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Autore: mystery_koopa    12/01/2020    2 recensioni
Con l'Impero Bizantino dell'VIII secolo sullo sfondo si svolgono le vicende dell'ammiraglio della flotta imperiale Konstantinos Ampatis, dei nobili della città di Bisanzio e delle province e del basileus Leone III l'Isaurico. La storia, che segue la vita dell'ammiraglio, inizia con la fine del secondo assedio arabo di Costantinopoli nel 718 e continua per alcuni altri anni successivi a questo evento, coinvolgendo i personaggi in battaglie, intrighi, cospirazioni e storie d'amore.
Dal II capitolo: "Ormai la solitudine era diventata un’abitudine che era parte integrante della sua vita quotidiana, e difficilmente avrebbe rinunciato al tempo che utilizzava per riordinare i suoi pensieri, che correvano nel tempo senza che lui se ne rendesse conto e potesse fermarli"
REVISIONE COMPLETATA
Genere: Introspettivo, Storico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Medioevo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Fenice Purpurea'
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XV – CONFRONTI E RISOLUZIONI
 
Konstantinos e Chryssa uscirono insieme dal palazzo, entrambi diretti alla residenza del basileus: l’uno per poter finalmente parlare in solitudine con l’amico, l’altra per richiedere il permesso di incontrare la sorella, che sapeva essere trattenuta in una delle stanze dell’immenso edificio.
Durante il tragitto i due non si rivolsero quasi la parola, come se non ce ne fosse bisogno: camminarono solamente affiancati, con lo sguardo dritto e l’andatura veloce.

Non appena furono giunti alla loro destinazione, Chryssa guardò l’ammiraglio di sfuggita ed entrò per prima all’interno della sala in cui Leone riceveva le visite più importanti. Un attimo dopo Konstantinos la vide uscire scortata da una guardia ed entrò al suo posto, trovando il basileus in piedi al centro del piccolo ma sfarzoso salone, decorato alle pareti con arazzi recentemente realizzati narranti la vittoria di Adrianopoli di cui egli si era reso protagonista, alternati alle più antiche rappresentazioni musive.

“Ti stavo aspettando”, disse il suo interlocutore, alzando improvvisamente la testa con aria molto concentrata, “credo di doverti delle spiegazioni”.
L’ammiraglio accennò con la testa la sua disponibilità ad ascoltarlo, senza rispondergli direttamente, poi gli chiese se fosse possibile sedersi; i due si accomodarono presso un tavolino circolare, poi il basileus riprese a parlare.

“Chryssa in questo momento sta visitando la sorella, che si trova in una delle torri di questo palazzo: è proprio di lei che devo parlarti. So che ti è già stato accennato qualcosa, e in questo momento capisco la tua reazione: ti è sempre stato detto che Leonora ha tramato contro il nostro impero e…”
Konstantinos lo interruppe, quasi spazientito ma cercando di mantenere la calma: “Leone, perdonami, ma non posso che chiederti di evitare di ripetere ancora una volta tutte queste cose che mi sono già state dette da Chryssa: io e lei, come tutti, siamo stati ingannati dai suoi comportamenti, e sicuramente la cosa mi ha lasciato sorpreso, anche perché non credo che altrimenti sarei tornato a Costantinopoli. Quindi dimmelo, te ne prego: hai organizzato tu tutto ciò per potermi rivedere nella capitale e, soprattutto, come ha potuto una donna salvare da sola il nostro impero allo stesso modo in cui l’avevamo fatto noi due con l’aiuto di un esercito e una flotta interi?”

Leone trasse un respiro profondo.

“Hai ragione, Konstantinos, ma non riesco a credere che tu non riesca a fidarti di me tanto da pensare che io abbia organizzato questa messinscena con degli omicidi solo per trattenerti qui contro la tua volontà; è vero, non ti ho rivelato il ruolo di Leonora Cazaretian, ma allo stesso modo tu non mi hai mai parlato apertamente delle tue azioni compiute in segreto, sebbene fossi convinto di fare tutto ciò per il bene dell’impero. Non avevo idea del fatto che Chryssa si sarebbe allarmata in tal modo per la reputazione della propria famiglia da dover coinvolgere anche te; senza la tua presenza lei sarebbe giunta nella capitale molto prima e la sorella avrebbe avuto modo di raccontarle tutto, ne sono certo.

