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Autore: padi6996    21/01/2020    5 recensioni
"Sei distesa al mio fianco e stai dormendo profondamente. I lineamenti del tuo viso sono sereni, rilassati. Sembra che tu sia tranquilla, hai il sorriso sulle labbra, quelle labbra carnose e morbide che ho baciato fino a qualche minuto fa.
Ti guardo e mi chiedo se tu sia un angelo o un demone, l'angelo che mi ha salvata dalla mia eterna condanna o il demone che mi condurrà alla pazzia e mi strapperà via l'anima."
Sunshine è una scrittrice e Kayleen un'attrice emergente. Si incontrano per caso e dal quel giorno inizia una bellissima quanto difficile storia d'amore. Tra alti e bassi vivranno momenti intensi e appassionati alternati ad altri drammatici e a presunti tradimenti. Sarà l'amore a guidarle e a portarle dove il destino ha già tracciato una strada per loro se saranno pronte a seguirla.
Tutti i diritti riservati
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 26
 
 
LUIGINO
 
 
 
La nostra vita nella città degli angeli è ripresa già da un paio di mesi e tu sei super impegnata col nuovo film, siete piuttosto avanti con le riprese e sei felicissima, ti sta dando molte soddisfazioni, sei la protagonista e anche se non è un film impegnato come lo era stato quello che ti ha fatto vincere l’Oscar, ogni tanto ci vuole anche un film più commerciale. E’ anche un modo per farsi conoscere di più.
La nostra unione è salda e continuiamo a volerci bene senza eccessiva gelosia da nessuna delle due parti. Abbiamo trovato un bel equilibrio e questo ci fa stare bene. Sei così felice che mi hai fatto anche una proposta. Dopo gli impegni a Los Angeles, e lo spostamento dell’inizio della serie con Amber, vorresti restare in Toscana un po’ più a lungo  e mettere su famiglia. Quando me lo hai detto sono caduta dal pero. Sapevo che volevi dei figli e ne avevamo già parlato durante i nostri problemi nella gestione della paura, ma poi con tutto il lavoro che hai accumulato ho pensato che ci avessi rinunciato per il momento, ma stanotte mi hai sorpresa con la tua proposta. Mi hai detto che vorresti avere Liam, sei così sicura che sarà un maschietto che mi hai quasi convinta, mi piace anche il nome che hai proposto. Interpreterai l’ultimo film qui a Los Angeles e poi ci prenderemo un po’ di pausa da tutto e forse davvero avremo un bambino. Sono molto eccitata ultimamente, l’idea di mettere su famiglia mi piace, mi fa sentire ancora più unita a te e sapere che vuoi prenderti un impegno così serio con me mi rende felice.
 
Era tutto troppo bello, che non poteva continuare così perché quando Lucia ci sveglia alle due del mattino con la sua telefonata mi crolla il mondo addosso.
“Che succede Lucia ?”
“Ti prego vieni subito, ti supplico.” Dice agitata.
“Lucia, calmati. Cosa sta succedendo ?”
“Luigino … ti prego …”
Mi racconta tutto e mi lascia senza fiato. Sta piangendo, ma riesco a capire che è capitato qualcosa a Luigino e mi sento male. Riesce a dirmi che ha avuto un incidente e che è ricoverato in ospedale a Firenze. Giovanni il suo compagno l’ha lasciata un mese fa e il bambino non ha reagito bene. E’ scappato di casa e non si sa come è arrivato con la sedia a rotelle in una piazzetta dove è caduto da un muro di cinta. Le sue condizioni sono gravi.
Sono sconvolta e senza nemmeno pensarci su la saluto, chiudo la comunicazione e corro in bagno per prepararmi.
Tu non hai capito bene, ma mi segui preoccupata. Ti spiego e decidi di venire con me.
“Amore, devi finire le riprese, manca poco. Termina il lavoro e raggiungimi appena puoi.” Ti dico mentre mi sposto dalla camera al bagno senza nemmeno guardarti in faccia.
“Cosa ? Ma ancora ci saranno due settimane di lavoro, come minimo.” Rispondi cercando di fermarmi.
“Non puoi mollare le riprese proprio adesso. Hai preso un impegno.” Continuo prendendo un trolley ed infilandoci dentro le cose necessarie.
