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Autore: Bruiburiburi    13/01/2020    0 recensioni
Perché Revolution? Per la SwanQueen? No. Una fanfiction che vuole essere molto più di questo, che vuole essere una storia, il racconto di come la sceneggiatura
sarebbe dovuta essere se non fosse stata curata da autori con poca voglia di dare coerenza, di rispondere a domande che loro stessi hanno posto. Più che una fanfiction
una protesta, contro coloro i quali sono stati pagati per scrivere un racconto, per poi limitarsi a risposte come "non lo abbiamo fatto apposta". Perché Revolution?
Perché non avete mai seguito una coerenza, perché non pare esservi mai importato nulla della storia in se, perché non avete amor di racconto ma solo di portafogli.
Revolution e nemmeno troppo, perché questa è la storia come sarebbe dovuta essere. Come sarebbe stata. Perché tutto quello che io sto scrivendo lo sto basando su
cose scritte e attuate nel telefilm stesso. Darò io le risposte che voi non avete dato. Risponderò io la dove voi avete solo saputo alzare le mani senza nemmeno
fare un miserabile "Mea culpa". Peccato che io, come molti altri ragazzi talentuosi al mondo, non sarò pagata.
Ebbene questa è la mia risposta al vostro appoggiarvi mollemente sugli allori. Dimostrarvi che anche una nessuno da molto
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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       Allora, di solito non scrivo angoli off prima del capitolo ma stavolta è d'obbligo. Prima di subire un linciaggio per il ritardo a postare e per l'entità del capitolo mi giustifico in due modi. 1) non sono stata a casa per un lungo periodo, da ciò la mia lunga assenza. 2) e più importante questo è un capitolo di transizione con una montagna di flashback, mi rendo conto sia pesante e forse più noioso rispetto agli altri ma sono tutti tasselli necessari per poterli ricollegare poi dopo, con l'andare della storia, inoltre questo capitolo è scritto da tempo e non capisco perché non me lo segnava caricato, quindi è arrivato in ritardo nonostante fosse gia pronto, il lato positivo è che la parte due è già in stesura da tempo e per questo quasi pronta. Quindi se possibile sopportate questo capitolo e vi prometto che già dal prossimo ci saranno risvolti più interessanti. Enjoi it! :)                                                                                     
                                                                                                 CAPITOLO 4


Walking Rage (pt.1)

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Il rumore sordo, di un sasso che rotolava, riempì l'aria. Unica presenza in una strada altrimenti vuota di Storybrooke. Henry camminava a falcate lunghissime, le mani ficcate in tasca con veemenza, chiuse a pugno, tanto da tirargli la giacca sulle spalle. La solita sciarpa svolazzava sferzante alle sue spalle, sospinta dalla camminata impetuosa del ragazzo. Un ringhio rabbioso fuoriuscì dalle sue labbra, facendogli vibrare il petto, mentre raggiungeva di nuovo quel povero sasso. Caricò il piede all'indietro, e sferrò quello che ormai doveva essere il milionesimo calcio a quella pietra che si schiantò dura contro la gomma morbida delle sue scarpe da ginnastica.

< Stupido Pirata! > esalò, la voce traboccante di collera. Odiava profondamente quel momento, odiava quella situazione. Le parole di Killian ancora gli rimbombavano nelle orecchie, avvelenandogli di rabbia il sangue, che continuava a pulsare ferocemente. Mentalmente, Henry si maledisse. Si disse che avrebbe dovuto saperlo, avrebbe dovuto aspettarselo. Cosa si aspettava, alla fin fine, di tanto diverso, da Killian Jones? Che si spendesse per salvare Regina? Era inutile girarci intorno, Killian era sempre stato un egoista. Non aveva mai salvato praticamente nessuno, a malapena Emma, e per un motivo ben noto a tutti. Nessuno, invece, aveva mai voluto salvare Regina. A nessuno importava così tanto di sua madre. A parte lui, e, alla fine dei conti, Emma. Solo lei aveva voluto aiutarla, capirla. Fin dai tempi più bui, fin da quando le due donne si odiavano, e nonostante Regina avesse reso la vita di Emma un inferno. Come con Biancaneve prima di lei. Tuttavia, Emma non aveva mai ritratto la sua mano, quando Regina aveva avuto bisogno di afferrarla. Come la volta dell'incendio inscenato da Gold.

