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Autore: Francy_Kid    17/01/2020    1 recensioni
Viperion passa dal lato di Papillon ed inizia a lottare contro Ladybug e Chat Noir. Cosa accadrà se dovesse scoprire che dietro le maschere dei due eroi ci sono il suo migliore amico e la ragazza che ama?
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ATTENZIONE: Questa storia segue le vicende della serie "Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir" fino alla terza stagione escluso il finale, ergo fino alla puntata numero 24 ("Ladybug") poiché è stata ideata molto tempo prima della messa in onda del finale.
Buona lettura ^^
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Luka Couffaine, Maestro Fu, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Viperion rientrò dalla finestra e con il pugno il muro alla sua sinistra. Subito dopo si piegò a raccogliere una t-shirt a terra, usandola per tamponare il naso sanguinante; sapeva che una volta annullata la trasformazione il dolore sarebbe peggiorato così come il flusso di sangue. Si spostò verso la cucina e prese dal freezer un sacchetto di funghi surgelati, avvolgendoli nella maglietta sporca di sangue e poggiandoli sul naso prima di annullare la trasformazione. Non si accorse nemmeno di avere il labbro spaccato finché non sentì una leggera fitta, unita al sapore del sangue in bocca.

Aprì il frigorifero per recuperare il restare della metà di un'arancia che aveva sbucciato quella mattina per Sass, poggiando il piattino sul tavolo in cucina per fargli recuperare le energie; subito dopo si andò a sedere sul divano in salotto – non molto distante dalla zona cucina – con un leggero gemito mentre si poggiava allo schienale morbido, sperando che il sangue al naso si fermasse presto dato che voleva farsi una doccia prima di andare a dormire.

«Non mi dici nulla? Hai smesso di sgridarmi ogni volta sulle mie scelte?» chiese il ragazzo fissando il kwami dal divano.
La piccola divinità lo guardò, la sua espressione era monotona. «Noi kwami dobbiamo sottostare al volere del nostro padrone, ma ciò non ci impedisce di cercare di farli ragionare. Ormai con te è impossibile farlo» annuì leggermente, finendo di mangiare il resto dell'arancia. «Stai diventando sempre più come Papillon».
«Non paragonarmi a lui!» sbraitò Luka, alzandosi di scatto.
Sass sibilò leggermente, «Eppure è così. Entrambi avete un desiderio ed a entrambi non importa delle persone che vi stanno accanto pur di farlo avverare. Stai distruggendo la tua famiglia con le tue stesse mani pensando che così la riavrai indietro».
«Ladybug ha distrutto la mia famiglia! È colpa sua se mia madre è morta!» sbraitò il corvino con le lacrime agli occhi. Era ancora un ricordo troppo doloroso per poterlo ignorare.
«Ladybug ha dovuto fare delle scelte. Non è colpa di nessuno se già madre se n'è andata».
«Stai zitto!»

Luka afferrò il cuscino e lo lanciò verso il tavolo, facendo cadere il bicchiere che vi era sopra mentre il kwami si spostò poco prima che lo colpisse.

Il ragazzo si sedette a terra con la schiena contro il divano, portandosi le mani alle orecchie mentre le lacrime gli rigavano il viso ed il corpo era scosso da singhiozzi.

Che Sass avesse ragione? Che stava diventando sempre più uguale a Papillon?
 

 

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Marinette salì le scale verso il suo appartamento e tirò fuori le chiavi di casa dal fondo della sua borsa con qualche difficoltà, Alya al suo fianco rideva di gusto.

«Non posso credere che sia successa una cosa del genere!»
«Invece è così! Quel bambino ha fatto cadere la crema ed io ci ho scivolata sopra come una stupida davanti a tutti! Che figuraccia... Ora ho un enorme livido viola sulla chiappa destra», mugugnò la corvina, fermandosi di scatto quando vide una figura incappucciata seduta davanti alla sua porta. «Luka?! Che ci fai qui?»
Il ragazzo alzò lo sguardo; si vedeva che non aveva chiuso occhio nemmeno quella notte ed in più i lividi della piccola controversia della sera precedente erano ben visibili sul suo viso Le sorrise, tenendo alto il cappuccio. «Ehi. Volevo solo farti visita, tutto qui».
Alya si voltò verso Marinette, facendole un buffetto amichevole. «Allora io vado. Ci vediamo un'altra volta per il caffè, ok?»

