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Autore: Tide    13/01/2020    0 recensioni
Mi sono fatta coraggio e ho deciso di pubblicare anche se la storia è incompiuta.
Come si conobbero Armando Salazar e il suo amore, Maria Ferrer.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armando Salazar, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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L’aquilone le era sfuggito di mano quasi subito. D’altra parte erano anni che aveva abbandonati i suoi giochi di bambina; tuttavia, quando aveva trovato l’aquilone infondo all’armadio, mentre cercava un nastro che aveva perso, non aveva potuto resistere alla tentazione di farlo volare dopo tanto tempo.
Ora Maia stava ai piedi di un albero del giardino guardando il quadrangolo di stoffa colorata impigliato tra i rami.
Provò a tendere la mano, ma non era abbastanza alta. Provò con un salto, reso particolarmente inefficacie dall’impaccio del vestito. Anche così mancavano quasi una ventina di centimetri perché potesse raggiungere l’aquilone.
Stava per provare una seconda volta, quando la voce calma e calda di un uomo la sorprese
“Aspettate …”
D’un tratto Maria si trovava a fianco un uomo alto, dall’aspetto imponente. Aveva capelli scuri, raccolti in una coda, tratti decisi, un profilo netto.
Gli bastò allungare la mano per recuperare l’aquilone. Lo porse alla giovane con un sorriso cortese
“Ecco, signorina.”
“Grazie …” mormorò confusa Maria, senza riuscire a smettere di fissare l’uomo ad occhi sgranati. Era certa di non averlo mai visto prima, eppure trovava qualcosa di molto familiare nella sua figura, nel suo aspetto, nei suoi modi, persino nel gesto di allungarle l’aquilone.
Stava giusto realizzando quanto fosse sconveniente guardare qualcuno e a maggior ragione un estraneo a quel modo, che lui aggiunse:
“Spero che questa volta non fuggirete.”
“Armando!” si lasciò sfuggire Maria con un sorriso splendente. Arrossì immediatamente, abbassando lo sguardo “Capitano Salazar … Perdonatemi …” si corresse, mortificata.
Il capitano sorrise
“Non fa niente, signorina Ferrer.” Disse con garbo “Dopotutto, vi ho presa di sprovvista.”
“Molto, davvero.” Ammise lei, con un sorriso un po’timido “Vi ricordate ancora …” aggiunse dopo un istante, accennando all’aquilone, un poco preoccupata di non essere stata abbastanza chiara. Ma Armando annuì rassicurante
“Ci sono almeno due cose che non si devono mai dimenticare nella vita: i propri nemici e i propri amici.” rispose molto seriamente “Sono molto grato alla vostra famiglia, signorina Ferrer.”
La ragazza non seppe che rispondere e solo mormorò un grazie un po’imbarazzato.
 “Anche voi vi ricordate.” Fece notare Salazar dopo un momento “E questo non era scontato.”
 Maria abbassò di nuovo lo sguardo, mentre un’ombra le passava sul viso
“Ricordo che avrei voluto poter fare qualcosa anche io …” riuscì a dire, terrorizzata dall’idea di essere indiscreta
“Voi avete fatto molto, signorina Ferrer.” Le rispose Armando. Il suo tono era fermo, serio e oggettivo, nulla più, nulla meno. Quel tono rese impossibile a Maria pensare che quella frase fosse un semplice gesto di cortesia. La ragazza sollevò immediatamente il viso, con un’espressione sorpresa, ma Armando aveva chinato il capo e quasi per caso il suo sguardo si era fermato sull’aquilone che Maria ora teneva in grembo, assumendo un’aria vagamente perplessa.
“Oh, l’ho ritrovato per caso …” si affrettò a spiegare lei “Di solito non … Insomma, di solito faccio cose più adatte alla mia età …”
L’uomo per un momento la osservò in viso, mentre la ragazza sembrava cercare di non incrociare lo sguardo con lui. Ne sembrò divertito.
“Devo sembrarvi terribilmente infantile …” mormorò Maria con un sorriso nervoso.
“Non credo.” Rispose Salazar, facendo cenno alla ragazza, come per invitarla a passeggiare con lui.
Maria lo guardò incuriosita, in attesa di una spiegazione
“Il fatto che vi preoccupiate di essere giudicata tale depone a vostro favore, signorina Ferrer.” Disse l’uomo  “E ricordo che eravate abbastanza giudiziosa da bambina.”
I complimenti di solito la mettevano in imbarazzo quasi quanto le critiche: aveva sempre la vaga impressione che vi fosse una certa componente di recitazione, come se rivolgere un complimento alla giovane figlia di Eduardo Ferrer fosse d’obbligo a prescindere. Ma il tono del capitano Salazar aveva l’asciutta qualità di un’osservazione e Maria non poté fare a meno di sorridere.
Per qualche istante tacquero, dirigendosi verso l’ingresso della dimora.
“Ho saputo solo ieri della vostra presenza aVeracruz.” Disse Maria, tanto per conversare. Immediatamente le venne il dubbio che quell’esordio suonasse un po’come una dichiarazione di indifferenza.
“Voglio dire …” si affrettò a correggersi “ … Intendevo che mio padre è stato talmente occupato … E io non sono scesa in città per qualche giorno  …”
Salazar le rivolse uno sguardo vagamente perplesso, poi tornò a guardare avanti a sé
“Sì, capisco.” disse seriamente “Sono stato molto occupato anche io e ho incontrato vostro padre solo ieri pomeriggio. Gli ho promesso una visita al più presto. Mi hanno detto che sarebbe stato di ritorno entro un paio d’ore, così ho aspettato in giardino. Non sapevo foste a casa.”
“Oh …” mormorò mortificata la ragazza “Sono desolata … Avrei dovuto immaginare che avreste fatto visita …”
Il capitano scosse la testa e diede un rapido cenno noncurante con la mano
“No, signorina Ferrer. A dire il vero è stato poco cortese da parte mia presentarmi senza preavviso.”
Maria fece per rispondere, ma si trattenne immediatamente, immaginando quanto inutile e imbarazzante sarebbe stato assumersi nuovamente la colpa, mettendo probabilmente l’ospite nella scomoda posizione di dover a sua volta rinnovare le scuse. Mentre cercava qualcosa di più conveniente da dire, lo sguardo, suo malgrado, le si fermò alcuni istanti sul profilo dell’uomo: Armando Salazar guardava lontano, come per poter sorvegliare la più ampia porzione di mondo possibile, il volto serio, le labbra serrate in una piega severa. Non sembrava cambiato molto da quando era ragazzo, osservò Maria. D’improvviso le balenò in mente il pensiero che non gli sarebbe piaciuto essere contraddetto quando si assumeva una responsabilità. La ragazza dovette distogliere lo sguardo per scacciare l’idea, prima che le risultasse irresistibilmente buffa.
Il capitano Salazar volse appena il capo, quasi di nascosto. Gli era sembrato che la signorina Ferrer volesse aggiungere qualcosa, invece Maria sorrideva tra sé, con lo sguardo basso, un poco assente. Gli venne in mente la buffa abitudine che Maria aveva da bambina di entrare di nascosto in biblioteca, benché nessuno avesse mai pensato di impedirglielo.
Erano quasi arrivati all’ingresso, quando si sentì il rumore di una carrozza.
   
 
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