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Autore: Calowphie    22/01/2020    2 recensioni
Esattamente quattro anni prima, Seokjin, mentre camminava verso casa distrutto e arrabbiato per l’ennesima giornata lavorativa finita male, si sedette, stanco, sul muretto di una villa, ficcando le mani nelle tasche del suo grande giubbotto beige: la testa rivolta verso l’alto, faceva penzolare i suoi capelli, mentre stiracchiava le gambe allungandole il più possibile. Mentre la calma e il silenzio cercavano di rimettere in sesto i pensieri sconnessi del ragazzo, il pianto straziante di un bambino lo riportò alla realtà, facendo scattare la sua testa in avanti con gli occhi sbarrati.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camomilla: significa calma
 






Le mani grandi e forti di Seokjin continuavano a muoversi lentamente sulla piccola e incurvata schiena di Maelyeog, ancora caratterizzata da qualche sussulto causato dal pianto che non riusciva a lasciarla in pace: “Basta piangere principessa, ci sono qua io con te” ammise il ragazzo chiudendo la porta di casa con un piede, forse facendola sbattere troppo forte: “Non preoccuparti nessuno ti porterà via da me” sostenne poi cullandola sentendola distendersi lentamente: “Guarda che se continuerai a piangere farai preoccupare ancora di più Nuvola” ammise Jin, notando il gatto sfregarsi contro le sue gambe.

Mael appoggiò una mano sulla larga spalla del padre spostandosi leggermente indietro, sentendo di essere ben sostenuta dalle braccia di Seokjin che la osservò, asciugarsi gli occhi con la manica del pigiama per poi tirare su con il naso un’ultima volta: “ Eccola qua la mia bellissima principessa” sostenne il ragazzo, accarezzandole una guancia, per poi vedere un accenno di sorriso: “ Ti va se finiamo di mangiare le frittelle per poi guardare il tuo film preferito?” domandò lui,cercando di non tornare all’accaduto di poco prima e distrarla da tutta quella situazione tesa: “Si papà” sussurrò lei abbracciandolo nuovamente facendolo sospirare: una delle sue più grandi paure sembrava si stesse avverando davanti i suoi occhi e, in qualche modo, doveva risolverla: “Corri a scegliere il film, io finisco la colazione” concluse Jin prima di asciugarle il volto con la sua manica e darle un dolce e lungo bacio sulla guancia, vedendola nuovamente sorridere.

Mentre la bambina osservava le immagini sopra le copertine dei dvd assieme a Nuvola che le si era sdraiato accanto, Seokjin sembrava un automa osservando le frittelle cuocersi lentamente: le mani appoggiate sul mobile della cucina e la testa china sulla padella, inalando il dolce profumo di quell’impasto leggermente vanigliato. I capelli sulla fronte pendevano dandogli fastidio sugli occhi ma non gli importava più di tanto, il ticchettio dell’orologio gli faceva ancora compagnia, tant’è che gli diede una occhiata mentre spostava l’ultima frittella nel piatto: “Devo avvisare Rin” pensò sospirando ricordando, solo per un attimo, l’ira che il padre avrebbe provato non vedendolo arrivare al lavoro senza prima avvisare: “Principessa è pronto” disse versando dello sciroppo d’acero sui morbidi e tondi dolci: “Arrivo” cinguettò la piccola tenendo in braccio Nuvola che, con le sue zampette penzolanti, non si lamentava lasciandosi dondolare lungo il trasporto: “ Hai scelto il film principessa?” domandò Jin sentendo il telefono, lasciato sulla mensola della cucina, vibrare ignorandolo non avendo così tanta voglia di parlare con qualcuno: “ Certo! E non indovinerai mai cos’è” ammise Maelyeog  con la testa alta e ancora gli occhi lucidi masticando la sua frittella: “Sicuramente non è il re leone vero?” ammise Seokjin ironico conoscendo bene i gusti della sua bambina che, sbalordita dalla sua risposta, sgranò gli occhi facendo finta di essersi offesa: “Non è giusto però” borbottò lei finendo la colazione, incrociando le braccia al petto notando la tipica, ma sommessa, risata del padre sentendo che la tensione di qualche istante prima stava scemando anche se, quell’aria triste, non sarebbe sparita così velocemente.