Flashback:

Un boato riempì l'aria, un'onda d'urto si rovesciò sui corpi di Emma e Regina, sbalzandole via come fossero scatole di cartone vuote. L'odore acre del fumo si sprigionò subito, e lo scrocchiare secco e crepitante delle fiamme riempì loro le orecchie. Entrambe si issarono sui gomiti, osservando, sgomente e spaventate, le fiamme che lambivano il posto a quasi un metro da loro. Emma si affrettò a rimettersi in piedi, gli occhi chiari illuminati da quell'incendio. Regina, colta dal fumo, cominciò a tossire, senza alzarsi. Una pesante sbarra in ferro era caduta sul suo ginocchio, con una violenza tale da ferirla. Emma, in piedi, prese quella sbarra e la scostò, buttandola via e liberando la gamba del Sindaco. Dunque si sbrigò a spostarsi, andando alle spalle di Regina, che ancora gemeva di dolore, a terra

< Presto, Andiamo! Dobbiamo uscire da qui! > esclamò la Salvatrice, allarmata. Ma Regina continuava a non riuscire a issarsi.

< Non riesco a muovermi! > replicò, vagamente in panico. Emma la guardò, la mano ancora allungata verso di lei. Si issò appena e guardò lungo le scale nell'unica via ancora illesa dalle fiamme.

< Deve farmi uscire! > continuò Regina, agitandosi < Mi aiuti > domandò ancora, allungando ora lei la mano verso Emma. La Salvatrice la guardò, per un secondo. Quasi stesse soppesando l'idea di lasciarla li, ricambiando quello sguardo scuro. Guardò poi ancora quel muro spaventoso di fiamme.

La sua mano era ancora giunta a quella di Regina, ma dopo poco, Emma prese a riscendere gli scalini dai quali Regina non riusciva ad alzarsi. Passò accanto alla donna, voltandole le spalle, e il Sindaco, nel panico, le afferrò un braccio con forza, portandola a voltarsi, cercando di impedirle di lasciarla li da sola.

< Vuole lasciarmi qui, non è vero? > domandò infatti, esplicando quel pensiero. In tutta risposta, con uno strattone, Emma liberò il braccio, e le voltò di nuovo le spalle, saltando un secondo dopo, fra le fiamme e il fumo, e sparendo dalla vista di Regina. Il sindaco la guardò sotto shock. Nel panico, più evidente. Si voltò e cercò di sollevarsi, facendo leva solo con le braccia, cercando di risalire quegli scalini. Ma non sarebbe bastato. Non fosse che la Salvatrice, non aveva affatto deciso di lasciarla bruciare viva. Una nuvola di aria e schiuma, di fumo diverso, agenti chimici tipici di un comune estintore, andarono a mangiarsi parte delle fiamme. Irrompendo nel luogo in cui ancora stava Regina, e abbassando notevolmente quel muro di fuoco, dalla parte in cui Emma era appena uscita. Regina si voltò stupita, tossendo appena nuovamente e cercando di dissipare tutto quel fumo. Tutto fu grigio per un istante. Grigio denso e totale, Regina non vide più nulla. La prima cosa che riuscì a mettere di nuovo a fuoco fu la figura di Emma, controluce, che ritornava indietro con un estintore in mano. La salvatrice andò spedita verso di lei, afferrandole la mano, e aiutandola a tirarsi su. Regina fece passare il braccio sulle spalle della bionda e Emma a sua volta le cinse la vita, per assicurarsi che non cadesse di nuovo, fungendo quasi da stampella umana. Senza nemmeno soffermarsi a guardarla, Emma partì spedita verso l'uscita. Regina invece, per un solo istante la guardò stranita. Zoppicando, e con la Salvatrice a sostenerla riuscì a uscire da quella porta maledetta e a fuggire da quell'incendio. Con un calcio Emma sfondò la porta gia rovinata dalle fiamme, E arrivarono sulla strada, sporche di fuliggine, coi polmoni brucianti per il fumo eccessivo, e la tosse che scuoteva entrambe. In una mano Emma reggeva ancora l'estintore, che poi lasciò cadere, quando pochi passi dopo, un nuovo eccesso di tosse la piegò in due. Regina le scivolò appena a sua volta, e posò la gamba lesa a terra.

