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Autore: K ANTHOS    15/01/2020    0 recensioni
Viterbo, fine Ottocento.
Anna, una giovane ragazza della media borghesia cittadina, rimane improvvisamente orfana del padre, morto dopo aver perduto gran parte del proprio patrimonio in circostanze poco chiare.
Scossa dalla perdita e rimasta sola, Anna accetta l'invito per l'estate di una facoltosa zia paterna proprietaria di una vasta
tenuta nelle campagne maremmane.
L'incontro fortuito con un cavallo indomabile e con l'anziano stalliere della tenuta la metterà di fronte alle sue fragilità ma anche alla sua inconsapevole forza, coinvolgendola in un percorso di rinascita e di maturazione personale.
L'amore travolgerà Anna senza via di scampo ed avrà gli occhi di un ragazzo volitivo e tenace che non appartiene alla sua classe sociale ma che sarà pronto a lottare contro tutto e tutti pur di conquistarla.
Anna a questo punto dovrà decidere della sua vita: se seguire l'istinto del cuore o rinunciare per sempre ad esso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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CAPITOLO QUARTO

 

La scusa di partire per la tenuta della sorella del padre non era poi senza fondamento.

Da qualche giorno aveva ricevuto dalla zia Costanza una lettera di invito a raggiungerla nella sua tenuta di campagna dove da diversi anni si era ritirata, ma Anna ancora non aveva deciso cosa risponderle. La zia non si sentiva bene da tempo e avrebbe gradito la sua compagnia.

 

Carissima nipote,

ogni giorno prego Nostro Signore affinché porti nel tuo cuore un po’ di sollievo.

So quanto stai soffrendo, mio fratello era un padre impagabile e attento ma sai anche che puoi sempre contare sul mio aiuto, di qualunque natura esso sia.

E’ mio desiderio che tu mi raggiunga alla tenuta non appena avrai sistemato con l’avvocato Lambiati le faccende burocratiche relative all’eredità.

Come ben sai la gotta non mi abbandona e anche se è un po’ migliorata con i consigli del medico sono tuttavia nell’impossibilità di fare grossi spostamenti e venirti così a trovare. Mi farebbe molto piacere la tua compagnia poiché sulle mie figlie non posso quasi più fare affidamento e la tua presenza per me sarebbe di grande sollievo.

Spero che deciderai di raggiungermi al più presto.

Ti ho nel cuore e ti stringo con affetto, che Dio ti benedica,

zia Costanza

 

Della lettera d’invito era a conoscenza anche la governante Teresina che a insaputa di Anna era sempre in contatto epistolare con la signora Valliti per aggiornarla dello stato di salute della nipote. Entrambe le donne erano concordi sul fatto che un cambiamento di ambiente le avrebbe giovato immensamente e i ritmi semplici della campagna e lo stare all’aria aperta l’avrebbero distratta e tenuta occupata molto di più di una monotona vita cittadina.

C’era sempre fermento alla tenuta: erano numerosi i lavoratori stagionali e i contadini che risiedevano nelle zone attorno alla villa padronale, inoltre non si sarebbe annoiata tra escursioni a cavallo e visite alle varie fattorie.

La signora Costanza era una donna di grande cultura ed aveva dimostrato sempre molto affetto per Anna.

Gradiva la sua compagnia, la serenità e la calma con la quale affrontava le cose di tutti i giorni e questo la faceva sentire tranquilla e in pace con se stessa: chiacchierando con lei quasi si dimenticava dei suoi acciacchi.

La donna aveva un carattere forte e tenace ma cedeva facilmente alle tentazioni della gola. Nonostante le raccomandazioni dei medici, infatti, non era mai riuscita a seguire una dieta appropriata: non era neppure potuta andare al funerale del fratello a causa della gotta che la costringeva spesso a letto, il solo pensiero di spostarsi le dava sofferenza.

Aveva inoltre un'indole tendente al rancore verso chi si comportava in modo inopportuno nei suoi confronti, era sicuramente dispotica ma, presa con quella dolcezza che lei stessa non aveva mai ricevuto, si trasformava in una donna migliore e portata all’ascolto. Anna la conosceva bene e aveva il carattere giusto per starle accanto.

Lo stesso avvocato Luigi era molto legato alla sorella e quando

passava per motivi di lavoro dalle parti della tenuta non mancava mai di farle un saluto affettuoso, anche se veloce.

Suo marito Adolfo, famoso notaio di Grosseto, era morto da diversi anni ma già molto tempo prima e per una oscura ragione la donna lo aveva allontanato dalle sue proprietà di famiglia e non ne aveva più voluto sapere nulla, mantenendo con lui i contatti unicamente per il bene delle due figlie Luisa e Agnese.

Le due sorelle avevano sposato uomini facoltosi, erano matrimoni combinati a tavolino dalla zia, come combinato era stato il suo matrimonio e, a giudicare dalla riuscita di quest’ultimo, la sua esperienza personale in merito non era servita per rendere felici le due figlie, anzi. Si erano allontanate dalla madre proprio a causa del suo carattere autoritario e brusco che mai le aveva assecondate nei desideri e nelle aspirazioni personali. L’unica libertà che si erano concesse era il loro allontanamento dalla sua vita, il disinteresse per i suoi beni e la rottura quasi completa dei rapporti con lei. Il risentimento che si era accumulato nei loro cuori era diventato duro e impenetrabile.

Da molto tempo Anna non visitava la tenuta, forse un anno e mezzo o due, e ponderando a lungo la decisione e su insistenza di Teresina e Giulio nel giro di una decina di giorni decise di scrivere alla zia e confermarle la partenza, ma non senza qualche titubanza.

 

Carissima zia Costanza,

grazie per l’invito che ho deciso infine di accettare.

Comprendo la vostra preoccupazione nei miei confronti, so che volete distrarmi dai miei pensieri ma vi assicuro che più il tempo passa e più sono serena.

Sarò ben felice di aiutarvi in tutto ciò che più vi servirà e non vedo l’ora di passeggiare nello splendido giardino della vostra villa.

Giulio ha già organizzato tutto: partirò all’alba del prossimo lunedì e, se non ci saranno problemi lungo la strada, arriverò prima di sera.

Con affetto, Anna

 

Era la prima volta che Anna partiva da sola senza la compagnia del padre e questo la rattristava e preoccupava molto, ma l’unica cosa che veramente la rassicurava nella partenza era la presenza dell’avvocato Lambiati a Viterbo, il suo angelo custode su questa terra, la sola persona che in quel momento poteva condurla verso le giuste soluzioni da adottare per riportare ordine nella sua vita.

   
 
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