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Autore: Alsha    23/01/2020    4 recensioni
| Post!Endgame | Non CanonCompliant |
La prima volta lo aveva accompagnato il dottor Banner, attraverso i corridoi della base, oltre una serie infinita di porte e controlli di sicurezza, sorvegliati costantemente dagli occhi vigili delle telecamere.
Nell'ultima, grande battaglia contro l'esercito di Thanos, Thor ha indossato il guanto con le gemme e ha riportato indietro Asgard e i suoi abitanti, che ora vivono in pace nel loro regno. Tranne uno.
Loki, imprigionato in una base dello SHIELD, attende il momento in cui verrà pubblicamente condannato per l'attacco di New York. E per qualche motivo, Banner vuole che Sam Wilson lo convinca a salvarsi.
Seconda classificata e premio "Miglior Prompt" al contest “Personaggi random per situazioni random – nuova edizione” di Setsy sul forum di EFP
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Loki, Sam Wilson/Falcon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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NOTE:
>La storia è ambientata Post!Endgame, ma a utilizzare le Gemme è stato Thor, che ha riportato indietro Asgard e il suo popolo, Loki compreso. A quel punto, Loki è stato imprigionato presso lo SHIELD per scontare i suoi crimini.
>Seconda classificata al contest “Personaggi random per situazioni random – nuova edizione” di Setsy sul forum di EFP
 
 
 
 
I FOUND THAT WING BROKEN
 
 
Le porte si chiusero alle sue spalle scorrendo silenziose nelle guide.
 
Sam attese lo scattare delle serrature di sicurezza prima di entrare nella stanza, l’erba fresca che si piegava sotto le suole dei suoi scarponi. Il prato sembrava stendersi a perdita d’occhio, fino ai palazzi dorati che in lontananza riflettevano la luce del sole pomeridiano, ma Sam avanzò solo di qualche passo prima di sedersi.
 
Un gruppo di grasse api si spostò ronzando verso una chiazza di fiori selvatici, e una farfalla si appoggiò su di una spiga, facendola dondolare al ritmo pigro delle sue grandi ali nere.
 
-È meraviglioso.
 
-Mimoides phaon. La farfalla a coda di rondine. – la voce non sembrava giungere da alcun luogo in particolare.
 
-Le avete anche su Asgard?
 
-Erano in un libro che mi ha portato Bruce. – la farfalla spalancò piano le ali, mostrando una serie di piccole chiazze di un verde bluastro nelle ali interne – Le ho trovate particolarmente eleganti.
 
-Il dottor Banner è passato ancora a trovarti?
 
-Sai bene che Bruce è l’unico a farmi visita oltre a te, sergente.
 
Sam tese una mano verso la farfalla, che si levò in volo un momento prima che potesse sfiorarla. Non aveva avuto alcun motivo di credere il contrario, ma la conferma gli lasciò un sapore amaro in bocca.
 
-Ti ha portato libri interessanti?
 
-Per cortesia, sergente Wilson. Non fingerti stupido, non è degno delle tue capacità. Sappiamo entrambi perché sei qui, puoi andare dritto al punto. Non mi spaventerò.
 
L’ombra di una grande nuvola scivolò sopra di lui, sospinta dal vento che iniziava a rafforzarsi.
 
-Sei pronto?
 
La farfalla tornò a posarsi sulla spiga, piegandola sotto il suo peso.
 
-E tu?
 
 
 
La prima volta lo aveva accompagnato il dottor Banner, attraverso i corridoi della base, oltre una serie infinita di porte e controlli di sicurezza, sorvegliati costantemente dagli occhi vigili delle telecamere.
 
Lo scienziato portava una borsa di libri che venne esaminata in ogni possibile maniera prima che un agente dalla faccia lentigginosa permettesse loro di portarli dentro la cella, dove una pila quasi identica li attendeva pronta al ritiro.
 
Non parla che con Banner,” gli avevano detto “non sperarci troppo”.
 
Ma Sam era lì solo come favore a Steve, che a sua volta glielo aveva chiesto per fare un favore a Banner.
 
E lui… non sapeva bene perché glielo avesse chiesto.
 
