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Autore: Wolfgirl93    21/01/2020    0 recensioni
Per Izuku vedere la neve è come un dono che il cielo gli ha fatto, una notte di dicembre però tutto ciò a cui teneva venne spazzato via da delle impetuose fiamme, il suo odio per la neve iniziò a crescere e il ghiaccio si formò attorno al suo cuore.
AU BakuDeku
Dal testo: "Quella notte di dicembre la neve scendeva leggera sul suo regno, Izuku sorrideva come un bambino mentre guardava quei fiocchi scendere e imbiancare quel paesaggio sempre così serioso.
“Tesoro se continuerai a stare con il naso fuori ti si ghiaccerà e poi dovremmo tagliartelo.” Scherzò sua madre entrando nella sua stanza, come sempre senza bussare.
“Mamma! Non sono più un bambino! Poi è la prima neve che vedo da quando sono nato quindi non voglio perdermela!” Si lamentò il principe mentre continuava a fissare quella distesa bianca che tanto lo affascinava.(...)"
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All Might, Inko Midoriya, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shōta Aizawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti questa è la mia prima storia su questo fandom e ho deciso di cimentarmi in questa AU, spero che vi piaccia e spero di ricevere qualche recensione sia positiva che negativa. Faccio una piccola spiegazione prima della lettura così che a tutti sia chiaro il mio stile, le parti di testo in corsivo sono i ricordi o dei fatti successi nel passato, mentre il testo scritto senza nessun tratto particolare è il presente.
Detto questo buona lettura!



Let the Fire burn the Ice


Let the Fire burn the Ice


























 

 



 




I knock the ice from my bones
Try not to feel the cold
Caught in the thought of that time
When everything was fine, everything was mine
(All the King's Horses - Karmina)




 

La neve era un fenomeno strano, c'era chi l’associava alla magia nera perché quel manto bianco era bello quanto letale per la natura e gli animali, c’era invece chi lo vedeva come un segno di buon auspicio, cadeva di rado e quando lo faceva portava gioia e felicità soprattutto nei bambini.
Quando due occhi smeraldini osservarono nuovamente l’ambiente ormai diventato candido capirono la verità, quella distesa bianca portava cambiamenti, sia positivi che negativi; si lasciò sfuggire un sorriso mentre, affacciato alla finestra, sentì due braccia calde e forti stringerlo da dietro e due labbra bollenti baciarlo dietro l’orecchio. Nonostante tutto non poteva odiare la neve.

 

Quella notte di dicembre la neve scendeva leggera sul suo regno, Izuku sorrideva come un bambino mentre guardava quei fiocchi scendere e imbiancare quel paesaggio sempre così serioso.

Tesoro se continuerai a stare con il naso fuori ti si ghiaccerà e poi dovremmo tagliartelo.” Scherzò sua madre entrando nella sua stanza, come sempre senza bussare.
“Mamma! Non sono più un bambino! Poi è la prima neve che vedo da quando sono nato quindi non voglio perdermela!” Si lamentò il principe mentre continuava a fissare quella distesa bianca che tanto lo affascinava.

Inko lo guardò sorridendo, suo figlio si era fatto grande e tra pochi mesi sarebbe diventato un principe a tutti gli effetti; era una sensazione strana per lei, era felice che quel momento fosse finalmente giunto ma era anche preoccupata, nei suoi sogni c’era sempre un’ombra scura che avvolgeva il suo regno e lei sperava che fosse solo un sogno ricorrente senza nessun significato.

 

La neve intanto si era propagata fino al confine del regno dove però iniziò a perdere il suo candore prendendo invece il vermiglio del sangue.

 

Padre quando sarò re farò una legge in cui permetterò a chiunque di poter giocare con la neve.” Esordì Izuku durante la cena facendo ridere la madre e quasi strozzare il padre con il bicchiere di vino.

Quando sarai re avrai molte cose a cui pensare e la neve non sarà una di quelle, te lo assicuro.” Disse austero l’uomo notando però il piccolo broncio sul viso del figlio.
“Però beh ti concedo una piccola battaglia a palle di neve più tardi.” Aggiunse con un sorrisetto che contagiò subito Izuku ma che fece inorridire Inko.

Se qualcuno di voi oserà lamentarsi della febbre giuro che lo farò dormire sulla neve!” Minacciò la donna facendo ridacchiare alcune guardie presenti nella grande sala e qualche servo.

Il castello dei Midoriya era così: Izumo, il re era, un uomo serio ma dal cuore d’oro; Inko era una regina e una madre premurosa che però all’occorrenza sfoderava il suo lato severo da regina e infine Izuku il futuro principe era un ragazzino di sedici anni che amava la vita, la sua famiglia e il suo regno.

 

In molti pensano che la famiglia Midoriya sia una leggenda, una di quelle famiglie perfette di cui si legge nei libri di favole e si usa per spaventare i bambini quando fanno i capricci, ma solo in pochi sanno che invece è tutto reale e che quella notte di dicembre il castello dei Midoriya si macchiò del sangue dei suoi discendenti.

 

La neve fredda lo avvolgeva, Izuku teneva le mani sugli occhi per proteggerli dai fiocchi freddi che minacciavano di accecarlo, cosa poteva fare se non correre? Cosa poteva fare se non esaudire l’ultimo desiderio di sua madre?