Il telefono del ragazzo continuava a squillare e la cosa lo stava spazientendo. Nervoso si alzò dal tavolo lasciando che Maelyeog si andasse ad accomodare sul divano sempre accompagnata da Nuvola che, come se fosse la sua ombra, la seguiva in ogni suo movimento finendo a raggomitolarsi sulle sue gambe incrociate in modo da darle, a modo suo, tutto il conforto di cui aveva bisogno: “Pronto?” rispose Jin senza nemmeno guardare chi lo stesse cercando: “Jin hyung dove sei?” rispose la voce preoccupata di Jimin che, di nascosto sotto la sua scrivania, cercava di capire dove fosse finito uno dei suoi migliori amici: “ A casa, non vengo oggi. Maelyeog… non è stata bene” sostenne guardando con la coda dell’occhio la bambina che fingeva un sorriso: “Davvero? Mi dispiace, se hai bisogno di aiuto non esitare a chiamarmi hyung. Ti copriamo noi anche se credo che tuo padre non sarà affatto contento di non vederti qui” spiegò, deglutendo a fatica notando l’uomo vagare adirato per il suo ufficio dai muri trasparenti: “ Non mi importa di lui” rispose freddo Jin, notando il film che stava per iniziare: “Grazie per la disponibilità Jiminie ti terrò informato” concluse il maggiore senza neanche attendere il suo saluto ora ancora più nervoso di quanto già non fosse: “Papà arrivi?” lo chiamò la bambina girandosi senza dare troppo fastidio a Nuvola: “Si principessa, fammi avvisare la tua maestra non vogliamo che si preoccupi giusto?” sostenne lui camminando verso di lei accarezzandole la guancia con amore: “Giusto! Ti aspetto” concluse Maelyeog cercando di non sentire nuovamente quella brutta sensazione di solitudine e paura.
“Buongiorno maestra Rin” esclamarono in coro i bambini già seduti sulle loro piccole seggioline, ognuno di loro indossava il proprio grembiule tendente all’azzurro e facevano dondolare, chi più e chi meno, i loro piedini che non riuscivano a toccare il pavimento: “Buongiorno bambini, allora siete pronti a lavorare con le tempere?” domandò la ragazza sorridendo, cercando di fare un appello mentale così da capire chi fosse assente: “Si!”  urlarono in coro entusiasti: c’era chi batteva le mani, chi si alzò con un salto e chi già cercava di pensare a cosa avrebbe disegnato: “Maestra” la chiamò d’un tratto il piccolo Dongsun stirando il braccio verso l’alto così da attirare l’attenzione della donna: “Dimmi tutto Dongsun” sorrise Rin inginocchiandosi riman,endo in equilibrio sulla punta dei piedi: “Mael non è ancora arrivata… per caso non sta bene?” sussurrò il bambino, come se avesse paura di far preoccupare la piccola Jisoo che, seduta davanti a lui, cercava di carpire cosa stesse dicendo curiosa: “Non lo so, il suo papà non mi ha ancora chiamata. Ma ti prometto che appena inizierete il lavoro andrò a chiedere ok?” ammise la ragazza allungando il mignolo verso il bambino che, velocemente e con il ritrovato sorriso, lo strinse a sua volta tornando a sedersi al suo posto.

In effetti, quel giorno, nessuno era venuto ad accompagnare la piccola Maelyeog e solo in quel momento Rin notò le ciabatte rosa della bambina ancora rimaste nell’ingresso, un dubbio e un fastidioso presentimento, iniziarono a disturbare l’animo della maestra che, con un sospiro, cercò di nascondere quella preoccupazione sorridendo nuovamente alla sua classe: “Ok, davanti a voi avete un grandissimo foglio bianco, divertitevi con tutti i colori che avete davanti e create un bellissimo capolavoro” ammise, sentendo un grande coro di assenso da parte di tutti loro.

