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Autore: Mysterious_Nightmare    12/01/2020    2 recensioni
[PRIMO LIBRO DELLA SAGA]
Quando Thyus decide di partire da Loder in cerca di una sua vecchia conoscenza, i suoi genitori decidono di cedergli un importante cimelio di famiglia.
Il pugnale che riceve in dono porta con sé una misteriosa incisione elfica che cambierà la sua vita e svelerà segreti tenuti nascosti da più di duecento anni dall'Imperatore degli Elfi.
Che cosa succederà quando la verità verrà a galla?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 3 - FREDDO, BUIO E FUOCO


«Maledetto idiota!» gridò Irien, nascosta tra gli alberi del bosco mentre teneva d'occhio il libro che aveva rubato, lasciato ai piedi di un tronco «Tra tutte le sue idee, questa è stata di sicuro la peggiore.»

Era furiosa. Mai, nel tempo trascorso insieme, Thyus si era comportato in maniera così imprudente e avventata. Aveva messo a rischio il titolo di mago e il suo diritto di possedere energia magica per un pugnale, senza pensare quali sarebbero state tutte le conseguenze.

Irien rabbrividì al pensiero che Thyus avesse rischiato di farle perdere la sua nuova vita. Senza la magia del proprio custode, sarebbe tornata nel Mondo Spirituale, senza possibilità di uscirne nuovamente.

Se avessero deciso di revocargli il titolo di mago, Irien sarebbe scomparsa nel giro di pochi, dolorosi, minuti.

Non poteva permetterlo. Era la sua vita, non potevano portargliela via.

Afferrò il libro con le zampe e osservò il filo magico che teneva unite le loro anime, l'unico dono che gli Spiriti facevano a chi veniva richiamato nel Mondo Terreno.

Si alzò in volo, cercando di andare più in alto possibile, e seguì la traccia, sorvolando i tetti della capitale. Davanti a lei, il castello dell'Imperatore si ergeva bianco e imponente.

Planò dolcemente e raggiunse la base della fortezza, la aggirò e, arrivata nella parte posteriore, scorse una lunga fila di piccole finestre munite di spesse sbarre metalliche. Da una di queste, il filo dell'anima chiamava il corvo, insistente.

«Thyus» sussurrò Irien, inquieta per paura che qualcuno la scoprisse. Il mago, sdraiato a terra, alzò la testa e, vedendola, si alzò e raggiunse velocemente la finestra.

Un appariscente livido lo costringeva a tenere l'occhio destro chiuso per metà. Un rivolo di sangue, ormai asciutto, gli rigava il volto dal naso fin sotto alla bocca.

«Oh Spiriti, che cosa ti hanno fatto?» mormorò Irien preoccupata.

«Ho tentato di liberarmi. Poteva andarmi peggio» accennò un sorriso storto «Come hai fatto a trovarmi?»

«Privilegi da Animale Spirituale» spiegò, evasiva; la legge degli Spiriti le impediva di rivelare il suo dono «Ho il libro, vuoi leggerlo?»

Il mago le fece cenno di aspettare, si avvicinò alla porta della cella e si sporse più che potè per controllare il lungo corridoio.

«Dobbiamo fare in fretta» disse, tornando indietro e afferrando il libro.

«Dobbiamo fare in fretta» disse, tornando indietro e afferrando il libro

Seconda Era, Anno 1300, Autunno.

Lo strano bagliore azzurro si manifesta a intervalli irregolari. Non sappiamo ancora che cosa lo provochi, ma, qualunque cosa sia, sappiamo che è in movimento.

***

Seconda Era, Anno 1300, Inverno.

I nostri ranger hanno individuato la causa del bagliore azzurro.

A quanto pare ha a che fare con la Città Nomade; non mi stupisce che mio fratello e la sua famiglia siano la causa di tutto questo, ma, ben presto, per loro sarà finita. L'Imperatore ha accettato di seguire il mio consiglio: la Città Nomade scomparirà.

***

Seconda Era, Anno 1305, Estate.

Da anni il bagliore azzurro non si manifestava più, ma la notte scorsa è stato avvistato di nuovo.

Abbiamo trovato il nascondiglio dei traditori e siamo riusciti a far infiltrare alcuni soldati. È ormai questione di tempo prima che si trovi la causa di questo segnale e i traditori vengano sconfitti.

***

Seconda Era, Anno 1305, Inverno.

Sono passati mesi, ma alla fine abbiamo trovato la causa.

