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Autore: cin75    15/01/2020    4 recensioni
L'ennesima missione, l'ennesima caccia, l'ennesimo oggetto maledetto.
L'ennesima , maledetta volta, in cui i due fratelli potrebbero perdersi per sempre.
Chi scamperà alla morte? Chi dovrà sopportare il peso dell'essere sopravvissuto all'altro?
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Fuori da quella porta della cella frigorifera, Dean, completamente in balìa dell’entità che godeva nel fare un simile male, si dibatteva nella sua stessa mente.
Gridava il nome del fratello poiché attraverso quegli occhi prigionieri della maledizione poteva comunque vederlo morire. Ma per quanto disperato nel sentirsi incapace di un qualsiasi aiuto, Dean provava a liberarsi, a districarsi da quella prigionia spiritica.
Poi un panico più forte e potente lo sopraffece perché capì che il suo corpo si stava muovendo. Non vedeva più Sam. Non poteva più rendersi conto di cosa accadeva a Sam.

No...no… torna indietro. Lasciami andare...lasciami andare...Torna da Sam...fammi vedere come sta Sam...” gridava.

Non poteva lasciarsi sconfiggere così. Aveva tenuto testa ad dannato marchio biblico, al soggiogamento di Michael, doveva a tutti i costi tentare di tenere testa ad un semplice fantasma assassino e poi...poi c’era Sammy.
Sam che era in pericolo. Sam che stava morendo in quel modo assurdo, congelato. Sam che prima di morire avrebbe avuto negli occhi l’immagine di suo fratello, del suo assassino. Sam che nonostante tutto, aveva chiamato il suo nome, prima di lasciarsi andare.
E poi i suoi occhi li videro.
Quegli oggetti maledetti.
Dean vide le sue mani prendere la moneta e posarla a terra. Poi si vide prendere la corda, passarla intorno ad un architrave sopra la sua testa, fare un nodo scorsoio.
No! non poteva permetterlo.
Non poteva lasciare che accadesse.
Lottò con tutto se stesso. La sua mente lottò contro le sue mani che volevano mettersi quella corda al collo.
Ogni suo pensiero si focalizzò, disperato e potente, contro ogni intenzione assassina dello spirito. Con una forza che forse non usò nemmeno contro Michael.

E tutto in Dean divenne più feroce quando si rese conto che lo spirito stesso iniziava a vacillare, preso di sorpresa da una simile e potente resistenza.
“Ti ha tradito più e più volte!” disse quella che non sembrava più nemmeno la sua voce.
No!!” gridò a sé stesso. “Sammy morirebbe per me. Sam è morto per me!!
“Ha sempre pensato prima a lui… al suo tornaconto che fosse materiale o affettivo!” lo tentò ancora.
Ti sbagli...ti sbagli...figlio di puttana. Mio fratello non lo ha mai fatto. La mia vita è importante per lui. Io sono importante per lui. Lasciami andare!!!” urlò ancora con più forza.
“La sua avidità fa ribrezzo. Non può restare impunita!!” lo ammonì cercando di sottometterlo di nuovo.
Tu non hai idea di chi sia mio fratello. Non c’è persona al mondo che sia generosa quanto lui. Ha rischiato la sua vita per me innumerevoli volte. Rischia la sua vita ogni giorno per gente che non conosce.” diceva a quel lui così diverso da lui. E sentiva la sua forza farsi sempre più potente, mentre quella dello spirito si affievoliva man mano. Quindi insistette. “Tu sei l’assassino, tu sei il traditore..
“No!” sibilò lo spirito.
Traditore della vita umana ogni volta che ne prendi una.
“No!!”
Tu sei l’avido!
“No! No!”
Avido di ogni respiro umano!” andò avanti a colpire in quella maniera, poiché sentiva che funzionava.
“Nooo!”
Tu meriti la morte. E una morte che sia per sempre!!
“No!!!”
Va’ all’inferno, figlio di puttana. Lasciami andare!!” e questo era decisamente un ordine pieno di ogni forza che Dean avesse dentro di sé.
Un gridò feroce, doloroso, inumano e poi, lo spirito ormai debole e sconfitto si arrese. Infatti dopo aver urlato quella sua sconfitta, l’entità, con uno scatto violento fu scaraventato fuori dall’animo del cacciatore e in quello stesso istante Dean vide andare in fiamme sia la moneta che la corda.

Per un attimo si accasciò al pavimento. Doveva riprendere fiato. Doveva resettare e riavviare il cervello da quella assurda prigionia.
Per un attimo. Solo un attimo.
Poi…
“Sam...no!! Sammy!!” sussurrò in panico.

