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Autore: Red Saintia    25/01/2020    5 recensioni
Le festività, soprattutto quelle natalizie, hanno la capacità di tirare fuori il meglio e il peggio di noi. Perché anche le cose belle ognuno di noi le vive in modo personale.
Uno spaccato di vita reale con un leggero brivido thriller, per una ricorrenza che, in qual si voglia modo, va festeggiata. E voi... di che Natale siete?
Questa storia partecipa a "Xmas Song, indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Contro Natale: #Prompt 17 – Ricevere un nuovo coltello per Natale e volerlo provare subito


 
Quale occasione migliore del Natale per rispolverare gli affetti familiari e il bisogno di stare insieme alle persone a noi più care.

Ecco. Diciamo che per molti è così. Per me che lavoro nel campo della ristorazione invece, le feste sono qualcosa che somigliano al preludio di un’autentica battaglia dalla quale speri di uscirne indenne.
Il fatto che io mi ritrovi a casa il giorno di Natale è una magra consolazione prima dell’inferno che mi aspetta il 31 Dicembre, quando dovrò accontentare le richieste più assurde e i gusti più strampalati durante il cenone di fine anno.
Questa sera però non voglio pensarci… voglio rilassarmi, fare un respiro profondo e sfoderare uno dei miei sorrisi migliori. Alzo il calice e brindo con mio marito, suo fratello e la nuova fidanzata e anche insieme a quella gran stronza di mia suocera con rispettivo zerbino, ops… pardon, marito al seguito.

“Dai Carla scarta il tuo regalo, vediamo se almeno quest’anno Luca ha indovinato cosa prenderti.” Il sarcasmo di mio cognato accompagnato dalle occhiatine di mia suocera fecero evaporare quel po’ di serenità che mi ero ritagliata interiormente. Erano degni l’uno dell’altra quei due.

“Non dargli retta tesoro, apri il regalo dai… penso proprio che ti piacerà.”

“Certo che mi piacerà tranquillo”

Il fatto che Luca non brillasse particolarmente d’inventiva o di immaginazione in fatto di regali era spesso motivo di frecciatine e prese in giro ad ogni occasione. La cara Lidia invece, la mia irritante suocera, sosteneva semplicemente che io fossi una donna difficile da accontentare. Abituata com’ero nel mio lavoro a comandare gli altri, per lei, tenevo al guinzaglio anche suo figlio. Priorità che riteneva un tempo una sua esclusiva.

Luca mi sorrise accarezzandomi dolcemente i capelli, ed io scartai il regalo felice, ma senza particolari aspettative.

E invece rimasi sorpresa eccome!

“No… non posso crederci! Me lo hai davvero regalato, lo hai trovato? Ma come hai fatto?” i miei occhi si illuminarono mentre agguantavo avidamente il regalo nella scatola.

“Non è stato facile credimi, ma l’espressione che hai in questo momento mi ripaga di tutta la fatica che ho fatto. Buon Natale amore.”

Gli gettai le braccia al collo e lo ringraziai con un lungo bacio.

Lo desideravo da tempo e adesso era nelle mie mani. Un coltello trinciante interamente in acciaio… lama sottile e perfetta, dalle giuste proporzioni. Sfiorò appena la carta che lo rivestiva tagliandola all’istante, il mio nome inciso sul manico e cosa più importante di tutti
L’immagine del Capitano Spaulding* che svettava sulla lama, con quegli occhi folli e la bocca spalancata in una risata che lasciava presagire le più indicibili torture. Insomma… per un amante dell’horror come me era il connubio perfetto delle mie due più grandi passioni.

“E’ stupendo! Grazie, grazie davvero” era un pezzo unico, introvabile, e lui lo aveva fatto persino personalizzare per me. Ero entusiasta al settimo cielo, ovviamente qualcuno non si lasciò sfuggire l’occasione.