“Ma che stai dicendo Sun, Luigino è grave ed io dovrei restare qui ? Anche io voglio bene a quel bambino.” E mi afferri il braccio cercando il mio sguardo.
“Kay, lui non è un tuo familiare, non ti permetteranno di rimandare le riprese. Hai idea di quanto costi mandare avanti una produzione cinematografica ? Tu sei la protagonista, non te lo consentiranno. Finisci le riprese e raggiungimi a Firenze. Se dovesse succedere qualcosa e spero davvero che non succeda mai, ti chiamerò e mi raggiungerai.” Ti rispondo accarezzandoti la guancia.
Non sei convinta, non so cosa ti passi per la testa in questo momento, ma il terrore che provo nel non sapere le condizioni esatte di Luigino non mi fanno pensare ad altro.
“Tu non mi vuoi con te.” Dici all’improvviso mentre continuo a riempire il trolley e tu guardi fuori dalla finestra.
Alzo lo sguardo e ti vedo asciugare velocemente le lacrime dal viso.
Per un attimo mi viene quasi voglia di risponderti male, ma poi mi rendo conto che non deve essere facile nemmeno per te.
Mi avvicino e ti abbraccio da dietro baciandoti sul collo.
“Amore, ma cosa vai a pensare?”
Tu sussulti, ma continui a guardare fuori senza nemmeno rispondermi. Sembri arrabbiata, sei nervosa e infastidita tanto che mi irrito anch’io, non puoi essere gelosa in un momento come questo.
Prendo il pc e prenoto il primo volo per Firenze mentre tu sei sempre più inquieta.
“Perché ha chiamato te ? Ha un compagno, cosa c’entri tu ?”
“Ma che stai dicendo, voglio bene a Luigino, mi ha avvertito.”
“Non è solo questo, vuole te accanto a lei, com’è possibile ? Poteva chiamare Luisa e chiederle di avvertirti invece ha chiamato direttamente te.”
Commetto un errore quando evito di raccontarti che Giovanni ha lasciato Lucia perché so che scoppierebbe il finimondo, ma sono consapevole che la pagherò cara.
“Se ti crea problemi allora vieni con me, ma io devo partire subito.” Dico alla fine sfinita.
Fai delle telefonate, ma l’unica cosa che ti senti dire è che non se ne parla, non possono interrompere le riprese con questa motivazione, è crudele, ma come ti avevo già detto io non è un tuo diretto familiare e le riprese devono continuare.
Il primo aereo parte a mezzogiorno ed io sono già pronta, ma tu sembra che non voglia lasciarmi andare, insisti come se ti fossi accorta che c’è qualcos’altro. Dovrei dirtelo, sto quasi per farlo quando chiama Luisa.
Le confermo che so già quello che è accaduto e la sento davvero preoccupata. Il bambino sembra aver avuto delle lesioni interne molto preoccupanti. Dopo aver chiuso la telefonata con lei chiamo Giacomo che non sapeva niente e gli chiedo di andare a Firenze e informarsi con più precisione. So che è molto amico con uno dei primari del Meyer e gli chiedo di seguire la faccenda per me, lo supplico di fare tutto quello che può.
Ovviamente decide di partire immediatamente per Firenze mentre io prendo un taxi per l’aeroporto internazionale di Los Angeles lasciandoti con l’amaro in bocca per la situazione, ci scambiamo appena un bacio a stampo e non mi guardi nemmeno in faccia mentre lo fai. So già che finirà male questa cosa, ma Luigino è troppo importante e in questo momento mi sento in colpa per lui. Dopo i problemi che ho avuto con Lucia l’ho trascurato e con l’arrivo di Giovanni pensavo che avesse trovato un equilibrio familiare, ma evidentemente non era così. L’ho lasciato solo dopo l’incidente del padre ed ora l’abbandono di Giovanni deve averlo scosso profondamente. Dovevo stare più attenta e se gli succedesse qualcosa di brutto non me lo perdonerei mai.
Per fortuna la partenza dell’aereo è puntuale e l’arrivo è in piena notte. Giacomo, da uomo stupendo qual è, dopo la mia telefonata viene subito a prendermi.
All’alba siamo all’ospedale e corriamo da Lucia che aspetta all’esterno della camera di rianimazione. Giacomo le chiede se ha saputo qualcosa, ma lei nega. Esce dal reparto cercando di rintracciare il suo amico.
