Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Miharu_phos    21/01/2020    0 recensioni
Caleb e Jude sono sposati da molti anni, finché non decidono di adottare un bambino; una sorpresa inaspettata però sconvolgerà i loro piani.
Genere: Drammatico, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Tsurugi Kyousuke, Tsurugi Yuuichi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

La direttrice osservava Jude con un'espressione di colpevolezza dipinta sul viso.

 

-Mi mostri quei documenti oppure non esiterò a denunciarla signora, la avverto- la minacciò.

 

-Non sono tenuta a mostrarveli, le informazioni private della famiglia di provenienza del bambino sono dati sensibili- si difese lei.

 

-Allora mi spieghi direttamente chi è questo Vlad di cui il bambino non fa che parlare o la faccio sbattere in galera!- mormorò con tono intimidatorio, facendo tremare la donna.

 

-Mi state per caso minacciando?-

 

-Si, esattamente come lei ha fatto con un bambino di soli cinque anni! Quindi mi mostri quei documenti e questa storia resterà qui- intimò, facendola sospirare rassegnata.

 

-Ebbene, ecco. Questa è la composizione attuale della sua famiglia- mormorò, passando al rasta un fascicolo che il ragazzo immediatamente cominciò a sfogliare.

 

 

"Madre: nome sconosciuto

Stato: deceduta

 

Padre: nome sconosciuto

Stato: deceduto

 

Figlio: Vladimir Blade

Stato: in vita

 

Figlio: Victor Blade

Stato: in vita"

 

 

Jude lesse velocemente quelle righe aggrottando le sopracciglia, per poi guardare la direttrice con sguardo interrogativo.

 

-Mi spiegate cosa c'era di tanto pericoloso nel rivelarmi che il bambino avesse un fratello? Mi state prendendo in giro?-

 

La donna voltò lo sguardo deglutendo con nervosismo.

 

-Quando una coppia scopre di Vladimir di solito prova ad adottare anche lui; poi però non appena lo conoscono cambiano idea e lasciano qui anche il piccolo- spiegò addolorata.

 

Jude la guardò di sottecchi, estremamente confuso.

 

Come si può cambiare idea su un bambino semplicemente guardandolo?

 

-Deve esserci certamente una spiegazione plausibile. Ha delle infermità mentali?- domandò tranquillamente.

 

-No, lui no. Ma non si può dire con certezza la stessa cosa di Victor. Sarò estremamente sincera con lei signor Sharp, quel bambino è molto cattivo- biascicò, provocando un risolino nel ragazzo di fronte a lei.

 

-È solo un bambino- disse Jude per sdrammatizzare ma lo sguardo serio della donna lo fece rabbrividire, e così perse il suo sorriso divertito.

 

-Aveva tre anni e mezzo e lui e Vladimir erano stati appena adottati. Si trovavano alla stazione insieme ad un assistente sociale che li avrebbe accompagnati in un'altra città, per incontrare la nuova famiglia. Il fratello, che all'epoca aveva dieci anni, lo teneva per mano ed aspettavano davanti al treno, finché Victor non lo ha spinto sui binari, senza alcun motivo.-

 

Jude scosse la testa sconvolto.

 

-Aspetti sta dicendo che ha provato ad ammazzare suo fratello?- domandò incredulo.

 

-È quello che si pensa. Il fratello continua a negare ma l'assistente sociale che li accompagnava ha visto la scena e ha confermato che sia stato il piccolo a spingere giù Vladimir.-

 

-Magari è stato solo un incidente! Per favore mi faccia parlare con il fratello, sono sicuro che dietro ci sia una spiegazione valida- la supplicò Jude ma la donna scosse il capo.