< La caviglia! > si lamentò il sindaco < Poteva mettermi giù delicatamente! > continuò inveendo contro Emma accanto a lei, e reggendosi in malo equilibrio sul piede sano.

< Si sta lamentando del modo in cui le ho salvato la vita?! >replicò stizzita la bionda.

< I vigili del fuoco sono qui, non eravamo davvero in pericolo > sferzò ancora la mora, incapace di ringraziare la donna che tanto odiava. Emma cercò di riprendersi dalla tosse, e si fece appena avanti

< D'accordo > replicò all'indirizzo di Regina < In tal caso, se ricapitasse, sa che le dico? La salverei mille volte. Perché è quello che fanno le persone civili. Le persone buone > e, detto questo, se ne andò, voltando le spalle a quella donna crudele, e di nuovo scossa dai fremiti della tosse.

-End Flashback

Probabilmente sarebbe stato più semplice, per Emma, liberarsi della rivale in quel momento, probabilmente, anzi sicuramente, quello avrebbe fatto Killian, se fosse stato al suo posto. Ma sua madre, Emma, la Salvatrice, non lo aveva fatto. " La salverei mille volte ".

Henry continuò la sua camminata feroce, mentre la sua mente galoppava, e i ricordi, che quella mattina aveva spinto via per non risultare scontroso o antipatico, lo invasero. Ogni singola briciola, ogni buon motivo che potesse fargli detestare il pirata ancora di più era ben accetto. E si dava il caso che le occasioni in cui le sue madri si erano salvate a vicenda non fossero poche. Ogni singolo episodio era una goccia di fuoco nelle sue vene. Perché quel buono a nulla non poteva essere un pò più come loro? Perché una Emma che veniva vessata e maltrattata, alla fine quasi uccisa, da Regina, non aveva comunque mai esitato a salvarla, e invece quel maledetto Pirata non voleva muovere un dito?! E ancora altri mille esempi si stamparono a fuoco nella sua mente, alimentandolo. Quando le cose erano crollate davanti agli occhi di Regina, e tutti si sarebbero, di li a poco, dedicati al linciaggio. Anche li, nonostante quasi un anno di maltrattamenti, Emma non era rimasta ferma, non aveva lasciato che la cittadinanza arrabbiata andasse a vendicarsi fisicamente di Regina. Il ricordo affiorò prepotente. La sua vocina, ancora esile per via dell'età, impegnata in una preghiera, gli inondò le orecchie.

Flashback:

< Ha ragione, Vi prego! È pur sempre la mia mamma > Henry si rivolse ad Emma, che a sua volta si soffermò a guardarlo. Un piccolo sospiro interiore, mentre la Salvatrice sollevava gli occhi su i suoi genitori davanti a lei, e agli altri amici.

< Noi dobbiamo fermarli > sentenziò, decisa e diretta. Mary Margareth scambiò un occhiata profonda con la figlia, mentre David si voltò prendendo a parlare con gli altri del gruppo.

< Se la magia è arrivata fin qui, Regina potrebbe aver riavuto i suoi poteri... > ragionò, posando poi di nuovo i suoi occhi su Emma. Lo sguardo del principe scivolò ancora indietro, sulla folla che correva inferocita e imbestialita. < E per loro sarebbe la fine > concluse. In un lampo di consapevolezza, Mary Margareth e David si guardarono, un filo di allarme sospeso tra di loro. Avevano conosciuto bene Regina e i suoi incredibili poteri. Un ultimo cenno d'intesa, e tutti assieme si misero a correre, a rotta di collo, verso la casa assediata del Sindaco.

Nel frattempo, davanti all'uscio bianco e immacolato della dimora di Regina, la folla si era ammassata. Il dottor Whale diede tre forti botte sul legno chiaro, bussando con violenza.

< APRI! > Whale si spostò verso l'oblò a vetri accanto alla porta. < Apri, o veniamo a prenderti! > altri tre forti colpi scossero la porta, che subito dopo si aprì. Regina apparve, un sorrisetto sulle labbra

< Come posso aiutarvi? > domandò, vagamente sarcastica. Whale s'innervosì ulteriormente

< Quel sorrisetto, ti abbandonerà presto Regina. Ci hai portato via tutto, e adesso.. > cominciò, ma Regina lo interruppe.