Con Lucia ci sono il fratello e la cognata, ma lei appena mi vede mi abbraccia stringendomi forte. Ricambio per rincuorarla, ma sono in evidente imbarazzo.
Lucia mi racconta quello che ha saputo perché non ha visto Luigino sul posto, ma è stata chiamata dai carabinieri che lei stessa aveva avvisato dopo la scomparsa del bambino. Non fa che piangere e dire che è colpa sua, ma in parte è anche mia come anche di quel pezzo di merda di Giovanni che non si è nemmeno fatto vivo.
Quando torna Giacomo ci conferma di aver parlato col primario che riceverà Lucia a breve in ambulatorio.
Mi siedo su una poltrona fuori della camera insieme al fratello di Lucia che non si dà pace, nemmeno lui aveva capito lo stato emotivo del bambino.
Sta esattamente come me, si sente in colpa per non essersi accorto di niente. Come me aveva pensato che insieme a Giovanni avessero formato un solido nucleo familiare, ma un paio di settimane fa Lucia lo aveva informato che il suo uomo l’aveva lasciata di punto in bianco. Si era resa conto che non è tutto oro quello che luccica e quello che le era sembrato un bravissimo ragazzo si era dimostrato invece un grandissimo stronzo. Si sentiva soffocato, le aveva detto. Lucia invece lo aveva seguito una sera e lo aveva beccato con un’altra. Una ragazzina di poco più di vent’anni che gli aveva fatto girare la testa.
A Luigino ovviamente non aveva detto niente, gli aveva raccontato che loro due non si amavano più e che avevano deciso di separarsi. Apparentemente aveva accettato l’accaduto senza dare segni preoccupanti, poi invece la sua fuga aveva mostrato un disagio molto profondo con un epilogo del tutto inaspettato.
Loris, il fratello di Lucia, era a pezzi, non si perdonava di aver sottovalutato la situazione. Povero piccolo, dopo la perdita del padre all’età di quattro anni e la paralisi alle gambe aveva vissuto momenti difficilissimi nonostante la tenera età. Non erano riusciti nemmeno ad avere un euro di risarcimento dopo la morte del padre a causa di problemi burocratici tra le due assicurazioni e le varie responsabilità del sinistro.
Solo quando li avevo invitati a vivere da me Luigino aveva ritrovato un equilibrio ed io che ho fatto per tutelare il suo futuro ? Cosa ho fatto per quel bimbo che aveva ed ha il diritto come tutti di essere felice ? Ho anteposto la mia alla sua felicità. Ma che persona sono ? Mi vergogno di me stessa. Mi sento soffocare, se a Luigino succedesse qualcosa di brutto, non me lo perdonerei mai.
Sto per scoppiare a piangere quando tornano Giacomo e Lucia.
Giacomo ci spiega, Luigino dovrà essere operato al più presto, ma la situazione non è delle migliori. La lesione già presente alla spina dorsale ha avuto un peggioramento e il primario è stato chiaro, qui in Italia non c’è nessuno in grado di operarlo, nemmeno lui, ma conosce chi potrebbe intervenire e salvarlo. Si sta mobilitando per contattarlo, ma non sarà facile. Per il momento il bambino è in coma farmacologico per non farlo muovere. Spostarlo dall’ospedale sarebbe un rischio troppo grosso perciò devono per forza riuscire a trovare questo specialista e chiedergli di venire in Italia.
Passiamo tutta la notte in apprensione in attesa di sapere qualcosa. Ti ho già telefonato per spiegarti la situazione, ma sei stata fredda e distante. Sono talmente preoccupata per Luigino che in questo momento non ho voglia di pensare ai tuoi capricci, anzi ne sono proprio infastidita.
Passiamo i  giorni successivi vivendo un incubo. Luigino è ancora in coma e non può essere mosso dalla stanza, finalmente lo specialista è stato rintracciato, ma non potrà arrivare prima di una settimana. Stiamo vivendo nel terrore che possa succedere qualcosa di terribile nel frattempo. Lucia è inconsolabile e non si muove dal corridoio accanto alla camera di rianimazione. Si assenta solo per farsi la doccia e mangiare qualcosa. Giustamente vuol restare col figlio e ci organizziamo per fare i turni accanto a lei.
