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Autore: Cora_Blackwood    19/01/2020    0 recensioni
In un mondo devastato dalla guerra, uno dei figli del dittatore Joe, Max si è innamorato di una dei leader della resistenza che lotta per avere la libertà. Il giovane soldato è pronto a voltare le spalle alla sua famiglia e a sacrificarsi per la libertà e soprattutto per amore della ribelle. Ma un matrimonio inaspettato causerà l'inizio di uno scontro, la fine per molti.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno era arrivato.
Gli era sembrato tardare così tanto e invece senza nemmeno accorgersene era giunto come un battito di ciglia.
Quella mattina lo aveva svegliato uno strano rumore, potevano essere le quattro. Sentiva dei passi accompagnati dal riecheggiare dell'armeria, si dirigevano verso la sua porta che, non appena lui si alzò di scatto afferrando l'arma bianca da sotto il cuscino, si spalancò. 
Nella stanza erano fiondati quattro uomini armati; stavano scortando una ragazza, la stessa che aveva visto uscire dallo studio del padre. A capo c'era suo padre Joe, affiancato da suo fratello Aronne e il fratellastro Logan, entrambi avevano il capo chino, non alzavano gli occhi nemmeno per sbaglio. 
Dietro le ultime due guardie invece c'era il Mangia Cuori che lo mirava con freddezza. Nascose il pugnale dietro le sue spalle poggiandolo sopra la scrivania in mogano e guardò il padre senza temerlo, senza riluttanza.
- Sposala adesso. 
La voce del padre era impassibile, a quella frase i soldati si scostarono dalla ragazza. Aveva anche lei la testa abbassata e sembrava che piangesse, vestita in un abito attillato e bianco, ricamato con richiami floreali; fra i capelli un velo che le ricadeva sulle spalle.
Si mise dritto e avanzò di poco verso di loro. 
- Che le avete fatto?
Era preoccupato, nonostante non conoscesse quella ragazza, nonostante non provasse nulla per lei non poteva vederla in pena.
- Max, sposala ora. 
Scandì lentamente il padre. 
Gli occhi di Ester gli penetrarono dentro, erano lucidi e rossi. Aveva il trucco sbavato sulle guance, scuoteva la testa.
- No... 
Max prese un respiro profondo, gli balenò nella mente la frase di Yanez: " tu non ti fidi neanche di lui". 
Un dolore acuto gli attraversò il petto, si piegò leggermente in avanti respirando a fatica, poi si portò una mano al petto. 
- È quello che lei vuole? 
Ester scosse la testa, lo fece così piano che quasi non lo percepì. 
Si tastò una tasca del pantalone, le chiavi del carico erano ancora lì, chiuse gli occhi sollevato e guardò il padre, poi parlò col Mangia Cuori. 
- Non la sposerò se non è quello che vuole. C'è una legge che parla chiaro. 
Lanciò un'occhiata ad Ester che aveva gli occhi puntati sul pavimento. 
- Non importa quello che vuole lei. Chiama il sacerdote Joe, fai presto. 
Il dittatore con un cenno della mano mandò a prendere il sacerdote dal figlio Logan. 
Il Mangia Cuori prese con violenza il braccio della figlia che strepitò e la tirò addosso a Max. 
Logan era dietro di lui con il sacerdote stretto fra le sue mani. 
- Gli faccia dire si, il rito verrà fatto successivamente, devono sposarsi adesso. 
Max non aveva scelta, si trovava in trappola; si guardò attorno e un'idea gli balenò in mente. 
- Tu lo vuoi? 
Le prese il mento fra le dita cercando di farsi guardare negli occhi, ma lei lo fece solo per un istante. 
- No... 
Bisbigliò decisa in preda alle lacrime. 
- Allora fidati di me. 
Le prese le mani e le strinse. 
Guardò i presenti e il sacerdote. 
- Siamo pronti. 
L'uomo, con la tunica di tela color fango, sorrise ampiamente annuendo ai due sovrani, la sua testa sembrava una pallina bianca sporca di nero sulla faccia. 
- Ester, prenderai questo ragazzo come tuo sposo e fedele gli rimarrai. 
Alzò le braccia al cielo come per benedire i due. 
- Cara, devi dire di sì. 
Ester guardò preoccupata Max, che gli suggerí la risposta annuendo.
- Sì. 
Il sacerdote guardò Max, che strinse la mani di Ester ancora piú forte, l'alba stava arrivando, notò guardando fuori dalla finestra. 
- Max, tu prenderai questa ragazza come tua sposa e la proteggerai.
Max lo guardò senza rispondere. 
