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Autore: John Spangler    17/01/2020    5 recensioni
L'umanità è quasi stata spazzata via dall'apocalisse zombi. Gli umani superstiti sopravvivono come meglio possono. Ma un giorno, dalle profondità dello spazio arriva una nuova minaccia, forse peggiore dei morti viventi...
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 2

 

Laboratorio del dottor Day'kl

 

Ben'sko continuava a fissarlo con quell'espressione vuota.

 

"Ti sarei grato se la smettessi di guardarmi."

 

Dopo qualche attimo di silenzio, ridacchiò. "Scusa. A volte mi dimentico che non puoi più parlare." Finì di armeggiare col suo risequenziatore molecolare e sospirò soddisfatto. "E che probabilmente neanche capisci quello che dico. Ma è bello avere qualcuno che ti ascolta senza interrompere, una volta tanto."

 

Ben'sko emise un paio di mugolii che potevano significare qualunque cosa. Ma potevano anche non significare nulla. Day'kl si girò verso la cabina di contenimento. "Ci sono ancora tante cose che non capisco di questo virus, sai? La sua origine, per esempio. Non ha le caratteristiche di una malattia naturale. Potrebbe essere un prodotto di laboratorio. Se è così, vorrei poter incontrare il terrestre che l'ha creato e complimentarmi. E'...è davvero incredibile." Infilò le mani nelle tasche del camice da laboratorio che indossava e prese a camminare attorno alla sua postazione di lavoro. "Il virus mantiene il corpo in uno stato a metà strada tra la piena funzionalità e la decomposizione, abbastanza da mandarlo in giro a spargere il contagio e cercare nutrimento. Perchè proprio la carne dei non infetti, poi..." Si fermò proprio davanti al suo collega. "Sai, mi piace pensare che anche tu ne rimarresti affascinato, in circostanze normali."

 

L'altro Daar scattò in avanti come per saltargli addosso, venendo però bloccato dal vetro della cabina.

 

"Una drastica riduzione delle capacità intellettive." Scosse la testa. "Un vero peccato. Il tuo era uno dei cervelli migliori a disposizione del Collettivo. Non a livello del mio, certo, ma comunque..."

 

Fece una breve pausa, poi riprese a parlare. "Le possibilità che offre questo virus sono infinite. Immagina se i nostri soldati non dovessero più preoccuparsi delle ferite. O della mancanza di atmosfera respirabile." La bocca gli si allargò in un sorriso vagamente inquietante. "Devo solo eliminare gli...effetti spiacevoli dell'infezione. Ci vorrà del tempo. Molto, molto tempo. Ma quando avrò finito...oh, quando avrò finito..." Si avvicinò ancora di più al vetro, fino a fissare Ben'sko dritto negli occhi. "Credo che come minimo mi daranno un posto d'onore al Ministero delle Scienze. Magari mi nomineranno addirittura ministro! Entrerò nella storia!" La sua risata riecheggiò nel laboratorio.

 

"Ora però devo lasciarti, Ben'sko." disse infine. "Ho bisogno di riposo. Tornerò domani. Non temere, però. Ti lascio in buona compagnia..." Indicò la postazione, dove giaceva il corpo della femmina terrestre che gli era stata assegnata in origine. Day'kl era particolarmente orgoglioso di come stava procedendo l'esperimento, su quel fronte. L'umana rispondeva magnificamente ai trattamenti, e finora non aveva mostrato gli effetti collaterali riscontrati nei suoi simili. Avrebbe dovuto continuare a studiarla e a sperimentare, certo, ma poteva ritenersi sicuro che il Progetto 36 stesse andando nella direzione voluta.

 

"Passa una buona notte, collega." disse Day'kl con un ghigno di soddisfazione. Lasciò il laboratorio pochi secondi dopo.

 

Ben'sko rimase tutta la notte a fissare la porta da cui Day'kl era uscito.

 

XXXXXX

 

Da qualche parte nel settore degli alloggi

 

Un giovane Daar entrò nella propria stanza e aspettò che la porta si chiudesse alle sue spalle. Attese qualche secondo, poi toccò un punto preciso sul proprio collo. La sua immagine iniziò a tremare, come avrebbe fatto uno schermo per le comunicazioni con un pessimo segnale. In un attimo si dissolse, rivelando il suo vero aspetto. Si trattava infatti di un insettoide alto all'incirca quanto un Daar, dotato di quattro arti come un Daar, ma che decisamente non era un Daar.

 

Era infatti un Beronyano, una specie in guerra con il Collettivo Daar da tempo immemore. Una delle tante spie infiltrate qua e là nella speranza di carpire un segreto che finalmente permettesse agli insettoidi di prevalere sugli odiati nemici.

 

E forse, quel momento era finalmente arrivato.

 

Il Beronyano si portò le mani alle tempie, e attivò il collegamento telepatico con i suoi superiori.

 

Qui parla l'agente Forhy. Rispondete, prego.

 

Dopo un paio di secondi di attesa, ebbe risposta.

