

Non sapendo come, lei trovò la forza di rispondere.

 

-“N-non posso..ti prego..”-

 

-“Per favore.. El-sa-ry”-.

 

Gli occhi verdi di lei si aprirono a quella richiesta così.. così sommessa.

Si puntarono in quelli rossi e socchiusi di lui.

Credette di vedere qualcosa, un barlume di..

Amore?

 

A quel punto lui si chinò definitivamente su di lei, come un'aquila sulla sua indifesa preda.

La baciò.

Le loro labbra si scontrarono in un modo, che definirlo atteso sarebbe stato poco.

Lei timidamente, lui con più convinzione ma aspettando sempre i tempi di lei. Era sempre stato gentile, il caro Lucifer.

Lei sentì tutte le sue paure sparite, cancellate, come se non fossero mai state nella sua testa.

Sentiva la lingua di lui tra le sue labbra e temette di svenire lì, su quella panchina.

Lui accorciò maggiormente le distanze tra loro due, avvolgendole un braccio attorno alla vita, mentre l'altra mano era impegnata a scendere e stuzzicare il collo di lei con le dita.

Si staccarono unicamente per riprendere fiato, Lucifer bloccò fermamente lei contro di lui, mentre Elsary spalancò gli occhi imbarazzata ed eccitata al tempo stesso.

I loro bacini combaciavano, si toccavano.

Lei era seduta su di lui, a cavalcioni, e lui la stava baciando con una foga che non avrebbe mai creduto possibile.

 

Lucifer..

Perchè?

Cosa mi hai fatto?

 

Lucifer sentì che qualcosa era cambiato irrimediabilmente dentro di sé.

Le parlò, con una voce che racchiudeva amore e sesso, due cose che abitualmente stonavano messe insieme.

 

-“Elsary.. perché piangi?”-

 

Lei tirò su col naso, e tenendo lo sguardo basso rispose con voce incredibilmente dolce:

 

-“Lucifer.. sono 4 anni.. 4 dannatissimi anni che aspettavo questo momento.

Dimmi.. dimmi che non sto sognando ti prego, non lo sopporterei..”-

 

Il demone aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse subito dopo, sospirando pesantemente contro le sue labbra.

Il sorriso gli si allargò sul volto e Elsary ritenne di star assistendo ad un miracolo.

 

-“Lucifer ma sei..”- la ragazza non poteva credere ai suoi occhi.

 

Il braccio destro del comandante del Regno Demoniaco, il presidente del consiglio studentesco, l'unico uomo in grado di far battere violentemente il suo povero cuore era arrossito.

 

Meraviglioso

Sei ancor più meraviglioso.. come può essere?

 

 

 

Elsary aveva sognato Lucifer per 4 lunghi anni, l'aveva sognato sotto le coperte del suo letto in preda ad una voglia irrefrenabile, in biblioteca mentre era troppo esausta per studiare, nel parco quando si addormentava sotto le fronde degli alberi..

Ma mai aveva sognato o anche solo pensato di vederlo arrossire.

Mai.

 

-“Elsary, dolce Elsary -il cuore di lei battè, se possibile, più forte ancora- nemmeno nelle mie fantasie più proibite ho mai fatto quello che sto facendo ora..

Baciarti, toccarti.. ho sempre pensato che mi sarebbe stato per sempre proibito.”-

 

La studentessa non credeva alle sue orecchie.

Quelle parole per lei non avevano il benchè minimo senso.

Sollevò le mani circondando il viso perfetto del demone, sorridendogli caldamente:

 

-“Io non ho mai amato altri che te, Lucifer. Non potrò mai amare nessuno come amo te.

Quella volta di 4 anni fa, quando mi aiutasti ad orientarmi in questa bellissima scuola, io capii al volo di essermi perduta nei tuoi stupendi occhi, ammalata d'amore per te.

Ci ho messo 4 anni a dirti quello che veramente provo e tu ora mi stai facendo capire che.. -deglutì con forza, socchiudendo gli occhi e avvicinandosi all'orecchio di lui con le labbra- tu provi i miei stessi sentimenti?”- la fine di questa frase lei la sussurrò appena, con un tono quasi malizioso, un bisbiglio portato quasi subito via da una folata di vento fresco.

 

Ma Lucifer aveva sentito.

E sentire la voce di lei, in quel modo, direttamente nel suo orecchio..

Credette di perdere il controllo.

 

Stava veramente per perdere il lume della ragione, avendola sopra di lui, così aperta e dolce e imbarazzata a causa sua.

Una scossa potente gli arrivò al bassoventre e lui dovette usare ogni briciola del suo autocontrollo per non baciarla fino a farle perdere i sensi, per non prenderla lì, su quella santissima panchina.

 

Le prese invece il mento, attaccandosi di nuovo alle sue labbra come un assetato si attaccherebbe ad un bicchiere d'acqua.

Si esplorarono, viaggiarono insieme sull'onda di quello che entrambi, avevano imparato a chiamare amore.

 

Elsary piangeva.

Piangeva di gioia mentre donava tutta sé stessa al demone che le aveva rubato tutto, senza però prendersi nulla.

Quel demone che molti ritenevano incapace di amare, incapace di essere passionale, incapace di lasciarsi andare.

 

Lucifer si stava lasciando andare, per la prima volta dopo secoli.

Aveva sempre avuto paura, una paura folle di affezionarsi a qualcuno, paura di non essere portato per l'amore.

Quella giovane umana l'aveva colpito sin dal primo momento, aveva due occhi verdi grandi e luminosi, contenevano una luce che lui pensava di non poter mai raggiungere, di non poter mai avere.

 

Lei gli stava donando la luce, a lui che aveva sempre camminato nell'ombra.

 

Quella notte l'intera scuola andò a dormire, beata.

Dormivano tutti.

Tranne 3 persone.

 

Un demone e un'umana consumavano la loro prima notte d'amore insieme, sussurrandosi parole dolci e promettendosi eterno amore, dentro una piccola stanza dalle 4 mura color azzurro pastello.

Nel frattempo in cucina Beelzebub mangiava un sandwich, sorridendo di sottecchi, consapevole di quello che stava accadendo.

 

Luc, come è strana la vita a volte eh?

 

 

 

 

  
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