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Autore: One_Di    13/01/2020    0 recensioni
"Io sono questo qui, va bene?" Prese la sua arma porgendomela sotto lo sguardo.
"Non sono un bravo ragazzo, non ho niente di meglio da offrirti, non sono quello che ti potrà dare un futuro fuori di qui, sono addestrato a questa vita", continuava a sbandierare quell'arma per aria come se nulla fosse, spaventandomi.
"Fattene una ragione."
_____________________
Una vita difficile, in un luogo difficile, molte volte però la vita decide di farti un regalo, prima di riprendersi tutto, fino all'ultimo respiro.
Tutti i diritti riservati One__di.
P.S sono molto veloce nella pubblicazione dei capitoli 🥰
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sei sveglia?"

"Dormi?"

"Ci sei?"

Erano quelli i messaggi ricevuti, contenuto che mi fece pensare a Zayn.

"Chi sei?" scrissi con gli occhi ancora socchiusi, dopo mezzo secondo me ne arrivò un altro.

"Esci", lessi e la cosa mi fece aprire del tutto gli occhi. Presi una felpa dall'armadio ed uscii chiudendo la porta alle mie spalle tentando di non fare il minimo rumore.

Il corridoio che mi si presentò davanti era semi buio, illuminato dalla luce soffusa di una lampada posta in qualche angolo. Camminai verso la stanza del moro scorgendo qualcuno poggiato ad un muro, fu una scena alquanto inquietante.

Appena gli fui vicino, scontrai i suoi occhi lucenti, mi prese per mano e senza dire una parola mi portò con sé.

"Dove stiamo andando?" Gli chiesi, una domanda alla quale non ci fu risposta.

Salimmo un'infinità di scale, camminava a passo svelto davanti a me senza voltarsi indietro, nonostante lo chiamassi.

"Zayn..cosa..?" Strinsi gli occhi tentando di leggere qualche cartello, ma era tutto così buio.

Aprì una porta e quello che mi si presentò davanti mi lasciò senza fiato, completamente.

Un solarium pieno di lettini e poltrone rotonde giganti per massimo sei persone, tutte per noi.

Alzai gli occhi al cielo scorgendo una miriade di stelle, come poteva sapere che amassi tutto quel panorama, mi chiedevo.

Ma forse non lo sapeva, era soltanto una grandissima coincidenza.

"Ti piace?" Arrivò dietro di me poggiando le mani sui miei fianchi, si sporse al lato del mio viso lasciandomi un bacio sulla guancia.

"Molto", risposi ancora incantata e godendomi il suo tocco sulla schiena.

"Lo speravo. Vieni, sediamoci qui", mi sussurrò prendendomi per mano, si poggiò su quelle grandi poltrone facendomi spazio.

Mi sdraiai accanto a lui poggiando la testa sulla sua spalla, mi strinsi nella felpa a causa del freddo e continuai a guardare il cielo.

Il silenzio, quelle piccole luci che scintillavano proprio sopra di noi, mi suscitavano così tanti ricordi, indescrivibili, era tutto così rilassante.

"Senti volevo.." cominciò, ma si bloccò non appena mi alzai, mi sedetti sulle ginocchia davanti a lui e lo guardai.

"Io volevo sapere a cosa è dovuta la tua non fiducia", sbottai ironica.

"Ellis, non dovresti tirar fuori proprio quest'argomento."

"Perché mai? Siamo qui per questo." Incrociai le braccia al petto rabbrividendo dal freddo. "La fiducia è alla base di un rapporto."

"Un rapporto per prima cosa deve essere chiaro."

"Vuoi dire che io non lo sono?"

Mi guardò senza rispondere.

"Sei serio?!"

"Be' risulta leggermente difficile capirlo quando ti allontani da sola per parlare al cellulare col tuo ex!"

"Non..non era lui, era mia madre!"

"Ho letto il suo nome sul display, Ellis, non sono stupido."

Stavo per rispondere ma era la verità, solo leggermente confusa.

"Fraintendi", sbuffò. "Jace potrà esserci all'infinito Zayn, anzi temo che ci sarà visto che è finita a causa sua, ma questo..-"

"Allora perché te la prendi così tanto se mi sale qualche dubbio, lo faresti anche tu al mio posto", rispose con gli occhi spalancati.

Non sapevo affatto cosa dire, aveva più che ragione, quindi io lì cosa ci stavo a fare? Perché mi aveva baciata?

Restai in silenzio portando le mani sulle braccia, avevo addosso una felpa ed il mio corpo stava per andare in ipotermia.

Dopo qualche secondo vidi Zayn togliersi la felpa restando solo con una maglietta a mezze maniche. Spalancai gli occhi quando lo vidi porgermela.

"Mettila!" Disse.

"Zayn sto bene, mettila tu, fa..-"

"Mettila e basta", Mi ordinò, la indossai sulla mia respirando il suo profumo.

Mi sedetti tra le sue gambe avvolgendo le mie attorno ai suoi fianchi e lo guardai.

"Zayn devi sapere una cosa. Se non avessi voluto, ti avrei mollato uno schiaffo, in piscina. Non sarei qui adesso, partiamo da questo."

