Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Ricorda la storia  |      
Autore: Andrea Micky    22/01/2020    2 recensioni
Avete presente quando i personaggi di un cartone "interpretano" un film famoso? In questa storia, Chris McLean interpreta Freddy Kruger (scelta azzeccata visto che entrambi sono dei sadici che scherzano mentre infieriscono sulle loro vittime).
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A tutto Nightmare

by Andrea Micky


Le catene della vecchia altalena cigolavano sinistramente, mentre Gwen si aggirava nel giardino avvolto dalla nebbia.
La ragazza non ricordava come avesse fatto a raggiungere quel posto, ma ad un certo punto le sembrò vagamente familiare.
“Gwen” la chiamò allora una sinistra voce maschile.
Sorpresa, Gwen si guardò intorno, ma non vide nessuno.
“Gwen” ripeté la voce, questa volta alle sue spalle, accompagnata da un inquietante tintinnio metallico.
La ragazza si voltò e vide una strana figura emergere dalla nebbia: si trattava di un uomo con un cappello nero calato sul viso e con indosso un maglione a strisce rosse e verdi sopra una camicia bianca, insieme a dei pantaloni neri; ma l'indumento più strano dell'uomo era un guanto destro nero, con delle lunghe lame rimodellate in modo da sembrare artigli sulla punta delle dita.
Questi chiese con fare enigmatico “Sei sempre stata la mia preferita...come hai potuto dimenticarmi?”. 
“Io non ti conosco” ribatté confusa la ragazza.
“Ne sei proprio sicura?” domandò lui, sollevando il cappello e rivelando così un volto orribilmente ustionato.
Sebbene fosse una ragazza coraggiosa, Gwen non poté fare a meno di urlare di fronte a quell'orribile spettacolo.
E quando l'uomo le si scagliò contro e la ferì al braccio destro coi suoi artigli, urlò ancora più forte.

“Gwen, cosa ti succede?” le chiese sua madre, tenendola per le spalle.
Stupefatta, la ragazza si guardò intorno e si rese conto di essere sdraiata sul letto in camera sua.
“Oh mamma, ho fatto un sogno orribile” confessò lei.
“Oh cielo, ma cosa hai fatto al braccio?” le domandò la donna.
Gwen allora si guardò il braccio destro rimanendo allibita, perché sull'arto c'erano delle ferite identiche a quelle che l'uomo dell'incubo le aveva inferto.

Dopo essersi medicata le ferite, Gwen andò al lavoro, in quanto la ragazza aveva trovato un impiego in un fast food, grazie alla raccomandazione di un suo amico di nome DJ.
Questi, osservandola attentamente, disse “Accidenti Gwen, oggi hai una gran brutta cera”.
“Stanotte non ho dormito molto bene” si limitò a rispondere lei.
In quella, i loro 2 amici Geoff e Bridgette entrarono nel locale, teneramente abbracciati come sempre.
“Ehi ragazzi, stasera ho la casa libera. Vi va di venire?” chiese allegramente Bridgette.
Geoff aggiunse con un certo imbarazzo “Saremo in 5...perché ci sarà anche Duncan”.
Udendo quelle parole Gwen trasalì: Duncan era il figlio del capo della polizia locale, nonché il suo ex-fidanzato: i 2 erano stati insieme per un po', ma a causa dell'immaturità di lui, Gwen aveva troncato la relazione.
“Va bene. Riuscirò a sopravvivere alla presenza del mio ex” si limitò a rispondere con indifferenza la ragazza.
“Ehi Geoff, ma cosa hai fatto ai capelli?” domandò DJ.
Infatti, sul retro della testa i capelli di Geoff sembravano tranciati di netto con un coltello e il ragazzo rispose “Ah, é una storia interessante....erano già così quando mi sono svegliato stamattina”.
Geoff venne anche scosso da un brivido e Gwen non poté fare a meno di ripensare al suo incubo.

