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Autore: leila91    22/01/2020    14 recensioni
«Ora basta, è assurdo!» ululò Roger. «Questo qui non solo si inventa le parole ma adesso comincia pure a modificare le regole come vuole lui!»
«Ehi!» esclamò Fred in tono risentito. «Bismillah non è affatto una parola inventata, sta a indicare…»
Ma Fred non riuscì a proseguire. Strabuzzò gli occhi e per sicurezza li strofinò con le mani.
La persona davanti a lui non era più Roger.
(Questa storia partecipa al contest “Queen me like there's no tomorrow” indetto da Carmaux sul forum di EFP”.)
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se proprio si voleva trovare una giustificazione a quanto accaduto, bisognava dire che le attività di svago serali in quel cottage dimenticato da Dio e dagli uomini, erano alquanto limitate.
Non che ciò non facesse parte dello scopo di quel ritiro forzato: si supponeva che, con le probabilità di distrarsi praticamente azzerate, il gruppo riuscisse a concentrarsi a fondo sullo sviluppo dell’ambizioso progetto proposto da Fred, “A night at the Opera”.
Ma la tensione data dal troppo lavoro, e in parte dalla convivenza forzata protratta, stava cominciando a farsi sentire.
Brian e Roger, ad esempio, erano quasi venuti alle mani, a seguito di una doccia esageratamente lunga di quest’ultimo, che aveva prosciugato quasi tutta l’acqua calda.

Quindi, quando John, quasi timidamente, aveva accennato alla possibilità di giocare a Scarabeo dopo cena, la proposta era stata accolta con inaspettato entusiasmo. Forse addirittura troppo entusiasmo.
Specialmente da Roger e Fred.

A onor del vero, inizialmente la partita si stava svolgendo in maniera normale.
O quasi normale, a giudicare dai giocatori coinvolti.
Brian si aggiudicò dopo pochi giri ben centosessantotto punti con la parola “lacquers”, il che avrebbe decretato in qualunque altra situazione, la fine della partita, ma Roger riuscì a rimontare, riaprendo il match.
John se la cavava discretamente.
Il problema si rivelò – nemmeno troppo inaspettatamente – Fred: evidentemente Scarabeo aveva risvegliato la parte peggiore della sua natura competitiva.
In un primo momento il cantante parve quasi svogliato: si limitava ad aggiungere una tesserina per volta, e le parole che formava erano quasi tutte preposizioni.
Ma dopo l’exploit di Brian e la rimonta di Rogers il suo atteggiamento cambiò.
Anzi, si può dire che si ribaltò completamente.
 
E la situazione cominciò a degenerare...

«Questa parola non esiste, Fred! Cosa dovrebbe essere uno Scaramouche?!»
«Non cosa, tesoro, chi! È una maschera teatrale, lo sapresti se solo leggessi un po’.»
«Roger, metti giù quella sedia, non ne vale pena…»

… e a vegetare in quello stato di degenerazione.

«Galileo? Seriamente, Fred? Ma le hai ascoltate le regole? Niente nomi propri!»
La voce di Roger si stava facendo sempre più stridula.
«Mi spiace, Fred.» intervenne John. «Roger ha ragione, questa parola non possiamo concedertela.»
«Mi prendete in giro!» sbottò Fred. «Brian ha praticamente usato tutte le sue tessere per quella cazzo di lacquers e voi sindacate su Galileo!»
«Usare tutte le tesserine è concesso, Fred. Anzi, la cosa ti fa assegnare addirittura dei punti extra. Vedi, è tutto scritto qui nelle rego-»
«AL DIAVOLO LE REGOLE!» 
«Sentite, facciamo così.» propose Brian, cercando di calmare le acque. «Lasciamo che Fred provi a comporre una nuova parola al posto di Galileo.»
Roger mugugnò, ma acconsentì e girò la clessidra per cominciare il conto alla rovescia.
Passati dieci dei trenta secondi consentiti, Fred non aveva ancora composto nulla.
«Coraggio, tesoro.» lo beffeggiò Roger. «Non sentirti affatto under pressure
«Quanto sei spiritoso.» Fred digrignò i denti. «Ecco ci sono!»

Gli altri si sporsero sul tabellone, curiosi.

«Bismillah? BISMILLAH?!»
 
«Sì, è quello che ho scritto. Ora, se non sbaglio, la lettera H vale cinque punti, inoltre ho utilizzato quasi tutte le mie tessere e sono passato dalla casella che triplica il punteggio della parola, pertanto mi spettano-»

«Ora basta, è assurdo!» ululò Roger. «Questo qui non solo si inventa le parole, ma adesso comincia pure a modificare le regole come vuole lui!»
«Ehi!» esclamò Fred in tono risentito. «Bismillah non è affatto una parola inventata, sta a indicare…»
Ma Fred non riuscì a proseguire. Strabuzzò gli occhi e per sicurezza li strofinò con le mani.
La persona davanti a lui non era più Roger.
O meglio, era alto come lui, indossava i suoi vestiti, ma aveva dei lineamenti completamente diversi.
Pareva avere quarant’anni di più, i capelli erano brizzolati e gli era spuntata una folta barba bianca.
Somigliava in maniera assai inquietante a Galileo.
«Ro-Roger?»
«E chi altri?» berciò il vecchio. «La fata turchina?»
«No, è che sei… sei… Brian, non vedi anche tu che Roger è…»
Girandosi verso il batterista, però, Fred fece un salto sulla sedia: il suo amico era sparito e al suo posto era comparsa…
«Mamma?!» urlò Fred.