"Lo so, so più di quanto tu possa immaginare. So che siamo nella stessa situazione, io capisco te e tu capisci me."

"Quindi il problema dov'è?"

"Mi sto rimettendo in gioco", rispose. "Ed era una cosa che avevo promesso a me stesso di non fare, non più e adesso che ci sono...quasi dentro, mi spaventa."

"Se non ti fidi almeno un po', come posso..." mi fermai. "Come può andare avanti?"

"Hai frainteso, io mi fido di te, ciecamente."

"Adesso perché..-"

"Perché quando ti prometti una cosa del genere è perché non hai ancora perso la testa, poi arriva quella persona e ti fotte completamente il cervello." Disse d'un fiato, facendomi restare senza parole.

"Io.." mi prese per i fianchi attirandomi al suo corpo. "Io.."

"Tu?" Sorrise, quel sorriso mi distese ko, soprattutto a pochi centimetri di distanza.

Poggiai la fronte sulla sua passandogli un dito sul labbro inferiore, lo baciò lentamente ed i brividi non tardarono ad arrivare.

"Mi hai fatto prendere un colpo prima", sussurrai.

"Perché?"

"Credevo che...che non avresti più voluto...v-vedermi", a cosa era dovuto tutto quell'imbarazzo? Diamine Ellis, smettila.

"Per un attimo l'ho pensato", disse ed io mi allontanai spalancando gli occhi, rise per poi prendermi un braccio e riavvicinarmi. "Ma poi ho sognato il tuo sorriso", pronunciò e subito dopo mi baciò.

Gli presi il viso tra le mani schiudendo la bocca, strinsi le gambe attorno al suo corpo sentendomi leggermente in colpa, facevano meno di dieci gradi e passando le mani sulle sue braccia mi accorsi della pelle d'oca.

"Forse dovresti riprendertela", mi staccai dalle sue labbra cominciando a sbottonare la felpa ma mi fermò tirando di nuovo su la zip.

"Non è il freddo", disse baciandomi nuovamente, sorrisi per poi riscaldarmi tra le sue braccia.

"Non ero al telefono con Jace comunque", dissi. "Mi aveva scritta ma..-"

"Ti credo", rispose posando nuovamente le labbra sulle mie, come se ne sentisse il bisogno assoluto.

"Davvero, non..-"

"Shh!"

Poggiò una mano dietro la mia schiena capovolgendo la situazione, salì su di me e pregai Dio si fermasse, non volevo perdere il controllo. Passò a torturarmi il collo, baciava, mordeva, leccava con voracità, spalancai gli occhi tentando di trattenermi con tutte le mie forze.

Lo sentii ridere sul mio collo ad un mio improvviso gemito, colsi l'occasione per spostarlo e farlo riavvicinare alle mie labbra.

D'un tratto si fermò, si riposizionò dritto e mi attirò al suo petto.

"Meglio così", sussurrò davvero a bassa voce.

Sorrisi in risposta poggiando la testa sulla sua spalla, ripresi a guardare le stelle perdendomici dentro.

"Vorrei tanto fare un viaggio", disse improvvisamente, leggendomi nel pensiero.

"Stavo pensando la stessa cosa, di solito quando guardo le stelle ripenso a tutti i posti in cui sono stata."

"C'è un luogo che vorresti rivedere?" Domandò curioso.

Mi presi qualche secondo per pensarci, poi la risposta arrivò in automatico.

"Quando avevo nove anni, feci un viaggio a Parigi con mia madre. Ricordo di una notte d'estate, eravamo sotto la Torre Eiffel e ci fermammo a guardare il cielo. Fu una sensazione bellissima e ripensarci non lo è da meno."

Il moro ascoltava il mio discorso in silenzio, chissà cosa gli passava per la testa, ero quasi curiosa di saperlo.

"Tu invece? C'è qualche luogo in particolare?" Mi voltai su un lato alzando la testa per guardarlo, lui scosse la testa.

"Da ricordare non c'è nulla, vorrei solo farne dei nuovi."

"Come mai non hai nulla da ricordare?"

"Non sono stati fatti con le persone giuste."

"Scusami, non..-"

"Non è niente", sorrise accarezzandomi il braccio, dannata me e la mia curiosità.

"Ti porterò a fare un bel viaggio", promisi e non stavo scherzando.

"E dove?" Chiese voltandosi verso di me, mi poggiò una mano sul viso e mi accarezzò la guancia.

"Sorpresa", alzai le spalle, sorrise.

"Voglio saperlo adesso."

"Adesso dovresti soltanto coprirti, fa troppo freddo."

"Oppure potrei fare così", disse tirandosi su la maglietta, spalancai gli occhi abbassandogliela subito, rise.

"Vuoi tornare dentro?" Domandò.

"No, sto bene qui", risposi sentendo gli occhi diventare sempre più pesanti.

Mi poggiai sul suo petto richiudendoli pian piano, sotto le sue continue coccole e rinchiusa al caldo in due felpe, fu quasi impossibile non addormentarsi.