Tu mi chiami più volte al giorno, ma la situazione è sempre la stessa. Le riprese sono state accelerate proprio per farti terminare prima e arriverai poco dopo l’operazione.
Sembra che tu ti sia calmata anche se ti sento strana. Non mi chiedi mai di Lucia, ma lo so che sapermi con lei tutto il giorno ti infastidisce. Praticamente sono sempre con Giacomo e Lucia e posso capire come ti senti, ma in una situazione come questa non puoi certo pensare che possa succedere qualcosa. Quello che mi preoccupa è la reazione che avrai quando ti dirò che Giovanni e Lucia non stanno più insieme ed io te l’ho nascosto. Adesso non ci voglio pensare, affronteremo tutto a tempo debito.
 
I giorni passano e finalmente il dottor Brooks è arrivato con la sua equipe e la sua attrezzatura. Stanno preparando tutto e presto ci sarà l’operazione. Il dottore aveva già controllato gli esami che Giacomo gli aveva mandato tramite posta elettronica, ma ora vuole rifare tutto da capo. Lucia è in fibrillazione, dorme pochissimo, è smagrita, sfinita, non si dà pace.
Devo ammettere che anche io non sto tanto bene, oltre alla preoccupazione per Luigino sono anche molto stanca e il pensiero di quello che dovremo affrontare una volta che arriverai e ti arrabbierai con me non mi dà tregua.
 
Siamo arrivati al giorno dell’operazione. Giacomo e Lucia hanno parlato col professor Brooks e lui si dice ottimista, ma la situazione è sempre critica. L’intervento durerà diverse ore e ci vorrà tutta la mattina e parte del pomeriggio. Stanotte siamo rimasti tutti qui e nessuno ha chiuso occhio. Devo ammettere che non mi reggo in piedi forse ho preso l’ influenza.
Giacomo mi tocca la fronte e capisce subito che ho la febbre. Mi impongono di tornare in albergo per riposare, ma come potrei in questo momento ?
Trovo una poltrona e mi sdraio coprendomi con una coperta gentilmente offerta da una infermiera molto simpatica che mi ha preso in simpatia, mi ha riconosciuta e mi ha portato addirittura una copia del mio romanzo da autografare.
Sono talmente stanca, ma Lucia sta sicuramente peggio di me e mi vergogno a occupare la poltrona per riposare e la cedo a lei, ma le infermiere sono magnanime e ce ne trovano due.
Mi stendo sfinita e nonostante tenti in tutti i modi di restare sveglia mi addormento percorsa da brividi per tutto il corpo. Sicuramente mi sta salendo la febbre, ci mancava solo questa.
Un paio d’ore dopo mi sveglio di soprassalto e trovo Lucia accanto a me.
“Scusa se mi sono addormentata.”
“Hai la febbre Sun, la tua fronte scotta. L’infermiera mi ha dato una tachipirina, prendila.”
La ringrazio e faccio quello che mi chiede senza nemmeno rendermene conto. Sono a pezzi.
“Si è saputo qualcosa ?”
“No, ancora non si è visto nessuno. Non lo hanno riportato in camera.”
Sono preoccupata, ormai doveva essere tornato, Brooks aveva detto che lo avrebbero rimandato verso le cinque del pomeriggio ed ora sono le otto passate. Sono quasi dodici ore che è su in sala operatoria. Siamo tutti terrorizzati, ma non possiamo fare assolutamente niente.
Mi sdraio di nuovo sulla poltrona e mi appisolo, mi sento proprio uno straccio.
Non so quanto tempo passa, ma mi sveglio che albeggia e Lucia dorme accanto a me sulla sua poltrona. Giacomo non c’è.
Ho un terribile mal di stomaco, non ho mangiato niente tutto il giorno così decido di scendere al piano terra e prendere qualcosa da mangiare e anche qualcosa di caldo da bere.
Invece di prendere l’ascensore decido di fare le scale e dopo la seconda rampa vedo una morettina in fondo che si ferma.
La guardo, mi guarda e il cuore si ferma l’attimo che ci fa incontrare con gli occhi per poi ripartire a mille. Restiamo a fissarci per qualche istante poi corri su per le scale mentre io sono impietrita. Mi raggiungi e mi stringi.
“Quanto mi sei mancata.” Dici immergendo il tuo viso fra i miei capelli.