I nostri informatori non hanno tralasciato alcun dettaglio: mio fratello e la sua sposa sono la causa di tutto; le loro eredi sono nate maledette da uno Spirito senza forma.

Avevo già sentito parlare dello Spirito del Fuoco Azzurro, ma mai avrei pensato di vedere la sua maledizione con i miei stessi occhi.

Un fuoco più potente di Laudar e l'abilità di alterare la mente altrui. Nemmeno lo Spirito Bianco può riportare alla normalità una mente deviata dal Fuoco Azzurro.

Questa manifestazione, tuttavia, sembra essere differente e più debole.

Lo spirito, in cerca di una dimora, ha scelto di legarsi alla sposa di mio fratello, ma per errore si è diviso e legato alle due gemelle che ella portava in grembo, frammentando il suo potere.

Questa è la nostra occasione per porre fine alla Città Nomade e allo Spirito maledetto.

Dobbiamo agire in fretta, prima che decidano di espellere lo Spirito dalle bambine.

***

Seconda Era, Anno 1309, Primavera.

Abbiamo sbagliato a concludere che mio fratello avrebbe deciso di espellere lo Spirito dai corpi.

O forse non hanno fatto in tempo.

Abbiamo ormai decimato il loro esercito e ho avuto il piacere di porre fine all'esistenza di mio fratello e della sua sposa.

Non avevo preso in considerazione che le figlie sarebbero riuscite a scappare, ma poco importa: sono troppo giovani e inesperte per comandare le armate rimaste.

Sterminare gli ultimi Elfi Raminghi non sarà difficile.

***

Seconda Era, Anno 1399, Inverno.

L'Imperatore è caduto in battaglia.

Non mi aspettavo che la stratega figlia di traditori scendesse sul campo di battaglia insieme ai suoi poteri distruttori e raggiungesse l'Imperatore.

È stata una battaglia ad armi pari. Come pensavo, coi i suoi poteri divisi tra due persone, lo Spirito del Fuoco Azzurro è potente quanto la Fiamma di Laudar.

Pensavo che l'Imperatore l'avrebbe battuta con la sua esperienza, ma così non è stato e quell'assassina spietata ha approfittato della confusione per ritirarsi con le sue truppe senza riportare troppi danni.

Ammetto di averla sottovalutata.

Domani, però, sarà un nuovo giorno per la Città del Fuoco. Con la morte di mio padre e la mia incoronazione, Mitfeld diverrà la Città Bianca e gli Elfi Raminghi avranno le ore contate.

Lesse quelle pagine velocemente, dando importanza a quei periodi che sapeva essere stati di svolta per la Guerra, senza dimenticarsi di controllare che non arrivasse qualcuno dal corridoio

Lesse quelle pagine velocemente, dando importanza a quei periodi che sapeva essere stati di svolta per la Guerra, senza dimenticarsi di controllare che non arrivasse qualcuno dal corridoio.

Scoprì che gli eventi importanti non erano affatto come li aveva studiati; l'attuale Imperatore aveva deciso di alterare le vicende, ma non riusciva a comprendere il motivo.

«Irien, questa è pura follia!» Restituì il libro con mani tremanti «Tutti questi eventi non compaiono da nessuna parte.»

Irien fece per rispondere, ma venne interrotta dall'arrivo di una guardia, così, si alzò in volo e scomparve, lasciando solo il proprio custode.

La porta della cella si aprì e Thyus si voltò di scatto.

«Andiamo, tocca a te» disse la guardia con tono distaccato.

Thyus raggiunse la porta e si sentì afferrare per una spalla dal carceriere.

Percorsero il cupo corridoio in silenzio, accompagnati dal rumore delle chiavi che sbattevano sulla gamba della guardia a ogni passo. Un vento gelido proveniente dalla tromba delle scale in fondo al corridoio li investiva mentre avanzavano.

Lo condusse in una piccola stanza arredata con una scrivania e due sedie, illuminata da una minuscola finestra. Chiuse la porta e diede un giro di chiave.

Thyus si sedette e aspettò che la guardia facesse altrettanto.

Il carceriere lo scrutò in silenzio, per un tempo che al mago parve interminabile, prima di prendere la parola.

«Cosa ci faceva un apprendista nella sezione Platino nel bel mezzo della notte?» ringhiò.