Lo sguardo di Rin si allargò non appena percepì il telefono che si trovava nella grande tasca del suo grembiule vibrare, chiunque sapeva che in quel momento si trovava al lavoro, per questo l’unico nome che le venne in mentre fu Jin : “Bambini la maestra Cho vi terrà compagnia un attimo quando torno voglio vedere i vostri disegni” spiegò uscendo dalla stanza, mostrando alla sua collega il cellulare che continuava a vibrare: “Pronto” rispose una volta arrivata in corridoio, muovendo la mano nervosamente nascosta nella tasca del grembiule: “Salve Rin sono Seokjin” rispose dall’altra parte la voce cupa e sussurrata dell’uomo che cercava, come meglio poteva, di non far sentire alla sua bambina quella conversazione: “ È successo qualcosa a Maelyeog?” domandò immediatamente lei, torturandosi ora il labbro inferiore: “Più o meno… sua madre si è palesata davanti casa mia e lei l’ha cacciata urlandole di andarsene… sta mattina le ho detto la verità Rin” spiegò d’un fiato Jin sentendo gli occhi pizzicare: “ Non l’avrei fatta venire lo stesso ma ora so per certo che sta fingendo di essere felice”.

La ragazza lo lasciò sfogarsi, sedendosi comodamente su quella stessa sedia che Deana aveva usato il giorno prima: “La mia più grande paura si sta avverando davanti i miei occhi e io… io mi sento così impotente” concluse la sua spiegazione inspirando profondamente cercando di calmarsi: “Seokjin” lo chiamò lei e quella voce fece sbarrare gli occhi al moro che, fino a quell’istante, erano rimasti chiusi: “Verrò a trovarvi finito il lavoro, porterò del pollo fritto, va bene? Così potrò parlare con te e con lei. Riusciremo a fare qualcosa, non lascerò che succeda qualcosa a tua figlia” ammise determinata come mai lo era stata nella sua vita: “Grazie” espirò il ragazzo sentendosi così sollevato malgrado il cuore gli palpitasse così tanto che non riusciva nemmeno lui a crederci: “Non sei solo ad affrontare questo problema, ci sono i tuoi migliori amici e ora ci sono anche io. Affidati a noi e vedrai che riusciremo a vincere, sei un padre fantastico.” concluse lei sentendo una piccola risata provenire dall’altra parte del capo, lasciando che le sue guance, inconsciamente, si colorassero: “Eri l’unica a cui potevo dire la verità, grazie per avermi ascoltato” proseguì Jin mentre Rin portò una mano al cuore cercando di calmarsi: “Allora ci vediamo sta sera” “Si, a sta sera”.

Chiusero entrambi nello stesso istante e, per un attimo, guardarono lo schermo scuro del telefono come se si aspettassero una loro nuova chiamata: “ Oh Min Rin da quando hai tutto questo coraggio?” si chiese da sola coprendosi il volto rosso con le mani non riuscendo più a smettere di sorridere esattamente come le labbra carnose di Seokjin che non riuscivano a smettere di essere tirate in un dolce sorriso: malgrado la tristezza e la preoccupazione, entrambi erano riusciti a trovare un piccolo posto luminoso in tutta quella oscurità.
“Non si è presentato! Quel cretino di mio figlio non si è presentato sul luogo di lavoro! E sai perché? Per colpa di quella bambina” disse adirato il signor. Kim sbattendo un pugno sulla scrivania digrignando i denti: “Caro calmati o ti salirà troppo la pressione” commentò la donna che, lentamente, cercava di calmarlo massaggiandogli le spalle visibilmente tese: “Non dirmi di stare calmo! Tuo figlio ci ha traditi, ha tradito la mia fiducia e non lascerò che torni in questo posto” ammise girandosi di scatto, scostandosi  dalle mani amorevoli della moglie: “ Jin è il più bravo in questo lavoro e so che non lo lascerai andare via, ti serve per far vendere quei libri che non hanno nulla di buono” commentò lei incrociando le braccia al petto rassegnata, vedendolo poi alzarsi: “Su questo ti do ragione donna” borbottò senza guardarla negli occhi tenendo la testa bassa: “Ma il suo comportamento è cambiato e ormai non lo riconosco più. Perché credi che abbia cercato quella donna? Così si portava via il nostro problema maggiore e nostro figlio sarebbe tornato quello di una volta” spiegò passandosi una mano sul volto esasperato.

