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Autore: Sarapia    12/01/2020    0 recensioni
[Dr. Stone]
Dal testo:
Con lei non me la sarei cavata così facilmente.
E tutto ciò era così… così… così dannatamente esaltante.
Fu allora che finalmente sgranai gli occhi e capii. Compresi il perchè di quel mio interesse, il perchè di quegli sguardi che Chrome definiva così intensi. Semplicemente Kohaku era una sorta di incognita personale che in più di un anno non ero riuscito a risolvere e che dubitavo ci sarei mai riuscito.
Senku X Kohaku
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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-Così facendo otterremo la plastica.- spiegai in breve, esaltato all’idea di raggiungere entro poco tempo il risultato finale del progetto. 

-E’ incredibile!- esclamò esaltato Chrome faticando a restare fermo. 

-Dai, dai, non perdiamo tempo.- lo spronai, nonostante intorno a noi si fosse radunato un capannello di curiosi. 

L’unica che non si era avvicinata era Kohaku, di cui però riuscivo a percepire lo sguardo da qualche parte. Sorrisi quando la intravidi, i suoi occhi azzurri su di me, ma poi mi incupii per quel mio gesto. 

Perchè lo avevo fatto di nuovo?

-Dai, torniamo al lavoro.- dissi serio tagliando corto le esultanze degli abitanti del villaggio. 

-Oh ragazzi,- esclamò l’ex capo villaggio cogliendo l’occasione di trovare tutti riuniti, -Qualcuno potrebbe andare a cacciare oggi che la giornata non è particolarmente fredda? Stiamo finendo le scorte di carne.-.

Magma annuìì: -Andrò io. Kohaku vieni anche tu?-.

Lei si ridestò come all’improvviso dai propri pensieri e per qualche ragione non del tutto motivata dalla logica, mi intromisi: -Kohaku preferirei restassi qui per aiutare Suika a trasportare i fili lungo la montagna. Il loro gruppo di lavoro è pur sempre composto da soli bambini.-.

Mi vergognai immediatamente per quella proposta, soprattutto perchè per un lavoro del genere avrei potuto mandare anche Ginro.

Kohaku aggrottò per un istante le sopracciglia ma poi, per non destare sospetti, acconsentì. Solo nel passarmi accanto, quando il resto degli abitanti del villaggio era tornato alle proprie faccende, sussurrò: -Dopo ne parliamo.-.

Restai fermo, gli occhi quasi sbarrati, cercando di giustificare quella mia presa di posizione. 

Perchè lo avevo fatto? Perchè non avevo voluto che andasse da sola con Magma? 

Non c’era una soluzione, era questo il problema.

-Ohi, Senku! Finiamo di assemblare tutti i pezzi?- mi richiamò Chrome, forse per la seconda volta.

Indossai una maschera di indifferenza e tornai al laboratorio, cercando di non pensare a cosa era appena successo. 

Ciononostante la sera giunse in fretta, e con questa Kohaku e il suo bisogno di ricevere spiegazioni. Spiegazioni che io, uno scienziato guidato costantemente dalla logica, non possedevo. 

Cenammo con la carne di cervo cacciata da Magma nel pomeriggio, lo sguardo di Kohaku attento nello studiare i miei movimenti. Non lo faceva apertamente, ma sapevo che nel sorridere a Ruri e nel parlare con Chrome, valutava la situazione forse persino più analiticamente di me. 

Perchè era questo che Kohaku sapeva fare bene: studiare i comportamenti altrui. Anche quando combatteva la sua non era solo mera capacità fisica e atletica, ma anche e soprattutto l’abilità di prevedere e anticipare le mosse dell’avversario. E aveva imparato a farlo tanto bene da non rendersene nemmeno conto. 

-Come mai sei così taciturno Seku?- mi chiese Chrome all’improvviso, -Abbiamo sbagliato qualcosa nel procedimento oggi?-.

Sorrisi a quel pensiero: -No, il progetto procede esattamente secondo i piani.-.

-E’ allora successo qualcosa con Kohaku?-.

Quasi mi strozzai a quella domanda. 

-Voglio dire,- continuò, -lo vedo come la guardi.-.

-C-come la guardo?- ripetei confuso e poi abbozzai un sorriso stizzito, -Sei totalmente fuori strada, Chrome. Io a differenza di te penso che l’amore sia solo una perdita di tempo e un intralcio alla logica.-.

-Io di certo non ne so molto sull’amore non avendo neppure mai avuto il coraggio di dichiararmi finora, ma i vostri sguardi a volte sono di un’intensità tale da essere tangibile.-.

