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Autore: mistaya89    16/01/2020    0 recensioni
[Piccole Donne]
E' uscita recentemente una nuova produzione di Piccole Donne al cinema, guardando il film mi sono ricordata di quanto avessi odiato leggere, a soli 10 anni, che Jo non si sarebbe sposata con Laurie. Dall'alto della mia sapienza romantica dell'epoca lo trovai davvero frustrante! Quindi, a distanza di anni, ho deciso di regalarmi un'alternativa. Scritta in fretta e per gioco questa storia brevissima vede il momento in cui Laurie si dichiara a Jo prendere la piega che avrei voluto avesse nei miei sogni. Senza nulla togliere alla storia originale che resta un capolavoro, questo è un mio piccolo vezzo. Spero che qualche altra amante della coppia possa apprezzarlo! Se ci siete finite, Team Laurie sempre! ;)
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Jo io ti amo!”
Si fermò mentre correva via da lui, ma non aveva corso abbastanza in fretta. Il suono delle sue parole l’aveva raggiunta, non poteva fingere di non aver sentito, non poteva più fuggire.

Per anni aveva sperato, pregato, implorato che quel momento non arrivasse. Che lui non le dicesse mai quello che i loro cuori, e il resto del mondo, avevano già intuito da tempo, che l’amava. Era Laurie maledizione! Era il suo migliore amico. Era l’unica persona al mondo che la capisse, che la facesse sentire giusta.

Lui le era corso dietro e l’aveva raggiunta, inchiodata sul posto da tre semplici parole, che l’avevano investita come una doccia gelida, come crudeli stillettate piantatele nel cuore alle spalle, come la vigliacca che era. Nemmeno quando Beth aveva contratto la scarlattina era stata cosi spaventata, nulla in vita sua l’aveva mai colpita tanto.

“Jo…” la sua voce era sempre stata bellissima. Iniziò a sentire lacrime bollenti pungerle gli occhi, ma le intrappolò fra le ciglia, senza permettersi di avere nemmeno quella minima consolazione.

Si girò e lo trovò lì, ansante, che la fissava, aspettava. I meravigliosi capelli scuri scompigliati come sempre. Gli occhi verdi accesi di una luce che lei non gli aveva mai visto prima.

“Io non ti amo, Laurie… non come vorresti tu.”

Percepì il momento in cui il suo cuore andò in pezzi, perchè l’eco raggiunse anche il suo. Entrambi i loro cuori si frantumarono in quell’istante.

I suoi meravigliosi, dolcissimi occhi verdi la guardarono, disperati, bisognosi, imploranti.

“Non può essere vero…” la sua voce tremava. Il suo corpo era rigido. Jo pensava che avrebbe smesso di respirare da un momento all’altro, lei stessa si ricordò che non lo faceva da tempo.

“Sei il mio migliore amico, non posso perderti” la voce le si spezzò mentre pronunciava quelle parole. Finalmente il dolore aveva incrinato la sua armatura, era fuoriuscito. Il suo ego, la sua intelligenza, finalmente si piegarono all’unica possibilità che poteva ferirla. Per la prima volta, Jo March non era sicura di se stessa.

Laurie respirò, a fondo. Raddrizzò le spalle, le si fece ancora più vicino. Ora i ciuffi dei suoi capelli le sfioravano il viso mentre si chinava su di lei.

“Tu mi ami, Jo. Perchè se non posso credere a questo, se non è amore quello che proviamo, non posso credere più a null’altro e tanto varrebbe buttarmi nel fiume, ora, in questo istante.” Le accarezzò il viso con le nocche di una mano, delicato come la più soffice delle piume, spaventato quasi, come se temesse che al minimo gesto improvviso lei potesse ricominciare a correre via da lui. Jo tremò sotto il suo tocco.

“Oh ma Laurie, è vero che io ti amo. Ti amo ma l’amore romantico, quello che tu mi chiedi, non fa per me. Io non sono cosi lo sai. Non sono mai stata la ragazza che si preoccupa dei balli, dei merletti, delle scarpe da abbinare alla nuova stoffa.. il matrimonio per me è una gabbia. Non darò mai via la mia libertà donandola ad un uomo, non posso. Neanche a te.” Non riusciva a guardarlo negli occhi mentre parlava, teneva il viso rivolto verso i confini del suo mento, fissava il suo collo, il colletto della camicia sbottonato per la corsa, la cravatta storta che scompariva nella giacca, il pomo di adamo che si alzava e abbassava mentre lui deglutiva…

Sentì che una delle sue mani scendeva a prendere la sua. Quelle mani erano sempre state calde e gentili con lei. L’avevano consolata, spronata, spinta… Al pensiero che non avrebbe più potuto sentirne il tocco si disperò, iniziò a mancarle il respiro, le sembrò di annegare nel mare d’inchiostro che riversava sulle pagine bianche delle sue storie. Le lacrime iniziarono a scappare dalla loro prigione, vili traditrici. L’altra mano, quella che pigra era rimasta a sfiorarla, scese sotto il suo mento, le alzò il viso costringendola a guardarlo dietro il velo sfocato. I suoi occhi erano più verdi che mai.

