se arrivi al punto giusto capisci che sarebbe l'ora di fare
qualche passo indietro
è permesso provare a rifare gli ultimi passi per vedere cosa
si è sbagliato per finire per terra?
non che abbia importanza, perchè lo farò comunque
prima di tutto nessuno aveva dato il via quando sono partito
per la verità non ero nemmeno all'inizio
mi hanno spiegato che di solito tracciano delle righe per
terra, nette e ben visibili
ci sono quelle che segnano l'inizio e quelle che segnano la
meta
persino quelle che tracciano il percorso
basta che ognuno si scelga la corsia che preferisce
sarebbe facile dire che il mio unico vero errore è stato
infischiarmene di tutte le righe
mi hanno spiegato che scrivono persino qual'è l'inizio e la
fine
a scanso di equivoci, solo un idiota, un analfabeta o un
sovversivo partirebbe dalla fine per arrivare all'inizio
solo un pazzo, un cieco o qualcuno che ha qualcosa che non
va proseguirebbe ignorando le corsie apposite
ho visto persone inginocchiate che tracciavano altre righe
per terra, non regolamentari
certo usavano altri colori, non avevano quello giusto, non
erano stati autorizzati
quando passavo mi lanciavano uno sguardo, qualcuno un
sorriso, qualcuno strizzava l'occhio
qualcuno era amichevole, se mi fermavo un po' con lui/lei mi
prestava un colore dalla sua scatola per tracciare le linee che volevo
ho ancora i colori in tasca e ogni tanto se mi fermo con
qualcuno che mi piace gliene regalo uno, quello che preferisce
qualcuno gridava se pestavo le sue righe, qualcuno mi faceva
notare che dovevo trovarmi un altro spazio
c'erano quelli che controllavano che le cose si svolgessero
come dovevano
litigavano con i non autorizzati che tracciavano le loro
righe
dicevano che non potevano nemmeno stare lì, men che meno
tracciare righe di loro iniziativa
non capivano perchè diavolo quei maledetti non facevano come
tutti gli altri
perchè non si sceglievano la loro corsia e iniziavano a
correre?
o perchè non si mettevano tra il pubblico e sceglievano per
chi tifare acquistando da bere, da mangiare, da fumare, un canale televisivo o
una radiolina alla mano
perchè semplicemente non stavano zitti ad ascoltare e ad
applaudire quando iniziava a lampeggiare l'appositissimo schermo
perchè non si mettevano in fila per ricevere l'autografo del
loro idolo
come tutti, come la maggior parte, come quelli per bene,
come tutti questi già facevano
no, non erano per niente divertenti tutti quei cambi di
programma non autorizzati
e se alcuni ridevano era solo per pena, potevano assicurarlo
loro personalmente
ma questi se ne infischiavano personalmente
mi stavano particolarmente simpatici
come incontrare vecchi amici che non si sapeva di avere
ballavo sulle righe autorizzate prendendomene allegramente
gioco
altri ballavano
poi arrivavano i detentori dell'ordine, della correttezza,
della giustizia, del buon costume
scappavamo, correvamo, li facevamo correre in tondo senza
sapere chi pigliare per primo e chi per ultimo
e ridevamo così tanto che ci venivano le lacrime agli occhi
così se qualcuno in realtà stava piangendo era difficile
accorgersene
pensavamo che finchè riuscivamo a ridere così sarebbe andato
tutto bene e non avrebbero mai potuto farci del male, nemmeno se ci prendevano
c'erano persone che gridavano a gran voce indignate, che
tutto questo era oltraggioso, che noi eravamo oltraggiosi e disperati e penosi
e straccioni e lanciavano banconote ai nostri inseguitori per dargli l'energia
per continuare a rincorrerci e loro lo facevano con gli occhi fuori dalle
orbite
il trucco è non aver paura mi confidava qualcuno che
sembrava saperla lunga, e non mi sembrava carino dirgli che l'avevo già capito
come se fosse cosa facile, come se si potesse farlo senza
averlo imparato da sé nel tempo, col tempo, in tempo
chi veniva preso faceva del suo meglio per continuare a ridere, a dire cose divertenti, a dire cose maledettamente vere
gli indignati continuavano a dire cose assurde, perciò era
quasi impossibile smettere di ridere pazzamente
è stato bello, è stato terribile, è stato allucinante, è
stato divertente, ha fatto male, non è cambiato niente ma siamo ancora qui a
ridere e giocare, è cambiato tutto - presi, picchiati, processati,
imprigionati, umiliati, puniti... -, qualcuno avrà capito qualcosa, nessuno ci
ha capito niente....
ho ancora i gessetti in tasca, e tanto spazio per disegnare
ho sangue non mio addosso, e la voce che si rompe in risa,
grida e pianto
sono ancora tutti qui, anche quelli che se ne sono andati, e
non volevano
qui con noi
e qualcuno mi diceva che era normale essere stanchi, e non
mi sembrava cortese dire che me lo immaginavo
e sentivo che era normale essere arrabbiati, molto
arrabbiati
avrei potuto piangere, avrei potuto ridere, avrei potuto
gridare, avrei potuto dare di matto, avrei potuto spezzare tutti i gessetti,
avrei potuto rotolare nella polvere come un sasso senza meta*, avrei potuto
mordere chiunque mi tendesse una mano e gridare in faccia a chi mi rivolgesse
la parola
ma loro erano ancora lì intorno a me
non era importante parlare
sono ancora qui con noi, tutti quelli che se ne sono andati,
non importa il dolore, non importa quanto fai, non torneranno, sono ancora
tutti qui, se non andremo noi non andranno nemmeno loro
non è così che funziona, così vanno le cose
ci siamo rialzati, anche se qualcuno era seduto, abbiamo
ricominciato a cantare, anche se qualcuno non aveva più voce
avevamo paura, anche se avevamo imparato a non averla
eravamo stanchi, anche se eravamo diventati più forti
non ce ne saremmo mai andati, anche se ci avessero
trascinati via
il nostro sudore, la nostra saliva, il nostro sangue, le
nostre impronte, i nostri disegni, le nostre lacrime, i nostri umori, le nostre
voci, le nostre vicende, le nostre occhiate, le nostre grida, le nostre paure,
le nostre convinzioni, i nostri pentimenti, le nostre paure, le nostre
esaltazioni ed esultazioni…
scritto nel terreno, scritto nel vento, scritto nell’acqua, scritto nella memoria, scritto nei tronchi, scritto nella polvere, scritto nelle nuvole e forse anche nel cielo, nella pioggia e nella neve…
solo noi sappiamo che in realtà niente lo cancellerà, anche
se da tempo non lo si può vedere, ci guardiamo bene dal dirlo, e ci sorridiamo
ancora quando ci incontriamo con gli occhi tra le sbarre delle nostre prigioni,
i nostri segreti senza parole
* bè, questa mi ricorda decisamente Bob Dylan, 'Like a Rolling Stone', ora che la rileggo