Verso le 20:30 di quella sera, il gruppo era quasi al completo.
I ragazzi si erano accomodati nel salotto della casa di Bridgette, quando si udì uno strano rumore in giardino.
“Cos'é stato?” chiese terrorizzato DJ.
“Vado a vedere” disse Geoff.
Il ragazzo uscì prudentemente in giardino e si diresse verso l'angolo da cui proveniva il rumore, dove una catasta di oggetti giaceva abbandonata.
Con fare prudente, Geoff si avvicinò alla catasta... dietro a cui sbucò fuori Duncan.
“Buuuh!!” gridò lui.
“Duncan. Mi hai fatto quasi venire un colpo. Congratulazioni!” ammise Geoff.
“Sempre il solito immaturo” brontolò sottovoce Gwen osservando la scena.
“Ehi Duncan, ma cos'hai fatto alla fronte?” domandò Geoff, indicando una medicazione sulla fronte dell'amico.
“Ho solo avuto un piccolo incidente mentre andavo in skateboard” spiegò Duncan, palesemente a disagio.
“Succede quando ci si ostina a fare ancora certe cose, nonostante si sia troppo vecchi” sentenziò acida Gwen.
La presenza e le battute della sua ex non costituirono però un problema per Duncan, che quella sera fu il membro più allegro della combriccola, anche se ogni tanto non poté fare a meno di guardare di sfuggita Gwen.
Verso mezzanotte e mezza, Duncan si congedò e il restò della compagnia si coricò nelle varie camere libere della casa.
Gwen si era addormentata da pochi minuti, quando le urla di Geoff la svegliarono....

Bridgette si svegliò senza nessun motivo apparente.
E sempre senza motivo, qualcosa spinse la ragazza ad alzarsi dal letto e a scendere in giardino.
La ragazza si avviò verso il cancello, quando un uomo sbucò dalle ombre: Bridgette non poteva vederlo in faccia, ma un raggio di luna fece risplendere le lame che aveva al posto delle dita.
“Bridgette, sono qui per te” disse malignamente l'uomo avvicinandosi a lei.
“Stammi lontano” urlò la ragazza, mentre fuggiva in casa.
Una volta chiusa la porta, Bridgette corse al piano di sopra e bussò violentemente alle porte dei suoi amici, ma nessuno di loro le aprì.
Dal piano di sotto, si udì il rumore di una porta che veniva sfondata, seguito da quello dei passi dell'uomo artigliato.
Quando nel corridoio apparve l'ombra dell'uomo, Bridgette corse verso la camera sua e di Geoff...ma non appena aprì la porta, la ragazza si ritrovò faccia a faccia col suo inseguitore.
“Sorpresa” disse lui, prima di artigliare la ragazza allo stomaco.
L'urlo di Bridgette svegliò Geoff, che vide la sua fidanzata venire sollevata da terra ed essere sbattuta violentemente contro il muro da una forza invisibile, mentre il sangue sgorgava copioso da diverse ferite che si aprivano da sole.

Pochi minuti dopo, la casa di Bridgette era invasa dai poliziotti.
“Preparate delle sacche di sangue. La paziente ne ha perso parecchio” ordinò un paramedico, mentre Bridgette veniva caricata su un'ambulanza, che partì a sirene spiegate.
Mentre Geoff veniva ammanettato e caricato sul cellulare della polizia, Gwen e DJ vennero interrogati da Leshawna, una loro amica che era diventata poliziotta.
“Dunque, mi state dicendo che quando siete entrati in camera da letto c'era solo Geoff insieme a Bridgette?” ricapitolò Leshawna.
“Esatto. Lei era zuppa di sangue e lui cercava di rianimarla” confermò DJ.
“Leshawna, tu conosci bene Geoff e sai che non farebbe mai del male a Bridgette” disse Gwen.
“Quello che pensiamo non conta” si limitò a replicare lei, riponendo il taccuino.
“Quando potremo vedere Geoff” chiese preoccupato DJ.
“Fra un paio d'ore” rispose Leshawna allontanandosi.

