Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Europa91    14/01/2020    2 recensioni
Sono passati più di 30 anni dalla fine della guerra contro i titani e l’umanità è sull’orlo di un’altra. Levi Ackerman ormai anziano ricorda il passato rispondendo alle domande della curiosa nipote.
[Attenzione: piccolo spoiler cap.125!!!]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Levi Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Buongiorno!! Allora questa one shot veramente senza pretese si è praticamente scritta da sola non appena ho finito di leggere il cap.125 quindi contiene un lievissimo spoiler.

Eh niente io le intro non le so scrivere, spero che la troverete una lettura piacevole e qualsiasi critica o commento è ben accetto!!

Buona lettura


 


 


 


 


 


 

Some Things Never Change


 


 


 


 


 


 

Esistono alcune cose a questo mondo che non cambieranno mai. Altre invece cambiano”

Matrix Reloaded


 


 


 


 


 


 


 

Oltre alle mura non esiste libertà, fu questa la lezione che impararono quel giorno, il giorno in cui finalmente conobbero la storia di Grisha Jaeger e l’umanità apprese finalmente la verità sul loro mondo.

Erano passati diversi anni da allora, avevano combattuto una guerra, avevano salvato o distrutto il loro mondo, questo dipendeva dal punto di vista dal quale la si voleva guardare; eppure Levi si era accorto ben presto che per quanto tempo potesse passare alcune cose sembravano essere destinate a ripetersi. L’umanità sembrava condannata a ripetere gli stessi errori, ancora ed ancora. Era rimasto uno dei pochi a ricordare quei giorni caotici, quando le mura erano crollate e i giganti che le formavano marciavano minacciosi verso la guerra. Quando non si riusciva più a distinguere l’amico dal nemico, a riconoscere i traditori. Era uno degli ultimi a ricordare quella faccia da schiaffi di Zeke, quel moccioso testardo di Eren e i loro discorsi del cazzo. Eppure lui ricordava ancora ogni cosa, ogni vita persa, ogni amico che si era sacrificato per permettere all’umanità di sopravvivere ed ora si trovavano nuovamente sull’orlo dell’abisso, tra le nazioni libere stava per scoppiare una nuova guerra.

Levi si trovava seduto a fissare il tramonto, ormai era troppo vecchio per poter fare qualcosa di concreto, all’umanità non serviva più l’uomo che un tempo era stato il suo soldato più forte; si sentiva totalmente impotente; quando una voce lo riscosse dai suoi pensieri.

“A cosa stai pensando nonno?” Alzò lo sguardo pigramente, la bambina davanti a lui gli sorrise per nulla intimorita dai suoi modi;

“Al passato” ammise

“Alla guerra? Ai titani?” Chiese curiosa,

“Già” la piccola però non sembrò soddisfatta da quella risposta

“Papà dice che un tempo tu eri un eroe. É vero? È vero che ti chiamavano il soldato più forte dell’umanità?” Levi storse il naso facendo una smorfia. Si appuntò mentalmente di fare un bel discorso a suo figlio, doveva smetterla di raccontare certe storie alla nipote. Infatti la bambina lo fissava con occhi imploranti, adesso come dannazione poteva non dirle nulla? Sbuffò infastidito;

“Si, mi chiamavano così” la piccola urlò di gioia iniziando ad agitarsi

“Isabel” l’ammonì seppur dolcemente

“Scusa nonno Levi, però io lo sapevo che eri forte, papà dice sempre che quando era piccolo eri il suo eroe” l’ex capitano non sembrò sorpreso da quella rivelazione

“Tuo padre ha sempre ragionato come un moccioso” la bambina lo guardò male per un attimo

“Raccontami una storia nonno” Levi sbuffò, non aveva voglia di rivangare il passato. C’erano così tante cose che avrebbe voluto dimenticare ed altre che avrebbe voluto andassero diversamente. Alla fine però non c’era nulla che avrebbe negato alla nipote, sospirò, forse l’età l’aveva ammorbidito troppo;

“Ti ho mai raccontato di quando sono morto?” La bimba lo fissò sorpresa e restò per qualche secondo in silenzio

“Ma tu non sei morto nonno Levi” concluse ridendo.

“C’è stato un momento durante la guerra in cui l’ho pensato, in cui tutti l’hanno pensato. Il Gigante Bestia mi aveva ridotto in fin di vita, pensavo davvero mi avrebbe ucciso, che quella sarebbe stata la mia fine”

“E poi cosa è successo?”