< Cosa? > domandò, senza mostrare il minimo tentennamento, davanti alla furia dell'uomo. < Siete venuti ad uccidermi? > continuò senza timore.

< Alla fine...ma prima devi soffrire > replicò con veemenza e odio Whale. Regina non indietreggiò, al contrario si fece avanti. Spintonò con una mano il dottore

< Ascoltare te è stata una sofferenza sufficente per tutti > rispose la donna, spintonandolo ancora una volta abbastanza da farlo indietreggiare per un bel pezzo. Dunque il Sindaco si rivolse al resto della folla < D'accordo popolo. Volevate vedere la vostra Regina? Bene miei cari.. > Regina prese a scendere i pochi scalini, in maniera minacciosa verso le persone li presenti.

< Lei... è... QUI! > con sicurezza, Regina provo a richiamare il suo potere, tentando di slanciare un attacco dalle sue mani. Ma nulla scaturì da esse. La folla fece per ripararsi, ma non accadde nulla. Lentamente presero a risollevarsi, Regina parve interdetta. Felici i cittadini presero a rumoreggiare < Non ha funzionato! > < Non ha poteri! >

Regina si osservò le mani < Cosa?... > mormorò fra se. Prese a indietreggiare, mentre la folla si faceva avanti sotto il grido generale di < Prendiamola!! >. Whale si fece avanti, riprendendo il capo del gruppo, e afferrandola con forza. La mandò a impattare contro una colonna.

< Dove eravamo rimasti? > domandò sornione. Fece per portarle le mani al collo.

In quel momento Emma e gli altri arrivarono. La salvatrice si fece largo fra la folla a spintoni.

< FERMATI! > strillò, avanzando a falcate verso Whale.

< Lasciala! LASCIALA! > con prepotenza, Emma scostò le ultime due persone dalla sua via, e afferrò il braccio del dottore, cercando di strattonarlo via. Whale mollò la presa

< E perché dovrei?! > le domandò, visibilmente in collera. Emma non si fece intimorire e lo fissò negli occhi, con forza.

< Perché sono ancora lo sceriffo > replicò secca. David accorse a darle manforte. < E perché è lei che vi ha salvato > aggiunse. La folla non smise di rumoreggiare, e allora anche Mary Margareth rincarò, tra le braccia un Henry che guardava la scena dispiaciuto.

< E perché a prescindere da cosa ha fatto Regina, niente giustifica un linciaggio! > esclamò. Henry guardò Emma, la muta speranza negli occhi che la sua mamma salvasse Regina. La salvatrice si rivolse ancora a Whale

< Qui non si uccide la gente > aggiunse. Ma Whale non pareva voler mollare

< Ma noi non siamo di questo mondo > replicò ancora.

< Ora però ci vivete > rispose a tono la Salvatrice. David si fece avanti, la pazienza al limite

< Ok Whale, smettila > Gli scostò con un colpo il braccio, mettendosi fra lui e Regina.

< Giù le mani! > si lamentò il dottore. < Non sei il mio principe > aggiunse, faccia a faccia con David. Regina lanciò uno sguardo in quella direzione, mentre David si accigliava. < Ma tu chi sei? > chiese.

Whale non si rispose, ma la folla era ormai protesa verso Emma, Mary Margareth e David, e convinsero tutti a lasciargli portare Regina in prigione, senza ferirla.

-End Flashback.

