Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: JoiningJoice    22/01/2020    0 recensioni
Il corpo di Leone è scolpito nel marmo, un’opera d’arte che per troppo tempo ha risieduto solitaria all’interno di un blocco informe, apparentemente senza alcun valore artistico, senza scopo. Le mani di Bruno scavano ogni notte per ricavarne una forma solida e concreta, una forma che Leone riconosca e apprezzi come propria.
Indecentber Challenge, Day 4 - Prompt: Hot Wax
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bruno Bucciarati, Leone Abbacchio
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
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December 4thBruAbba
“Hot Wax”

 

                Il corpo di Leone è scolpito nel marmo, un’opera d’arte che per troppo tempo ha risieduto solitaria all’interno di un blocco informe, apparentemente senza alcun valore artistico, senza scopo. Le mani di Bruno scavano ogni notte per ricavarne una forma solida e concreta, una forma che Leone riconosca e apprezzi come propria. Ha smesso da tempo di contare le volte in cui l’altro uomo gli si è avvicinato – a volte alticcio, le gote color porpora, e altre volte completamente sobrio – per lasciar scivolare le dita tra i suoi capelli neri ed implorarlo, pregarlo di farlo suo. Di quei giorni Leone non ha bisogno di domandare, né di implorare: la casa di Bruno è la sua casa. Si muove tra le grandi stanze ariose della villa di Capri, non con l’aria di chi possiede ciò che lo circonda ma con l’atteggiamento inverso – quello di chi è, in tutto e per tutto, posseduto.

                Leone Abbacchio è di Bruno Bucciarati tanto quanto lo sono le vetrine e le porcellane esposte al loro interno, tanto quanto i quadri appesi alle pareti e tanto quanto le decorazioni di conchiglie raccolte dalla spiaggia, unite tra loro da un cordone di spago e pendenti dal soffitto della cucina e del salotto – che più di tutto il modesto lusso e più di tutta la ricchezza di Bruno lo affascinano, spingendolo a domandarsi chi sia davvero l’uomo che lo ha salvato, accolto e rimodellato come suo.

                Ciò che Leone sa è che Bruno ha occhi scuri e dita ferme, uno sguardo deciso che vede lontano, un corpo delicato ma non debole. Morde il suo labbro inferiore fino a che Leone non sente dolore e gli si sottrae per raggiungere la candela rossa, gemella delle altre candele che forniscono luce alla stanza. Leone, i cui polsi sono legati ai pomelli dorati del letto, freme nel vedere la candela inclinarsi sotto le dita delicate di Bruno, la fiamma riflettersi nei suoi occhi scuri. La prima goccia di cera bollente scivola sul suo petto e scivola in una lacrima arrossata che gli brucia la pelle abbastanza da fargli inarcare la schiena in una curva perfetta, ma mai quanto la seconda – che cade più vicino al suo capezzolo sinistro, che gli strappa un gemito sincero. Bruno affonda le dita nei suoi capelli e lo osserva soddisfatto, mai malizioso. Continua a picchiettare sull’asta della candela, a colorare la sua pelle di cera, fino a che il petto e l’addome di Leone non diventano un campo di papaveri rossi e dalla sua bocca scivola una scia di bava, dal suo glande una scia di umori. In quella perdita di se stesso, quell’eccitazione tanto forte da estraniarlo, è la mano di Bruno a ritrovarlo: carezza il suo viso, la pelle del suo petto – senza mai avvicinarsi alle zone lese – e scende verso il pube, afferrandolo e masturbandolo senza mai interrompere il contatto visivo. Il suo nome diventa una preghiera che cade ancora e ancora dalle labbra di Leone, il rosario di un devoto; e quando viene, finalmente, è con un orgasmo lento e lungo, con le dita di Bruno che carezzano i suoi capelli ormai lunghi e scomposti.

                Leone sente la presa sui suoi polsi allentarsi e, ancora in preghiera, scivola a terra in ginocchio; solleva il viso per osservare quello del suo salvatore. Se quello in cui vivono fosse un mondo giusto vedrebbe nella sua espressione una dura consapevolezza, un rimprovero per tutti i suoi errori; ma quello è un mondo ingiusto, e Bruno gli sorride benevolo – e Abbacchio, colpevole e furioso, cerca il peccato e il perdono affondando il volto tra le gambe di lui.

 






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