A
promise for you
Le
promesse sono
come catene invisibili che ci collegano alla persona a cui abbiamo
fatto tale
giuramento. Esse non
si possono
spezzare, in caso contrario si spezzerebbe anche il legame che ci
unisce a quella
persona. Esattamente come la catena di ghiaccio che Gray aveva al collo
e che
lo collegava a Juvia, tuttavia quegli anelli che li univano non erano
di certo
benevoli o romantici.
«Adesso
voi due
combatterete fino alla morte.»
Quella
frase lo
fece, per un crudele gioco di parole, gelare sul posto.
Fissò la sua compagna,
anche lei aveva lo stesso sguardo terrorizzato e sconvolto. Era
impossibile,
non avrebbe mai potuto farle del male; non solo perché era
una sua compagna…
sarebbe stato un bugiardo a negare ancora a se stesso quanto quella
ragazza era
diventata importante per lui. Non avrebbe mai creduto possibile che
proprio lui,
Gray Fullbuster, colui che aveva perso ogni persona amata in orribili
tragedie,
potesse innamorarsi, che avrebbe tenuto nuovamente ad una persona come
teneva a
Juvia. Certo, provava un affetto sincero e forte verso gli altri membri
della
gilda, li considerava una famiglia ed era ovvio che non volesse perdere
nessuno
di loro, ma sapeva che ciò che provava per la maga
dell’acqua andava ben oltre
il solo affetto fraterno o familiare. Anche per questo non avrebbe mai
potuto
farle del male e lo gridò a Invel, l’essere
orribile che li aveva incatenati in
modo così crudele. Lo gridò con tutto se stesso,
eppure sentì ugualmente la
mente annebbiarsi, i pensieri farsi più lontani e silenziosi
mentre, senza
rendersene conto, il suo corpo aveva già iniziato ad
attaccare la maga,
nonostante dentro di sé gridasse e scalpitasse con tutte le
forze per fermarsi.
L’ultima
cosa che
desiderava era ferirla in alcun modo, sapeva di averlo già
fatto abbandonandola
per sei mesi senza una spiegazione, e lei lo aveva perdonato
così facilmente
che si era sentito più verme di quanto aveva mai fatto nella
sua vita. Questa
volta, però, non avrebbe commesso lo stesso errore, non
avrebbe tolto la vita
alla donna che amava.
Senza
pensarci, in
modo quasi istintivo, usò la poca forza di
volontà che gli restava per creare
una spada. Lei gli stava parlando, sentiva la sua voce ovattata, il suo
sguardo
si era addolcito e i suoi occhi trasmettevano tutta la forza dei
sentimenti che
provava per lui. Così forti e puri da colpirlo in pieno
petto. Quello gli diede
la forza di andare avanti e si trafisse con la spada nello stesso
istante in
cui lei trafisse se stessa. Sbarrò gli occhi sorpreso,
incapace di credere alla
scena a cui aveva appena assistito, mentre sentiva le forze
abbandonarlo.
Aveva
promesso di proteggerla, di non
farla
più soffrire. Una volta finita quella guerra avrebbe tanto
voluto dirle ciò che
sentiva, provare a trascorrere felicemente ciò che gli
restava da vivere con
lei. Ma era andata diversamente, forse non era destino, per loro,
quello di
vivere felici insieme. Eppure non aveva rimpianti se non quello di non
averle
detto quanto realmente tenesse a lei.
Caddero
al suolo
insieme, poteva avvertire il corpo di Juvia a pochi centimetri dal suo
e provò
ad allungare una mano verso di lei, ma la vista si fece sempre meno
nitida e la
sua mente cadde nell’oblio.
Si
svegliò
all’improvviso, confuso e incredulo di essere ancora vivo.
Portò una mano
all’addome e il contatto con la pelle ferita gli fece capire
che no, non era
stato solo un brutto incubo, ma lo avrebbe preferito. Volse lo sguardo
verso la
maga dell’acqua, nella speranza di trovarla viva e confusa
tanto quanto lui, ma
non fu così. Quando capì ciò che era
successo era già troppo tardi, con il
cuore in gola si avvicinò a lei e la prese tra le braccia,
la strinse a sé
incapace di credere che avesse di nuovo sacrificato la vita per lui,
che non
era degno di tale sacrificio. La pregò di aprire gli occhi,
che senso avrebbe
avuto continuare a vivere in un modo in cui lei non c’era?
Senza poter mai più
avvertire la sua costante presenza accanto o il suo sguardo su di lui?
Di
nuovo una
persona che amava si sacrificava per lui, sembrava che la vita
continuasse a
divertirsi e a ripetere, crudele, sempre la stessa scena anche se in
circostanze differenti. La strinse un’ultima volta prima di
unire le labbra a
quelle di lei in un bacio di addio. L’avrebbe vendicata, si
sarebbe preso la
sua vendetta e forse anche raggiunta, perché era meglio la
prospettiva della
morta che continuare a vivere col rimpianto di non aver mai potuto
ricambiare i
suoi sentimenti.
-
AGOLINO ME –
Oddio,
è da una vita che non scrivo o pubblico una
Fanfiction! Ma sono felice di ritornare su questo sito, e in
particolare su
questo fandom, dopo tanto tempo. Questa shot l’avevo scritta
tempo fa per la
Gruvia week, ma alla fine non sono riuscita a completarla e tutte le
storie
sono rimaste nel pc fino ad ora. Ho deciso di correggere e pubblicare,
divise,
le shot che avevo completato. Spero questa vi sia piaciuta anche se non
era
nulla di così speciale o articolato.