Due ore dopo, Gwen e DJ raggiunsero Geoff alla centrale di polizia.
Il ragazzo era chiuso in una cella ed indossava la tipica divisa arancione dei carcerati e non appena vide i suoi amici arrivare, Geoff afferrò saldamente le sbarre chiedendo “Siete qui, finalmente. Come sta Bridgette?”.
“É in coma e i dottori non sanno quando si risveglierà” disse tristemente Gwen.
“Ragazzi, voi sapete che non sono stato io” proseguì Geoff.
“Certamente” assicurò DJ.
“Però devi dirci chi é stato” aggiunse Gwen.
“Io non lo so” disse Geoff prendendosi la testa fra le mani, ma quando il ragazzo si sfiorò i capelli tagliati disse “Ehi, deve essere stato lui”.
“Lui chi?” chiese Gwen.
“L'uomo del mio sogno” rispose Geoff.
“Stai cominciando a delirare” disse preoccupato DJ.
Ma Geoff insisté “So che assurdo, ma é l'unica spiegazione. É stato l'uomo che ho sognato”.
“Cosa vuoi dire?” chiese Gwen attonita.
“Ieri sera ho sognato che un uomo mi aggrediva, io cercavo di scappare ma lui riusciva a tagliarmi i capelli. E quando mi sono svegliato, i miei capelli erano tagliati per davvero” raccontò Geoff.
“E come era fatto quest'uomo?” volle sapere Gwen.
Geoff stava per risponderle, quando un poliziotto annunciò “Tempo scaduto. Uscite tutti”.
“La prego. Solo un momento. Geoff stava per dirci qualcosa d'importante” supplicò Gwen.
“Mi spiace, ma é impossibile” replicò l'agente.
Fuori dalla cella, vicino alla finestra, Duncan aveva origliato l'intera conversazione.
E quel che aveva sentito, lo lasciò di stucco.

Una volta tornata a casa, Gwen andò subito in camera sua.
Mentre la ragazza si sedeva sul letto, la madre le chiese “Gwen, vuoi  che ti porti qualcosa?”.
“No, grazie mamma. Penso che adesso dormirò un pochino” rispose Gwen.
“É una buona idea, ma chiamami se ti serve qualcosa” disse la donna prima di ritirarsi.
Una volta rimasta sola, Gwen si mise a riflettere sugli avvenimenti delle ultime ore, quando lo sguardo le cadde sulla  foto incorniciata che stava sopra il comodino.
La ragazza la prese in mano e non poté fare a meno di sorridere, perché era una foto di quando lei, Duncan, Geoff, Bridgette e DJ frequentavano l'asilo insieme.
“Come era tutto più facile, allora” pensò Gwen, che osservando meglio la foto riconobbe il giardino del suo sogno.
Inoltre, osservando nuovamente la foto, Gwen notò che il lato destro era stato tagliato di netto...come se qualcuno avesse voluto cancellare qualcosa.
O magari, qualcuno.

Gwen si ritrovò nel giardino dell'asilo e tutto era rimasto esattamente come quando era piccola.
Improvvisamente però, il cielo si annuvolò, mentre alcune bambine giocavano al salto della corda, canticchiando una strana filastrocca, che faceva: Uno, due, tre! Chris viene per te. Ha lo sguardo torvo e gli artigli da corvo. Se lo vedi, scappa veloce. Se ti prende, stringi forte una croce.
“Gwen” la chiamò una voce femminile.
Gwen si voltò e vide Bridgette coperta di sangue, mentre veniva trascinata via da qualcuno.
“Bridgette. Aspetta!” supplicò Gwen, mentre la sua amica spariva dentro l'asilo.

Seguendo le traccie di sangue lasciate dalla sua amica, Gwen scese nei sotterranei dell'edificio, fino a raggiungere una porta di metallo dotata di spioncino.
E quando Gwen lo sollevò, vide Geoff legato ad una sedia elettrica, mentre l'uomo del sogno abbassava una leva, ghignando “Sono spiacente, ma la grazia non é arrivata”.
“Geoff!” urlò Gwen, mentre il suo amico era in preda alle convulsioni.
E a quel punto, Gwen si svegliò, ritrovandosi nel suo letto.

Seduto sulla branda della sua cella, Geoff lottava disperatamente per rimanere sveglio, in quanto temeva di cadere vittima dell'uomo del sogno.
Ad un certo punto, il ragazzo chiese alla guardia “Potrei avere un caffè?”.
“Va bene” disse il poliziotto, dopo essersi accertato che quella richiesta non fosse un trucco per tentare la fuga.
Mentre la guardia si allontanava, Geoff chiuse per un secondo gli occhi...e quando li riaprì, si ritrovò in una vecchia aula scolastica quasi deserta.
Infatti, nella stanza c'era l'uomo artigliato, che faceva stridere le sue lame sulla lavagna.
“Ciao, Geoff. Sei pronto per giocare?” chiese l'uomo con fare maligno.