«In realtà io non-»

«Dove hai nascosto quello che hai rubato?» lo interruppe «Che cosa hai rubato?» si alzò, minaccioso, dalla sedia e aspettò una risposta. Dietro di lui, un corvo, che Thyus riconobbe essere il proprio Animale Spirituale, si posò sulla finestra. Un'idea attraversò la mente del mago per liberarsi dai guai.

"Evidentemente, ancora non hanno finito di fare l'inventario della sala, quindi non sanno cosa ho preso. Spero solo che Irien riesca a capire il mio piano."

«Deve esserci stato un errore» disse Thyus, cercando di parlare con un tono convincente «Io non ho rubato nulla. Volevo leggere dei libri di magia per accrescere la mia conoscenza, ma sono stato arrestato prima che potessi trovare ciò che cercavo.» La guardia lo scrutò, cercando di capire se quello che stava dicendo fosse la verità.

«E sono un mago a tutti gli effetti, non un apprendista» puntualizzò Thyus, rompendo il silenzio. Irien volò via.

"Spero che abbia capito" pensò Thyus.

«Lo so che menti, abbiamo visto il tuo Animale Spirituale portare via un libro. Dimmi dove lo hai nascosto» ringhiò «E sei troppo giovane per essere un mago di classe Argento.»

Thyus sbuffò, esasperato. Non era di certo la prima volta che lo scambiavano per un apprendista, data la sua età. Sembrava che tutti ignorassero la spilla argentata che portava al petto.

«Più menti, più è difficile che tu esca domani da qui. È palese che tu abbia rubato quella spilla per spacciarti per qualcun altro.»

"Non è possibile!" Thyus stava per perdere la pazienza. Se c'era qualcosa che non sopportava, era proprio non essere preso sul serio quando si trattava del suo status di mago.

«Per l'ultima volta» cercò di trattenersi, ma il tono della sua voce iniziò ad alzarsi «Sono un mago di classe Argento. Il mio nome è Thyus Bruck, ho ventun anni e provengo da Loder. Se non mi crede può controllare l'albo magico.»

La guardia, scocciata per non aver ottenuto le risposte che voleva, fece alzare il mago e lo condusse nuovamente alla sua cella.

«Non parli con me, confesserai all'Imperatore domani.» Chiuse la porta sbattendola e lo lasciò da solo.

Thyus si sedette per terra e aspettò il ritorno di Irien, che non tardò ad arrivare. Vedendola, il mago raggiunse la finestra e la salutò, passando le dita sulle piume della testa. 

«Il libro?»

«È al suo posto, in biblioteca.» Thyus tirò un sospiro di sollievo «Non è stato facile con tutte le guardie che hanno mandato a controllare.»

«Irien, tutta questa faccenda è strana» Thyus fremeva «E domani verrò interrogato dall'Imperatore in persona; l'unico Mago Bianco di classe Platino ancora in vita, in grado di vedere una menzogna ancora prima che venga detta. Sono in guai seri!»

«Se solo ci fosse un modo per farti uscire da qui...»

«Ho come l'impressione che tu abbia un'idea.»

«È un azzardo, ma credo che valga la pena provare. La frase di augurio sul pugnale deve essere magica. Non avevi l'arma, ma abbiamo visto il fuoco azzurro comunque, pur non sapendo della sua esistenza. Mi chiedo se la magia abbia un effetto differente in base a chi la recita e a quanto sappia su di essa.»

«Pensi che se dicessi quella frase un'altra volta mi potrebbe liberare da qui?» Thyus era perplesso.

«Non ne sono sicura, ma è un rischio che dovresti correre. La frase parla di protezione, dopotutto. Nella peggiore delle ipotesi, vedremo solo il fuoco delle lanterne cambiare colore per un attimo.»

Thyus annuì. Irien aveva ragione, se c'era una piccola possibilità che recitare l'augurio lo avrebbe salvato, doveva almeno tentare. 

«Che il Fuoco Azzurro ti protegga.»

Un bagliore azzurrino illuminò la cella, comparvero davanti al mago le tre rune incise sul pugnale. Lingue di fuoco azzurro lo circondarono e i tre simboli si unirono in una pallina di luce celeste, che rimase sospesa a mezz'aria per qualche secondo prima di avvicinarsi a lui e attraversare il suo corpo all'altezza del cuore.

Thyus si sentì travolgere da un calore fuori dal comune, che lo costrinse a inginocchiarsi. Dopo qualche secondo, il calore cessò, permettendogli di respirare. Le lingue di fuoco si allontanarono da lui, congiungendosi e aprendo una breccia nella parete.

Il bagliore azzurro si spense, lasciando Thyus confuso e ansimante a terra. 