 

-È profondamente traumatizzato. E poi non è più adottabile, ormai ha dodici anni ed ha bisogno di cure speciali, presto verrà affidato ad una clinica che offre aiuto gratuito ai casi come il suo-

 

-Ma perché? Che cos'ha il bambino, me lo dica!-

 

-Beh, lui è... è disabile.-

 

Jude restò immobile per svariati secondi, poi si coprì la bocca e cominciò a pensare, cercando in qualche modo di trovare una soluzione.

 

-Ha perso l'uso delle gambe dopo la caduta. Per questo non parliamo di lui ai genitori che si interessano a Victor; è un caso disperato e vogliamo provare a salvare almeno il piccolo, facendolo adottare separatamente. Per Vlad non ci sono speranze, è grande ed in più disabile. Nessuno vuole un bambino del genere.-

 

-Si sbaglia, per me non fa differenza e sono certo che sia lo stesso per mio marito! Mi lasci il tempo di spiegargli tutto e sono sicuro che anche lui sarà d'accordo con me!-

 

-E va bene, faccia pure come vuole. Ma se dovesse cambiare idea anche su Victor, ricordate che contribuirete a traumatizzarli come hanno fatto tutte le altre coppie prima di voi-

 

-Noi non lasceremo mai Victor, ormai è nostro figlio e non lo scaricheremo come un sacco di spazzatura. È un bambino ed ha bisogno di una famiglia che gli voglia bene, così come Vladimir!-

 

Indignato lasciò l'ufficio, dirigendosi lungo il corridoio dove cominciò a massaggiarsi le tempie.

 

"In cosa ci stiamo cacciando?" Si domandò, cercando di capire se ne valesse davvero la pena.

 

Poi ripensò allo smarrimento nel quale erano piombati lui e la sorella dopo la morte dei genitori; voleva davvero cambiare la vita a quei due bambini, voleva riuscirci e l'avrebbe fatto insieme alla persona che più amava al mondo.

 

Gli mandò un messaggio chiedendogli di raggiungere l'orfanotrofio insieme al piccolo Victor ed il marito rispose subito, estremamente preoccupato, dicendo che sarebbe arrivato al più presto.

 

Quando giunsero all'istituto Jude si intenerì nel vedere il bambino attaccato al collo di Caleb, terrorizzato, mentre si guardava attorno temendo che lo avrebbero lasciato di nuovo in quel posto.

 

-Che cosa succede? Sei riuscito a scoprire qualcosa?- domandò il castano ansiosamente.

 

-È suo fratello- sussurrò Jude, facendo spalancare gli occhi del marito che per poco non mollò la presa sul piccolo per lo sgomento.

 

-Cosa intendi fare?- domandò dopo un po', intuendo le intenzioni di Jude riguardo al nuovo bambino.

 

-Non è questo il punto Caleb, c'è dell'altro. Vieni, lo incontreremo di persona- mormorò prendendo per mano il castano, sempre più spaventato.

 

Insieme si diressero nuovamente dalla direttrice che fece gelare il sangue nelle vene a Victor con un solo sguardo.

 

-Io non ho fatto niente! Sono stato bravo!- cominciò a dire, preannunciando uno dei suoi pianti.

 

-Ma no tesoro sta tranquillo, non ti lasciamo! Vogliamo solo conoscere Vlad- lo tranquillizzò Jude, attirando l'attenzione della donna che guardò la coppia con sguardo incerto.

 

-Possiamo? Per favore, è importante. Siamo realmente interessati- spiegò Jude, ma la direttrice li guardò con severità.

 

-Non basta essere interessati, bisogna essere decisi. Ha parlato con suo marito? Non vi permetterò di ferire ulteriormente quel povero ragazzino- disse con durezza, e Caleb si voltò confuso verso suo marito.

 

-Ulteriormente? Perché, che cosa gli è capitato?-

 

Jude lo rassicurò con lo sguardo, certo di conoscere abbastanza il marito per essere sicuro che la sua scelta sarebbe stata immediata, non appena lo avrebbe visto di persona.