-Buongiorno Bruce. Vedo che anche oggi hai deciso di indossare le lenti a contatto invece degli occhiali. – aveva la voce roca per il non uso, e un tono piccato.
 
Banner aveva sorriso, spingendo i libri attraverso un portello di sicurezza.
 
-Ne dobbiamo discutere ancora?
 
-Trovo semplicemente che andare in giro con lastre di plastica infilate nell’occhio sia innaturale, dottore, ma ovviamente non sta a me giudicare.
 
-Lo dici spesso, per qualcuno con così tante opinioni.
 
E Loki, rintanato nel suo angolo di cella, aveva sollevato la testa facendo riemergere dalla chioma nera e scarmigliata un sorriso ferino.
 
-Chi sono io per privare qualcuno della mia saggezza?
 
 
 
Per le prime volte, Sam si era limitato a sedersi, ignorato, in un angolo, mentre guardava Loki e il dottor Banner interagire. Parlavano delle letture che lo scienziato gli portava, perlopiù, a volte qualche notizia su Asgard, che Thor aveva riportato indietro assieme a molti dei suoi abitanti grazie alle gemme dell’infinito.
 
Talvolta battibeccavano su qualche usanza umana (la storia delle lenti a contatto era tornata spesso, e Sam sospettava che Banner le mettesse solo per irritarlo), o discutevano di teoremi scientifici e di magia in modi quasi incomprensibili per Sam. Non parlavano mai dei test che lo SHIELD stava conducendo su Loki, e men che meno del processo a cui sarebbe stato sottoposto quando fossero finiti.
 
-Non riesco a capire. – aveva detto a Banner dopo una di quelle visite.
 
-Qualcosa in particolare? – aveva replicato, e Sam aveva boccheggiato, senza sapere come esprimere tutti i dubbi che gli vorticavano dentro.
 
-Sembra una persona normale. Non sembra…
 
Pazzo, malvagio, folle.
 
-…cattivo? Lo so. Non lo è. È geniale, disordinato, caotico, ma non è cattivo, non lo è mai stato.
 
-E allora perché ha attaccato New York, dottor Banner?
 
-Non lo so, non con certezza. Ma è finito per caso in mano a Thanos, e lui gli ha fatto delle cose terribili. Se le raccontasse, al processo, potrebbe anche salvarsi. Ma non credo che voglia salvarsi.
 
-E tu lo vuoi?
 
-È mio amico.
 
-Vuoi che io lo convinca, vero?
 
 
 
Un giorno, Banner aveva deciso di provare a lasciarli da soli nella cella.
 
-Mi sono offerto di farlo tornare come prima. – Loki aveva parlato non appena le porte si erano richiuse alle spalle dello scienziato – Ha rifiutato.
 
-Anche tu.
 
-Si è intrappolato in un corpo mostruoso per convincersi di tenere il mostro a bada. Se fosse così semplice, non sarei qui.
 
-E perché saresti qui?
 
Loki aveva tirato indietro la testa, facendo scivolare i capelli via dal viso. Per qualche motivo, Sam ricordava ogni dettaglio di quell’immagine: la pelle livida tesa sulle ossa affilate, le cicatrici perlacee sugli zigomi e attorno alla bocca e gli occhi, verde smeraldo, iniettati di sangue.
 
-Perché sono utile. Odino mi ha raccolto da in mezzo ai cadaveri della mia gente perché gli servivo. Thanos non mi ha ucciso a prima vista perché credeva che avrebbe potuto usarmi. Thor mi ha fatto evadere perché aveva bisogno di me. E lo SHIELD mi tiene qui perché crede di poter comprendere il seidr, la magia, attraverso me. Quando non servirò più a nessuno sarò pericoloso, e allora cercheranno di eliminarmi. Il mio caro fratello non vede l’ora di farmi decapitare dalla Valchiria, ne sono certo. – aveva scrollato le spalle – Magari questa volta sarà permanente.
 
 
 
-Ha detto che Thanos credeva di poterlo usare. – gli era sfuggito mentre uscivano, seguendo l’enorme mole dello scienziato fuori dalla base.
 