Senza rispondere, Geoff corse fuori dall'aula, ritrovandosi in un corridoio buio.
Il ragazzo avanzò a tentoni nell'oscurità, mentre la voce dell'uomo diceva “Dovresti stare attento a dove metti i piedi Geoff, perché potresti cadere in una buca”.
E subito Geoff precipitò in un baratro apertosi nel pavimento, concludendo la sua caduta su una sedia elettrica, che lo ammanettò automaticamente.
Di fianco a lui c'era l'uomo artigliato, che abbassò una leva dichiarando “Sono spiacente, ma la grazia non é arrivata”.
Quando la guardia ritornò col caffè, trovò Geoff sdraiato sulla branda, mentre urlava in preda alle convulsioni.

Dopo aver convinto la madre ad accompagnarla, Gwen raggiunse la centrale di polizia, proprio quando Geoff veniva caricato sull'ambulanza.
Notando Leshawna andare verso il veicolo, Gwen la fermò e le chiese “Cosa é successo a Geoff?”.
“Geoff ha avuto un attacco di convulsioni e ora lo portano allo stesso ospedale di Bridgette” spiegò Leshawna, prima di andarsene. 
Ascoltando quella spiegazione, Gwen ebbe la conferma che gli incubi degli ultimi giorni non erano dei semplici sogni.

Nonostante Geoff fosse in coma e ammanettato al letto, Leshawna venne incaricata di sorvegliarlo, insieme ad un altro agente. Durante un momento di pausa, Leshawna andò a vedere Bridgette, che era ancora in coma, per poi ritrovarsi a passare davanti alla camera in cui Gwen veniva visitata dalla famosa dottoressa  Palmer, esperta in disturbi del sonno.
Durante la vista, era presente anche la madre di Gwen, a cui la poliziotta chiese “Come sta sua figlia?”.
“Male, perché non riesce più dormire bene -rispose la donna- Adesso però, la dottoressa monitorerà il suo sonno, per capire come aiutarla”.
In quello momento, Gwen si addormentò e le apparecchiature a cui era collegata rilevavano una normale attività onirica.
All'improvviso però, Gwen si mise ad urlare e scalciare nel sonno e visto che la situazione si aggravava di minuto in minuto, la dottoressa si avvicinò alla sua paziente e la scosse facendola svegliare.
“Calmati Gwen. Stavi solo sognando” la tranquillizzò la dottoressa, mentre Leshawna e la madre le si avvicinavano preoccupate.
Gwen stava per replicare, quando una delle infermiere presenti chiese “E quello da dove viene?”.
Solo allora, Gwen si rese conto di stringere nella mano destra un vecchio cappello nero.
“Oh, mio Dio!” esclamò la madre di Gwen dopo aver visto l'oggetto, mentre Leshawna rimase a bocca  aperta.

“Non é possibile” disse il capo della polizia.
“Eppure é andata proprio così” insisté Leshawna, indicando il cappellaccio nero.
Il capo della polizia scosse la testa, mentre Leshawna disse “Sappiamo entrambi di chi é quel cappello”.
“No! -la interruppe il capo- Non può appartenere a lui”.
“Signore...” tentò Leshawna.
Ma prima che la poliziotta potesse proseguire il suo discorso, il capo sbraitò “Non voglio neanche sentir nominare il nome di Chris McKrueger. E per quel che riguarda me e tutta la città, lui non é mai esistito. Sono stato chiaro?”.
“Sissignore” rispose contrariata Leshawna.
Ma fuori dalla porta, qualcuno aveva sentito tutto.