 

Ti sentiamo, agente Forhy. Che novità hai?

 

Preoccupanti. I Daar hanno dato inizio a degli esperimenti su un virus da loro rinvenuto su un pianeta del Sesto Quadrante. Sembra che vogliano utilizzarlo per ricavarne delle armi biologiche.

 

Ne sei certo?

 

Assolutamente. Lo hanno chiamato "Progetto 36". Lo dirige il dottor Day'kl.

 

E a che punto sono, gli esperimenti?

 

Non lo so con certezza, ma sembra che stiano ottenendo buoni risultati. Devo intervenire?

 

Un attimo, dobbiamo consultarci. Passò qualche istante di silenzio.

 

Per il momento, limitati a osservare e riferire a noi eventuali sviluppi, agente Forhy. E' possibile che questo Progetto 36 non vada come sperano i Daar. In caso contrario, decideremo il da farsi.

 

Sia fatta la vostra volontà. Lunga vita a Beronya.

 

Lunga vita a Beronya.

 

Al che il collegamento telepatico si interruppe. Forhy riprese il suo aspetto Daar e andò a dormire.

 

XXXXXX

 

Qualche tempo dopo

Laboratorio del dottor Day'kl

 

Il capitano Jen'ard e il primo ufficiale Wil'ker arrivarono in perfetto orario. Day'kl si diede un'ultima sistemata al camice e andò loro incontro. "Gloria e onore, signori."

 

"Lasci perdere le formalità, dottore." tagliò corto il capitano. "Spero abbia avuto un buon motivo per convocarci qui a quest'ora."

 

"Un ottimo motivo, capitano, mi creda." sorrise Day'kl. "L'esperimento è giunto a un punto di svolta."

 

"Spero per lei che sia così." disse il primo ufficiale. "Sono giorni che promette risultati, ma finora non si è visto un bel niente. La pazienza dell'Alto Comando non è infinita, dottore."

 

"Comprendo la diffidenza, Numero Uno, ma stavolta ci siamo davvero. Vogliate farmi la cortesia di accomodarvi." Indicò un paio di sedie levitanti sistemate accanto alla postazione di lavoro. I due ufficiali si sedettero.

 

"Allora?"

 

"Solo un attimo di pazienza, capitano." Si schiarì la voce. "Dunque, dopo lunghe ricerche, sono riuscito a comprendere grosso modo il funzionamento del virus..."

 

"Grosso modo?" Il capitano non sembrava per nulla contento di ciò che aveva appena sentito. "Dottore, non ci avrà convocati qui per comunicarci un fallimento, spero."

 

"Tutt'altro, capitano. Tutt'altro." Day'kl non stava più nella pelle. "Sono finalmente riuscito a modificare il virus in modo che i soggetti infettati siano più...come dire, gestibili. Ma permettetemi di darvi una dimostrazione pratica..."

 

In quel preciso istante, una delle porte in fondo al laboratorio si aprì, e ne venne fuori una creatura che i due ufficiali riconobbero subito.

 

"Ma..."

 

"Dottore, che ci fa qui questa umana?"

 

Si trattava infatti della donna terrestre con cui Day'kl aveva iniziato l'esperimento. Il suo aspetto era però radicalmente diverso da quello di un tempo: indossava infatti una tuta rossa fatta con materiali Daar e creata apposta per lei; era pallida, e le sue orbite erano spente. In più, aveva la testa completamente rasata, ed emanava un olezzo tollerabile per i Daar, ma che avrebbe fatto vomitare un umano.

 

"E' la dimostrazione pratica di cui stavo parlando prima, Numero Uno." Day'kl fece un cenno verso l'umana. "Cara, saluta i nostri ospiti."

 

L'umana aprì lentamente la bocca, come se quel gesto le costasse fatica. "G...gloria e...onore." gracchiò con in tono stridulo. Anche la sua voce era diversa. Se prima la si sarebbe potuta giudicare melodiosa e sensuale (secondo gli standard umani, ovviamente), ora era più simile al rumore delle unghie su una lavagna.

 

"E questo sarebbe un risultato? Ha insegnato all'umana la nostra lingua?" sbottò Jen'ard. "Non mi sembra granchè."

 

"Mi perdoni, capitano. Avevo dimenticato di specificare che l'umana era stata infettata col virus. In circostanze normali, ora sarebbe un vero e proprio cadavere ambulante. E invece..." indicò di nuovo l'umana. "grazie alla mia manipolazione del virus, sono riuscito a renderla ubbidiente e capace di svolgere alcuni compiti.

 

"Cara, afferra quel risequenziatore e colpiscimi."

 

L'umana afferrò il risequenziatore molecolare sulla postazione operativa e fece per scagliarlo contro Day'kl. Tuttavia, prima ancora che il capitano o il primo ufficiale potessero dire o fare alcunchè, si interruppe e rimase immobile, il risequenziatore in mano e gli occhi spenti fissi su Day'kl.