La donna si avvicinò nuovamente a lui appoggiandogli una mano sulla spalla: “Voglio che Seokjin prenda seriamente il mio posto nell’agenzia, ma come può farlo se è sempre distratto da quella peste che si è portato in casa senza nemmeno dirci nulla?”  continuò appoggiando la testa sulla spalla della moglie che, piano, gli accarezzò i capelli odiando, segretamente, il comportamento egoista del marito sapendo benissimo quanto, in quegli anni, aveva dato una mano a suo figlio lasciandogli delle dritte, felice di aver compiuto quel gesto così spontaneo e altruista: “Lo abbiamo perso ormai e io non lo voglio più vedere” commentò di nuovo appoggiando le mani sulla vita della donna che rimase in silenzio, lasciandolo clamarsi del tutto sospirando di tanto in tanto.
Il sole era tramontato e in casa Kim il clima era decisamente migliorato: Maelyeog aveva saputo dell’arrivo della sua maestra e si era imposta di sorridere e prepararsi al meglio stuzzicando, furbescamente, il padre vedendolo sistemarsi i capelli per l’ospite che stava ormai per arrivare: “Come sei bello papà” ammise la piccola, saltando sul posto, lasciando che la gonna del suo vestitino floreale saltellasse con lei: “Sei stupenda anche tu principessa” sottolineò il genitore, prendendola in braccio, lasciandole un bacio dolce sulla guancia: “Ma come mai hai voluto metterti questo elegante maglione marrone chiaro?” chiese lei tirando appena la maglia del padre: “ Abbiamo un’ospite inatteso e che non è mai venuto qua, dobbiamo comunque farci trovare in ottimo stato” spiegò con non-calanche notando la piccola ridere sotto i baffi: “ E perché allora le tue orecchie sono così rosse?” domandò toccando la punta delle stesse, mentre Seokjin allontanava lo sguardo dalla piccola, sollevato nel vederla un po’ più spensierata rispetto a prima.

Maelyeog scese nuovamente a terra sistemandosi, con le sue piccole manine, la gonna in modo che non fosse troppo stropicciata: “Papà…” lo chiamò lei con un filo di voce tenendo la testa bassa: “Grazie” disse solamente senza un apparente contesto logico lasciando il genitore senza parole fino a quando il campanello di casa sunò, ed entrambi si ridestarono da un apparente stato di trance: “Vuoi andare ad aprire tu?” chiese Jin alla bambina che, in uno scatto, alzò la testa sorridente correndo alla porta ma, prima di aprirla, un po’ tremante e preoccupata per chi potesse trovare dall’altra parte, si bloccò mettendosi poi in punta di piedi e appoggiando entrambi le mani sul pomello della porta: “C-chi è?” chiese, facendo notare a Seokjin la titubanza nella sua voce ed, immediatamente, si avvicinò a lei inginocchiandosi annuendo come a rassicurarla: “Sono la maestra Rin, Mael” ammise la voce così calma della ragazza che, con un dolce sorriso, attendeva di essere accolta.

Immediatamente la bambina spalancò la porta abbracciando la donna che, per poco, a causa di quella irruente dimostrazione d’amore, perse l’equilibrio facendo quasi cadere il sacchetto del pollo che teneva in mano: “Sono molto felice di vederti anche io Mael” ammise accarezzandole i capelli amorevolmente, alzando poi lo sguardo su Jin che, appoggiato allo stipite della porta d’ingresso con le braccia conserte, si limitò a sorriderle inchinando appena il capo per darle il ben venuto in casa sua, lasciando Rin leggermente rossa in volto: “Principessa? Non credi sia meglio entrare e cenare? Inizia a fare freddo qui fuori” ridacchiò il ragazzo, sfregandosi le mani lungo le braccia notando come, con una leggera corsa, Maelyeog entrò in casa trascinando per una mano la donna che, leggermente spaesata, tolse le scarpe sorridendo a sua volta all’uomo che sentì una piacevole sensazione all’altezza del cuore.

