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Autore: Frenkuc    25/01/2020    0 recensioni
[Adolescenza]
"Mentre percorro il parco che mi separa dalla scuola ripasso tutto nella mia mente un’ultima volta e probabilmente i miei compagni intorno a me stanno facendo lo stesso, lo si capisce dal silenzio interrotto solo dall'avanzare dei nostri passi quasi all'unisono. Dai nuovi arrivati fino ai veterani della quinta. Chi ha scelto di scendere da letto questa mattina per venire a scuola è coinvolto è complice di quella che si prospetta essere la più grande Occupazione della storia."
Genere: Generale, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Quattro carabinieri in uniforme percorrono la strada sterrata del parco senza troppa fretta «Non saremo pochi?» Chiede uno, il più giovane «Tutte quelle persone sono state tenute in ostaggio»
«Stai per caso proponendo un blitz? Ma dai!» risponde il suo collega, il più vecchio dei quattro «Sono ragazzi è il periodo delle occupazioni o autogestioni o altre cose pensate per non fare lezione, anche mia figlia l’ha fatto nella sua scuola»
«Quelle persone sono uscite sconvolte, hanno parlato di maschere e mazze di legno, non pensa ci sia qualcosa di più?»
«Le persone spaventate tendono ad esagerare, non è certo la prima volta. Nessuno comunque è uscito ferito quindi anche se hanno delle mazze non le hanno usate, anche se ne avevano l’occasione. E poi le maschere? Andiamo! Saranno foto di animali su carta stampate e ritagliate, non mi preoccuperei» Il carabiniere più giovane si volta verso gli altri due colleghi per cercare un appoggio, ma sono distratti non hanno ascoltato una parola e questo basta per capire da che parte stanno.
«E il messaggio allora?»
«Quale? Quello da parte di Palladineve e Napoleone?» dice virgolettando i due nomi «Per favore! credo che più prendiamo sul serio questa faccenda più facciamo il loro gioco»
«Ma hanno chiesto di contattare una persona specifica, perché? che nesso c’è?»
«Ora basta, ti ho detto che non devi dargli importanza, altrimenti quei ragazzini si faranno prendere sempre più la mano»
Poco prima di arrivare davanti all’edificio, i primi colleghi arrivati sul posto raggiungono il nuovo gruppo per informarli della situazione «Porte bloccate, tutte sia davanti che dietro, persino alcune finestre più accessibili sono state sigillate» dice mentre indica i vari punti dell’edificio «Possiamo richiedere un mezzo che ci porti fino in cima, vede la su c’è un terrazzo da cui si può accedere, ce l’hanno riferito alcuni docenti»
«Non credo ci sarà bisogno di scomodare nessuno, mettendogli un po’ di pressione se la faranno sotto e usciranno con la coda tra le gambe» accenna una risatina vista l’ironia della metafora. Il suo collega più giovane non è ancora convinto «Si è visto qualcuno fino ad ora?» chiede poi «No, nessun movimento il che è strano, saranno più di 800 la dentro, ma non vola una mosca voi che mi dite del messaggio? È stato recapitato?»