 

-Ce lo faccia incontrare. Siamo decisi- insisté, prendendo la mano di Caleb, che si fidò ciecamente dell'altro e annuì.

 

-E va bene. Ma ritenetevi responsabili dello shock che subiranno se li abbandonerete anche voi- li avvertì, per poi cominciare a farsi strada verso il corridoio, seguita dalla piccola famiglia dietro di sé.

 

Non appena giunsero davanti alla porta del ragazzino, Victor saltò giù dalle braccia di Caleb e cominciò a saltellare felice, gridando il nome del fratello.

 

I due ragazzi si presero per mano e Jude guardò il marito fiducioso.

 

-Qualunque cosa deciderai di fare non ti biasimerò. Ma ho fiducia in te amore- gli disse, facendo aggrottare le sopracciglia del castano, che dopo pochi attimi si trovò di fronte ad una porta aperta che dava su di una grande finestra.

 

Un ragazzino in sedia a rotelle guardava verso l'esterno, e quando si voltò verso i suoi visitatori i due ragazzi notarono che assomigliava moltissimo a Victor.

 

Caleb strinse la mano di Jude e lo guardò preoccupato, ma Jude gliela accarezzò con il pollice e lo guidò all'interno della stanza.

 

-Vlad!- aveva gridato il piccolo, correndo sulle gambe del fratello e cominciando ad abbracciarlo affettuosamente.

 

Poi aveva guardato la direttrice intimorito e si era fatto piccolo piccolo fra le braccia protettive di Vladimir, che sorrideva contento.

 

-Buongiorno, voi dovete essere i nuovi genitori di Victor- mormorò gentilmente, rivelando una voce calma e pacata.

 

-E tu devi essere Vladimir. Tanto piacere, io sono Jude-

 

-E io sono Caleb- disse il castano facendosi avanti, cercando di mettere a tacere i propri timori.

 

-Vi lascio soli- aveva mormorato la donna, per poi chiudersi la porta alle spalle.

 

-Quanti anni hai?- aveva domandato Jude, nonostante conoscesse già la risposta.

 

-Ne ho dodici. Voi invece ne avete trentaquattro se non sbaglio, giusto? Mi sono informato su di voi. Vi ringrazio per quello che state facendo per il mio fratellino, e spero che non cambierete idea su di lui, è un bravo bambino- li rassicurò, cominciando a far nascere dei sospetti nel castano che guardò il marito interrogativo.

 

-Vuoi raccontarci come hai perso l'uso delle gambe, Vlad? Noi vorremmo poterti aiutare- 

 

Le parole di Jude sorpresero il ragazzo, lasciandolo perplesso.

 

Mai nessuno gli aveva fatto quella domanda di persona; tutti si informavano separatamente, per poi abbandonarlo di punto in bianco.

 

-Bene, suppongo voi sappiate già tutto ma sono felice che vogliate saperlo da me. Sarà la mia occasione per spiegare il gesto di mio fratello- mormorò.

 

Caleb guardò ancora il marito, più confuso che mai, ma non disse nulla, impaziente di capire di cosa stesse parlando.

 

-Vic, perché non vai nelle cucine a prendermi qualcosa da mangiare?- disse poi al fratellino, e quello saltò giù dalle sue gambe all'istante, fiondandosi fuori dalla stanza.

 

Restarono in silenzio per svariati secondi, e quando Caleb ruppe il ghiaccio con un "Beh?" Il ragazzino si decise a parlare.

 

Jude rimproverò il marito con lo sguardo ma quando il racconto di Vladimir cominciò, la loro attenzione fu completamente catturata dalle sue parole.

 

-I nostri genitori si sono suicidati insieme, davanti ai nostri occhi. Eravamo tutti e quattro alla stazione dei treni, ci avevano portati li per fare una gita, o almeno questo era quello che pensavamo, finché non ci hanno lasciati sulla pensilina per poi dirigersi mano nella mano davanti ai binari. Si sono buttati sotto un treno in corsa.-

 

Caleb sentì le proprie ginocchia tremare e avvertì il bisogno di sedersi, così accompagnato dal marito si accomodò sul letto, dove Jude cominciò ad accarezzargli la schiena.