Finsi di non averlo sentito: -Ecco, proprio perchè non ne sai nulla io consiglio sempre di non parlare in carenza di informazioni.-, senza attendere una risposta mi alzai con disinvoltura, -Torno al laboratorio, ho ancora delle faccende da sbrigare entro domani. ‘Notte Chrome.-.

Lo scienziato mi osservò confuso ma non disse nulla, preferendo invece continuare a mangiare. Sapevo invece che qualcuno stava studiando la mia sagoma allontanarsi, per questo quando entrai nel laboratorio attesi a braccia conserte. 

-Hai impiegato meno di cinque minuti, sei stata veloce.- constatai quando Kohaku entrò, -E scommetto anche che nessuno ha notato la tua fuga silenziosa.-.

-E’ solo perchè erano tutti troppo impegnati a bere.- minimizzò con un’alzata di spalle, -Piuttosto, cosa stava a significare quel tuo gesto nel pomeriggio?-.

Tornai a indossare la mia maschera col consueto sorriso sghembo: -Nulla, semplicemente ho pensato che se da un lato Magma avrebbe potuto fare quel lavoro da solo, nessuno sarebbe invece riuscito a sbrigare in fretta quello…-.

-Stai mentendo.- mi interruppe con fermezza, e in quel momento sentii la mia maschera per la prima volta un po’ incrinarsi. 

La guardai come se la vedessi per la prima volta. I suoi occhi grandi e lucenti come lapislazzuli non avevano mai davvero abboccato alle mie finte; le labbra sottili erano rosee e serrate, non di certo intenzionate a intervenire in mio soccorso, e tutto il suo corpo, ogni centimetro di quei muscoli sodi erano costantemente in allerta, quasi in grado di acciuffare fisicamente le menzogne altrui. 

No, con lei non me la sarei cavata così facilmente. 

E tutto ciò era così… così… così dannatamente esaltante. 

Fu allora che finalmente sgranai gli occhi e capii. Compresi il perchè di quel mio interesse, il perchè di quegli sguardi che Chrome definiva così intensi. Semplicemente Kohaku era una sorta di incognita personale che in più di un anno non ero riuscito a risolvere e che dubitavo ci sarei mai riuscito. 

-Sai Senku,- interruppe il filo dei miei pensieri, -quando ci siamo conosciuti hai detto che innamorarsi era inutile e contro la logica. Ricordi?-.

Annuii.

Lei in risposta si avvicinò a me fino a raggiungere pochi centimetri dal mio volto. -E allora perchè mi guardi in quel modo?-.

La guardai con aria di sfida: -Non ti guardo in nessun modo.-.

-Oh.- fece lei fingendosi delusa, quindi arretrò. -Capisco. Beh, allora crederò alla storia che hai raccontato oggi a te stesso, ovvero che mi hai fatto andare tra le montagne per questioni di economicità processuale.-.

Si voltò per andarsene dal laboratorio e a quel punto seppi che aveva vinto. 

La afferrai per un braccio per trarla contro il muro e lì, a un centimetro dalle sue labbra, sorrisi sconfitto: -Non mi sono innamorato. Io ti desidero.-.

Kohaku fissò le mie labbra nel mormorare: -Continui a mentire.-.

Sapevo che aveva ragione, per questo preferii non rispondere. Semplicemente la guardai ancora una volta e poi la baciai. 

Fu una sensazione bellissima, come una reazione chimica che si innestava dentro di me.

E ne volevo di più, sempre di più.

La sentii stringermi i capelli, quindi le morsi il labbro inferiore e la strinsi a me. Aprì un poco le gambe, quel tanto che bastò a farmi strusciare l’erezione che premeva nei pantaloni contro di lei. Kohaku ansimò per quel gesto, inarcando la schiena così che io potessi scendere a baciare il suo collo, la sua clavicola e quanta pelle color latte più potevo. 

Le sue mani scesero lungo il mio petto e poi ancora più giù, si insinuarono lungo i pantaloni sino a tastare la mia erezione. 

Gemetti un poco per quel tocco leggero, quindi in risposta le strinsi i seni e scesi a sentire la sua di eccitazione. Con le dita constatai che era già tutta bagnata. 

-Senku…- mormorò, al che la penetrai con due dita facendole scappare un piccolo urlo che subito tappai baciandola. 

Kohaku prese a muovere la sua mano lungo il mio membro, quindi io la penetrai con un terzo dito, questa volta facendola urlare. 

Sorrisi per la visione di Kohaku eccitata, tanto che anzichè curarmi che qualcuno potesse sentirla mi misi invece in ginocchio per sostituire la lingua alle mie dita. 