“Carla… mia ara, sul serio desideravi ricevere un oggetto simile?” parole che tutto sommato non mi sorpresero, ma il gesto di scherno e disprezzo che le accompagnava poteva anche evitarlo.

“Sì, esattamente questo” mi limitai a rispondere, sperando bastasse
La sua risatina velatamente coperta da una mano mi fece capire che la questione era tutt’altro che conclusa.

“Certo che siete davvero strani. Insomma… mio figlio sgobba dalla mattina alla sera tra clienti e scartoffie varie, potrebbe ricoprirti di gioielli, vestiti e quant’altro… e tu preferisci un dozzinale coltello da cucina? Ma è ridicolo andiamo…”

Le facce di tutti cambiarono radicalmente espressione, i calici del brindisi vennero poggiati sul tavolo e l’atmosfera si caricò di una tensione che forse era nell’aria fin dall’inizio.

“Tesoro lascia perdere lo sai com’è…” feci cenno a mio marito di tacere, restando comunque calma e posata. Mi avvicinai stringendo il regalo con relativa scatola ancora tra le mani.

“Cosa credi che faccia io dalla mattina alla sera cara Lidia? Pensi forse che perda tempo tra una partita a canasta o un aperitivo spettegolando su chi abbia l’amante di turno più dotato? A no scusami… quella non sono io, quella sei tu! Perché io mi spacco la schiena a dirigere una brigata di cucina da venti persone per dodici ore al giorno. Io non dipendo dai soldi di mio marito, io me li guadagno!”

“Come volevasi dimostrare, arrogante e sfacciata lo sei sempre stata. Adesso però non esaltarti troppo solo perché prepari qualche piatto più elaborato credendoti una grande chef… se hai la possibilità di stare fuori casa dodici ore al giorno spacciando per lavoro quello che è solo un hobby lo devi alla sicurezza economica che ti da mio figlio!”

La presa sull’impugnatura del mio regalo si fece più salda, pur rimanendo coperta dalla carta e da fiocchi vari.

“Praticamente la stessa sicurezza che da anni ti da tuo marito sgobbando come un mulo mentre tu ti sbronzi in giro con quelle quattro racchie che ti sparlano dietro alla prima occasione. Davvero l’emblema dell’emancipazione femminile. Adesso se vuoi scusarmi vado in cucina, ad occuparmi del mio hobby.” Luca cercò di trattenermi mentre guardava in modo truce sua madre. Io mi divincolai in malo modo e me ne andai dalla stanza.

“Hai esagerato mamma. Sei stata fuori luogo e sgarbata. E’ qualcosa di assurdo la polemica che hai messo su per un regalo!”

“Non dire sciocchezze… è lei che ha ingigantito la cosa, io ho solo espresso un mio parere.”

“Parere che nessuno ti aveva chiesto… ma tanto tu fai e dici sempre quello che ti pare.”

“Ti ci metti anche tu Marco? I miei figli... invece di difendermi mi vengono contro, siamo all’inverosimile.” Il gracchiare alterato di Lidia venne bruscamente interrotto dal rumore di una sedia che si spostava in modo rumoroso e l’incedere di suo marito che le si palesava davanti.

“Adesso basta Lidia! Pretendo che tu vada in cucina a scusarti personalmente con Carla, non me ne frega niente se ne hai voglia o meno o se dovrai sputarle fuori a forza le tue scuse. Di certo non starò qui ad ascoltare ancora i tuoi vaneggiamenti. Sei stata vergognosa, e quindi ti scuserai che ti piaccia o meno.”

“Ma caro… non vorrai davvero…”

“Sta zitta! Vai, adesso!”

D’improvviso ci fu silenzio. Non avevo ben capito cosa si fossero detti, ero troppo furiosa e continuavo a far rumore tra piatti e posate varie, che in verità avrei voluto spaccarle in faccia. Poi tutto tacque, ed io sentii dei passi alle mie spalle.