Guardò il padre, poi fece un cenno ad Ester ed ella lo abbracciò; Max rapidamente tenendola fra le braccia si gettò dalla finestra e i vetri andarono in frantumi, tutti si mossero per fermarli ma era troppo tardi; si erano buttati nel vuoto. 
- Se rimangono vivi trovateli! 
Urlò il Mangia Cuori spingendo Logan e Aronne fuori dalla porta. 
- Ora! 
Sbraitò vedendo i due titubanti. 
Aronne e Logan radurano alcuni soldati dando l'ordine di trovarli. 
Ma Max aveva sempre un piano, conosceva tutti i vicoli del palazzo e in un attimo prese possesso del carico. 
 
Impossessatosi del carico, aprì i cancelli con i figli della guerra alle costole e partì a tutta velocità sfrecciando davanti le case di Irem. 
Seguendo il piano stabilito almeno per metà, superate le High Red Rocks, fu seguito dai veicoli di Deva, che dividevano il carico dalle guardie di Joe War. 
Tutti i veicoli davano più gas possibile ai motori che li facevano accelerare notevolmente. 
Max guardò dallo specchietto retrovisore; non vedeva Deva. Guardò i camion ai due lati del carico ma niente, c'erano soltanto Peter e Yanez. Prese il microfono del carico e parlò: - Mi sentite? 
Lanciò un' occhiata a Yanez cambiando la marcia e sorrise ad Ester che sembrava spaventata. 
- Sì, ti sentiamo. 
- Dov'è Deva? 
Yanez e Peter si lanciarono un sguardo furtivo. 
- Dov'è Deva? 
Insistette Max. 
- È dietro, tranquillo, si sta occupando dei tuoi vecchi amici. 
Per cosí dire, Max tirò un sospiro di sollievo. D'altro canto Deva stava per essere coinvolta in una sparatoria o in qualcosa di peggio. 
- Max. 
Riprese il microfono in mano e attese. 
- Lei è brava, è forte, e ti ama. Ha deciso di fidarsi di te nonostante avesse avuto diverse volte le prove che io aspettavo, ed è qui, anche per te. Soprattutto per te. 
I suoi occhi si incrociano con quelli di Yanez, erano sicuri di sè e gli annuí. 
Max sentì l'angoscia posarglisi sul petto, strinse il volante e chiuse gli occhi per un secondo, percependo le lacrime bruciargli i due zaffiri, poi li riaprí e si accorse che Ester lo stava guardando.
- Che c'è? 
Disse brusco lanciandole occhiate veloci. Si, era una ragazza carina, ma Deva messa al confronto era stupenda. Quel pensiero lo innervosì; nessuno poteva competere con la sua ragazza. 
- Deva è la tua fidanzata? 
La ragazza teneva gli occhi sulle sue gambe e non lo guardava più, aveva la voce debole e sembrava quella di una bambina. 
- Si, Deva è la mia ragazza. 
Rispose brusco; sui due calò il silenzio per un attimo, in seguito Ester aprì la bocca come se volesse dire qualcosa ma la richiuse. 
- Com'è? 
Max cambiò nuovamente la marcia. 
- Max, ci sei?
Prese il microfono in mano e aspettò che Peter continuasse. 
- È ora. 
Riposò l'aggeggio e con uno scatto del polso fece girare il carico di centottanta gradi, Peter e Yanez si affiancarono nuovamente ai lati, così fecero anche i due camion dietro di loro. Stava andando incontro al nemico e Deva gli stava davanti scortata da un altro camion; fecero fuoco sulle ruote dei nemici.
Erano rivestite di una protezione particolare e i danni erano lievi.
Deva parlò al microfono. 
- Ragazzi, puntiamo ai vetri.
Nell'istante in cui sentì la sua voce sul volto di Max spuntò un sorriso, un bellissimo sorriso, luminoso, spontaneo e sincero. 
- Facciamogli vedere chi siamo! 
Urlò entusiasta Max. Era davvero felice di sentire che lei stava bene.
- Hai l'ostaggio? 
Gli domandò Deva, con una luce complice negli occhi.
- Oh si che lo abbiamo.
Le rispose Max con la voce roca, guardò Ester con malizia. Lei sembrava avere ancora più timore.
- Non ti faremo del male davvero, non è nei nostri piani. 
Max accellerò. 
In effetti Ester non gli interessava, ma era un ottimo mezzo per raggiungere i loro scopi, adesso era fatta. 
Max aveva voltato ancora insieme agli altri dritti verso una tempesta di sabbia. 
Questo sarebbe stato l'inizio di un viaggio. 
   
 
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