Le sue dita stringevano con bramosia i miei capelli dettando il tempo degli affondi, e nel sentire urlare il mio nome io leccavo, succhiavo e a tratti mordevo il suo clitoride, fino a farla venire con ultimo urlo che le fece piegare le gambe. 

Quella visione erotica era ciò che di più eccitante avessi mai visto, tanto che quando mi alzai e Kohaku mi trattenne non potei fare a meno di schiudere le labbra per la sorpresa. 

Lì, in ginocchio dinanzi a me, mi fissò con desiderio e abbassò con decisione i miei pantaloni, dunque senza che io potessi  fare altro che pronunciare il suo nome lei cominciò a baciare la mia cappella.

-Kohaku…-.

La sentii leccare lungo tutto l’asta prima di tornare alla cappella, quindi lentamente prese in bocca tutto il membro facendomi gemere a voce alta per quella sensazione di pura estasi. 

Prese a fare su e giù, sempre più veloce, accompagnando poi le abili dita alle labbra mentre le stringevo i capelli chiari e scompigliati in precedenza dalle mie mani. 

Reclinai il capo all’indietro cercando di trattenermi dal gemere ma la verità è che non avevo mai goduto tanto in vita mia. 

-Kohaku sto per venire.- ammisi dopo venti minuti di puro piacere in cui era scesa pure ai testicoli e aveva portato il membro completamente in bocca leccando e succhiando con passione.

La ragazza non si spostò nè accennò ad alzarsi, semplicemente mi fissò negli occhi dal basso verso l’alto e aprì la bocca. A quella vista capii che non avrei resistito oltre. 

Venni, un orgasmo che la travolse in pieno e che Kohaku ingoiò. 

Quando si alzò ci fissammo per qualche istante senza poterne fare a meno, poi senza che nessuno dei due dicesse nulla ci trovammo a baciarci con una passione tale che mai avrei creduto di poter sperimentare in prima persona. 

Il mio membro era già tornato dritto, più duro di prima, tanto che quando Kohaku aprì un poco le gambe nemmeno riuscii a pensare razionalmente all’idea di costruire contraccentivi o simili. Ero infatti già a pochi centimetri dal penetrarla quando udii dei passi avvicinarsi al laboratorio. 

Entrambi sgranammo gli occhi a quel suono e in un istante tentammo il possibile per ricomporci.

-Ohi, Senku! Sai, stavo pensando che… oh.- fece Chrome entrando nel laboratorio. 

Eravamo entrambi vestiti ma comunque troppo vicini, con i capelli visibilmente scompigliati e in evidente stato di affanno. 

-S-stavamo discutendo dei componenti della plastila.- tentò Kohaku, rossa in viso per l’imbarazzo. 

-Plastica.- la corressi sottovoce. 

-Sì, quella.- si schiarì la voce, -Però credo che si sia ormai fatto tardi quindi penso proprio che sia ora di andare. Buonanotte ragazzi.-.

La guardai sfilare via senza riuscire a dire una parola. 

Chrome attese qualche minuto prima di inarcare un sopracciglio: -Wow, non sapevo che la plastica fosse così… eccitante.- disse indicando col capo la mia erezione. 

-Falla finita.- borbottai voltandomi. 

-Guarda che so cosa significa e so anche in parte come ci si sente.- poi mi anticipò: -E non provare a rifilarmi qualche stronzata sulla logica.-.

Capii le parole di Kohaku a proposito del fatto che avevo mentito, che quello che provavo per lei non era solo desiderio. 

Portai una mano alla fronte nel sorridere: -Ma guarda un po’ dove mi ha portato questo Stone World.-.

In tutta risposta Chrome si avvicinò e mi sferrò un pugno sul braccio: -Questo è per avercela fatta prima di me.- disse ammiccando ai miei capelli scompigliati, poi ne sferrò un altro: -E questo è per non averle detto ciò che provi.-.

Mi massaggiai il punto dove mi aveva colpito senza dire nulla. 

Fu lo stesso Chrome ad anticiparmi ancora una volta: -Domani glielo dirai. Per il momento direi che abbiamo qualcosa di più urgente da fare.-.

Sorrisi per il fatto di essere appena stato rimproverato da un tipo come Chrome in fatto di ragazze, ma acconsentii a riprendere il lavoro. 

-Solo una cosa,- disse quando fummo sulle ampolle in vetro in procinto di lavorare: -Cosa avete fatto di preciso?-.

 

Hola popolo di EFP! Una piccola Oneshot per un grande anime, voilà! Spero vi piaccia, fatemi sapere nei commenti.

Sempre vostra ^^

Sarapia 


 
   
 
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