D’altra parte, amico mio, credo che tu sia l’ultima persona in grado di mettere in dubbio la forza di una donna in determinate condizioni: non so se ne sei a conoscenza, ma il reggimento femminile per cui Theodora si era arruolata vent’anni fa oggi esiste davvero, e si occupa di scortare le nobildonne della capitale durante i loro spostamenti e della sicurezza interna ai palazzi. Forse, se Vassilis Cazaretian si fosse sentito meno al sicuro avrebbe avuto anch’egli più guardie, e sarebbe ancora vivo.

In ogni caso, credo che tu abbia visto Leonora parlare con Abdallah Zaman, uno dei pochi mercanti arabi ancora attivi delle nostre città dopo la guerra e per questo padrone di un’immensa ricchezza con cui finanziare addirittura la costruzione di una nuova flotta. Le nostre spie avevano ragione di credere che fosse possibile un suo coinvolgimento nelle manovre arabe per il contrattacco, così decisi di contattare Leonora, avendo conosciuto il suo passato dal marito, chiaramente incapace di mantenere segreti o di accorgersi di ciò che stava accadendo in casa sua, pover’anima.
Il giorno stesso in cui i due Cazaretian furono uccisi ho traccia degli spostamenti di Leonora: dopo aver aiutato il marito a risalire le scale a seguito della colazione, era uscita per incontrare al porto Zaman. Lì egli l’aveva minacciata, come probabilmente ti sei accorto egli era impaziente di agire subito e lei, senza pensarci due volte, l’aveva spinto in mare…”

 
***
 
“Cosa!? Leonora, come puoi averlo fatto… hai ucciso un uomo, allo stesso modo in cui lo feci io anni fa1, e capisco che l’hai dovuto fare per proteggere anche te stessa oltre che all’impero: sai che non posso che ammirarti per questo. Ma non avrei mai creduto che tu potessi tradire così la mia fiducia… io credo nella tua innocenza, ma non voglio sentirmi in colpa per questo!”
“Chryssa, sorella mia, mi rendo conto del fatto che tu possa sentirti ferita da me, e me ne dispiace assai… ma non avrei mai potuto lasciar pensare a Konstantinos Ampatis di poter agire all’ultimo momento, rischiando così di compromettere tutto! So di averti ingannata, perdonami… non avrei dovuto nascondere quel biglietto falso nel tuo baule, e soprattutto ascoltare dal sottotetto la vostra conversazione privata in cui ti ha raccontato con così tante difficoltà del suo passato, ma era necessario, lo sai, so che tu mi capisci”.
“Aspetta, Leonora… il sottotetto…”
“Chryssa!”
“Non può che essere quello il posto in cui l’assassino di tuo marito si è nascosto: è passato dalla finestra della stanza di Ambrosios, lasciandola aperta, ed è rientrato da lì per poi dirigersi nella sua".

Chryssa si fermò di colpo, sistemandosi i capelli e guardando la sorella negli occhi torbidi e inquieti. Poi, sommessamente, riprese la parola:
“Scusami, Leonora. Non avrei dovuto parlare in questo modo, nonostante la mia intuizione potrebbe essere molto importante. Ti perdono per il tuo gesto, non potrei fare altro dopotutto, ma non era mia intenzione ferirti allo stesso modo”.
“Stai tranquilla, davvero. La morte di Vassilis mi ha molto colpita senza dubbio, ma non posso certo dirmi infelice… nonostante la mia situazione. Ho paura, Chryssa: non per me, e anche se tengo da morire a te so che sai cavartela da sola; ho paura per il mio bambino, per questa creatura che porto in grembo e che potrebbe essere uccisa con una semplice spinta ai miei danni… non posso uscire da questa stanza sorvegliata, ma non posso nemmeno stare soltanto a guardare mentre l’assassino della mia famiglia è a piede libero e potrebbe colpire ancora.
Non credo che tu debba temere il signor Theron o Agata Yael, lei non sarebbe riuscita a legarlo così bene neppure se egli fosse stato fermo e non credo che l’uomo del sottotetto possa essere un loro complice: tuttavia fai attenzione, in questo momento il palazzo è nelle tue mani e non so cosa potrebbe accadere…”

Leonora sospirò preoccupata, e la sorella l’abbracciò dolcemente.
“Abbi cura di te, Leonora: so che lotterai per me allo stesso modo in cui io lo sto facendo per te, non appena potrai, l’abbiamo sempre fatto. Non dovremmo più dubitare l’una dell’altra, oramai”.