“Hanji mi ha salvato, medicato e portato in un posto sicuro in modo che recuperassi le forze. Però intanto si era sparsa la notizia della mia dipartita.”

“Ma poi una volta ripreso hai ucciso il Gigante Bestia vero nonno?” Concluse la piccola emozionata. Levi accennò un sorriso

“Si è andata più o meno così. Alla fine sono ritornato sul campo, ho ucciso il Gigante Bestia e mantenuto la mia promessa” Isabel lo guardò confusa

“Quale promessa nonno?”

“Niente, te ne parlerò quando sarai più grande, perché ora non vai a giocare con i tuoi fratelli, a proposito dove sono finiti gli altri mocciosi? C’è fin troppo silenzio in questa casa”

“Penso siano fuori ad allenarsi con papà” Levi accennò un sorriso, a volte suo figlio era così simile a lui, anche in tempo di pace non riusciva a rilassarsi, sentiva di dover tener alta la guardia e dati gli ultimi sviluppi della situazione politica sentiva che aveva fatto bene.

“Capisco” mormorò Ackerman

“Papà non ha mai combattuto vero?” Chiese la bambina

“No, anche se è nato durante la Guerra tuo padre non ha mai combattuto, la sua generazione come la tua non ha conosciuto i giganti” lsabel lo fissò per qualche minuto

“Sono contenta di non aver visto i giganti o la guerra” ammise dopo un po’

“Grazie per aver combattuto per noi nonno Levi” aggiunse prima di saltargli al collo e dagli un bacio sulla guancia al quale l’uomo non si ritrasse.

“Oh sei qui Isabel, ti stavo cercando” disse una figura avvicinandosi

“Papà”

“Moccioso”

L’uomo sorrise verso i due “allora stavate parlando ancora di giganti?” Chiese divertito fissando prima il padre e poi la figlia.

“Si, stavo ringraziando il nonno per aver sconfitto tutti i giganti e vinto la guerra” disse Isabel

“Non li ho sconfitti da solo” ammise Levi

“Io vado a giocare” fece improvvisamente la bambina correndo fuori dalla terrazza e lasciando i due uomini soli.

“Non le ho raccontato nulla sta tranquillo, Isabel è troppo piccola per conoscere tutta la storia” l’uomo non smise per un attimo di sorridere avvicinandosi alla ringhiera e al genitore, seduto poco distante;

“Oh lo so, anche a me hai raccontato tutta la storia una volta diventato adulto dopotutto” Levi storse il naso

“Questo perché gli somigli fin troppo, era per evitare colpi di testa da parte tua” l’uomo sorrise

“Sono tuo figlio” Levi non smise un attimo di guardarlo male

“Sei anche suo figlio, e questo non posso cambiarlo” L’uomo non mutò espressione, fissò dolcemente Levi, per poi volgere lo sguardo al sole ormai completamente scomparso dietro l’orizzonte.

“Sono sempre stato fiero di essere vostro figlio. Orgoglioso della vostra eredità”

“Vi abbiamo consegnato un mondo libero moccioso, eppure siamo nuovamente sull’orlo della guerra, spiegami come è potuto succedere” chiese Levi stancamente

“L’umanità non impara mai dai propri errori, anche senza giganti o mura troviamo sempre nuovi motivi per massacrarci tra noi”

“Già” confermò Levi

“Isabel è una bambina curiosa, mi dispiace se ti ha importunato”

“Nessun problema, non è male quella mocciosa, tu alla sua età eri peggio” confessò abbozzando un sorriso

“Almeno non le hai messo in mano un coltello” fece il figlio sorridendo a sua volta

“Ha solo 5 anni, forse l’anno prossimo gliene regalerò uno per il compleanno” poi scoppiò a ridere, notando la faccia sconvolta del più giovane

“Papà non prendermi in giro”

“Non lo farei mai, dai aiutami ad alzarmi ora, inizia a far freddo, voglio rientrare” disse mentre barcollando provava issarsi sulle gambe cercando il bastone.

“Questa vecchia ferita ogni tanto continua a darmi problemi” aggiunse indicando la gamba mentre si reggeva al braccio del figlio

“Tranquillo papà, non scoppierà una nuova guerra, farò il possibile per evitarla” decretò. Levi guardò male il figlio e sospirò per l’ennesima volta quella sera.