Restiamo abbracciate mentre la gente sale e scende e ci guarda sorridendo. Un paio di ragazze ci fanno una foto mentre alcuni ridacchiano, ma a me non importa degli altri, mi importa solo che sei qui stretta fra le mie braccia mentre sto per svenire.
Improvvisamente diventa tutto nero.
Quando riapro gli occhi sono su una lettiga del pronto soccorso con te accanto che mi stringi la mano.
“Amore, come ti senti.” Mi chiedi preoccupata.
“Sono svenuta ? Non ricordo niente di quello che è successo.”
“Hai la febbre alta e sei crollata sul pianerottolo. Per poco non sei caduta dalla rampa.”
“Mi hai salvata tu ?”
“Sono riuscita a sorreggerti.”
“Questo è l’effetto che mi fai. Quando ti vedo mi manca la terra sotto i piedi.”
“E ti viene anche la febbre a quaranta ?”
Sorrido.
“Hai saputo niente di Luigino ? Stavo scendendo a prendere qualcosa di caldo da bere.”
“Da quant’è che non mangi e non dormi come si deve.”
“Da quando sono partita.”
Tu ti avvicini e mi baci la fronte.
“Luigino è in camera di rianimazione, è stabile e l’operazione è andata bene, è appena stato qui Giacomo per avvertirci.”
“E’ fuori pericolo ?”
“Ancora hanno dato un paio di giorni di prognosi, ma Giacomo ha visto il professor Brooks ottimista.”
Sono così sollevata che svengo ancora una volta.
Ti sento schiaffeggiarmi leggermente la guancia e quando riapro gli occhi mi accarezzi il viso con le mani.
“Amore sei sfinita. Il dottore mi ha rassicurato che non hai niente di grave, solo una banale influenza e tanta stanchezza arretrata. Ora torniamo in albergo e ti fai una bella dormita.”
“Voglio fare un salto su in reparto.”
“Ti accompagno, ma poi andiamo a riposare.”
“Avrei immaginato un incontro diverso fra noi due dopo due settimane, ma ….”
Tu sorridi e sfiori la punta del naso col dito dicendomi di stare zitta.
L’infermiera ci dà il permesso di andarcene e noi facciamo un saluto a Lucia e sua cognata che sono come al solito davanti alla camera di rianimazione. Tu e Lucia vi salutate timidamente e la cosa mi insospettisce.
Quando ci incamminiamo lungo il corridoio tu mi abbracci per sorreggermi e ci dirigiamo verso gli ascensori.
“Sei arrabbiata ?” Ti chiedo.
“Per cosa ?”
“Lo sai benissimo.”
“Certo che no. Il fatto è che sapere che Lucia ti ama ancora mi rende ansiosa.”
“Chi ti ha detto che mi ama ancora.”
“Si vede benissimo.”
“Hai saputo di Giovanni ?”
“Sì, me lo ha detto Luisa. Pensava che lo sapessi.”
“Temevo che avresti reagito male.”
“La cosa non mi fa piacere, ma so che ami me quindi …”
Ti stringo il fianco.
“Vorrei darti un bacio, ma non voglio attaccarti l’influenza.”
“Infatti, gradirei anch’io non beccarmela.”
“Antipatica, speravo insistessi per baciarmi.”
“Non ci penso proprio. Non ho voglia di stare male.”
Appoggio la testa sulla tua spalla che mi sorreggi e mi baci tra i capelli.
Scendiamo e mangiamo qualcosa al bar. Io non ho tanto appetito, ma mi convinci a mettere qualcosa nello stomaco prima di prendere un’altra tachipirina.
Arrivate in albergo, per la prima volta da quanto stiamo insieme, crollo a letto senza nemmeno farti una avances. Si vede che sto male.
Tu mi coccoli, ma eviti accuratamente di baciarmi. Che egoista che sei. Dopo essere andata un paio di volte in bagno ti metti a letto.
Ti raggiungo accoccolandomi accanto a te e mi addormento come un sasso.
Quando mi risveglio è il pomeriggio del giorno successivo, ho dormito una decina d’ore, ma adesso mi sento meglio.
Ti chiedo se hai saputo qualche novità di Luigino e mi dici che Giacomo ha chiamato rassicurandoci che ormai è scongiurato ogni pericolo. Il bimbo è in rianimazione e ovviamente non fanno entrare nessuno tranne la madre quindi devo obbligatoriamente restare a letto.