Non aveva esitato, nemmeno quella volta. Nemmeno davanti alla tentazione di veder linciare la sua più grande nemica Emma aveva ceduto. E così Davi, così Mary Margareth. Nessuno di loro aveva permesso di farle del male. Avevano dimostrato coraggio, bontà d'animo. Avevano dimostrato di essere persone migliori di quanto Killian Jones avrebbe mai potuto essere. Un piccolo raggio di speranza si accese nel suo petto a pensare che, probabilmente, anche i suoi adorati nonni erano dalla sua parte per il piano di andare a salvare Regina negli inferi. E anche quella volta, che Emma lo avesse fatto per lui o meno, non importava. Lo aveva fatto perché era la cosa giusta, perché non era una vigliacca, ne' un'egoista. Altri calci, altro rumore di quel sasso che rotolava inerme, unico sfogo per la sua rabbia galoppante. Lui, rapito, nemmeno sapeva dove fosse diretto. Le immagini continuarono a scorrere dietro i suoi occhi. E nuove ondate di rabbia calda lo invasero quando fu il turno di ricordarsi delle cose buone che aveva fatto Regina. Perfino la sua mamma adottiva, rimasta crudele e spietata per anni, aveva lentamente cambiato il suo mondo interiore. E Henry ricordava, ricordava tutto, come fosse successo solo il giorno prima. Ricordava il volto di sua madre, trabboccante di lacrime, mente gli diceva che lo avrebbe lasciato andare, lo avrebbe lasciato di libero di stare con David, se era quello che voleva. Una pugnalata in pieno stomaco per lui, in quel momento. Il ragazzo rallentò il passo, piegandosi leggermente sotto una fitta di sofferenza quasi fisica. Riprese ad accellerare subito dopo, la mascella contratta e nuovo fuoco nelle vene. A pensarci bene, perfino le loro magie si erano sempre alimentate a vicenda. Anche quando ancora Emma non era consapevole dei suoi poteri...un cappello a cilindro nero, si posò sul fondo dei suoi occhi chiari e vitrei, mentre un nuovo ricordo lo inghiottiva.

-Flashback:

La situazione era critica, nel peggiore dei modi possibili. Una figura nera, oscura, la stessa che pareva aver marchiato l'anima di Filippo nell'altro mondo incombeva su di loro. Mary Margaret, David, Emma e Regina erano intrappolati in quella stanza cercando di combattere quell'entità. Con foga David brandì davanti a se una scopa infuocata, usata a mo' di torcia. La creatura parve spaventata da quel fuoco, ma il principe non riusciva comunque a farla demordere. Nel frattempo, Mary Margaret aveva organizzato una difesa, lasciando colare del liquido infiammabile.

< David! > urlò Mary Margaret. Il principe si voltò, e non ebbe bisogno di ulteriori spiegazioni dalla moglie. Si avvicinò velocemente e diede fuoco a quel liquido, creando un muro di fuoco fra le tre e la creatura, ma lasciando se stesso a fronteggiarla. Regina, a terra nel tentativo di far funzionare il cilindro si voltò a guardarlo.

< Veloce! > gli strillò David di rimando. Regina si volse di nuovo. Fra le sue dita, sostavano i lembi di un cappello nero, a cilindro. Il buco di esso pareva guardarla con aria ammonitrice. La sua magia era poca, e rarefatta e quel cilindro, che in realtà poteva diventare un vero e proprio portale, non funzionava, lei non stava riuscendo ad attivarlo. Eppure era vitale che lo facesse, o il loro piano di spedire quella creatura nell'altro mondo non sarebbe mai andato a buon fine. E sarebbe stata lei a pagarne le conseguenze.

< Non funziona! > replicò, allarmata. David continuava a combattere, con tutte le sue forze, sferzando la scopa infuocata con energia, mentre quella continuava ad attaccare con sempre più ferocia. Emma lanciò uno sguardo verso suo padre, preoccupata, per poi riabbassarlo su quel cappello inerme. La situazione andava aggravandosi e loro parevano non riuscire a trovare una soluzione.

< Non sta funzionando! > continuò Regina, una nota di disperazione nella voce, mentre con la coda dell'occhio lanciava uno sguardo alle sue spalle, dove stava Emma. Mary Margaret intanto, guardva impotente suo marito sfidare quel mostro. Emma si abbassò appena nella direzione di Regina.

< Qual'è il problema? > le domandò, la voce alta a cercare di sovrastare il trambusto.

< La magia...è diversa qui > replicò Regina, continuando a osservare quell'ostinato vuoto immobile che si vedeva dentro il cilindro. Emma si voltò di nuovo verso il padre, preoccupata. David non demordeva intanto

< Sarebbe il momento giusto! > strillò ancora il principe. Ma quel cappello restava immobile, e Regina non sembrava poterci fare nulla. Intanto il ruggito di quella creatura si levava ancora più alto e minaccioso.

Emma strinse i denti, nervosa. Si abbassò vicina a Regina, Allungò una mano e la strinse attorno al braccio del Sindaco. Forse per sotenerla, forse solo per incitarla.

Fatto fu che quel cappello, prima inerme e patetico, si risvegliò immediatamente. Un vortice viola fuoriscì da quel buco prima nero e fondo. Il cilindro prese a girare e vorticare velocemente, aprendo finalmente quel portale.

