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Autore: Eternity_paradise0    14/01/2020    1 recensioni
Il sole nero sta per inghiottire il mondo. Sorat sta per avere il suo deserto. Chi può salvare il mondo nel suo momento più critico?
Prequel serie. ooc. Crossover. Serie di mini short.
Genere: Fantasy, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Elysium '
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Suona, suona la campana della morte. Suona sempre , suona per tutti. È inevitabile. Ineluttabile. Non si può evitare. Ostaggi e vittime di un’immane carneficina che non conosce ragioni al di fuori dell’irragionevole vendetta. Miliardi e miliardi di vite spazzate via e distrutti dalla siccità. Dalla carestia. Dal fuoco. Dal sole nero. Suona la campana della morte , rimbombando tra le mura di una civiltà in ginocchio. Devastata dalla furia distruttiva e oscura di una donna sola e sola soltanto , accecata dalla sete di fuoco e sangue. Neo suoi occhi c’è la fiamma nera che la avvolge lentamente. Il popolo, anzi il creato, spezzato, implora pietà e misericordia . Implorano un dio che li ha abbandonati al loro destino. Le forze dell ordine e del caos , sconfitte, ritrovano se stessa poco prima di esalare l’ultimo respiro. Gli alleati, inermi, si perdono nell’oblio di un errore fatale.
La vita , capace di sconfiggere le ombre e le minacce dell oscurità , soccombe sotto le raffiche di un vento rovente e bruciante che parla la stessa lingua dell’Inverno eterno tanto voluto dallo splendente nella prima era. Fermato per sempre e poi risorto, attraverso una donna. La regina delle Ceneri. Figlia di Sorat , il sole nero. Il principio della distruzione e delle fiamme del caos. La carestia. La siccità. Il deserto. La sterilità. La morte. La regina delle ceneri è la Realizzatrice del più macabro dei suoi sogni. La sua emanazione. La sua reincarnazione. La sua messaggera. Il suo spirito vive in lei. Leo è il suo corpo. La distruzione di un multiverso procede nel fuoco. Il mondo specchio 11 è ridotto ad un inferno di cenere. Culture e civiltà sono rase al suolo con ferocia e violenza disumana mentre una campana, incessante, suona. Suona per tutti, eccetto lei. Eccetto loro. L’“isola”, abbandonata soprattutto da se stessa. E dal padre che la controlla. Suona, suona la campana di morte. La campana è espressione. Espressione di un concettoAstratto antico e mistico, divino e ancestrale quanto il tempo stesso, secondo cui non esisterebbe un solo vivente estraneo all’interconnessione. La campana suona quindi per tutti, ogni essere vivente. Dio. Uomo. Angelo. Demone. Mostro. Santo. La campana suona per tutti evocando gli spettri della distruzione insita dell universo . Ma anche le flebili luci della fede e dello splendore della vita, nel bel mezzo di una guerra sanguinolenta creata da esseri che hanno deciso di rompere la strada perduta.
Sol così si chiama la figlia del sole nero che ha ceduto alle sue lusinghe e gli ha donato il suo corpo non c’è più. Le ombre del fato e gli spettri del destino hanno bussato alla sua porta per portarla via e trascinarla giù nell abisso più profondo e desolato verso l oscurità di una guerra che aveva minacciato fin dal principio della sua vita di gettarla tra le braccia della pazzia. Tipica di chi si alimenta e nutre del potere, fine a sé stesso , per riempire gli spazi vuoti di un’esistenza che le ha strappato dalle mani tutto e tutti. Sol non ce l’ha fatta. Sorat ha bruciato la sua moralità in un incendio violento. Il potere è potere, ma la furia cieca con cui ha fatto a pezzi metà dell universo non ne è espressione. La regina delle ceneri non ha accettato l’ennesimo “no” rifilatole dal gioco degli dei. Non dopo aver perso tutti, o quasi, in un batter di ciglia in guerre in nome della supremazia . Non dopo aver sconfitto la morte ed aver subito i tradimenti degli alleati. Non dopo i fintamente dolci e mellifui sospiri di sorat che la spingevano sempre più nell abisso per poter avere in lei il corpo che serve per poter inghiottire nelle fiamme nere del caos ogni forma vivente.
E dopo una guerra straordinaria e straziante tutti gli eroi e i custodi della vita hanno sentito l’odore del fumo, hanno sentito il ronzio assordante e silenzioso della morte . Un rantolo continuo, vivo in una sospensione d’incredulità di esistenza di una tale capacità devastativa. Hanno avuto davanti a loro e alle loro spalle l odore fedito dei corpi morti bruciati. Sotto la terra battuta disperatamente in ritirata da un nemico troppo forte per essere abbattuto . Uomini e dei hanno visto la distruzione ovunque sopra le loro teste, anche in volo. La morte è ovunque, caoticamente. C’è disperazione assoluta. Senza una parvenza d’ordine, né di coscienza. Né fi morale e umanità. Le sfumature del male e della desolazione hanno avuto la peggio sull’assolutismo della fine che impone. Senza argini possibili, ogni guerriero combatte e da il meglio che può . Trincerati dietro il desiderio vacuo della speranza e della fede della vittoria . Sono tutti perduti, in un vortice claustrofobico di sangue e distruzione, devastati dall’unione fatale del vento col fuoco. Loro che avevano riposto ogni speranza in quel connubio, disillusi dalla forza unica degli arcangeli senza anima. Quei guerrieri hanno visto la fine, hanno visto la morte in chi non ha più niente da perdere.