Si rimise immediatamente in piedi e corse verso la cella frigorifera. Guardò all’interno. Sam era immobile al centro del locale. Istintivamente fisso il termostato: -20
“Cazzo!!” esclamò.
Aprì immediatamente e non appena la porta fu abbastanza aperta da lasciarlo passare, una folata d’aria gelida si infranse contro di lui. Dean tremò istintivamente, ma non si lasciò fermare. Corse dal fratello privo di sensi.
Lo chiamò e richiamò senza avere risposta.
Il minore aveva le labbra livide, il volto pallido. Una leggera brina gli copriva il bordo delle labbra , degli occhi e parte del viso.
Dean non attese oltre. Lo afferrò per le braccia e lo trascinò fuori. Con cautela tagliò le fascette ai polsi e poi quelle alle caviglie. Prese la bandana nel suo giacchetto e l’avvolse attorno al polso destro di Sam. Poi prese quella di suo fratello e fece lo stesso al polso sinistro.
“Dio!! sei gelato. Devo...devo riscaldarti. Devo portarti al caldo..devo...” e continuando a fare mente locale a come salvare il fratello, lo afferrò da un braccio e se lo issò a spalla. 

Un ospedale sarebbe stata la scelta ideale, ma come spiegare quello che era successo a Sam e come ne erano venuti fuori? Troppe spiegazioni da dare e lui voleva spendere quel tempo per aiutare il fratello e non inventare storie o giustificazioni a medici e date le condizioni di Sam, anche alla polizia. Non erano del posto. Si erano già fatti passare per federali. Come avrebbe giustificato la loro presenza in quella fabbrica di celle frigorifere?
Chiamare Castiel che si trovava in Wisconsin per un demone ghoul, sarebbe stato inutile. L’angelo c’avrebbe messo comunque troppo tempo per raggiungerli  e fare qualcosa. Doveva cavarsela da solo.
Lui e Sam. Come sempre. 

Così mise il fratello in macchina mettendo a manetta il riscaldamento e tornò al loro motel. Rientrò dall’ingresso di sicurezza per non essere visti. E facendo quel percorso a ritroso non potè non notare le tracce lasciate dal sangue di Sam. La ferita alla testa.
“Ok! Ok! Sistemeremo anche questa Sammy. Vedrai che rimetterò a posto anche quella tua testaccia dura, fratellino e magari ne approfitto per darti una sforbiciata. Ma tu non farmi scherzi, ok?, non mollare. Continua a lottare. Continua a respirare, Sam. Mi hai capito?!! Continua a respirare!!” continuava a ripetere per darsi forza e sperando che Sam potesse, in qualche modo, sentirlo. 


Quando entrò nella stanza, sistemò Sam sul letto. Gli tolse i vestiti che da ghiacciati erano ormai un ammasso di stoffa bagnata e fredda. Lo infilò sotto le coperte e senza curarsi dei modi, sfilò lenzuola e coperte anche dall’altro letto e glieli mise addosso.
Andò nel bagno e riempì la vasca di acqua calda.
Sam ne avrebbe di certo avuto sollievo e mentre vedeva il fratello , ancora svenuto, coperto fino al mento dall’acqua fumante, si premunì di curargli le ferite ai polsi e alla testa.
Quando l’acqua ormai divenne tiepida, Dean, tentò di svegliarlo ancora. Lo richiamò ancora. Ma niente.
Il minore non sembrava riprendersi e a quel punto, una sorta di panico tuonò nella mente di Dean.
Che il gelo avesse già fatto danni irreversibili?

Poi, però vide le pupille di Sam, muoversi sotto le palpebre chiuse.
“Sì...Sammy. Sì, reagisci, combatti. Andiamo, amico. È solo un po’ di freddo. Hai affrontato di peggio!!” si entusiasmò e così dicendo, lo tirò fuori dalla vasca, lo asciugò, lo riportò a letto e lo coprì con lenzuola e coperte e poi andò al termostato della stanza, alzandolo al massimo.
“Ok! volevo Las Vegas?, beh!! per adesso dovrò accontentarmi del calore del suo deserto qui dentro!!” ironizzò, il maggiore.

Era ormai giovedì da qualche ora e le successive 24 ore, Dean le passò accanto ad un Sam che di tanto in tanto passava dal tremare come una foglia a stati di completa incoscienza. Oppure a volte, il minore, apriva gli occhi e si ritrovava di fronte un preoccupato Dean, ma ancora confuso dal suo stato fisico e mentale, sembrava voler sfuggire al maggiore e allora Dean era costretto a prenderlo per le spalle, a parlargli con tutta la calma possibile, a fargli capire che era lui, che era Dean e non più lo spirito che li aveva quasi uccisi. E solo quando Sam, costretto a letto dalle mani di Dean e ad ascoltare quella che riconobbe come la voce vera del fratello maggiore, si lasciava andare e lentamente perdeva di nuovo i sensi.

   
 
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