“Non sopravvalutare le tue forze e la tua importanza. È vero sei mio figlio ma non usare la cosa sempre a tuo favore devi..”

“Lo so devo imparare a cavarmela con le mie forze, me l’hai sempre detto” l’ex capitano sorrise.

“A tutti stanno sul cazzo i viziati figli di papà ed io ti ho cresciuto per non esserlo” l’uomo sorrise

“Non potevo avere genitore migliore di te” Levi evitò il suo sguardo, sapeva che se avesse incrociato quegli occhi non avrebbe trattenuto le lacrime. Con il passare degli anni erano cambiate così tante cose, ed anche il suo carattere con l’arrivo del figlio era profondamente mutato, tuttavia c’erano cose che non sarebbero mai cambiate. Quei dannati occhi per esempio, gli ricordavano troppo cosa aveva perso in quella guerra, cosa aveva sacrificato; chi lo aveva lasciato. Anche ora più di 30 anni dopo non lo perdonava, non lo avrebbe mai fatto.

“Stai pensando a lui vero?” domandò il figlio fermandosi di colpo

“Sto pensando a molte cose moccioso” L’uomo accettò quella risposta.

“Sei un importante ministro, cerca d’impedire la guerra a tutti i costi, non vorrei vedere anche i miei nipoti morire. Ho già seppellito molte persone a me care” concluse Levi.

L’uomo si fermò nuovamente fissando il padre che ora si era seduto comodamente su una poltrona del soggiorno.

“Non morirà nessuno, risolveremo tutto con la diplomazia” disse prima di lasciarlo solo nella stanza.

Levi restò per qualche secondo a fissare il vuoto. A volte quel ragazzo gli ricordava troppo Erwin. Non solo per l’evidente somiglianza fisica ma anche caratterialmente. Suo figlio non aveva mai conosciuto Smith, era nato qualche mese dopo la morte del comandante eppure già da piccolo Levi aveva notato quanto avesse preso da lui. E non erano solo quegli occhi azzurri come il cielo, ma anche quei fottuti ideali di pace e giustizia. Più una giusta dose di egoismo ed egocentrismo ma quelli poteva averli ereditati anche da lui, era un Ackerman dopotutto. Erwin sarebbe stato fiero dell’uomo che era diventato, su questo non aveva alcun dubbio, era il loro degno erede.

Una settimana dopo tutti i quotidiani riportarono la notizia che la crisi era passata, le nazioni erano riuscite a trovare un accordo diplomatico e non sarebbe scoppiata una nuova guerra. L’umanità era nuovamente in pace. Levi ripose il giornale dopo averlo letto da cima a fondo, sollevato. Era nuovamente sul portico a fissare l’orizzonte. Dopo aver passato la sua vita rinchiuso prima sottoterra e poi intrappolato da delle mura non riusciva a stancarsi di quella libertà tanto agognata. Isabel arrivò in quel momento, seguita dai fratelli maggiori, i tre bambini si misero davanti a lui.

“Hai letto nonno? Papà ha salvato l’umanità” disse il primo

“Anche papà è un eroe ora” concluse Isabel. Levi sorrise debolmente

“Già è un vero eroe” c’erano molte cose che erano cambiate in quegli anni. In quel mondo libero, suo figlio era diventato un eroe, non brandendo una lama e ammazzando nemici, ma con la forza delle parole e delle sue convinzioni. Pensò in quel momento che forse l’umanità non era completamente perduta e anche se avrebbe continuato a commettere errori ci sarebbe stato qualcuno che sarebbe intervenuto per salvarla. Spostò lo sguardo sui suoi nipoti che giocavano poco distante, loro erano il futuro, aveva combattuto per tutta la vita ed ora improvvisamente si sentiva così stanco. Guardò il sole per un ultima volta, poi i nipoti, l’ultima cosa che vide fu l’immagine di suo figlio comparire in una fotografia tra le pagine del giornale che aveva lasciato a terra, poi Levi Ackerman chiuse per sempre gli occhi sul mondo. Aveva vissuto e combattuto abbastanza, ora poteva andarsene serenamente sapendo che ci sarebbe stato qualcun altro che avrebbe preso il suo posto. Aveva completato la sua ultima missione e ora avrebbe potuto raggiungere Erwin e tutti gli altri senza rimpianti. Il sole era nuovamente tramontato ma il giorno successivo una nuova alba sarebbe sorta.

 

  
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