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Autore: Greynax    21/01/2020    2 recensioni
Nella strana pausa tra le due guerre possono esserci musica e risate. Sguaiate come quelle di un bambino, trattenute come quelle di una signora, dissimulate come quelle di un patriarca o perfettamente silenziose, come quelle di Severus.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A quattro mani (in sordina)
«Faccio io» si impuntò Draco, con le mani piccole e tozze allungate sui tasti, a malapena alla stessa altezza della sua fronte.
«Ah, davvero?» fece Narcissa, da dietro il suo sorriso così furbo e così deliziato da farla sembrare quasi una bambina, mentre strappava note veloci al piano con la mano destra, con la sinistra teneva il tempo sempre sui soliti tasti, due a due, senza mai perdere un colpo. Il bambino non sembrava impressionato, cercava i piedi della madre per usarli come scalini, ma non riusciva a trovarli: si era scordato dell'esistenza dei pedali, o forse non se n'era ancora accorto, forse non aveva ancora trovato un nesso logico tra quegli strani aggeggi e i piedi di Narcissa. Ma il collegamento tra tasti e suono ce l'aveva bene in mente, perché picchiò con foga sulla tastiera del piano - e Narcissa non smise di suonare.
«Faccio io!» protestò, prepotente, mentre sua madre rideva e basta, ondeggiava la testa a tempo, lo guardava con una dolcezza e una meraviglia così dolorosamente profondi che guardarla era un'agonia.
«Bravissimo» gli disse, mentre chinava di nuovo la testa verso il basso, senza disturbare i capelli lasciati sciolti lungo la schiena. «Ancora? Uno, due...»
E Draco pestò forte sui tasti che riusciva a stento a raggiungere, Narcissa rise di nuovo. Poi voltò la testa verso di lui, fermo, nell'angolo.
«Severus? Ti vuoi unire?»

Una volta era andato al picchetto, da suo padre, per portargli un thermos e poco altro. Lo sciopero sembrava andare avanti da tutta una vita, o da almeno il doppio dei suoi dieci anni. Appena gli era arrivato a portata Tobias gli aveva stretto meglio la sciarpa attorno al collo, fin quasi a strozzarlo in quel bozzolo di lana ruvida, umida di respiri e saliva. Poi aveva scoperto i denti sudici, aveva fatto un cenno col mento ispido di barba irregolare, con un borbottio roco tra le labbra crepate dal freddo. "Stronzate da hippie", aveva detto, guardando con disgusto un ragazzo come tanti altri ma con una chitarra in grembo, che si era seduto poco più in là, tra striscioni e donne di casa, tra manifestanti e poco di buono. Severus non aveva veramente capito, questo lo ricorda, però il commento di suo padre gli era comunque sembrato molto giusto e sensato. Una cosa un po' strana ma vera, come i Dissennatori che non aveva mai visto e di cui non aveva mai messo in dubbio l'esistenza.

Severus scosse la testa, sorrise appena all'invito, consapevole che la sua faccia sarebbe sembrata comunque arcigna, più per abitudine che per volontà. «No, grazie. Preferisco lasciar fare agli esperti.»
«Faccio io!» berciò Draco, saltando sul posto, già pronto alla scalata, ma senza alcuna idea di come riuscirci.

E poi Lucius era sulla porta, alto e dritto e con la fronte corrucciata, gli occhi troppo chiari tenuti un po' strizzati, a segnalare un certo fastidio, la bacchetta stretta tra le dita. Severus l'aveva visto uccidere, aveva quasi ammirato la bellezza sbagliata di una Cruciatus ben scagliata, su cui addirittura non aveva mai trovato appunti da fare, nè sull'intenzione nè sull'esecuzione. Però in quel momento non temeva nulla, perché Lucius stava trattenendo un sorriso, ed era l'unica parte onesta della sua espressione.
Così, quando gli vide alzare la bacchetta verso moglie e figlio, non agì secondo schemi ormai morti e sepolti.  Non urlò per attirare l'attenzione, non corse veloce (e correva molto veloce, un tempo) per frapporsi tra padre e madre. Alzò invece una mano, fingendo di grattarsi la guancia, per nascondere un sorriso non meno trattenuto di quello di Lucius.
«Silencio» mormorò Malfoy, strascicato, con il divertimento nascosto in fondo alla voce. E Narcissa alzò le mani al cielo, indignata, una diva da film muti con la sua bocca aperta in un'espressione tragicomica di sorpresa. Draco continuava a pestare sui tasti, più perplesso che arrabbiato, anche se con un po' d'immaginazione si sentivano perfettamente gli urli che stava cercando di tirare.

Con la mano macchiata di tannino e di fegato di drago ancora davanti alla bocca, Severus estrasse la bacchetta. «Sonorus» disse, in un'imitazione quasi involontaria della parlata di Lucius, continuando a nascondere il ghigno mentre la cacofonia di urla e note ricominciava a farsi sentire.
Lucius si tappò le orecchie, in un gesto quasi infantile, con l'aiuto di una spalla e solo con una mano. Nell'altra stringeva ancora la bacchetta, la agitò appena. «Silencio!»
Severus vide Narcissa e Draco ridere, in un silenzio perfetto. Gli ci volle solo un movimento pigro del polso, un altro «Sonorus» quasi sussurrato, e potè sentire le voci dei Malfoy ridere insieme. Risate sguaiate e forse solo un po' perplesse, come quelle del bambino. Soffocate come quelle di Narcissa, che cercava di darsi un contegno, mimetizzate tra colpi di tosse molto piccini, come quelle di Lucius.
O silenziose, senza alcun bisogno di incantesimi, come quelle che scuotevano le spalle di Severus.



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NdA: Quasi dimenticavo. Giusto per ridere, dato che un po' si parla di musica, la storia è stata scritta con queste due canzoni in loop, non necessariamente in ordine d'importanza:
Yann Tiersen - Comptine d'un autre été
Francesco Guccini - L'Avvelenata
  
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