“Non ti chiederei mai di essermi inferiore, Jo, nè ti cambierei. Io ti amo cosi come sei, il matrimonio non cambierebbe nulla, saremmo sempre noi. Sarei sempre io. Lo sai. Non rendermi il nemico di una delle tue storie, non cercare una trama intricata laddove hai già un lieto fine. Non punirmi tacciandomi di peccati che non mi appartengono. Ti prego…” questa volta la voce spezzata era la sua.

Era bello, pensò guardandolo, c’erano sempre state ragazze ai balli, alle feste, che lo guardavano sorridendo, stupide oche attratte dalla sua bellezza, dalla sua ricchezza, ma nessuna di loro lo conosceva davvero, non come lo conosceva lei. E lei non ci aveva mai davvero fatto caso. Lui le aveva sempre ignorate con la galanteria che lo contraddistingueva, con le classiche impeccabili buone maniere che riservava a tutti tranne che a lei. Con lei era terribile. Solo con lei rideva sguaiatamente o urlava furiosamente. Entrambi erano liberi di essere se stessi, quand’erano insieme. E tutto era sempre stato facile, con lui. Fino ad ora, e lei non voleva che le cose cambiassero.

“Non posso Laurie, ci distruggeremmo. Con il passare degli anni ci odieremmo! Tu mi odieresti perchè non riuscirei a sopportare l’alta società e le loro frivole maniere! Non sono come te, non faccio parte di quel mondo! E non posso privartene!!” aveva iniziato ad urlare, non sapeva nemmeno lei quando. “E tu pensi che a me importi di loro? Di quelle stupide feste?” urlava anche lui ora. “Come puoi pensarlo dopo tutti questi anni!” le sue mani ora erano sulle sue spalle, la scuotevano. “Maledizione Jo!!! Mi farai diventare pazzo!” “Mi pare che tu stia facendo già un ottimo lavoro da solo!” le urlò lei in risposta, stizzita dai suoi modi. Laurie emise un ringhio, e portandole una mano dietro la nuca l’attirò a se. I corpi improvvisamente avvinghiati, le loro labbra sbatterono le une contro le altre. Mentre il corpo di lei rispondeva al suo, Jo si rese conto che non riusciva ad opporre resistenza. Il suo cervello, sempre cosi vigile e attento era completamente fuori uso. Riusciva solo a pensare al calore che le pervadeva ogni centimetro del corpo, mentre le labbra fameliche di Laurie prendevano possesso delle sue piegandole al loro volere. La sua mano le cingeva la nuca, rendendole impossibile la fuga, che nemmeno lontanamente aveva sfiorato i suoi pensieri, mentre l’altra le posava sulla vita, esigendo possesso. In quel bacio ci fu tutto ciò che erano stati, tutto ciò che in anni e anni si erano taciuti. Ogni carezza non data, ogni parola non detta, ogni soffocante divieto autoimposto esplose fra loro, facendo crollare ogni barriera di Jo come cera sciolta al sole. Poi ogni innocente risata, ogni bravata, ogni notte passata insieme ad inventare storie lentamente spense le braci della passione, ed il bacio da famelico diventò dolce, come se quasi entrambi si stessero arrendendo, ritirandosi esausti dopo la guerra. Riscoprendosi da amici, amanti. Sembrava infinitamente sbagliato, ma allo stesso tempo, cosi puramente giusto.

Laurie le lasciò il viso, e con un ultimo soffio, le labbra. Ma le tenne la mano sulla vita, quasi ancora volesse sincerarsi che non potesse scappare da lui.

Jo era rossa in viso, ansante, si ritrovò a pensare che non era abbastanza, che ne voleva ancora… vergognandosi immediatamente per quel pensiero.

“Tu mi ami, Jo March.” le disse con voce ferma e rauca, e nei suoi occhi c’era ora la sicurezza che prima non aveva avuto. E Jo seppe che ogni fuga era ormai impossibile.

   
 
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