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Autore: kuchi    11/01/2020    0 recensioni
Hanamichi ha finito la riabilitazione e torna finalmente a casa e dalla sua squadra, eppure non è proprio contento , questo perchè , in clinica ha lasciato una cosa davero importante. E' una fan fiction romantica per Hanamichi. Mi diapiceva che nessuno le trovasse una ragazza che lo amasse e che lui soffrisse dietro ad Haruko. spero vi piaccia..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hanamichi Sakuragi
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Fan fiction Hanamichi Finale

 

Arrivò il giorno dopo. Sonoko si svegliò abbastanza presto quella mattina. Si mise seduta, e spese qualche minuto a contemplare la stanza. Dalla finestra filtravano i deboli raggi dell'alba e una leggera brezza faceva muovere pigramente le tende. Un sorriso si fece capolino sul suo viso. Si sentiva molto meglio dopo la chiacchierata con Kyota. Aveva ragione, non doveva buttarsi giù. In fondo stava vivendo un periodo abbastanza buono. Aveva fatto molta pratica con sua zia quest'estate, aveva fatto tante amicizie e poteva seguire da vicino una squadra di basket come medico. È vero, il paragrafo amore non stava andando come voleva ma..

"io sono Sonoko, sono una ragazza normale, con un sogno normale e una vita normale" si disse, quasi come un mantra e con decisione uscì dal letto pronta ad affrontare la giornata.

Oggi c'era una partita da giocare e lei avrebbe fatto la sua parte. Fece una colazione golosa e si prese tutto il tempo per prepararsi.

"come ha detto Kyota, devo pensare a me" proprio in quel momento suonarono alla porta "parli del diavolo..."

Infatti

"buongiorno Kyota"

"salve" rispose lui, la osservò e sorrise

"vedo che ti sei ripresa"

"già. "

"brava, è così che ti voglio. Ora prendi le tue cose e andiamo. Devo portarti a scuola o..."

"no no tranquillo, possiamo andare direttamente allo stadio. Avviso Ayako" disse mentre si metteva in spalla il borsone e prendeva il cellulare.

Kyota rimase lì un po' ad osservarla mentre parlava al telefono, non solo si era ripresa, si era migliorata. Aveva speso del tempo per lei finalmente.

"perche mi guardi così" gli chiese accorgendosi che la stava fissando

" sono felice che stai meglio e... Se mi permetti sei ancora più carina"

" ma smettilaaa"  rispose Sonoko arrossendo e dandogli un amichevole schiaffo sul braccio.

 

Intanto allo Shohoku la squadra era pronta a partire per lo stadio.

"non aspettiamo Sonoko?" chiese Haruko che, guardandosi intorno, non aveva visto la ragazza.

Hahamichi a quelle parole trasalí. Non era venuta nemmeno oggi. Sarebbe addirittura disposta a lasciare la squadra pur di evitarlo? Come avrebbe fatto a parlarle se non si faceva vedere. Un colpo lo ridestó dai suoi pensieri

"ehi! Mi sembra di averti fatto un bel discorsetto ieri. Già hai perso l'entusiasmo?" disse Kyo. Aveva visto l'espressione di Hanamichi alla notizia che Sonoko non era arrivata, di nuovo quell'aria di disperazione, si potevano quasi vedere delle nuvolette nere sopra di lui. Quel ragazzo era fin troppo trasparente.

" si si scusa" disse Hanamichi " hai ragione, se si ostinerà a non farsi vedere andrò a casa sua a non mi muoverò di lì finché non sarà disposta a parlarmi" finì. Giusto, non doveva dimenticarlo. Doveva essere forte anche per lei, perché lo sapeva che lui era fatto per Sonoko. Avrebbe fatto di tutto per renderla felice.

" così va meglio" gli disse Kyo

" no possiamo andare" disse Ayako " mi ha chiamato e ha detto che lei si sta già dirigendo allo stadio"

"allora andiamo" disse il capitano alla squadra

"visto.?"disse Kyo ad Hanamichi

" si. Non mi lascerò scappare l'occasione "

E così lo Shohoku si mise in viaggio per la partita.

Sonoko era già arrivata e si era portata avanti col lavoro. Era un po' nervosa, avrebbe rivisto Hanamichi e già soli il pensiero la metteva in agitazione.

e poi onestamente voleva parlargli e in primis per chiedergli scusa. Col senno di poi aveva fatto davvero un pessima figura sparendo così, lui non aveva colpe. Lui era lui, aveva sbagliato lei a caricarlo di aspettative. Hanamichi era sempre stato gentile con lei, sia in clinica sia quando era arrivata a scuola.