Le due donne sorrisero, poi la minore si stese sul proprio letto vellutato mentre la sorella uscì dalla torre scendendo la rampa di scale. Alla fine di essa non trovò tuttavia la guardia che l’aveva accompagnata, ma Demetrios Xanthe in persona, apparentemente concentrato su una pergamena scritta fittamente; lo salutò velocemente e poi si diresse al palazzo, dove si era data appuntamento con Konstantinos una volta che entrambi avessero terminato le rispettive conversazioni.

 
***
 
“Konstantinos, amico mio, perdonami se te lo chiedo nuovamente, ma ora che mi hai detto di aver fatto i conti con il tuo passato e che hai concluso il compito affidatoti da Chryssa Aristis, credo che sia giunto il momento di farlo. Davvero, sei libero di rifiutare, se non te la senti, ma io ho più che mai bisogno di te: vorresti diventare il mio nuovo consigliere? È il momento di concludere le indagini per le morti di Vassilis Cazaretian e Heliodoros Thamen e di riorganizzare l’impero dopo un periodo di guerre come quello appena trascorso, e nessun altro in questa città ha la tua stessa abilità economica. Ti chiedo solo di pensarci”.

“Non ce n’è bisogno, Leone, ho già preso la mia decisione. Quando l’impero ha avuto davvero bisogno di me non ho esitato ad abbandonare i miei traffici commerciali per guidare la nostra flotta nonostante i rischi enormi, e ora non posso che farlo nuovamente: hai ragione, è giunta l’ora di abbandonare definitivamente il passato e di voltare pagina, di cambiare vita. Credo che dovrò anche tornare a vivere nel palazzo dei miei avi, dopo tutti questi anni: sarà difficile, ma non posso sfuggire per sempre alla realtà”.

“Sono felice per te”, furono le uniche parole che il basileus disse all’ammiraglio, prima di stringerlo a sé. E lo era davvero: finalmente, stava iniziando anche per lui a delinearsi un vero futuro, e non una vita scandita soltanto dai viaggi e dai ricordi strazianti.

 
***
 
Dopo essersi congedato, Konstantinos si diresse velocemente a palazzo Cazaretian per riferire a Chryssa l’esito della sua conversazione con Leone, mentre l’imperatore si spostò nella sala del trono, informato da un servitore che una persona lo stava attendendo per un’udienza.
Quasi svogliato, egli vi si diresse, per poi sedersi sul proprio trono. Di fronte a lui, una figura esile velata di nero stava in piedi, come se aspettasse un ordine. Il basileus le chiese di rivelarsi e di chiedere velocemente ciò di cui aveva bisogno, e l’individuò obbedì, abbassando il mantello dal volto e rivelando il volto di una giovane donna, meraviglioso sebbene visibilmente segnato dalle privazioni di un lungo viaggio. Vedendola, Leone ammutolì all’istante, la sua salivazione si azzerò e dalla fronte iniziò a scendere del sudore freddo, mentre un brivido gli attraversava la schiena.

“Non è possibile! No, non può essere… chi sei, dimmelo ora!” Stava quasi gridando.
“Theodora Alakites. Credo che dovremmo parlare, Autokrátor Kaísar Augustos”.2
 



 
Note:
1 Riferimento all’ultimo capitolo della raccolta “Le campagne di Messina” e alla oneshot “Gelide confessioni”, che trovate entrambe all’interno della serie “La Fenice Purpurea” in cui è inserita anche questa storia.
2 Letteralmente “Imperatore Cesare Augusto”, dal greco. Era il titolo onorifico principale degli imperatori d’Oriente.
 
 
SPAZIO AUTORE:
Fortunatamente ce l'ho fatta: questo quindicesimo capitolo esce nel giorno esatto in cui, due anni fa, uscì il prologo di questa storia, ormai prossima alla conclusione. Sono felice che alcuni di voi la stiano seguendo ancora dopo tutto questo tempo.
Non posso far altro che che ringraziarvi,
mystery_koopa
  
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