Emma e Regina si guardarono, per un istante...

Ma David nel frattempo ebbe infine la peggio. La creatura lo sbalzò via e infine si diresse veloce verso Regina, di spalle ancora in piedi davanti al portale. Ma lo sguardo di Emma fu più veloce, e fece in tempo a vederlo.

Non ci fu tempo per pensare, non ci fu tempo per nulla che non fosse puro istinto.

< REGINA! > urlò la salvatrice. Saltò in avanti e spinse via la donna dalla traiettoria di quel mostro, salvandola, una nuova volta, in un impeto di istinto. Riuscì a scostarla e a far cadere la creatura nel portale. Ma quella non ne volle sapere di lasciarli senza ulteriori problemi. Così, con un ultimo attacco, trascinò Emma con se.

-End Flashback-

Il battito cardiaco di Henry, smise per un istante di trottare furioso, mentre si accigliava appena. Tralasciando per una volta l'ennesimo salvataggio di Emma, a favore di Regina, ignorando il fatto che abbia di nuovo sacrificato se stessa per proteggere la vita di sua madre adottiva, e stavolta senza necessità di nessuna preghiera da parte sua, suo figlio, e senza il bisogno di dimostrarle come le persone buone si comportino. Mettendo da parte questi dettagli, una cosa comunque non tornava: Quel tocco. Quel singolo gesto, la mano di Emma sul braccio di Regina, e la magia che finalmente esplodeva, forte e prepotente, In un momento in cui, per altro, la sua mamma biologica nemmeno sapeva di possedere dei poteri magici dentro di se.

Buffo.

Come potevano le loro magie alimentarsi a tal punto? In maniera così forte. E poi quel gesto, e quel salvataggio...Così spontanei. Henry sentiva come se ci fosse un collegamento tra quei due elementi, c'era qualcosa, di opaco, sullo sfondo di quei ricordi, qualcosa che non riusciva a mettere ancora a fuoco. Era solo una sensazione per il momento. Ma cosa era?

C'era solo un modo per scoprirlo: I suoi ricordi.

La sua mente si fece più analitica, mentre una nuova ondata di memorie lo attraversavano.

Regina, in cambio, per una volta non era rimasta indietro. Con curiosità Henry si soffermò con la mente al momento in cui, per lui, aveva salvato non solo Emma ma addirittura Mary Margaret, di ritorno dalla Foresta Incantata. Di nuovo una sua preghiera gli risuonò nelle orecchie, disperata, la vocina esile...

-Flashback:

Il pozzo, minaccioso, vorticava furioso, con il vedre denso di un incantesimo a scuoterlo. Tremotino e Regina sostavano davanti ad esso, gli sguardi malevoli puntati su di esso. Non sarebbero tornate. Ne Emma ne Biancaneve. Mai più. E nel tentativo di attraversare la breccia avrebbero perso la vita. Ma proprio in quel momento, Henry arrivò, correndo come poteva sulle sue gambe ancora di ragazzino.

< Mamma! > la chiamò. Regina si voltò immediatamente verso di lui. Uno sguardo allarmato e preoccupato si dipinse sul volto del sindaco, inizialmente. Henry, piano piano, capì. Come sempre aveva fatto, ricollegando i pezzi.

< Ma...tu non vuoi aiutare Emma e Mary Margaret > commentò, osservando ora quel pozzo minaccioso. Regina si abbassò appena verso di lui.

< Io voglio aiutare te, Henry > replicò con sicurezza la donna.

< Ma di che stai parlando?! > chiese ancora il bambino, l'allarme crescente nel suo animo. Ruby, intanto, arrivata con Henry concluse l'intuizione del piccolo.

< Vuoi ucciderli vero? > domando, gli occhi spalancati. Ma Tremotino non era evidentemente intenzionato a farsi fermare da niente e nessuno

< Scusami cara > disse solo, e con un solo gesto della mano fece volare via Ruby, che svenì. Henry osservò il tutto atterrito per poi rivolgersi di nuovo a Regina.

< Mamma, ma che stai facendo? > le chiese sempre più allarmato. Regina non si scoraggiò e si fece più vicina al figlio.