 

"Visto?" disse lo scienziato. "Ho fatto in modo che potesse obbedire ai nostri ordini, senza però essere in grado di farci del male."

 

"Dottore, continuo a non capire come questo possa essere considerato un risultato importante." disse Wyl'ker, sempre più scettico sulla salute mentale dello scienziato.

 

"Provi a immaginare, Numero Uno. Coltivando la versione trattata del virus, potremmo utilizzarlo per infettare le truppe nemiche e fare in modo che combattano tra di loro. E non solo. Continuando con i trattamenti effettuati finora, sono sicuro di poter eliminare anche i segni di decomposizione che potete ancora vedere sull'umana.

 

"In quel caso, potremmo anche infiltrare spie tra le fila nemiche. Spie che saranno sotto il nostro totale controllo, e che non rischieranno di essere individuate. Credo sia superfluo ricordarvi le perdite che abbiamo avuto nei cicli scorsi, in quell'ambito..."

 

I due ufficiali annuirono mesti. Il Collettivo era stato a dir poco sfortunato, nel settore dello spionaggio. Ogni singola spia Daar inviata nelle varie zone d'interesse della galassia, aveva fatto una brutta fine. I più fortunati ora erano in compagnia dei loro antenati.

 

"Mi serve solo altro tempo, e altre cavie umane. E se possibile, anche esemplari di altre specie, così da poter verificare la compatibilità."

 

Il capitano e il primo ufficiale rimasero un attimo in silenzio a riflettere sulle parole dello scienziato.

 

"Devo dirlo, dottore. Lei ha superato le mie aspettative." annuì il capitano Jen'ard. "E' effettivamente un ottimo risultato. In quanto alla sua richiesta, sarà l'Alto Comando a decidere. Ma non ho dubbi che acconsentiranno..."

 

XXXXXX

 

Nell'alloggio di Forhy

 

...e questo è quanto.

 

Il Beronyano aveva appena riferito ai suoi superiori gli ultimi sviluppi sul Progetto 36. Inutile dire che essi non ne erano per nulla entusiasti.

 

Questa è una pessima notizia. Se l'esperimento andrà a buon fine, i Daar avranno un'arma che gli permetterà di vincere la guerra.

 

Devo intervenire?

 

Sì, agente Forhy. Ti ordiniamo di sabotare l'esperimento e provocare quanti più danni puoi. Se si renderà necessario, abbandona la tua copertura e torna da noi...

 

XXXXXX

 

Laboratorio del dottor Day'kl

 

"Dunque, se spostassi questo...hmm, no. Meglio di no. E se..."

 

Day'kl stava lavorando alacremente da più di un'ora. Il punto di svolta che tanto aveva cercato era sempre più vicino, se lo sentiva. Ancora qualche modifica, e il virus sarebbe stato perfetto. Già pregustava la gloria che avrebbe accompagnato il suo nome nei cicli a venire. Il Collettivo sarebbe finalmente riuscito a pacificare la galassia, senza più doversi preoccupare di quei fastidiosi Beronyani, o dell'Alleanza di Silicio. E sarebbe stato tutto merito suo.

 

Ma all'improvviso, accadde qualcosa che interruppe quei pensieri felici. Tutte le luci del laboratorio si spensero, e si attivò una sirena d'allarme.

 

ATTENZIONE, SI E' VERIFICATO UN GUASTO IN SALA MACCHINE. SI PREGA DI ATTENDERE L'ATTIVAZIONE DEI SISTEMI DI EMERGENZA.

 

Day'kl imprecò sonoramente. Senza energia, la sua postazione di lavoro era inutilizzabile. E non aveva neanche fatto in tempo a salvare nella memoria del laboratorio i risultati ottenuti in quella sessione. Si mise a camminare in cerchio, borbottando. Non gli restava che attendere il sistema d'emergenza.

 

Che non si fece attendere molto, in verità. Qualche istante dopo, le luci si accesero, e Day'kl tirò un sospiro di sollievo. Si girò, pronto a rimettersi al lavoro...

 

...e cacciò un urlo di terrore. Perchè davanti a lui, a fissarlo con quegli occhi vuoti e l'espressione intontita, c'era Ben'sko.

 

"Ben'sko, che..." Poi capì. L'interruzione di energia riguardava anche la cabina di contenimento. Che era programmata per aprirsi in un'emergenza simile. Un brivido freddo gli corse lungo la schiena. Questa proprio non ci voleva.

 

Prese a indietreggiare lentamente. "Collega...cerchiamo di non..."

 

Ma non riuscì mai a finire la frase. Ben'sko gli fu addosso e lo buttò a terra. E in men che non si dica, lo azzannò alla gola.

 

Day'kl non ebbe nemmeno il tempo di gridare.

 

 

NOTA: E finalmente, rieccomi qua con il secondo capitolo di questo orrore. Mi scuso per aver fatto passare così tanto tempo tra un aggiornamento e l'altro, e spero che abbiate gradito. Entro la fine del mese arriverà l'epilogo (e teniamo le dita incrociate). A presto, gente!

  
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