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Autore: Zomi    12/01/2020    2 recensioni
A fine agosto Sanji aveva realizzato il suo sogno.
Con sguardo fiero e sigaretta fumante che pendeva dalle labbra, fissava l’interno del suo locale animarsi con la luce mattutina, in attesa dei clienti ormai diventati fissi dal non troppo lontano giorno in cui aveva inaugurato la sua pasticceria.
*Fanfiction contenete coppie strane. Il Forum consiglia la lettura a un pubblico con un alto tasso di sospensione dell'incredulità. Può presentare tracce di latte e frutta a guscio*
{FanFiciton partecipante al Crack&Sfiga Ship's Day indetto dal Forum FairyPiece}
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Sanji, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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-E tu Sanji?-
La domanda ciclicamente riprendeva vita, venendo posta con assoluta innocenza che mal celava la preoccupazione sentimentale di chi la poneva.
E ciclicamente, Sanji replicava con la medesima risposta: un sorriso, occhi socchiusi e un’alzata di spalle.
Questa era la sola risposta che lo chef dolciario offriva al quesito riguardo la sua situazione amorosa.
Perchè tutti se lo chiedevano dopo averlo visto aiutare Niji a strutturare una proposta matrimoniale decentemente romantica per Cosette, tra rose di pasta di zucchero e fili di caramello.
Tutti si chiedevano se Sanji avesse o meno trovato la persona giusta, mentre istruiva Dellinger su come presentarsi ai padri -si due!- di Sugar e piacere loro, vietandogli di assaggiare in anticipo la Black Bisciuts preparata come dono per i suoceri.
La clientela fantasticava sulle romaticherie che il biondo ordiva per la sua bella, mentre quello studiava Pudding dopo la rottura con Ichiji, e sopportava la presenza del gemello Yonji, in paziente attesa che la cioccolatiera si accorgesse di lui, sospirando sulle bollenti fette di Linzer Torte.
Ace resisteva alla narcolessia, chiedendosi se la Tarte au cintron Meringuée fosse stata proposta con altrettanta delicatezza ad altre donne oltre che a miss Hancock. 
Magari senza gli occhi assassini del consorte Mihawk annessi.
-E tu Sanji?- chiedevano vedendolo servire friggicolanti Cappiddruzzi ad una piangente Sadichan, dopo l’ennesimo rifiuto dei suoi sentimenti da parte di mr Magellan.
Un sorriso, occhi socchiusi e spalle alzate prima di tornare al suo lavoro.
Sanji rispondeva sempre così, servendo Sospiri di Noci e sorvolando sulla domanda.
-E tu Sanji?- domandava Kayme, osservando il biondo ringhiare contro un energumeno di più di due metri e dalla folta sciarpa bianca, porgendogli una Victoria Sponge e ricordandogli che Ichiji ti aspetta per il thè delle cinque, vampiro mangia ciambelle a tradimento prima di sorriderle, chiudere gli occhi e alzare le spalle.
Sempre la solita risposta.
E poi erano inizate ad arrivare.
Bionde, more, alte, di media statura, tascabili, dolci, tenaci, inflessibili o tenere come pan di spagna.
Donne di ogni età ed etnia, di ogni sfumatura delle rose e dalle mille fragranze autunnali.
Donne tutte arrivate fin lì per lui! su invito di questo o quel cliente, da parte di Koala o della loro collega Ishley.
Cugine di Pudding o amiche di Marco.
Donne che arrivavano, chiedevano del bel Sanji, gli sorridevano e ricevevano in cambio un Tarte  Chouquette, con cui lo chef si concedava.
Una coccola per ognuna di loro, un complimento, una rosa di pasta di zucchero ma mai, mai, mai un appuntamento.
A volte alcune tornavano, determinate e pronte a conquistarlo, ma il biondo sorrideva, chiudeva gli occhi, alzava le spalle e regalava loro un nuovo anello di pate sablée con ganache montata e amarena.
Nulla di più.
 
 
 