Mi voltai, sapendo già che me la sarei ritrovata di fronte.

Mi guardava con disprezzo. L’avevano costretta a venirsi a scusare, mentre lei avrebbe preferito di gran lunga essere investita da un tir.
Labbra sottili come una vipera e occhi taglienti che mostravano un astio nei miei confronti senza fine. L’avevo mortificata e umiliata. Il perdono non era un’opzione da prendere neppure in considerazione, figuriamoci le scuse.

“Vogliono che ti porga le mie scuse. E benché io possa anche farlo… resta il fatto che suonerebbero senza dubbio false. Credo che te ne accorgeresti anche tu. Ti renderai conto ben presto che il tuo patetico tentativo di umiliarmi ti si ritorcerà contro. Ma d’altronde… se fossi stata una persona più sveglia non ci avresti nemmeno provato. Vuoi elevarti ad un ceto sociale che non ti appartiene Carla, tu sei e resterai sempre una scialba ragazzina di periferia che mio figlio ha ripulito per pura infatuazione personale. E stasera lo hai dimostrato ampiamente.”

La osservai dal posto in cui mi trovavo, tra il lavello e il piano d’appoggio delle pentole. Aveva le braccia incrociate e lo sguardo altero. Per lei io ero solo feccia da schiacciare. Per me invece… era la personificazione di tutto ciò che non avrei mai voluto essere.

Sono questi gli attimi in cui la ragione si scollega da tutto il resto? Forse sì… ma quando te ne rendi conto è già tardi.
Tardi per capire che in fondo è una cosa alla quale avevi sempre pensato. Solo che… ci voleva l’occasione e lo strumento adatto.

“Tranquilla Lidia… non c’è bisogno che tu aggiunga altro. Lascia che sia io, da perfetta nuora, a dimostrarti che non serbo rancore nonostante le tue cattiverie gratuite.”

Mi avvicinai… prima lentamente e poi con la stessa rapidità di un predatore. La sua espressione fu uno spettacolo per gli occhi.
Lo sguardo trionfante di chi assaporava già la vittoria tramutato in una smorfia di autentico terrore. Gli occhi fissi su di me… mentre la lama da quindici centimetri le perforava lo stomaco ruotando all’interno della ferita facendosi strada fino in fondo.
Si aggrappò a me tentando di allontanarmi. Ma io la strinsi forte tra le mie braccia fino a che solo il manico d’acciaio si intravide dalla ferita.

“E’ tutto perdonato Lidia… io e il Capitano Spaulding non serbiamo rancore. Buon Natale mia cara, ho riservato a te il mio augurio speciale.





Ed io invece ho riservato a voi questo finale che spero sia di vostro gradimento. Le festività sono terminate già da tempo, quindi è giusto chiudere una parentesi e dedicarsi ad altro.
P.S.
Il Capitano Spaulding (per i pochi, mi auguro, che non lo conoscessero) è un personaggio partorito dalla fervida immaginazione dell'attore/regista Rob Zombie, e che appare in più di una sua pellicola. Un omaggio, senza pretese, anche all'attore che lo ha interpretato e che è scomparso recentemente. 
Tra l'altro i coltelli da cucina con i volti dei personaggi dei film horror esistono realmente, e sono fatti da un'artista di cui mi sfugge il nome ma che si può facilmente trovare googlando in giro. Ovviamente sono per gli appassionati del genere, essendo oggetti da collezione.
Per le caratteristiche tecniche del coltello in se invece, non ho avuto bisogno di Google o altri motori di ricerca perchè ho un marito chef ( che spero no legga mai questa storia, l'ispirazione a volte gioca brutti scherzi)
Il titolo della one shot è come sempre un omaggio al 'capitano'. Detto ciò, io vi ringrazio immensamente per aver letto, recensito e anche solo guardato questa raccolta, ci rivedremo altrove senz'altro. Un abbraccio virtuale a tutti





 
   
 
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