A quel pensiero sorrise. In fondo il trucco era tutto lì, doveva solo ammettere la realtà. Hanamichi gli piaceva e questo indipendentemente da quello che aveva saputo o era successo. Non poteva imporsi di odiarlo solo perché l'eventuale distacco sarebbe stato più semplice. Non era giusto. Quindi per adesso si sarebbe anche accontentata di esserle amica.

" Sonoko. Caspita hai fatto proprio presto" disse Ayako che era appena arrivata sulla panchina

" buongiorno Ayako. Si, questa mattina ho fatto presto" disse lei con un bel sorriso

" ciao Sonoko. Wow, hai già preparato tutto" disse Haruko

"mi sono portata avanti col lavoro" le rispose. Non sapeva bene cosa pensare su Haruko. In fondo era lei l'oggetto dei desideri di Hanamichi, o almeno lo era stata per un po'. Ma guardandola era una ragazza molto semplice ed anche un po' ingenua a volte.

"oggi è una partita importante, forse per l'emozione mi sono svegliata troppo presto" disse lei a mo di scusa " spero che i ragazzi siano in forma"

"oh stai tranquilla che si sono allenati come pazzi" disse Ayako mentre finiva di prepare gli appunti da scrivere "anzi puoi vederlo da te" le disse indicando con lo sguardo dietro le sue spalle.

Infatti lo Shohoku stava entrando in campo e, a giudicare dagli sguardi, avevano intenzione di fare faville.

Hanamichi era in fondo al gruppo e cominciò ad allungare il collo verso la panchina ed eccola la.

Fu come ricevere una boccata di aria fresca dopo giorni e giorni di apnea. Come le era mancata, i suoi capelli, i suoi occhi, il suo viso tutto.

"hai visto che è quí.? E mi sembra che stia bene" disse Kyo

"già" rispose Hanamichi

"perché quel tono....? Oh." Kyo gli fece quella domanda che però morì subito perché forse aveva capito. Sonoko in quel momento stava parlando Con Kyota che era in prima fila sugli spalti e sembrava divertirsi parecchio. Guardò la faccia di Hanamichi che era come un libro aperto. Stava pensando che era stato Kyota ad accompagnarla, era stato lui a farla stare meglio ed era lui che la stava facendo sorridere in quel momento. Ora aveva dua possibilità, o incazzarsi e fare una scenata oppure ributtarsi nella depressione di prima. Onestamente non sapeva quale delle due opzioni fosse la migliore.

 

"allora come ti senti?" le disse Kyota

"sto benissimo, sono molto emozionata per la partita" disse lei

" l'hai visto?"

"si. Ma non gli ho ancora parlato" gli disse

 "lo farai?" gli chiese osservando bene la sua espressione

"certo." rispose prontamente

"brava la mia ragazza, allora io mi accomodo. A dopo" disse dirigendosi verso gli spalti

" a dopo" gli disse salutandolo. Bene adesso toccava a lei. si disse prima di voltarsi e trovarsi di fronte un muro rosso

"aaaaaaah" urlò " scu... Scusa.  Mi hai spaventata Hanamichi"  infatti di fronte a lei, alto e possente c'era l'oggetto dei suoi pensieri.

" no no, scusa tu. Ti sono piombato alle spalle all'improvviso" disse Hanamichi. Sentimenti contrastanti lo percorrevano, aveva sentito di nuovo la sua voce che diceva il suo nome ma adesso aveva paura di cosa potesse dirle quella voce. Ma doveva sapere.

" come stai Sonoko? Non ti vedo da un po' ed ero un po' preoccupato"

Sonoko lo guardò. Che sciocca che era stata, aveva sofferto anche lui. Riusciva a leggerlo nei suoi occhi.

"si, sto bene. Grazie per esseri preoccupato per me. Ho solo avuto un periodo un po'..... Particolare" gli disse con un bel sorriso

" Sonoko io...." Hanamichi stava iniziando a parlare ma Sonoko lo bloccò. Voleva scusarsi, prima di qualsiasi cosa volesse dirle.

" aspetta Hanamichi.  Ho una cosa da dirti prima che perda il coraggio" iniziò

Ecco la scossa che gli attraversò il corpo. Cosa gli avrebbe detto? Scusa ma non posso stare con un donnaiolo come te? Che era un idiota? O che si era resa conto che amava Kyota?

" io ti devo chiedere scusa" disse lei tutto d'un fiato

Hanamichi era a dir poco sorpreso. Lei che chiedeva scusa a Lui!