Inarrestabile, imbattibile. Al di là delle strategie e delle tattiche più o meno adeguate, al di là dell’impavido coraggio. Ecco la superiorità assoluta di Sorat. Di Sol. Un potere al di sopra del sacrificio degli eroi e delle leggende, a testa alta di fronte al destino scritto da sempre. O forse no. Ma i vivi non vogliono arrendersi. Mai inchinati, mai piegati e mai spezzati, continuano a combattere. A lottare contro un fuoco che sembrava inestinguibile. Combattono dando il tutto per tutto contro il deserto che non conosce altro oltre a sé stesso. Gli eroi resistono ad un passo dalla caduta, senza sprofondare nelle ombre infuocate del sole nero. Il sole più antico e oscuro. Più grande e ancestrale e mistico di universi interi. Capace di soffocare galassie con i fuochi fatui.
No. La vita non soffocherà nella siccità più antica. non oggi. Non contro Sol. Non contro Sorat , il demone solare più antico dello stesso concetto di universo quasi invulnerabile. Una fiamma senza sfumature, estranea al credo e al concetto divino quanto umano di abbraccio e equilibrio stabile e costante tra il bene e il male. No. La vita non vuole morire. Non in questa guerra. Non contro il Sole nero. L’incubo vissuto che in fondo gli esseri viventi non capiranno mai per davvero.
La luce della speranza è riaccesa dall’affondo della daga benedetta. Un arma dei miracoli. Efficace e funzionale quanto il sole nero di un giorno eterno tinto di ombre che il mondo umano ha potuto scorgere solo per poco. Un fuoco magico quanto diabolico e arcano capace di inghiottire ogni cosa. Tutti sono suggestionati dall’unicità di una battaglia senza eguali. Un epoca e titanica sfida oltre lo spazio e il tempo. Oltre l umano scendibile. Che è andata da universi a universi . E tutti sono stati delusi alla fine per la vittoria di un enigma che forse non troverà mai una spiegazione soddisfacente. Il principio della siccità Sorat. Il demone perfetto. Sacrificato dal volere e dal verbo di dio sull’altare del gioco del trono e del potere tra fazioni. Annichilito dalla morte che altro non è stato per tutta l esistenza . Estraniato dalle regole di una storia, quella dell universo, quella della civiltà , che parla del conflitto degli esseri viventi divisi tra il bene e il male senza prendere una vera posizione definitiva. Una storia senza vero Villain . Tutti uniti in un unico coro nella macchia dell’essere, semplicemente, esseri viventi e senzienti.
Il gioco di potere continuerà. Ma no. non continuerà oggi. Non nel momento in cui Nessuno è stato in grado di fermare la bestia del sole nero una volta per tutte. Un nessuno col sorriso, stremato e sollevato, della guerriera snobbata dalle Leggende, dalle storie e dagli eroi. Perché è questa l identità di chi ha inferto un colpo fatale al nemico. Non un dio. Non un demone. Non un angelo. Non un re o un guerriero. Ma un nessuno. Una bambina non entrata nemmeno nell adolescenza che vedendo gli arcangeli bloccare e combattere contro la bestia ha preso da terra una mano di dio. Uno strumento potenziato dal potere del creatore stesso. Una daga. Appartenuta ad uno dei tanti caduti. E spaventata e tremante. Impaurita a corso contro l avverso incendio per fermare il nemico. Una bambina innominata di cui non si sa nulla. Di cui non è necessario sapere nulla. Una ragazza che senza aver lasciato tracce tangibili o prove di grandezza o indizi decisivi è stata totalmente estranea ad un destino che l’ha voluta invece stringere tra le braccia sotto i sussurri di gloria e di coraggio. Certo aiutata da ogni essere soprannaturale e no ma comunque è stata lei a prendere l iniziativa. Un messaggio di amore e di speranza. Ma al col tempo di sacrificio perché un umana seppur arrivando ad uccidere dopo una guerra tremenda il principio del deserto resta pur sempre un umana e non può sopravvivere ad un tale essere. E anche un messaggio di sfida. Di sfida alle stesse fazioni che si sono unite per combattere un essere troppo forte per loro. Il sacrificio della bambina innominata simbolo della vittoria dell uomo sul mostro da a tutti il messaggio di provare a costruire un mondo nuovo sulle macerie e sulle ceneri di quello vecchio. Mandato in frantumi dai vizi umani quanto dagli echi distorti e dal calore infernale di una forza sovrannaturale che l’umanità voleva ridurre in cenere.
Comunque vada la guerra contro Sorat è finita. La battaglia del sole nero conclusa. Il tempo è fermo e lo spazio è distorto. La realtà è al collasso. Il paradiso è a fuoco e fiamme. Come il resto del multiverso. Distrutto e dilaniato dalla battaglia del sole nero. La sfida più grande tra vita e distruzione. Esistenza o annientamento. La battaglia è finalmente finita. C’è chi è sopravvissuto. Chi no. Universi sono stati persi. Altri si sono salvati. I sopravvissuti guardano il cielo. C’è calma e tranquillità. Sembra perfino che il sole sorrida loro. Quanto sembrano diversi dopo la battaglia. E quanto rimangono sempre gli stessi. Alcuni si sono persi ma chi è rimasto guarda il tramonto pronto a riposare. La campana, la prossima volta, suonerà per tutti. E che ai rintocchi di disperazione si sostuiranno i rintocchi festanti di un mondo nuovo. Ricostruito dalle fondamenta, finalmente felice. Questa è la speranza e l augurio dei caduti. Il tutto mentre la luce dell aurora riparatrice del signore ripristina ciò che di non vivente è stato perso.
   
 
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