***

"Eccoli!"

"Sono qui!"

Aprii gli occhi disturbata da alcune voci, davanti a me apparvero Alec, Jade e Chad abbastanza preoccupati.

"Vi abbiamo cercati dappertutto!" Tornai con la testa sul petto del moro ma Alec mi interruppe nuovamente. "Sei impazzita per caso?"

"Alec ci hai trovati, siamo qui, stiamo bene", sbottai risvegliando anche Zayn.

"Hai idea da quanto tempo vi stiamo cercando? Non porti neanche il cellulare con te da quando? Potevi avvisarmi."

"Sai Alec, alle cinque di mattina era un po' complicato", rispose Zayn, il mio amico lo guardò male.

"Su andiamo, dobbiamo tornare a casa", disse Chad.

"Abbiamo tutto il giorno", mi lamentai.

"No, abbiamo superato l'orario del check-out, già da un bel po'!" Mi porse una mano aiutandomi ad alzare.

Camminammo verso le nostre camere, Jade, Alec ed io eravamo davanti, lasciando dietro Zayn e Chad.

"Hai qualcosa da raccontarmi, a quanto pare", mi sussurrò Alec palesemente deluso.

Annuii continuando a camminare a testa bassa, quando una frase mi fece riflettere.

"Ma non hai freddo a mezze maniche?" Sentii pronunciare da Chad.

Mi ricordai della felpa del moro e mi voltai andandogli incontro, un leggero imbarazzo si dipinse sul mio viso, non appena gliela porsi sotto gli sguardi curiosi e maliziosi di Chad.

"Tieni Zayn, grazie", gli sorrisi, lui ricambiò imbarazzato.

"Potevi tenerla", disse non appena Chad si allontanò lasciandoci soli.

"Era solo per educazione, è già mia", risposi stringendola tra le mani come se fosse una cosa davvero preziosa. Lui rise poi mi appoggiò al muro, lasciando che i ragazzi si allontanassero del tutto.

"Hei", dissi osservando le sue labbra, mi sciolse i capelli posizionandomeli sul collo attentamente, poi riprese a camminare.

"Così va meglio", giustificò il suo comportamento facendomi sorgere il dubbio di alcuni segni rossi sul mio collo ed avevo ragione.



 

Il viaggio di ritorno fu abbastanza tranquillo, e un po' triste a dire la verità. Avevo trascorso tre giorni da sogno e più mi avvicinavo a quella che era Detroit, più l'ansia cominciava a crescere dentro di me, non potevo vivere in quel modo, non più.

Ma mi sentivo un po' più sollevata, sarei tornata a casa con qualcosa in più, ovvero la presenza di Zayn al mio fianco.

Mi aveva tenuta la mano stretta per tutto il tragitto, ogni tanto Alec spostava lo sguardo e mi sentivo leggermente in colpa, gli avrei raccontato ogni cosa, nel minimo dettaglio, ma quando avrei elaborato un po' i pensieri.

In quel momento, l'unica cosa certa, era la preoccupazione.

Chad parcheggiò fuori casa mia, il moro scese con me aiutandomi con la valigia, la posò per terra e prima di chiudere il bagagliaio mi baciò. Un bacio a stampo, veloce, ma con la promessa di vederci presto.

"Ci vediamo ragazzi!" Li salutai ad uno ad uno scorgendo mia madre osservarmi dalla finestra.

Corsi verso di lei e non appena aprì la porta, le fui addosso e la abbracciai stretta.

"Mi sei mancata così tanto!" Disse.

"Anche tu, mamma! Come stai?"

"Bene, Grace è stata qui questi giorni. A te com'è andata?"

"Una meraviglia, l'hotel era stupendo e..-"

"E per caso c'è qualche novità?" Conoscevo quell'espressione, aveva sicuramente notato qualcosa.

"Be'.." farfugliai.

"Va al sodo, ti ho vista con questo ragazzo qui fuori", disse maliziosa.

"Zayn?" Mi passai una mano tra i capelli. "Diciamo che le cose tra noi vanno molto bene", spiegai.

"Più che bene!" Esultò. "Mi piace, sembra così un bravo ragazzo."

"Lo è mamma, adesso vado a disfare questi bagagli", corsi di sopra con lo scopo di sottrarmi a quelle domande imbarazzanti e ci riuscii a meraviglia.

Poggiai il cellulare sul letto aprendo la valigia, odiavo farlo, aveva un brutto significato, significava la fine di un viaggio.

Sentii il mio cellulare vibrare, ma forse ero troppo indaffarata nel notare un piccolo pacchetto fuoriuscire dai vestiti, lo guardai curiosa soffermandomici su, ma il cellulare vibrò di nuovo.

Sbuffai aspettandomi dei messaggi di Jace, non mi sarei meravigliata più di tanto, ma era solo Alec.

"Ellis scusami, scusami tanto." Lessi nel primo messaggio.

"Non avrei voluto fartelo vedere così, ma l'ho trovato su internet e credo tu debba vederlo." Scrisse ancora.

"Riguarda tuo padre, ti prometto che ne parleremo da vicino."

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