Io ti faccio l’occhiolino e cerco di baciarti, ma tu mi tieni ancora a distanza.
Scherziamo un po’, ma anche se non lo voglio ammettere ancora non sono al top e nonostante abbia una gran voglia di lasciarmi coccolare da te, quando vai in bagno per farti la doccia io crollo di nuovo e mi appisolo sul letto.
Quando mi risveglio tu ti stai preparando per uscire.
“Dove vai ? Mi lasci sola ?”
“Voglio andare in ospedale.”
“Vengo con te.”
“Non se ne parla. Quando sarai guarita allora mi accompagnerai. Per oggi andrò solo io.”
“Ma …”
“Niente ma. Luigino sta meglio, ma non fanno entrare nella sua stanza. Lucia lo sa che stai male, non se la prenderà se per un giorno non ti vede.”
“Non mi stai mentendo vero ? Luigino sta meglio davvero ?”
“Certo, credi che lo farei in una situazione del genere ?”
Mi avvicino a te e ti bacio la guancia.
“Insomma vuoi proprio farmela prendere questa influenza.”
Tu non resisti e mi prendi fra le tue braccia baciandomi dolcemente. Dopo un paio di settimane di lontananza sentire il sapore delle tue labbra è come tornare a respirare. Il calore del tuo corpo è la mia medicina migliore.
Dopo avermi lasciato senza fiato per l’emozione te ne scappi in bagno e mi lasci davvero a letto da sola.
Ho ancora molta stanchezza arretrata e torno di nuovo a dormire tanto che non ti sento nemmeno uscire.
Mi risveglio quando sei già tornata.
“Ehi, ma ho dormito tutto questo tempo ? Dico.
“Hai fame ?”
“Mangerei un bue.”
“Uhm, non credo che ne abbiano uno intero, ma posso ordinare la cena in camera.”
“Mi raccomando voglio anche il dolce.”
Tu mi fai un sorriso sornione che non so come prendere.
Ceniamo da sole in camera e ci coccoliamo per tutto il tempo, sei davvero adorabile, quanto mi mancava questo lato dolce di te.
Quando mi sdraio sul letto tu mi fai l’occhiolino e mi chiedi di aspettarti, dici che tornerai dopo esserti cambiata in bagno.
Me ne resto sopra le coperte cercando di immaginare come ti paleserai a me. Ho già un paio di pensieri audaci quando ti vedo apparire. Hai addosso un pigiamone intero di colore rosa. Sembri un coniglio gigante.
Scoppio a ridere e tu con me.
“Che avevi in mente ?” Dici sorridendo.
“Lo sai benissimo che avevo in mente.”
Continui a ridere mentre ti sdrai accanto a me.
Ci sistemiamo cercando la posizione più comoda e tu mi abbracci appoggiando il capo sul mio petto.
Ci coccoliamo a lungo almeno fin quando mi addormento. Sono ancora stanca e tu lo sai per questo ti sei mostrata col pigiamone. Sei stata molto dolce.
Mi sveglio in piena notte. La luce è ovviamente spenta e muovendomi ti sento dietro di me, mi stai stringendo e hai la mano sotto la mia maglietta come fai sempre.
Un brivido mi percorre da capo a piedi, ma stai riposando e non ti disturberò.
Cerco di muovermi il meno possibile per non svegliarti e mi lascio cullare dal calore del tuo corpo e dal ritmo regolare del tuo respiro. Ti amo Kaily, non sai quanto.


Note autrice:
I problemi non mancano mai, ora anche l'incidente a Luigino e tutto il nervosismo che ne è conseguito. Sun preoccupata, Kay preoccupata e gelosa, il viaggio e il ritorno in Toscana dove ci sono Lucia e Giacomo. Per Kay non deve essere stato facile, ma sembra davvero che la signora Kayleen Skyler Cooper stia crescendo e maturando.
Al suo arrivo a Firenze tutto è andato bene e non c'è stata alcuna scena di gelosia. Sarà la volta buona?
Le ragazze avranno superato anche questa prova?
Stiamo a vedere.
Ringrazio di cuore tutti quelli che continuano a seguirmi, che leggono e lasciano una recensione e anche chi legge in silenzio.
Un grosso abbraccio a tutti.
Padi
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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