Attese la risposta affermativa da parte dell'amica, per poi salutare i due prima di allontanarsi. Sapeva benissimo come stavano le cose e quando Luka si faceva vivo era meglio lasciarli da soli, visto che non usciva più di casa e non voleva più vedere nessuno. Aveva persino sciolto la band de Kitty Section.

Sperava che Luka potesse tornare come prima e sapeva che Marinette era l'unica che poteva aiutarlo, almeno finché chiedeva il suo aiuto.

I due entrarono nell'appartamento della giovane e solo allora il ragazzo si abbassò il cappuccio.

«Scusa il disordine, ma stamattina ero in ritardo...» disse la corvina, raccogliendo un po' di cose dal pavimento mentre gli dava le spalle. «Ma stamattina ero in ritardo e... Cosa ti è successo?» esclamò a voce alta, lasciando cadere i vestiti che aveva raccolto poco prima.
Luka sorrise leggermente, segno che non doveva preoccuparsi - anche se conosceva abbastanza bene Marinette da capire che era oltre la preoccupazione. «Nulla di che, ho semplicemente avuto un piccolo diverbio con una persona».

Il corvino sibilò piano quando l'amica gli toccò il naso dolorante.

«Scusami. Ti porto un po' di ghiaccio».
«Non preoccuparti, l'ho già tenuto un bel po' ieri sera».

La faceva star male vedere Luka in quello stato, con le ferite che gli aveva procurato lei. Certo non era nulla di grave, ma aveva il labbro tagliato ed un livido violaceo sullo zigomo.

Non avendo usato il Lucky Charm le ferite non erano guarite, quindi avrebbe dovuto convivere per qualche giorno con il dolore ed i segni del loro piccolo litigio. Per fortuna quando usavano il potere dei Mirculous il loro corpo era protetto, ma i lividi ed i tagli restavano se il potere di Ladybig non veniva usato per sistemare il tutto.

Marinette sospirò, facendo accomodare l'amico sul divano mentre recuperava i vestiti che aveva fatto cadere, riportandoli nella sua stanza prima di spostarsi verso la cucina.

«Vuoi un caffè? Acqua, una bibita? ho anche la tua birra preferita», aggiunse mentre guardava ciò che aveva in frigo, spostando le poche pietanze che aveva per leggere le etichette.
«Dell'acqua va più che bene, grazie».

Tra i due ci fu nuovamente silenzio. Marinette raggiunse l'amico in salotto poco dopo con un bicchiere di acqua per Luka, con annessa bottiglia in caso ne volesse ancora, e la birra per lei, portando anche dei biscotti al cioccolato per entrambi. Si sedette accanto a lui ed aprì la lattina.

Il ragazzo la guardò, bevendo un sorso d'acqua. «Da quando bevi la birra?»
«Non volevo sprecare quella che avevo comprato un po' di tempo fa, quindi l'ho assaggiata ed ho scoperto che mi piace». Rispose lei con un'alzata di spalle, aprendo la lattina con il classico suono metallico accompagnato dal leggero sfrigolio della schiuma.
Lui ridacchiò, «E pensare che quando ti dicevo io di assaggiarla non volevi farlo».
«Perché non sai essere persuasivo» ridacchiò lei, bevendone un sorso.
Luka sbatté le palpebre, sorridendo a sua volta. «Non sono persuasivo, eh? Eppure ti ho convinta a fare molte cose».
«Cose parecchio pericolose! Hai una brutta influenza su di me!» disse fingendosi scioccata. «Guarda, ho pure iniziato a bere! Diverrò un'alcolista, poi mi rinchiuderanno in clinica per farmi curare, nessuno mi verrà a trovare e morirò da sola là dentro!»

Luka rise di gusto nel sentire il viaggio mentale dell'amica mentre scherzava, e ridacchiò anche lei. Le piaceva sentirlo ridere, soprattutto dopo un po' che non lo faceva. La sua risata le scaldava il cuore e la faceva sentire apprezzata malgrado odiasse il suo alter ego; eppure lui riusciva sempre a farla sentire apprezzata, anche con gesti minimi e che per alcuni non avevano nessun significato.

Arrossì leggermente a quel pensiero.