"in questi giorni mi sono comportata davvero da sciocca, con la squadra, con Kyo ma soprattutto con te. Tu sei sempre stato gentile con me ed io, a causa di un mio problema, sono scappata evitando i tutti da vigliacca, senza spiegazioni. Io spero solo che non penserai male di me. " finí

Hanamichi rimase senza parole tutto si sarebbe aspettato tranne che delle scuse da parte sua.  Lei si stava scusando per quello che lui aveva fatto. In primis era stato lui vigliacco perché nonostante avesse saputo cosa era successo non aveva mai provato a risolvere la situazione si era limitato a rimanere chiuso nel proprio dolore, che poi é la cosa che gli ha rinfacciato la Nobu-scimmia. E secondo, pensare male di lei? Lei che era l'essere più dolce, più altruista, più intelligente, più tutto che avesse mai conosciuto sperava che che non pensasse male di lei. Era davvero il colmo. A tal punto l'aveva ferita? A tal punto l'aveva fatta dubitare non solo di lui ma di lei stessa. E a quel pensiero si diede dello stupido, non stupido era poco. Come aveva potuto dimenticare? In clinica quante volte gli aveva confidato la sua insicurezza, della sua timidezza.

" Sonoko quello che deve chiedere scusa in ginocchio sono ioc sussurrò Hanamichi. Cavoli quanto avrebbe voluto prendersi a calci da solo

" no Hanamichi, tu sei tu e non devi mai chiedere scusa per quello" gli disse Sonoko

" invece è proprio quello il punto..." disse Hanamichi. Le stava facendo capire che aveva fatto un errore di valutazione nei suoi confronti. Che pensava che fosse un ragazzo diverso e poi aveva scoperto il suo vero io? No, questo no. Doveva spiegare, lei doveva sapere che lo aveva cambiato. Ma non adesso. Non poteva in così poco tempo. Era tempo di prendere in mano la situazione.

"Sonoko ascolta. Ho un grosso favore da chiederti" le disse Hanamichi guardandola intensamente negli occhi.

Sonoko fu scossa da un brivido. Quello sguardo così determinato, non lo vedeva dalle prime volte alla clinica. Quando voleva tornare a giocare a tutti i costi.

" dopo la partita vorrei poter parlare in santa pace con te.. Con calma. Ti prego." aveva concluso quasi con una preghiera e Sonoko a quello sguardo così profondo e sincero non poteva resistere.

"va bene. Tranquillo ti aspetto" gli disse. Forse aveva ancora paura che lei scappasse prima della partita.

"Hanamichi si inizia" lo richiamarono i compagni. A malincuore Hanamichi si allontanò da Sonoko.

La partita ebbe inizio, tutti gli occhi erano ben incollati al campo, sarebbe stata una partita interessante quindi nessuno voleva perdersi niente ma almeno tre persone guardavano insistentemente il giocatore dai capelli rossi.

Hanamichi bruciava letteralmente di grinta, non ne sbagliava una. Se Akagi era considerato un ottimo difensore Hanamichi era paragonabile ad un muro in quel momento.

"Hanamichi sta facendo faville" disse Haruko

" è vero, se continua così potrebbe superare la sua media di rimbalzi e stoppate" disse Ayako mentre leggeva i suoi dati

" ma guarda quell'idiota ha imparato a giocare" disse Kyota   sorridendo. Sarebbe stato davvero interessante scontrarsi con lui

Con una difesa del genere la squadra poteva pensare tranquillamente all'attacco, infatti erano in vantaggio già di una decina di punti. Lo Shoyo con la perdita di Fujima e Hanagata aveva perso molto. Ma si doveva dire che lo Shohoku era diventato davvero molto forti. Infatti sia il Ryonan che il Kainan li stava studiando per bene. Erano pericolosi. Non c'era più Akagi ma Hanamichi lo aveva sostituito alla grande.

Da parte sua Hanamichi aveva la testa alla fine della partita. Voleva parlarle e dirle finalmente tutto. Non si sarebbe di nuovo nascosto, le avrebbe confessato cosa provava per lei, spiegarle che tipo di uomo era. Fedele, dolce, forte, determinato... Il tipo di uomo che poteva renderla felice e che potesse proteggerla. E poi stava scaricando tutta la tensione accumulata, sentiva una forza incredibile, nessuno sarebbe riuscito a passare.

 

La partita era quasi finita. Lo Shoyo non demordeva, il vantaggio era rimasto quasi invariato, bisognava solo tenere duro. Mancavano solo pochi minuti. Pochi minuti e avrebbero parlato, pochi minuti e la sua vita sarebbe cambiata sia in male che in bene.

Solo pochi minuti.

 

   
 
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