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Autore: Miky_D_Senpai    11/01/2020    0 recensioni
[AU moderno] [Coppia principale: Merlino x Morgana]
Cosa succede quando al figlio viziato (e un po' scorbutico) di un rispettato politico viene tolto tutto? A quali nuovi e moderni intrighi andrà incontro il biondo definito "figlio di papà più sexy"? E soprattutto, sarà ancora così utile un Merlino in chiave moderna?
Dal testo:
"Aveva sempre letto tra le righe, ognuna delle cinquantasette volte, che l’intento della testata giornalistica era quello di definirlo il “figlio di papà più sexy”. Avrebbe ricontrollato, per pura paranoia, quella mattina."
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù, Merlino/Morgana, Morgana/Artù
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo | Contesto: Nessuna stagione
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Scivolò sui sedili posteriori. Gli sembrò di essere uno spettatore, di guardare quella scena su uno schermo piatto, di leggerla tra le parole di una storia. La persona che lo aveva quasi raggiunto non aveva un’arma da fuoco con sé, bensì una bottiglia. Solamente quando l’oggetto fu lanciato in aria riuscì a riconoscere la Molotov, pronta ad esplodere nella sua finestra. Si irrigidì nel vedere le fiamme interessarsi del fusto della sua pianta tanto amata, unico simbolo tangibile dell’amore che aveva provato. Deglutì.
Restò immobile per pochi attimi, avrebbe reagito, sarebbe sceso e l’avrebbe preso. Ma poi? Cos’avrebbe fatto? Senza accorgersene si stava già muovendo, tornando sui suoi passi per combattere, per difendere la sua proprietà. Ma lo sportello gli venne chiuso in faccia.
Guardò soltanto quell’omino mettere mano al volante, tirando un sospiro di sollievo.
Stava per controbattere, per fare uscire l’odio che aveva accumulato (e gran parte della sua paura), ma venne schiacciato contro i sedili da una brusca accelerazione. Tutte le informazioni che arrivavano ai suoi sensi facevano a cazzotti per essere elaborate da un cervello che si trovava in blackout.
Quella Mini aveva un odore strano, come se qualcuno l’avesse utilizzata come letto per settimane, senza mai lavarsi. Ma forse quell’odore non proveniva dai sedili posteriori.
Le case si muovevano troppo velocemente per un’andatura cittadina, ma non era sicuramente la cosa più preoccupante in quel momento. Artù si voltò, erano seguiti da un convoglio di vetture nere, ma al suo salvatore questo sembrava non importare. O forse era dovuta a questo la sua espressione seria.
«Abbassa la testa» gli consigliò, o meglio, glielo urlò. Il biondo si mosse fulmineo, i rumori dei proiettili che lo stavano braccando alla cieca, sibilando fuori dalla carrozzeria, prese il trono delle sue preoccupazioni.
Poteva finalmente vederlo in faccia, i lineamenti incavati, gli occhi neri e fissi, la mano tremante. Da questa prospettiva non sembrava più tanto affidabile, anzi, sembrava mal nutrito e leggermente schizofrenico. I loro occhi si incrociarono, per la seconda volta in quella mattina e Artù capì chi aveva davanti. Muoveva ancora il volante nonostante fosse girato da tutt’altra parte, gli sorrise, nella totale incuranza di chi fosse, di dove fossero e di cosa stesse accadendo. Svoltò in un’altra strada, molto più trafficata delle vie che avevano percorso fino a quel punto, ma il suo sguardo era sempre puntato su di lui. Aveva capito chi aveva davanti.
“Questo tizio è un fottuto pazzo” distolse lo sguardo, provando almeno lui a fare la cosa più sensata: guardare la strada. «Attento!» gli gridò quasi in faccia il Pendragon, mentre una vecchietta stava attraversando la strada. La immaginò già sul parabrezza, senza vita in un’esplosione di sangue, chiuse gli occhi un istante per scacciare via quella foto dalla sua mente, ma la signora era già lontana dietro di loro.
Gli stava dando una dimostrazione, voleva solo fargli capire che poteva fidarsi, in un modo troppo pericoloso per tranquillizzarlo,  ma senza dubbio ci stava riuscendo, notando quanto avessero distaccato le vetture dietro di loro.
Un’altra curva, il biondo venne catapultato da una parte all’altra dei sedili, risistemandosi la chioma dorata con un leggero movimento del capo riuscì a notare solo quanto stretto fosse quel vicolo. Così stretto che la  gli sembrava di grattarsi la testa sui mattoni di quegli edifici, una sensazione a dir poco sgradevole. «Dobbiamo per forza passare qui?!» ancora nessuna risposta da parte del suo interlocutore, ma dall’ultimo scambio di sguardi aveva stranamente stampato uno stupido sorriso da ebete sulle labbra. Mentre lui lo guardava ancora con quella sua smorfia contornata da regale disappunto, il corvino ricevette una chiamata. Prese il telefono con un gesto rapido, rispondendo con un tono che non si addiceva all’espressione da scemo «Pronto signor Pendragon?» sembrava così professionale e stravagante che Artù tentennò prima di riconoscere il suo cognome.
“Papà?” con quel pensiero fisso si tuffo tra i sedili anteriori tentando di afferrare il telefono. Si incastrò con le spalle, agitava le braccia di fronte a sé tentando di raggiungere il cellulare e intanto tastava la faccia dell’altro.
«Il pacchetto è stato ritirato» Gli infilò prima un dito nell’occhio e poi nel naso cercando di portare a termine quello che sentiva più come un salvataggio che un furto. Non voleva essere definito come un oggetto e pretendeva altre mille spiegazioni.
Il suo nuovo autista cambiò semplicemente orecchio per allontanarlo sempre di più dal suo obiettivo e, tornando a fissarlo, gli lanciò prima un’occhiata infastidita, poi un ampio sorriso «Sì, il cucciolotto sta bene»
Si fermò quel millisecondo necessario a reclutare i muscoli delle gambe, prima di scattare in avanti «Eh no! Cucciolotto no!» Cadde rovinosamente di faccia sulle gambe dell’altro, lasciando il culo all’aria per un istante prima di rotolare sul sedile del passeggero. Appena riuscì a muovere il corpo decentemente notò con sincera delusione che la chiamata era terminata. Suo padre l’aveva sentito definire “Cucciolotto” e lui stava per morire a causa di uomini misteriosi o per mano di… si soffermò sul suo fare tranquillo e i sacchetti del McDonald sotto i pedali…“un pazzo”.
 