«Comunque, da quanto tempo eri appostato davanti alla mia porta come uno stalker?» chiese, incuriosita.
Luka recuperò il suo cellulare dalla tasca della felpa per leggere l'orario, non accorgendosi di Marinette che sbirciò il suo blocca schermo raffigurante un loro selfie. «Da circa un paio d'ore».
La ragazza quasi si strozzò con la birra e le servirono un paio di secondi orima d poter tornare a parlare. «Cosa?! Luka, avresti potuto chiamarmi! Sarei venuta subito dopo il lavoro!»
«Non volevo disturbarti e già mi dispiace che tu ed Alya non abbiate continuato la vostra uscita per colpa mia. Solo che non volevo ritornare in quella casa e non avevo nemmeno voglia di camminare» spiegò abbassando lo sguardo, giocherellando con l'anello che aveva sull'indice. Marinette notò solo in quel momento che il suo lo smalto nero era completamente rovinato, quasi scomparso del tutto. «Volevo stare un po' con te... ieri mi sono comportato male nei tuoi confronti e volevo chiederti scusa».
La ragazza sorrise intenerita, posò la birra sul tavolino basso davanti al divano e gli prese la mano, facendo intrecciare le loro dita. «Non devi preoccuparti, va tutto bene. Ma la prossima volta che vuoi venire a trovarmi mi chiami, ok?» si raccomandò, stringendo leggermente le sue mani.
Luka restituì il sorriso, rispondendo alla stretta. «Ok, lo farò».

 

 

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I due parlarono per un po' del più e del meno, scherzando su alcune cose e discutendo su altre. Non era passato molto dall'ultima volta che avevano trascorso così tanto tempo insieme, ma quella chiacchierata fatta perlopiù di scambi di battute e di scherzi aveva giovato ad entrambi.

Luka era sdraiato sul divano con la testa poggiata sulle gambe di Marinette, mentre lei gli accarezzava i capelli e giocherellava con le sue ciocche blu sbiadite. Le erano sempre piaciuti i suoi capelli: nonostante le numerose tinte non erano per nulla crespi, anzi, erano molto morbidi – anche se in quel periodo erano meno curati rispetto a prima – mentre il colore azzurro richiamava i suoi occhi del medesimo colore.

Il ragazzo si lasciva cullare dal tocco delicato della ragazza sulla sua cute, credendo che si sarebbe quasi addormentato se solo non stessero parlando. E non sarebbe la prima volta che accadeva.

«Quindi, oggi ti sei rimediata un livido sulla chiappa», ridacchiò lui, facendola mugugnare.
«Guarda che fa male!»
«Oh non ne dubito» sorrise divertito, ricevendo un colpetto sulla fronte.
Marinette passò le dita tra i suoi capelli, non accorgendosi che Luka la guardava sorridendo. «Devi tagliarti i capelli. Sono molto lunghi».
«Ed io che pensavo ti piacesse vedermi con il codino», ridacchiò.
La ragazza sogghignò. «Certo, mi piace farti diventare un unicorno con i tuoi stessi capelli o farti i codini di quando avevo quattordici anni, ma non sono scomodi per te?»
«Ehi, è il mio nuovo stile».

I due risero, mentre Marinette continuava a passare la mano tra i capelli. Ci fu nuovamente silenzio, ma non era imbarazzante. Capitavano i silenzi tra loro, ma erano silenzi carichi di pensieri dove entrambi si godevano la compagnia reciproca.

Luka la guardò con un sorriso intenerito: «Sei bellissima».
«D-Dai... Me lo dici fin troppo spesso. Anche quando sono un disastro», arrossì violentemente, portandosi le mani al viso, coprendosi per cercare di nascondere il rossore.
Lui gliele prese, abbassandole per poterla guardare. «Perché è ciò che penso davvero. Sei l'unica canzone che ascolterei ogni giorno, colei che calma i miei sensi e mi fa ricordare che al mondo c'è ancora qualcosa di bello».

Marinette sentiva il cuore che batterle a mille nel petto, pensando che quasi potesse saltarle fuori dalla cassa toracica. Sapeva che Luka era sincero, non le aveva mai mentito su ciò che provava per lei e non gliel'aveva mai tenuto nascosto, anche se credeva che dopo tutto quel tempo avesse perso interesse in lei.

Era diverso da ciò che provava quando Chat Noir si era dichiarato a lei, eppure anche lui era suo amico. Allora perché con Luka sentiva le farfalle nello stomaco  come quando a quattordici anni era davanti ad Adrien?

Chat Noir le dichiarava il suo amore ogni volta che la vedeva, anche durante le battaglie, ma credeva che mischiare i sentimenti al suo dovere da eroina fosse un ostacolo e potesse mettere in pericolo entrambi: le era sempre piaciuto il rapporto che aveva con Chat Noir, ma non andava oltre all'amicizia. All'epoca aveva occhi solo e soltanto per Adrien, ma ogni volte che lo vedeva non riusciva a spiccicare parola, iniziando a balbettare e temendo di fare solo figuracce per questo suo modo di essere.