Irien si avvicinò al proprio custode, preoccupata. 

«Che cos'è stato?» chiese Thyus a fatica. 

«Non ne ho idea, ma dobbiamo sbrigarci. Con quella luce e il rumore della parete aperta, le guardie non tarderanno ad arrivare.»

Il rumore metallico delle armature dei soldati in corsa, infatti, raggiunse le loro orecchie poco dopo.

Thyus si alzò a fatica e iniziò a correre, nonostante il dolore al petto. Uscì dalla cella e seguì Irien, che, avendo sorvolato più volte la zona, sapeva quale strada li avrebbe condotti in un luogo sicuro.

I soldati dell'Imperatore lo avvistarono subito e iniziarono a inseguirlo. Nonostante le armature, si muovevano agilmente a velocità sostenuta.

"Se esco vivo da qui, inizio ad allenarmi" si promise Thyus, che sapeva fin troppo bene di essere lento e senza forze.

Irien indicò a Thyus di imboccare una piccola stradina che si trovava alla loro destra e, una volta svoltato l'angolo, si fiondarono in un vicolo cieco, che pareva essere il retro di una taverna, e si nascosero dietro alcuni barili di birra, facendo perdere le proprie tracce.

Thyus si slacciò la casacca e osservò il punto nel quale la pallina di luce lo aveva attraversato: una bruciatura illuminata di blu segnava il punto nel quale era entrata.

«Non ho mai visto nulla del genere» osservò Irien «Possiamo riposare un po', se ne hai bisogno, ma dobbiamo muoverci in fretta se vogliamo uscire dalla città.»

«Stai tranquilla, possiamo sempre usare la magia» rispose Thyus, tranquillo, fino a che non si ricordò che tutti i suoi effetti personali, compreso il bastone magico, erano stati sequestrati «Oh Spiriti, non usciremo mai da qui.»

Aspettarono che calasse la notte prima di tentare di fuggire

Aspettarono che calasse la notte prima di tentare di fuggire.

Per loro fortuna, il proprietario della taverna non aveva ancora avuto bisogno di nuovi barili di birra, ma sospettavano che sarebbe stato solo questione di tempo.

Durante l'intero pomeriggio, molte guardie di Mitfeld erano passate per le vie, chiedendo ai passanti se avessero visto un ragazzo dai capelli neri e dagli occhi scuri, di cui uno livido, accompagnato da un corvo parlante.

Tutta la città era alla loro ricerca -Thyus sospettava chi ci fosse una taglia sulla sua testa- e nessuno si sarebbe fermato.

Stanco di stare seduto, Thyus decise di tentare la fuga.

«Qual è il piano?»

«Raggiungiamo le mura, recito la frase e spero che si apra un altro varco» spiegò al corvo «Il problema maggiore è arrivare alle mura senza essere scoperti.»

«Ci sono strade poco frequentate che possono portarci fino a lì, ma se anche una sola guardia ci nota siamo finiti.»

«Ce la faremo» rispose Thyus, fingendo sicurezza.

Irien si alzò in volo e raggiunse i tetti; il cielo buio l'aiutava, come sempre, a mimetizzarsi.

Percorsero strette strade di ciottoli, nascondendosi, di tanto in tanto, in bui vicoli ciechi non appena sentivano qualcuno avvicinarsi. Impiegarono il doppio del tempo a raggiungere le mura, ma, per fortuna, arrivarono senza essere scoperti.

Nascosti dietro a un cespuglio, Thyus e Irien erano pronti a fuggire; pregarono gli Spiriti perché funzionasse.

Il mago, ancora una volta, recitò la frase.

La bruciatura iniziò a brillare e acquistò calore. Qualche secondo dopo, una palla di fuoco azzurro scaturì da essa e colpì il muro, aprendo un varco.

Thyus e Irien si scambiarono uno sguardo esterrefatto e fuggirono dalla città, addentrandosi nel bosco.

Alcune guardie accorsero sul luogo dell'esplosione, ma non trovarono nessuna traccia dei ricercati.

Alcune guardie accorsero sul luogo dell'esplosione, ma non trovarono nessuna traccia dei ricercati

In due luoghi differenti e lontani fra loro, due elfi osservavano la stessa scena.

Un bagliore azzurro, un'esplosione. Il ricordo di anime perdute.

Lo stesso pensiero li attraversò; la Guerra non era mai finita.

«Il Fuoco Azzurro è vivo.»

  
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