“Ma cosa sta succedendo? È la realtà? È solo fantasia?”

«Fred, ti senti bene?»
John lo stava chiamando con tono preoccupato. Solo che quello non era più John, anche se i capelli erano rimasti gli stessi.
Era Belzebù.

Fred boccheggiò e, alzatosi in piedi, cominciò ad arretrare.
Ma in quel momento le tessere disposte sul tabellone si librarono improvvisamente in aria, e cominciarono a colpirlo dappertutto.
Fred tentò di farsi scudo con le mani, ma quelle erano troppe.

«No! Basta! Lasciatemi andare! Lasciatemi andare!»

Tre paia di braccia si protesero verso di lui, come in un film zombie di pessima categoria.

«No, Freddie… Non ti lasceremo andare…»

«NOOO!»

 
*

«NOOO!»

«-gliati! Fred! Svegliati!»

Delle mani lo stavano scuotendo con forza.
Fred aprì gli occhi, ansimando, terrorizzato.
Era sdraiato sul divano, poco distante dal tavolo dove stavano giocando.
Brian e Roger, in piedi lì accanto, lo guardavano con accesa preoccupazione.
John – quello che lo aveva scosso – si era appena rialzato.

«Non immaginavo che parlassi nel sonno.» sentenziò. «Non che la cosa mi sorprenda più di tanto…»

Fred li guardò, allibito: si era trattato solo di un sogno, quindi!
Non era mai stato così felice di vedere i ricci di Brian, il bel faccino di Roger, e in quanto a John, beh, lui stava decisamente meglio senza corna e forcone.
Per sicurezza diede una sbirciata al tavolo: le tessere parevano essere tornate normali e non accennavano a muoversi da lì.
Deglutì e il suo respiro si fece più regolare.

Una volta assicuratisi che stesse bene, John e Brian lasciarono il salotto.
Roger invece rimase lì.
«Hai una pessima cera.» decretò, inclinando la testa di lato e guardandolo con aria incerta, come se temesse di sentirlo urlare di nuovo.

Fred ignorò la frecciata: c’erano questioni più importanti da chiarire.

«La partita? Non la continuiamo?»
«È finita ore fa, genio. Non ti sei accorto che è mattina?»
«E ho vinto?»
Roger lo guardò malissimo.
«Battere il sottoscritto? Se davvero hai ritenuto possibile una cosa del genere, allora stavi proprio sognando.» borbottò, prima di girare i tacchi.

Fred non ebbe la forza di ribattere: si limitò a stropicciarsi gli occhi e a cercare una maglietta pulita.

Quando scese in cucina, accolto da un inebriante aroma di caffè, gli altri avevano già cominciato la colazione.
Un sorriso pieno di affetto gli piegò le labbra nell’udire le loro urla.
(«Appoggia subito quella caffettiera!» 
«Rog, non ti azzardare a finire i pancakes!»
«Vuoi spiegarmi perché rimproveri sempre e solo me?!»)

Poi, le immagini e le parole del sogno gli saettarono nuovamente in testa, ma questa volta in maniera completamente diversa.
Si sfregò le mani soddisfatto e, esaltato, si unì al resto del gruppo.

«Tesori! Mi è venuta una splendida idea per una nuova canzone!»




 
 
 
 
 Note autrice:
 

*fa capolino timidamente.
Ciao fandom dei Queen!
Vi prego, non tiratemi pomodori, o nel caso solo quelli maturi ^^”.
Parte della colpa per questa storia è della carissima Carmaux e del suo splendido contest “Queen me like there is no tomorrow”. Non avevo mai scritto su di loro, perché purtroppo non conosco aneddoti, ma ho voluto lanciarmi dopo aver scelto il pacchetto del contest che prevedeva il genere comico (che ho sempre amato) e una partita a Scarabeo.
L’aneddoto raccontato nel pacchetto riguardava delle battagliere partite a Scarabeo tra i nostri 4 musicisti durante i tour, in particolare fra Fred e Roger. Inoltre veniva detto di come Brian ottenne davvero 168 con la parola laquers (che a quanto pare vuole dire “lacca” pffffff :P) e di come Fred aggiungesse solo una casellina alla volta.
 
Questa one shot, trattando della mia ipotetica versione della nascita di Bohemian Rapsody (motivo per cui ho messo il what if), contiene diversi riferimenti alla canzone: sono sicura che siete riuscite a trovarli tutti 😊
 
Ho inserito anche la nota movieverse, perché mi sono rifatta alla scena del film nella quale la band si ritira a comporre e a incidere in campagna.
 
Perdonate le note chilometriche, ho preso da Carmaux :P
Grazie a chiunque leggerà e in bocca al lupo alle altre partecipanti! Spero di riuscire presto a passare dalle vostre storie ^^
 
Benni/Leila

 
   
 
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