 
Lo chef alzò gli occhi dal bancone frigo, richiudendolo ormai vuoto e posando l’ultima torta della giornata nella cella.
L’All Blue Pâtisserie era prossimo alla chiusura, e anche gli ultimi fidati clienti avevano lasciato da poco il locale.
Le luci del tramonto si mischiavano a quelle delle lampade interne del negozio, giocando con le sedie già sistemate sulle tavole, e le dispense a vetro vuote dei loro golosi tesori colorati.
Sanji si pulì le mani con uno straccio umido, contemplando il suo piccolo regno, voltandosi verso il laboratorio, per controllare le ultime lievitazioni per l’indomani, prima di fare ritorno a casa
Il rombo della moto interruppe la sua collaudata routine, facendogli alzare gli occhi sul nero e ruggente bolide che stava parcheggiando, con stridore di gomme e pesante odor di cherosene, davanti alla porta della pasticceria.
Le sopracciglia di per sè già arricciolate, si corrugarono interrogative: era quasi orario di chiusura, Pudding e Cosette avevano già staccato e non aveva appuntamenti per delineare torte per matrimoni o eventi particolari.
Chi poteva mai essere?
Con un’ampia falcata, il conducente del mezzo entrò nel locale nella stretta e attillata tuta sportiva da moto color antracite, fermandosi  al bancone dove si sfilò il casco integrale e nero che indossava.
Una fluente chioma di ricci coloro bistro scivolarono dal capo fin sulle spalline imbottite della giacca in flex tenax, accerchiando la pelle color grano di una liscia gola e due enormi occhi color granata.
-Bonsoir!- esordì in un trillo la donna, posando il casco sul bancone e sorridendo a Sanji.
-Buonasera- la studiò Sanji, sospirando.
L’ennesimo appuntamento al buio combinato da chissà quale sentimentale e impiccione cliente: quanto ancora doveva eludere la loro curiosità sulla sua vita privata?
A quante altre donne doveva, a malincuore e con rimorso mortale per la sua anima, rinunciare, reclinando il loro interesse basato su dettagli altrui e non veritieri?
Aveva sentito Sabo elogiarlo come il miglior galantuomo dell’intera città, a un’incauta amica di un’amica, di un’amica... di un’amica del biondo, che  forse si aspettava un principe e non di certo un pasticcere dopo tante lodi, e il sorriso tremulo che gli aveva rivolto aveva confermato la delusione provata.
A Sanji dispiaceva.
Dispiaceva per quelle dolci Dee: si aspettavano chissà chi, e invece trovavano lui.
Lui che, certo le trovava tutte meravigliose e degne di matrimonio, ma sognava ancora un amore nato dal caso e da Yue Lao e l’infinito filo rosso tessuto dal suo arcolaio, e non tramato solo dal suo collega Himeros, così fugace e affamante.
Non era nemmeno il primo incontro “casuale” organizzato alla chiusura del locale: i suoi fidati clienti stavano perdendo colpi.
Con sorriso mai stanco, il biondo si sfilò il grembiule, piegando il capo verso la nuova candidata.
-Il tuo nome?- chiese cortese, mentre la mora allungava gli occhi verso le poche torte rimaste nella vetrina.
Meglio chiudere in fretta l’incontro, eliminando ogni delusione o aspettativa.
-Je me appelle Viola- cinguettò quella presa alla sprovvista, sbattendo le ciglia e subito aggrottando la fronte -Stavi per schiudere il tuo negoscio?-
-Non ti preoccupare Viola- si addossò con un braccio al bancone, portandosi alle labbra la sua sigaretta di fine lavoro.
Non l’avrebbe accesa nel locale, ma sentiva la necessità di avere qualcosa sulle labbra mentre osservava la dolce creatura che mangiava con gli occhi i suoi ultimi dolci.
-Chi ti manda?- chiese, reggendosi il capo con una mano e affrontando l’argomento con tatto.
Non voleva illuderla, ma nemmeno rinunciare ad ammirare una Dea come lei nel suo locale.
Solo pochi attimi, poi le avrebbe detto che non era interessato e avrebbe ripreso a chiudere la pasticceria.
Scivolò con lo sguardo su Viola, chiedendosi chi fosse il nuovo Cupido: era quasi certo fosse stato Usopp a organizzare l’appuntamento.
O magari Coby?
-Il mio estomac- rise Viola, portandosi una ciocca di cioccolato fuso dietro un orecchio e voltandosi a guardarlo -Passo cui spesso e le parfum dei tuoi dolci mi hanno sempre attratto- riuscì a strappare un sorriso a Sanji -Ma solo aujourd'hui ho avuto tempo di fermarmi-
-Capisco- rise il biondo: non voleva dirgli il suo mandante.
Lo capiva: un altro buco nell’acqua per Ace e avrebbe perso chissà che scommessa con Koala.
-Perdonami Viola, ma sai non penso che...- 
-Vorrei un dolsce!- parlò decisa interrompendolo -Vorrei, vorrei…-
L’osservò pensarci, dita al mento e occhi rivolti al cielo, ad afferrare con la punta della lingua tra le labbra, il peccato di gola che tentava.
-Desidero…- tamburellò i polpastrelli sul mento -... una Passionata di Troia-
Sanji sgranò gli occhi.
-Una cosa?- sollevò il busto dal bancone, afferrando il suo ricettario accanto alla cassa: non aveva mai sentito quel dolce.