< Devo impedire che Corah, attraversi il portale...tu non hai la minima idea, di quello che ci farebbe > replicò, il tono accorato, preoccupato. Ma Henry non avrebbe accettato quella scusante, e non si lasciò piegare.

< Emma e Mary Margaret riusciranno a sconfiggerla! Attraverseranno loro il portale > disse, la vocina esile da bambino, ma sicura come non mai. Tremotino decise di intromettersi.

< Tua madre ha ragione, arriverà Corah! > rispose al piccolo.

< No voi...vi sbagliate...il bene sconfigge sempre il male.. > e, mentre parlava si volse lentamente di nuovo verso sua madre. < dovresti saperlo meglio di chiunque altro > concluse, lapidario. Regina lo guardò, per un istante, prima di abbassarsi all'altezza dei suoi occhi chiari.

< Quello che so, è che mia madre distruggerà tutto quello che amo di più > replicò, decisa. < Quindi anche te > aggiunse all'indirizzo di suo figlio.

< E io non posso permetterlo > concluse.

Ma dall'altra parte andava esattamente come detto dal piccolo Henry. Emma e Mary Margaret avevano sconfitto Corah, e si apprestavano a tornare a casa, tramite il portale.

Dall'altra parte, Henry, disperato, si tuffò in avanti, verso quel pozzo maledetto in cui gorgogliava ancora quell'incantesimo sinistro. Ma Regina lo abbrancò circondandolo con le braccia, e lo fermò.

< Non puoi!! > esclamò il bambino, divincolandosi. < Fermati! > continuò. Ma Regina non accennò ad allentare la presa, ne a cambiare i suoi piani. < Non puoi.. > Henry fisso il pozzo, li davanti a lui.

< La ucciderai! > continuò imperterrito. < Ti prego! > il bambino cominciava ad affannare ma non smetteva di lottare, contro quella stretta e contro quella situazione. Il pozzo riluceva di un verde sempre più potente e abbagliante, l'enorme vortice al suo interno pareva ogni minuto più minaccioso. Henry continuò la sua battaglia

< Riusciranno ad attraversarlo.. > esclamò dibattendosi < DEVI FERMARTI! > urlò, dando sfogo a tutta la frustrazione accumulata.

< Così le ucciderai! > continuava a ripeterlo, come un mantra. Ma ciò diede i suoi frutti. Con un ultimo strattone, più violento degli altri, il ragazzino riuscì a liberarsi dalla stretta di Regina, e corse avanti, verso quel pozzo maledetto. La donna gli corse dietro. Nel momento il cui lui toccò la pietra di quel pozzo Regina lo ragiunse e lo tirò indietro.

< HENRY! > strillò, preoccupata, allontanandolo a distanza di sicurezza. Lo strinse per le braccia e frappose di nuovo se stessa fra il bambino e il pozzo. Fuori di se dall'angoscia Regina lo fisso, bassa alla sua altezza. < Che cosa stai facendo? > gli domandò il sindaco. < Emma e Mary Margaret attraverseranno il portale! Io lo so...avevi detto che volevi cambiare...essere migliore > rispose il piccolo, occhi negli occhi con sua madre adottiva. Regina lo fissò mentre diceva quelle parole, gli occhi bruni preoccupati, quasi dispiaciuti. Il suo sguardo si accigliò appena, le parole di Henry avevano fatto centro, come un dardo dritte al cuore della donna. < Ora puoi farlo... > continuò Henry accorato

< Tu vuoi che abbia fede in te? Allora abbi fede, in me > concluse.

Una lacrima solcò il viso di Regina, silenziosa, nonostante la donna non avesse cambiato sguardo. Henry abbozzò un sorriso. Regina agì lentamente. Prese ad issarsi, lasciando scivolare via le sue mani dalle spalle del figlio, ma senza smettere di guardarlo. Si voltò verso il pozzo, e camminò incontro ad esso.