 

-Continua- mormorò poi gentilmente.

 

-Victor non aveva neanche tre anni, non capiva. Li ha solo visti saltare e sparire. Poi ha cercato di seguirli, ma io l'ho fermato, avevo nove anni ed ero ancora molto piccolo ma compresi benissimo quello che era successo. Presi Victor e mi allontanai, mentre la folla si ammucchiava intorno alla tragedia. Nessuno ha mai saputo che quelli fossero i nostri genitori, e nessuno lo sa tuttora. Victor pensa che siano ancora lì, sotto ai binari. Voleva solo tornare da loro, per questo mi ha preso per mano, quel giorno di due anni fa, e si è spinto sulla ferrovia. Sono riuscito a salvarlo per un pelo ma purtroppo io non ce l'ho fatta e sono caduto giù; mi hanno salvato prima che potessero passare dei treni ma le mie ginocchia ormai erano compromesse"

 

I due ragazzi ascoltarono il racconto rapiti, troppo increduli per poter intervenire.

 

Jude abbracciò il marito stringendogli un fianco mentre il castano chiuse gli occhi, lasciando cadere una lacrima su di una guancia, che cominciò a scivolargli lungo il viso, fino ad arrivare al mento.

 

-Ci stai?- domandò in un sussurro Jude, baciandogli una guancia.

 

Vladimir nel frattempo aveva ripreso a guardare fuori dalla finestra, troppo addolorato dai ricordi.

 

Caleb guardò negli occhi il marito ed annuì, senza ombra di esitazione.

 

-Portiamoli a casa tutti e due. Voglio che siano felici- mormorò, determinato.

 

Jude gli sorrise soddisfatto.

 

-Lo sapevo, ho fatto bene a fidarmi. Ti amo Caleb- 

 

Il castano ricambiò il sorriso, appoggiando poi la testa sulla sua spalla.

 

-Vladimir- lo richiamò il rasta, schiarendosi la gola.

 

-Mi dica- rispose educatamente il ragazzino, voltandosi nella sua direzione.

 

-Vorremo adottarvi entrambi. Se per te va bene-

 

 

 

•~•~•~•

 

 

 

-Dai ragazzi sorridete, è la nostra prima vacanza insieme!- gridò Jude tenendo il bastone per selfie con una mano, mentre con l'altra manteneva i fianchi di Vladimir per riuscire a trattenerlo in piedi.

 

-E tu me la chiami vacanza? Un tour di musei non si può definire vacanza e poi io i musei li odio Jude, che palle!- si lamentò Caleb, sostenendo il piccolo sulle spalle con una mano, mentre con l'altra aiutava il fratello maggiore a rimanere sulle sue gambe.

 

-Sbrigatevi sto per cedere!- si lamentò il blu, desiderando la sua sedia a rotelle più di qualsiasi altra cosa.

 

Jude scattò finalmente la fotografia, immortalando i sorrisi della nuova famiglia, limpidi e sinceri.

 

Vlad si lasciò cadere sulla carrozzella e tirò un respiro di sollievo, sotto gli sguardi orgogliosi dei suoi nuovi papà.

 

-Ve bene mister nonmivamaibeneniente allora l'anno prossimo lo organizzi tu il viaggio di famiglia, okay?-

 

-L'anno prossimo si va in montagna, così Vlad potrà imparare a sciare- disse speranzoso Caleb, guardando il blu che gli sorrise contento.

 

-Vedrete che fra un anno caminerò sulle mie gambe, ve lo prometto!-

 

-Al massimo userai i bastoni da sci come stampelle- ridacchiò Caleb, facendo roteare gli occhi al marito, ormai rassegnato.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Miharu_phos