Gwen si stava versando l'ennesima tazza di caffè, quando il campanello di casa suonò.
Subito dopo, la madre le annunciò “Gwen...c'é il tuo ex-fidanzato alla porta”.
“Arrivo subito” disse lei.
Quando Gwen si recò nel soggiorno, trovò Duncan seduto sul divano ed anche lui aveva l'aria di chi non dormiva da giorni.
Senza troppe cerimonie, il ragazzo le disse “Gwen, so chi é quell'uomo che ci appare in sogno”.
“Cosa? Ma allora lo hai sognato anche tu” disse Gwen.
“Si, ma non l'ho detto a nessuno perché mi pareva un fatto troppo assurdo” confessò Duncan.
“E come sai chi é?” domandò la ragazza.
Duncan spiegò “Ero andato da mio padre per chiedergli di Geoff e ho sentito che parlava con Leshawna del tuo “incidente” di oggi. Ed entrambi hanno tirato in ballo un certo Chris McKrueger”.
La spiegazione di Duncan venne interrotta dal rumore di un oggetto che cadeva e solo allora i 2 ragazzi notarono la madre di Gwen che  origliava.
“Mamma, che stai facendo?” le chiese Gwen.
“Io...Io..” balbettò la donna.
“Lei sa qualcosa, vero? Come tutti gli altri” l'accusò Duncan.
“Se é così, devi dirci chi é Chris McKrueger” la incalzò Gwen.
“Temevo che questo giorno sarebbe arrivato, prima o poi” replicò tristemente la madre di Gwen.
E senza aggiungere altro, la donna si diresse verso una cassettiera, da cui estrasse una fotografia, che si rivelò essere identica a quella in camera di Gwen; ma in questa, nel lato destro mancante, c'era anche un uomo.
“É lui” esclamò Gwen, riconoscendo l'uomo artigliato.
Con tono cupo, la madre di Gwen raccontò “Quando eravate piccoli, frequentavate un asilo chiamato “Il nido felice”, dove lavorava  un tuttofare di nome Chris McKrueger. Costui era un uomo molto ambizioso e quando si venne a sapere che una rete televisiva avrebbe filmato la recita annuale dell'asilo, lui si offrì di sostituire uno degli organizzatori, che era malato. Il suo spettacolo era avvolto nella segretezza più totale e solo il giorno della recita, noi genitori scoprimmo che aveva preparato un numero pericolosissimo, in quanto fece camminare i bambini su un cavo elettrico, sospeso sopra una vasca di piranha. Durante il numero, parecchi bambini si fecero male e noi, infuriati, tentammo di linciare McKrueger, che si nascose nel capanno degli attrezzi. Li però c'era una fuga di gas e quando Chris McKrueger accese un fiammifero per farsi luce, saltò in aria. L'asilo venne chiuso poco tempo dopo e grazie ad uno psicologo infantile, tutti voi avete dimenticato ogni cosa. Eccetto Leshawna, che divenne una poliziotta per evitare il ripetersi di cose simili”.
“Quindi Chris McKrueger si sta vendicando dei responsabili della sua fine colpendo i loro figli” realizzò Gwen.
“Tesoro, Chris McKrueger é ormai solo un mucchio di cenere e ossa bruciate. Non può più farti alcun male” insisté la donna.
“Non é così, mamma” disse Gwen.
“Sarà meglio informare anche DJ” notò Duncan.

DJ aveva appena finito di grigliare alcuni hambuger, quando disse “Mi prendo una pausa”.
“Va bene, ma solo 5 minuti. Oggi abbiamo molto da fare” disse il suo supervisore. 
DJ non replicò e si andò a sedere vicino alla friggitrice, crollando subito in un sonno profondo.
E quando DJ si svegliò, si ritrovò nella cucina del vecchio asilo.
“DJ, non dovresti addormentarti sul posto di lavoro” sibilò una voce sinistra alle spalle del ragazzone.
Terrorizzato, DJ si voltò, ma venne colpito in piena faccia dagli artigli di McKruger; e quando il ragazzo si portò le mani al viso dolorante, l'uomo lo afferrò per il collo e gli spinse la faccia in una friggitrice colma di olio bollente.
Quando Duncan e Gwen arrivarono al fast food, l'ambulanza stava portando via il loro amico.
“Siamo arrivati tardi” disse Gwen.
“Maledizione” brontolò Duncan.

DJ venne sistemato nella stessa stanza di Bridgette e vedendo i suoi amici in quelle condizioni, Gwen si sentì avvolgere dalla disperazione.
“Dobbiamo fare qualcosa. Non possiamo lasciare che quello psicopatico di McKrueger continui la sua opera” disse risoluto Duncan.
“Ma cosa possiamo fare per fermarlo?” gli chiese Gwen.
“Io non lo so -ammise sconsolato Duncan- McKrueger non é reale e quindi, non possiamo fargli niente”.
Udendo quelle parole, Gwen ebbe un'illuminazione e dichiarò “Una cosa che possiamo fare c'é. Ma dobbiamo andare in un certo posto”.
“E ci servirà un po' di roba per arrivarci” aggiunse Duncan, indicando una vetrinetta piena di farmaci.