< Regina! > provò a fermarla Gold. Ma lei non si fermò. Arrivò sino a quella pietra e a quel vortice verde, ci guardo dentro, dunque stese le mani sopra quel buco abitato dall'incantesimo, e prese a richiamarlo. L'incantesimo prese a confluire verso le sue mani aperte, in maniera forte e violenta, scuotendola da capo a piedi, come elettricità. Infine, le sue braccia si spalancarono, mentre l'incantesimo confluiva in lei da ogni parte della sua figura. Gold si accigliò, Henry fece un passo indietro, spaventato. Un ultimo lampo, uno scossone talmente violento, che Regina venne sbalzata via, finendo a doversi aggrappare a l'albero vicino. Henry la guardò preoccupato, poi volse i suoi occhi al pozzo, che però gli restituì uno sguardo silenzioso. < NO! > corse incontro a quel maledetto ammasso di pietre. Regina, da terra, si voltò a guardarlo, ancora affannata < Mi dispiace, Henry, mi dispiace. > gli disse, addolorata. Il bambino non staccava lo sguardo dalla struttura, mentre le lacrime spingevano brucianti contro i suoi occhi. Regina era a sua volta in lacrime. Ma poi...Una mano. Una mano si chiuse sul bordo di quel buco nero. Poi due. E infine Emma si issò da quel pozzo e ne uscì illesa. Henry la guardò quasi icnredulo < Mamma? > esalò il piccolo. Mary Margaret uscì subito dopo, raggiungendo la figlia a terra. Emma inquadrò il bambino < Henry!! > esclamò < MAMMA! > strillò di rimando il bambino correndole incontro e tuffandosi fra le sue braccia spalancate. I due si strinsero forte in un abbraccio.

< Mi sei mancato! > disse Emma al figlio, con un sospiro di sollievo

< Mi sei mancata anche tu > replicò Henry, prontamente. Mary Margaret si unì a quell'abbraccio, comprendendo sia il nipotino sia la figlia in quel gesto. Regina non poté che restare a osservarli. Gold lanciò uno sguardo significativo a Regina e poi volse le spalle e se ne andò via, senza una parola.

< che succede? > domandò Mary Margaret alzando il capo. < Che è successo? > continuò inquadrando la figura di Gold che se ne andava, quella di Regina vicina all'albero e di Ruby ancora a terra. Henry si voltò una mano di Emma ancora ad  avvolgergli le spalle

< Lei ti ha salvato, ha salvato entrambe > spiegò subito il piccolo, ora rivolto verso la madre adottiva. Emma parve stupefatta. Henry si tuffò di nuovo ad abbracciare la bionda. Ma la salvatrice stavolta non spostò lo sguardo, vagamente stupito, ancora puntato dritto su Regina.

< Grazie.. > esalò, sincera.

< Non c'è di che > replicò Regina, issandosi finalmente, e senza l'ombra del solito sarcasmo velenoso nella voce. Ruby accorse a sua volta.

< state bene?! > domandò allarmata. Abbracciò forte Mary Margaret, che ricambio di buon grado la stetta. < dov'è mio marito? Devo trovarlo > domandò però subito Mary Margaret. Così dopo un sorriso a Emma, Ruby prese per mano Mary Margaret e corsero via, dirette da David. Emma rimase sola con Henry e Regina. I due scesero nella direzione del Sindaco. Emma prese la parola, vagamente titubante

< Ehm..tua madre è....diciamo...un tipo impegnativo, lo sai? > domandò la salvatrice, un sopracciglio appena inarcato e l'aria ancora un po' stravolta. Regina spostò un istante lo sguardo, e annuì.

< Certo che lo so > commentò, poi sposto i suoi occhi bruni di nuovo sui due. Infine li issò dritti in quelli di Emma, un sorriso raddolcito si aprì sul suo volto, un sorriso che raramente si era visto, fino a quel momento, da parte sua.

< Bentornata > concluse.

< Grazie.. > replicò la salvatrice, sorridendole a sua volta.

-End Flashback.


Un brivido scosse Henry da capo a piedi.

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Angolo off: Ok le cose importanti le ho gia scritte su, scusate davvero per il ritardo, e tempo record dovrebbe uscire il seguito. Grazie infinite a tutti i recensori siete davvero troppo buoni e spero di non deludervi conn questo capitolo, so che dopo l'immensa attesa ci si aspettava qualcosa di meglio. Ma recupererò prestissimo. Detto ciò ho due piccole note a pie di pagina alle quali tengo immensamente:

Se vi piace il modo in cui scrivo e vi interessa leggere di più di ciò che scrivo ho un libro, da poco edito, disponibile in tutte le librerie on-line e non. Qua vi lascio il link in cui potete trovarlo:


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