Durante quella serata che fu stata all’insegna dei giochi, delle risate e della spensieratezza, nessuno riuscì a pensare a quello che era successo quella mattina e Seokjin fu così felice di rivedere il dolce sorriso della sua principessa così spontaneo e pieno di vita, che aveva paura di non rivedere più per colpa di quella donna che non riusciva a definire sua madre. Ma una scena tra tutte rischiarò quella giornata buia del ragazzo e non riusciva a fare a meno di allontanarsi da quello che stava osservando con così tanto amore: Maelyeog era sdraiata sotto le coperte del suo lettino mentre ascoltava calma la voce della sua maestra che, con delle marionette create con due calzini e tanta fantasia, raccontava una storia che si stava inventando sul momento e alla bambina sembrava piacere così tanto che non si accorse della figura del padre ferma all’entrata: “ E alla fine il mostro venne sconfitto dal principe ma, prima di sparire per sempre, decise di farti tanto solletico” esclamò Rin, iniziando a muovere velocemente le mani lungo i fianchi della bambina che cominciò a ridere in modo cristallino facendo illuminare il volto di Seokjin che si sentì così grato di vederla nuovamente felice come lo era sempre stata in tutti quei giorni: “Forza principessa, è ora di dormire ora” irruppe il ragazzo malgrado non avesse mai voluto interrompere quel dolce momento: “Ma papà…” borbottò Maelyeog guardando speranzosa Rin che, con un dolce sorriso, le accarezzò la guancia  lasciandole un bacio sulla fronte: “Tuo papà ha ragione Mael, ti prometto che se domani verrai a scuola continueremo solo io e te questa storia, ci stai?” chiese togliendosi i calzini dalle mani toccandole dolcemente la punta del naso, per poi vederla nascondersi meglio sotto le coperte pesanti e calde.
Seokjin sorrise lasciandole un dolce bacio sulla fronte promettendole di tornare da lei più tardi non appena avrebbe finito di parlare con la maestra Rin:“Sai papà, credo che tu piaccia alla mamma” ammise la bambina nell’orecchio del padre che arrossì leggermente, osservando con la coda dell’occhio la ragazza che gli sorrise facendogli percepire nuovamente quella dolce sensazione nel petto: “Non farti strani pensieri principessa, ora dormi” concluse lui vedendola sghignazzare stingendo meglio il suo amato peluche dando un ultimo bacio sulla guancia a Jin, per poi vederlo uscire dalla stanza senza dimenticare di accendere la piccola lucina da notte.

“Grazie per essere venuta” affermò Seokjin a Rin mentre indossava il suo lungo cappotto beige: “Non devi ringraziarmi, so che la situazione è difficile” commentò lei sorridendo mesta per poi appoggiare la borsa sulla spalla ma, prima di salutarlo, si bloccò sull’uscio girandosi di scatto: “Vuoi parlarne?” chiese semplicemente con tutto il coraggio che aveva in corpo, notando lo sguardo di Seokjin allargarsi: non si aspettava un suo interesse verso il suo stato d’animo. Senza dire nulla, Jin le indicò il divano a testa bassa mentre lei sbuffò sorridendo appena, rimettendo il soprabito sull’appendiabiti e la borsa a terra seguendo il ragazzo già seduto in sua attesa.

“ Per la prima volta nella mia vita ho così tanta paura che non so come comportarmi” disse non appena sentì il cuscino accanto a lui piegarsi: “Mio padre mi ha licenziato oggi dato che non mi sono presentato al lavoro, la madre di mia figlia vuole portarsela via e io mi sento… perso” proseguì mentre sentiva la mano di Rin sulla sua spalla. La ragazza lo lasciò sfogarsi, lasciò che si liberasse da qualsiasi cosa lo opprimesse e non disse nulla fino a quando lui non alzò il capo verso di lei, visibilmente distrutto e lei gli sorrise appena: “Sai che in tutto questo non sei solo, non devi opprimerti. Ora, oltre a tutti quei fantastici ragazzi che ho sempre visto venire a prendere Maelyeog che ti hanno sempre sostenuto, hai anche me” ammise con fermezza, guardandolo negli occhi distogliendo lo sguardo non appena il cuore della ragazza batté troppo forte: “Sei un padre fantastico e questa serata me lo ha dimostrato, credi nelle tue capacità e sarò sempre pront-“ Rin non riuscì a continuare che Seokjin l’aveva abbracciata, ne aveva bisogno, ne sentiva la necessità proprio come quel dolce e fugace bacio che sbalordì entrambi.

 
  
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