-Si sta stancando, prima non si sarebbe mai fatto sfuggire nulla del genere con te. – Banner non si era girato per guardarlo e Sam non aveva idea della sua espressione. Però ricordava il tono con cui l’aveva detto, come se anche Sam si fosse stancato di tenere le sue distanze da quella faccenda, come se lo avesse previsto.
 
Forse aveva ragione.
 
Forse sapeva che avrebbe riconosciuto i segni del disturbo post-traumatico, i segni delle torture, della guerra, della morte.
 
-Che cosa significa?
 
-Quanto sai della magia di Loki?
 
-Sarebbe interessante avere una risposta diretta una volta ogni tanto. Così, per provare l’esperienza. – Banner si era girato a guardarlo a quel punto, con un sorriso divertito.
 
-Dai, concedilo allo scienziato che è in me. Cosa sai della sua magia?
 
Sam aveva sbuffato, alzando gli occhi al cielo, e poi aveva elencato quello che gli avevano detto, o che aveva intuito dalle parole di Loki nei loro colloqui: illusioni, manipolazione dello spazio, metamorfosi, telecinesi, controllo mentale…
 
-No, niente controllo mentale.
 
-Ma durante l’attacco a New York…
 
-Aveva lo scettro datogli da Thanos, che conteneva la Gemma della Mente. Un artefatto particolarmente potente. Ma comunque sì, hai identificato buona parte delle sue abilità conosciute. E hai potuto valutare da te quanto sia intelligente. – aveva uno sguardo particolarmente paziente, che per qualche istante gli aveva ricordato una sua vecchia insegnante delle medie, quando durante le interrogazioni non ricordava una risposta.
 
-Dottor Banner, non ci sto arrivando. Vuoi illuminarmi?
 
-Se avesse voluto conquistare la Terra, perché distruggere New York? Perché rimanere dove avremmo potuto fermarlo, perché darci tutto quel preavviso? Avrebbe potuto recuperare il materiale di nascosto con le sue capacità, e aprire il portale nel mezzo di un deserto asiatico, in modo da fare arrivare l’esercito per intero prima di attaccare. – aveva iniziato a parlare con tanta foga da farsi scivolare gli occhiali sulla punta del naso, e a gesticolare con le enormi mani – Oppure, avrebbe potuto sostituirsi a qualcuno all’interno dello SHIELD, o in un qualche governo. Avrebbe potuto uccidere personalità chiave per agire indisturbato in un pianeta gettato nel caos. La vita media di un Asgardiano è di cinquemila anni umani. Avrebbe potuto sfruttare il tempo in più che noi non avevamo.
 
-Ma non l’ha fatto.
 
-Precisamente! E il numero delle vittime! Grazie all’evacuazione non sono morte più di duecento persone, molte delle quali per il crollo del laboratorio dello Shield. Avrebbe potuto fare una strage, ma ci ha dato il tempo di svuotare New York.
 
-Mi stai dicendo che voleva fallire?
 
-Sto dicendo che avrebbe potuto vincere facilmente, e non l’ha fatto, nonostante il controllo della Gemma della Mente. E che alla fine di tutto, Thanos aveva perso una Gemma, mentre quella che più desiderava, il Tesseract, era al sicuro nel palazzo di Odino.
 
 
 
Il giorno dopo non aveva detto niente a Banner, e si era presentato per la prima volta da solo. Quando Loki si era rifiutato persino di alzare gli occhi dal suo libro, aveva bussato sul vetro, come un bambino sulla vaschetta di un pesce rosso.
 
-Se non volevi conquistare la Terra, perché non lo hai detto a nessuno? Perché sei qui in una cella invece che… non lo so, da qualunque altra parte?
 
-Secondo te mi crederebbero, Sergente Wilson, se gli dicessi che sono stato torturato per due anni, nelle maniere più atroci, perché continuavo a resistere ai loro tentativi di controllarmi? Mi crederebbero se gli dicessi che gli ho permesso di battermi mentre il tirapiedi di Thanos mi frugava nel cervello per essere sicuro che non li tradissi? – Loki tremava per lo sforzo di non alzare la voce al di sopra di un sibilo – Thor mi ha chiamato “fratello” per più di un millennio, e non si è accorto che ero controllato da un altro. Odino ha semplicemente colto l’occasione per liberarsi di me. Neppure mia madre, che più di tutti mi ha amato, ha pensato di chiedermi cosa mi fosse accaduto dopo che ho cercato di togliermi la vita. Pensi che mi crederebbero i tuoi amici, dopo quello che ho fatto loro?
 