Usciti fuori da un dedalo di intricate viuzze e presa l’A20 in direzione est (per uscire da Londra) finalmente i due ebbero modo di condividere qualche istante sano silenzio, rotto subito da una leggera e infantile risata del magrolino.
«Merlino»
“Oh no, anche lui inizia con quelle stupide battute” fu il primo pensiero che passò nella sua mente sconvolta dai recenti eventi.
«Senti, mi hanno preso in giro abbastanza e tutt’ora c’è qualche comico che se ne esce con la “letteratura cavalleresca ai giorni nostri”, non ti ci mettere anche tu»
L’altro, che ai suoi occhi sembrava volesse sottolineare ancora l’ilarità del suo nome, ripeté, stavolta indicandosi «Merlino»
Sbuffando e visibilmente irritato, Artù constatò controllando il tono di voce al fine di non sembrare più arrabbiato di quando fosse «Senti, hanno appena dato fuoco alla casa che mi ha lasciato mia madre, mi hanno quasi sparato e sono costretto a stare con te per non so quanto tempo, puoi smetterla di fare il pagliaccio?»
Merlino sospirò, arrendendosi ai due neuroni che si dimostravano più storditi di quanto avesse immaginato «Il mio nome» scandiva lentamente ogni parola come se stesse parlando ad un bambino e premeva l’indice contro il proprio petto «Merlino».
Oltre ad essere un pazzo, era anche la presa in giro che il destino non si era fatto scrupoli ad inviargli. Nella sua testa contornata da ciocche bionde, annebbiata dall’odio profondo verso quel ragazzo, cominciarono a zampillare insulti. «Non mi interessa come ti chiami o se sei rimasto fuori da casa mia per una settimana»
Sbuffò, tornando a guardare fuori dal finestrino, cedendo alla stanchezza. Prima che il suo compagno di viaggio potesse correggerlo sull’effettiva durata del suo soggiorno in quella macchina, aggiunse: «Ah e un'altra cosa, puzzi»
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore
 
Sì, lo so che aspettare tre anni per mezzo capitolo, l’avvertenza “incompleta” e una longevità di, (faccio una stima inadeguata) credo, quattro capitoli per una trama che potrebbe dare un po’ di più, è quasi un insulto. Ma è quello che riesco a fare tra università e tutto il resto ^^”
Un benvenuto a chi fosse capitato per la prima volta su questa storia e spero sia di vostro gradimento :)
Alla prossima ^^
Miky.
   
 
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