La notte stava ormai calado, mentre la macchina di Duncan, con a bordo lui e Gwen, si dirigeva verso l'asilo abbandonato.
“Non riesco a credere a ciò che stiamo per fare” sbottò Duncan. “Ma é logico, se ci pensi bene: nei nostri sogni, Chris McKrueger ci ha sempre portati nell'asilo in cui lavorava quando era in vita” spiegò Gwen.
“Lo sai che potrebbe essere una trappola, vero?” le domandò Duncan.
“Lo so benissimo, ma dobbiamo rischiare” rispose Gwen.
Duncan scosse la testa, ma ad un tratto vide qualcosa che lo spaventò e lo costrinse a sterzare bruscamente, mandando la macchina fuori strada.
“Ma che ti é preso?” domandò arrabbiata Gwen.
“Ho visto McKrueger in mezzo alla strada ed era pronto ad attaccarci” spiegò Duncan.
“Devi aver sognato durante un colpo di sonno” ipotizzò Gwen, che guardando fuori dal finestrino aggiunse “Ma almeno siamo arrivati a destinazione”.
Infatti, a pochi metri dalla macchina, il vecchio asilo si stagliava all'orizzonte.

Dopo aver recuperato un paio di taniche di benzina dal bagagliaio della macchina, Gwen e Duncan entrarono nel cupo edificio e dopo aver esaminato la varie stanze per decidere in quale agire, i 2 ragazzi scesero nel sotterraneo, dove la presenza di alcuni oggetti rivelò che quella era stata la residenza terrena del loro persecutore.
Fra gli oggetti in questione, c'era anche un vecchio letto sul quale Gwen fece per sdraiarsi, ma Duncan la fermò afferrandola per un braccio.
“Gwen, aspetta. Sei proprio sicura di volerlo fare?” chiese preoccupato il ragazzo.
“Se sono riuscita a portare il suo cappello nel mondo reale, magari posso farlo anche con lui” disse Gwen.
“Lascia che lo faccia io” si offrì Duncan.
Ma Gwen scosse la testa spiegando “Forse solo io ho il potere di farlo”.
“Ti ho già persa una volta. Non voglio perderti di nuovo” confessò Duncan.
“Se usciamo vivi da questa storia, magari io e te potremmo riprovare” disse Gwen, guardandolo intensamente negli occhi.
Duncan non rispose a quelle parole, ma tirò Gwen verso di sé e la baciò sulla bocca, senza che la ragazza opponesse alcuna resistenza.
“Adesso devo andare” disse ad un certo punto Gwen.
“Se vedo che sei nei guai, ti sveglio subito” promise Duncan, sedendosi vicino a lei.
Gwen annuì e dopo essersi sdraiata sul vecchio letto, si addormentò quasi istantaneamente.

Quando Gwen riaprì gli occhi si ritrovò in uno dei corridoi dell'asilo, che però sembrava un gigantesco labirinto.
“Sei venuta a giocare, ragazzina?” domandò allora la voce beffarda di Chris McKrueger.
Allarmata, Gwen si guardò intorno, senza vedere da nessuna parte il suo interlocutore, ma quando indietreggiò di alcuni passi, la ragazza andò a sbattere contro McKrueger.
Questi le diede una semplice ditata, che però la mandò a sbattere violentemente conto il muro, che si crepò.
“Cambiamo scena, così ti sentirai più a tuo agio” disse allora Chris McKrueger, che usando i suoi poteri, mutò l'asilo nella stanza di Gwen.

Nel mondo reale, Duncan stava per addormentarsi, quando vide Gwen agitarsi nel sonno.
E a quel punto, alcuni scene di lotta fra lei e McKrueger cominciarono ad apparirgli davanti agli occhi.

Gwen stava cercando di rimettersi in piedi, quando McKruger le si avvicinò sorridendo malignamente.
“Volevo tenerti per ultima, ma penso che dovrò sistemarti adesso” ghignò Chris, facendo tintinnare gli artigli.
E improvvisamente, Duncan gli apparve alle spalle ed estratto il suo fedele coltello dalla tasca, lo piantò nell'occhio sinistro di McKrueger, facendolo urlare dal dolore.
Ma Chris si voltò di scatto e prima di scagliare via il ragazzo, gli trapassò l'addome con i suoi artigli.
Duncan emise un rantolo, mentre McKruger lo sbatté contro il muro usando la telecinesi.
“Lascialo, McKruger” ordinò Gwen, avventandosi su di lui.
Ma usando nuovamente la telecinesi, Chris scagliò Gwen sul letto e le si avvicinò ghignando, mentre l'occhio ferito gli si rigenerava.