-Oh oui, è un dolsce poco famoso ma ha una histoire intéressé- tornò dal biondo, sedendosi su uno dei sgabelli, abbracciando il casco della sua moto -Pare che Paride regalò il dolsce a Elen di Troia, come primo pegno di amour- iniziò a raccontare entusiasta, mentre Sanji scartabellava le sue più preziose ricette.
Non la conosceva, non conosceva la torta che cercava Viola e la lacuna professionale andava colmata all’istante.
-Sai dirmi gli ingredienti?- si armò di carta e penna, martellando più volte il cursore della stilografica, guardando con estrema attenzione e professionalità la donna.
Viola corrugò la sua bella fronte, prendendosi il mento tra due dita.
-Quella della mia maman era magnifique- si illuminò, battendo le mani -La preparava per le feste, avec tutta la famiglia: è una tradizione!-
Sanji ridacchiò.
-Anche la mia- scosse il capo -Prepara la Zuppa Inglese e guai se oso proporre di portare un dolce alle cene di famiglia: rischiò di farla piangere!-
-Che animo sensible!- rise di cuore-Una volta a la mi maman portai un fleur, che le morì: nascose il cadavere di nuit perchè nessuno lo sapesse-
Il biondo sghignazzò, sedendosi dal suo lato del bancone, posando la penna accanto al block notes.
Gli venne naturale raccontare alla bella sconosciuta, ancora indiziata di possibile appuntamento al buio, di sua madre Sora e della sua scarsa abilità in cucina se non per l’appunto nella preparazione della Zuppa Inglese. Di come suo padre Zeff fosse costretto a tenere un estintore a portata di mano in cucina e delle intossicazioni alimentari della sua fanciullezza.
Scoprì presto che Viola, insegnante di danza di una scuola nel centro città appena arrivata da un’altro stato e dal forte accento della lingua natale, era altrettanto negata per la cucina ma adorava lavorare a maglia e si distingueva per un pollice verde dotato per i fiori.
Parlarono della città che abitava da poco, e di cui Sanji le indicò i luoghi più interessanti.
Dell’odio condiviso per le pubblicità invadenti dei programmi in tv, dell’amore per la primavera e di quanto mancasse ancora molto a quella bella stagione.
Parlarono del parco, in cui scoprirono di passeggiare a orari diversi, ma di cui amavano la fragranza di vita. Della pasta di cioccolato, morbida e dolce che si attaccava al palato e li faceva ridere nel tentativo di staccarla con la lingua.
Parlarono delle rispettive sorelle, dei maglioni pizzicosi di lana, dei miagolii innamorati dei quartieri in cui vivevano, della bellezza del cielo che si specchiava nelle pozzanghere.
Condivisero una torta di pasta di mandorle e mascarpone, mentre discutevano animatamente di un libro che nessuno dei due aveva letto, mentre le loro mani si sfioravano senza imbarazzo.
Parlarono della difficoltà della vita da single.
Parlarono come se lo avessero sempre fatto tra loro, come se condividere i loro sentimenti e pensieri più profondi o futili, fosse un’abitudine quotidiana che condividevano tra di loro da lustri interi.
Parlarono, fino a quando le luci dell’alba si mischiarono a quelle della pasticceria.
-... la moto est più velosce in città e poi posso parchesciarla ovunque- sorrise con la guancia premuta contro il casco Viola, le mani intrecciate con quelle di Sanji.
-Se vuoi- arrossì -Posso portarti a fare un sciro… domani?-
-Oh doma… oggi?- alzò gli occhi all’alba Sanji. Da quando la notte durava così poco?
-Oh, le matin- sfarfallò le ciglia Viola, scioccata dall’albeggiare -Non mi ero resa conto che… Sanji!- si allarmò e studiò lo chef preoccupata -Non hai dormito! E ora devi lavorare: c'est de ma faute! Je suis désolé, je suis désolé, je...!-
-Ti posso offrire la colazione?- bloccò la sua fiumana di parole, non riuscendo a trattenere le sue.
I meravigliosi occhi color miele di Viola si sciolsero, regalandogli l‘ennesimo sorriso della notte.
-Oui- sospirò -Devo ancora darti gli ingrédients del dolsce-
Sanji sorrise, si voltò verso la cella frigo e ne rubò una Persian Cake, che le porse a fior di dita.
-C’è tempo- tornò a sedersi -Mi stavi raccontando di tuo padre che non voleva che guidassi la moto giusto? Devo decisamente conoscerlo…-
L'All Blue Pâtisserie era aperto.









Angolo dell’Autore:
Si conclude qui la raccolta di coppie scoppiate, sfigate, crackate, inshippabili del mio personale repertorio. Ci sono tutte? No, nel mentre han filiato e ve ne sono altre ventordicimila, ma non c’era più spazio nè lettere dell’All Blue Pâtisserie per loro.
Potrei dire le mie impressioni, cosa ho provato nel scrivere la raccolta e nel vederla accolta… ma non sono il tipo.
Ringrazio invece chi ha seguito/ricordato/preferito la raccolta, che spero si sia conclusa come speravate, o che per lo meno vi abbia tenuto compagnia e strappato qualche sorriso.
Un grazie generoso a chi ha recensito, a chi ha supportato e chi ha sopportato.
Grazie di cuore, a chi resta e a chi lascia.
A presto spero.















 
   
 
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