-Potremmo…
 
-Cosa? Cosa vorresti fare? Testimoniare a mio favore? Permettere a Strange o alla signorina Maximoff di frugare nella mia testa? Crederebbero che io vi stia controllando o che abbia alterato i miei ricordi. C’è esattamente una persona che potrebbe dimostrare quello che Thanos mi ha fatto, ma Nebula ucciderebbe pur di non ricordare a tutti di essere stata sua figlia. Riusciresti a convincerla a mostrare i suoi file di memoria, a far vedere a tutti che razza di mostro è stata? A infangare la memoria di sua sorella Gamora, che era tre volte più abile e dieci più spietata di lei?
 
Circa a metà di quel discorso la sua pelle aveva iniziato a sfrigolare di energia dorata, e le luci a sfarfallare. Gli schermi delle telecamere si erano crepati, e il pavimento aveva iniziato a tremare, mentre i pochi oggetti nella cella disadorna si erano sollevati a mezz’aria. Una parte distante di Sam aveva pensato che entro breve sarebbe arrivata una squadra di sicurezza, perché a Loki era vietato utilizzare la magia se non per quando richiesto dai test.
 
-Sparisci. FUORI!
 
 
 
-Sergente? – disse la voce di Loki, riscuotendolo – Non è il momento di ripensare ai bei tempi andati, non credi?
 
-Hai visto tutto?
 
L’erba, il cielo e le nuvole tremolarono per un attimo, lasciando intravedere le pareti disadorne della cella per il tempo di un secondo prima di tornare solide e vere come prima.
 
-Non posso fare illusioni che gli agenti di sorveglianza possano vedere. Sto alterando le tue percezioni; tutto questo è nella tua testa, e quindi ci sono anche io, in un certo modo. Comunque, non abbiamo molto tempo. Tra poco Bruce, la Valchiria e chissà chi altro verranno qui per portarmi davanti al tribunale.
 
La farfalla si sollevò in volo e seguendola con lo sguardo Sam scorse delle nubi nere e cariche di tempesta che si addensavano all’orizzonte.
 
-Andrà tutto bene.
 
-Sembri molto sicuro. E se andasse male?
 
Sam sorrise, guardando la farfalla che scendeva lentamente nella brezza per appoggiarsi sulle sue dita. Era stranamente pesante e solida sulla sua mano.
 
-Sono sicuro che tu abbia un piano.
 
I meccanismi di sicurezza della porta alle sue spalle iniziarono a scattare, e all’improvviso la brezza si portò via l’erba, il cielo, le api e i fiori, lasciando le pareti bianche della cella e una farfalla nera appoggiata sulla punta delle sue dita.
 
Perplesso, cercò lo sguardo di Loki mentre la farfalla si scioglieva in un piccolo serpente nero che silenziosamente risalì il suo braccio fino ad accoccolarsi nello scollo della sua giacca, appena sotto il suo orecchio.
 
-Forssse sssì. – sibilò mentre le porte alle loro spalle scorrevano silenziose nella guida annunciando l’arrivo della scorta.
 
Nella cella, Loki gli fece un occhiolino e, guardando i nuovi arrivati, sorrise.
 
-Bruce! Vedo che oggi hai messo gli occhiali.
 
 
 
 
 
NOTE:
>Il titolo è tratto dalla poesia “My butterfly” di Robert Frost.
>Il rango di Sergente di Sam è stato tratto da alcune speculazioni su internet, visto che nel MCU non viene mai citato.
>PROMPT - VII° [Sam Wilson/Falcon] e VIII° [Loki] personaggio: scrivere una storia senza usare mai la parola “arma” e usando i prompt “lenti a contatto” e “farfalla”.
 
Grazie in anticipo per aver letto, ogni commento per quanto breve è sempre ben accetto!
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