Grugnendo dal dolore, Duncan si svegliò e la prima cosa che vide fu Gwen agitarsi peggio di prima.
Ma ricordandosi di una certa cosa che aveva preso in ospedale, il ragazzo disse “Hai appena commesso un grosso errore, McKrueger”.

Gwen giaceva supina sul letto, mentre Chris incombeva su di lei, facendo nuovamente tintinnare gli artigli.
“Se sentirai un dolorino alla testa, sarà perché te l'ho tagliata” avvertì McKrueger, prima di vibrare il colpo fatale.
Ma in quel momento, Gwen sentì un acuto pizzicore al petto e capì che Duncan le stava iniettando l'adrenalina che si era “procurato” in ospedale; così, proprio quando McKrueger stava per colpirla, la ragazza gli afferrò il braccio e si svegliò, portando il maniaco nel mondo reale.

Quando si materializzò, McKrueger si ritrovò disorientato per alcuni secondi, durante i quali Duncan gli gettò addosso la benzina di una delle taniche.
“Non hai niente di meglio?” domandò irritato McKrueger, pronto ad attaccarlo.
Ma subito dopo aver pronunciato quelle parole, Chris McKruger sentì un acuto dolore al ventre e quando abbassò lo sguardo, vide un tubo di metallo trapassargli lo stomaco.
E quando Chris si voltò, Gwen lo colpì ripetutamente in pieno viso con un secondo tubo, mandandolo a sbattere contro il muro.
Quando Chris McKruger tentò di rialzarsi sputò una boccata di sangue e vide Duncan lanciare un accendino a Gwen, che gli domandò con rabbia “Proprio come la prima volta, vero?”. 
E subito dopo aver acceso la fiamma, la ragazza lanciò l'accendino addosso a McKrueger, che prese fuoco come una torcia.
E mentre le fiamme consumavano per la seconda volta il corpo di Chris McKrueger, Gwen aiutò Duncan a rialzarsi, per fuggire insieme da quella stanza maledetta; ma lui, usando le ultime forze rimastegli, rovesciò la seconda tanica di benzina, così che divampò presto un grande incendio.

I pompieri stavano lottando contro le fiamme, mentre Duncan veniva caricato sull'ambulanza.
Era presente anche il padre di lui, che gli domandò “Ma cosa ti é saltato in mente?”.
“Se te lo dico, non ci credi” rispose il ragazzo.
In quella arrivò di corsa un poliziotto, che disse “Signore, l'agente Leshawna mi ha appena comunicato che Geoff e gli altri due sono usciti dal coma”.
Sull'ambulanza c'era anche Gwen, la quale, sedutasi contro una delle pareti, udì quelle parole e disse sorridendo “Finalmente l'incubo é finito”.
A quel punto l'ambulanza partì e mentre guardò per l'ultima volta l'edifico in fiamme, a Gwen parve di sentire l'ultimo urlo di dolore emesso da Chris McKrueger.

UN ANNO DOPO
Quando il semaforo divenne rosso, l'auto di Duncan, con a bordo lui, Gwen, Geoff, Bridgette e DJ si fermò proprio davanti al nuovo asilo.
Gwen non poté fare a meno di guardare l'edifico e pensare “Speriamo che questa volta vada tutto bene”.
Vedendola pensierosa, Duncan le chiese “A cosa stai pensando?”.
“A niente di particolare” rispose lei.
“Già” concordò Duncan, che aveva capito tutto.
In quel momento, il semaforo divenne verde e la macchina partì.

Il direttore del nuovo asilo stava parlando con il nuovo tuttofare, che era un giovanotto di nome Topher.
“Non sono sicuro che affidare la direzione del nostro primo spettacolo a te sa una buona idea. Non hai alcuna esperienza in materia” disse il direttore, mentre esaminava alcune carte.
“Le assicuro che andrà tutto bene” promise Topher, facendo un inquietante sorriso.
Ma quella promessa sarebbe stata infranta presto, perché lo specchio appeso al muro, anziché riflettere l'immagine di Topher, rifletté quella di un ghignate Chris McKrueger.

FINE

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Andrea Micky