Poi conobbe Luka, con il quale nacque subito una bella amicizia, sebbene non la lasciasse indifferente, e con il quale poteva essere se stessa senza aver paura di sbagliare nulla. Ammise che qualche volta si era chiesta se provasse qualcosa per Luka, ma la sua testa era sempre concentrata sul ragazzo biondo che a scuola era seduto davanti a lei. Quel ragazzo irraggiungibile ma che le faceva battere il suo cuore da adolescente.

Le ci volle un po' di tempo prima di capire che Adrien la considerava solo un'amica e che lui era innamorato di un'altra ragazza. Quando lo capì non solo aveva imparato a comportarsi normalmente, ma soprattutto aveva imparato ad apprezzarlo da amica ed a comportarsi da tale.

Luka le accarezzò il viso con delicatezza e la riportò alla realtà, non smettendo di sorridere nemmeno per un secondo mentre si perdeva nei suoi occhi azzurri. Si alzò con il busto e si mise seduto, tornando a guardarla.

Lei gli restituì lo sguardo, rossa come un peperone ma incapace di allontanarsi o interrompere quello scambio silenzioso, intimo, sotto un certo punto di vista. Nella sua testa c'era un turbine di emozioni: Luka era dolce e gentile con lei, oltre che essere un suo caro amico, ma Viperion la odiava; erano nemici, ma lui non lo sapeva.

Lasciò che il ragazzo le carezzasse il viso, mordendosi il labbro inferiore mentre lo guardava sorridere gentilmente. Lui si avvicinò alle sue labbra, notando che anche lei si mosse verso le proprie; fu la suoneria del telefono di Marinette ad interromperli, facendoli allontanare.

Allarme akuma.

«Mi dispiace... I miei avranno bisogno di me al forno...» mentì schiarendosi la gola, prendendo il suo telefono e spegnendo l'allarme, per poi sistemarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Non preoccuparti. Sarebbe meglio che torni a casa, comunque. Juleka si starà chiedendo che fine ho fatto».

Luka si alzò non notando Marinette che si colpì in fronte con il palmo della mano, eppure lei notò la sua espressione malinconica, come se per lui fosse faticoso persino vedere la sorella.

Si alzò a sua volta accompagnò alla porta, stringendo la maniglia fino a far diventare le nocche bianche.«Grazie per la compagnia. Mi fa piacere passare il tempo con te».
«Grazie a te per l'ospitalità» sorrise lui, oltrepassando la soglia della porta d'ingresso.
Marinette strinse il pugno della mano che teneva dietro la schiena, arrossendo. Prima o poi avrebbe dovuto dargli una risposta o almeno parlargliene. «Luka, io...»
«Non importa Marinette. Davvero, non preoccuparti» la interruppe con un sorriso gentile, facendole un buffetto.

La ragazza rimase in silenzio per un paio di secondi, incontrando poi il suo sguardo. Non capiva come faceva Luka ad avere così tanta pazienza, soprattutto con lei che non aveva fatto altro che tergiversare e farlo soffrire. Lei teneva molto a lui e non voleva vederlo soffrire, ma la causa delle sue sofferenze era sempre lei che sia con o senza la maschera.

«Sappi solo che io non mi comporto così con te perché mi fai pena. Ma davvero sei importante per me!»
Luka tolse la mano dalla sua testa, non smettendo di sorridere nel vedere le sue guance rosse e lo sguardo determinato. «Lo so».

Marinette lo guardò andarsene, sentendo il lo stomaco contorcersi per l'angoscia. Presto avrebbe dovuto dirglielo della sua confusione, di ciò che provava per lui. Sospirò, chiudendo la porta a chiave. Kagami aveva ragione su di lei: esitava troppo ed in questo modo avrebbe perso la sua occasione, esattamente come l'aveva persa con Adrien.

Ma non era quello il momento di autocommiserarsi. Il telefono suonò di nuovo ed era ora che Ladybug entrasse in azione.

 

 

 

 

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Eccoci qua puntuali: è venerdì e si pubblica un nuovo capitolo EHEHEH

Spero la storia vi stia piacendo, perché venerdì prossimo vedremo che le cose iniziano a farsi interessanti *pavy face*

Alla prossima :D
Francy_Kid

  
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