Ancora poteva vedere il corpo della donna chino su quello insanguinato di suo padre, poteva sentire il suo respiro pesante, l’odore di morte e fumo che si stava spandendo nel castello.

 

Era rimasto sveglio fino a tardi a guardare la neve, non sapeva perché ma ne era quasi ipnotizzato, si lasciò sfuggire uno sbadiglio e decise che era ora di andare a dormire quando un urlo lo gelò sul posto; avrebbe riconosciuto quella voce ovunque, sua madre.

Izuku uscì di corsa dalla sua stanza e sentì un tremendo puzzo di fumo graffiargli le narici, seguì il rumore dei singhiozzi di sua madre e la scena che vide lo fece inorridire: suo padre era seduto sul pavimento mentre si premeva una mano insanguinata sul petto, il suo abito era strappato e alcuni pezzi di tessuti erano diventati scuri per via del sangue.

M-Mamma...” La voce faticava ad uscire ma bastò per attirare l’attenzione della donna che lo guardò con gli occhi gonfi di lacrime e il viso pallido, Izuku non sapeva perché stava succedendo quello ma alcuni ricordi di alcune vecchie lezioni gli vennero alla mente: guerra, morte e distruzione.

Scappa Inko, tu e Izuku dovete scappare e salvarvi, il regno verrà distrutto e io sarò l’unico che verrà portato via da questo attacco.” La voce dell’uomo era stanca e la moglie scosse la testa prima di baciargli la fronte madida di sudore.

Questo è il mio regno, se verrà distrutto io lo seguirò.”

La mente del principe entrò in un limbo di immagini e ricordi che lo trascinarono in una bolla lontano da tutto e tutti, quando riuscì a riprendere coscienza sua madre stava piangendo mentre il corpo ormai inerme di suo padre era immerso in una pozza scarlatta.

Perché stava succedendo a loro? Perché era dovuto succedere alla sua famiglia? Ogni domanda sembrò evaporare come acqua al sole quando i singhiozzi di sua madre divennero più acuti, Izuku la guardò senza sapere cosa fare, non riusciva a muoversi e temeva che se si fosse mosso sarebbe caduto a terra.

Scappa Izuku, scappa più lontano che puoi e cerca aiuto. Nessuno sa il tuo nome, nessuno ha mai visto il tuo viso quindi riuscirai a trovare un posto sicuro dove vivere.” Ci fu un attimo di silenzio, i singhiozzi scossero il corpo della donna che soffiò un bacio al figlio “Vivi figlio mio, vivi e porta con te i ricordi dei momenti passati assieme e sappi che ovunque noi saremo ti ameremo sempre e, sempre, veglieremo su di te.”

Dopo quelle parole Izuku fu trascinato fuori dal castello, una guardia lo accompagnò fino al limitare del regno, le fiamme erano ormai alte nel cielo e quella notte era piena di fumo e urla di persone innocenti.

Con le lacrime agli occhi Izuku corse via e cercò di preservare nel cuore e nella mente il sorriso di sua madre, sarebbe stato quello la sua forza, sarebbe stato quello che lo avrebbe aiutato a correre in mezzo a quel manto bianco che adesso stava odiando.

 

Corse per tutta la notte, le gambe erano fredde e rigide ma lui sapeva che doveva continuare a correre, la distesa di neve sembrava infinita non c’era segno di paesi o città in lontananza e la paura di morire congelato lo fece bloccare; cadde in ginocchio lasciandosi andare ad un pianto isterico, sua madre e suo padre erano morti, il suo regno era in fiamme, se anche si fosse salvato cosa ne sarebbe stato di lui? Cosa poteva fare ora che era solo?

Ogni domanda venne spazzata via quando il nitrire di alcuni cavalli lo risvegliò da quei pensieri, si asciugò le lacrime sulla manica del suo abito e dopo aver preso un respiro profondo riprese a correre, se volevano finire il lavoro eliminando anche lui dovevano sudare, non si sarebbe arreso, non poteva arrendersi.

I cavalli accelerarono la corsa e Izuku si ritrovò a correre affiancato da un carro mentre al cocchio vi era un solo uomo ben vestito.

“Ragazzo non so da cosa tu stia scappando ma con questo freddo e con quei vestiti leggeri morirai in poche ore, non ti farò del male, però adesso fermati i miei cavalli si stanno stancando di correre.” La voce dell’uomo era profonda ma dolce, al principe ritornò alla mente quella del padre e dopo una stretta al cuore al pensiero, iniziò a rallentare sperando di aver fatto bene a fidarsi.

Quando il carro si fermò, da esso balzò giù un uomo alto più di due metri con delle spalle enormi e delle mani altrettanto grandi, Izuku tremò e non solo per il freddo, ma l’uomo dopo avergli concesso un sorriso bonario gli porse una giacca pesante e gli aprì la porta della carrozza.

“Sono un mago errante ma sono sempre pronto ad ascoltare le storie dei viandanti e poi è davvero strano vedere un futuro principe lontano dal suo regno.”
Izuku gelò sul posto, tentò di scappare ma le grandi mani dell’uomo lo afferrarono e lo spinsero fin dentro la carrozza, chiuse gli occhi aspettando la sua inesorabile morte.

   
 
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