«Ma figuriamoci!» riprende irritato il più anziano «Non andrò a disturbare un mio superiore per una ragazzata come questa! tanto più contattare un avvocato che si trova da tutt’altra parte, probabilmente con le mani in caso molto più importante di questo! No no no, la cosa la finiamo noi adesso e vedrete che mi ringrazierete di aver sistemato tutto in fretta vista la pila di documenti che ci aspetta». La squadra si avvicina alla scuola una delle più grandi e belle della città, ma che avvolta nel silenzio pare un edificio infestato. L’unico rumore è il suono dell’accensione del megafono nelle mani del carabiniere anziano «5 euro che gli faccio uscire in meno di cinque minuti»
«Bene, faccio partire il tempo». Pronto per andare in scena l’uomo si convince di non essere più lui o meglio cerca di visualizzare se stesso con le sembianze di un duro, uno di quegli con cui non vorresti mai avere a che fare. Tre respiri profondi e parte «A tutti gli studenti occupanti l’edificio di Porta Romana, siete ancora in tempo per rimediare al vostro errore. Occupare un edificio pubblico è reato, ma vogliamo assicurarvi che noi vogliamo solo parlare» si ferma e aspetta che qualcuno si faccia vivo. Il più giovane non riesce a staccare gli occhi dalla terrazza nella quale si intravede del movimento «Ha visto» gli dice il più anziano «e non è ancora passato un minuto» aspettano di vedere bene le facce dei ragazzi, le quali sono effettivamente coperte da maschere di animali della fattoria e come gli ostaggi avevano tentato di spiegare poco prima, l’effetto non era affatto piacevole. Due di loro si avvicinano di più al balcone per farsi vedere bene. Due ragazzi, un maiale bianco e uno nero. Il carabiniere riporta il megafono alla bocca «Bene ottima scelta, adesso però dovete scendere, state commettendo un reato e alcuni di voi sono maggiorenni, non penso di dovervi spiegare cosa comporta» Non riceve risposta. Continua «Quello che vi ho detto però è vero, non avete fatto male a nessuno e noi non siamo qui per impedirvi di protestare pacificamente…» L’accensione di un secondo megafono fa eco al discorso dell’uomo «Buongiorno» dice il maiale bianco. I carabinieri si guardano perplessi. Buongiorno? «Avete capito ciò che vi ho detto? Non state facendo un favore a voi stessi…»
«Buongiorno» ripete il ragazzo. Il giovane collega si avvicina al più anziano
«Gli risponda»
«Cosa!?»
«Ricambi il saluto, provi»
«Buongiorno» risponde seccato e sempre più infastidito
«Qual è il suo nome» continua il maiale bianco. L’uomo esita. Non è sicuro di come rispondere a quella domanda, per quegli come lui l’identità può fare la differenza tra la vita e la morte. Ma quegli sono solo studenti e la sua priorità farli uscire «Sono il carabiniere Marco Cellai ragazzino e se non uscite entro il prossimo minuto passerete dei guai molto seri!»
«Io sono Palladineve signore, piacere» è uno scherzo? Pensa l’uomo rosso dalla rabbia. Il maiale continua «Sfortunatamente temo di non poter obbedire ai suoi ordini signore»
«Questo è tutto da vedere stronzetto! Se non uscite di vostra volontà saremo noi ad entrare! E sì, nel caso te lo stessi chiedendo, vi arresteremo tutti!»
«Noi abbiamo fatto una richiesta molto specifica signore» continua il ragazzo senza il minimo accenno di timore per le parole appena pronunciate dall’autorità «Vogliamo far valere il nostro diritto di cittadini»
«Non avete nessun diritto!!» Il carabiniere perde la pazienza. Lottava con le figlie ogni giorno allo stesso modo e la supponenza di piccole donne e piccoli uomini che si credono già grandi e navigati lo faceva sempre andare in bestia «Voi vi dovete mettere in testa che se continuate su questa linea, vi giocate il futuro!!»
«Noi signore siamo persone, siamo cittadini. Sì abbiamo occupato la nostra scuola, sì ci rendiamo conto della sua posizione, ma noi abbiamo eccome dei diritti» alla fine della frase il tono del ragazzo si fece più grave «Noi non siamo un mondo a parte nella società, noi non siamo carne da macello, menti da sfruttare o da comandare; Futuri uomini e future donne che nell’apatia vivono una vita costruita in base ai comodi di pochi; Noi non siamo questo, noi non diventeremo questo. Ci stiamo giocando il futuro mi dice? E quale futuro avremo mai ci chiediamo quando un paese orgoglioso di chiamarsi democratico lascia indietro i più deboli, i più abbietti, considerandoli solo numeri da sfruttare in campagne politiche il quale scopo non è altro che la vittoria finale. Loro giocano sulla nostra pelle signore! Il mondo gioca con la nostra vita e con la vita di persone come lei! Che imperterrite si alzano la mattina nella speranza che il presente non sia così brutto come il giorno prima. Lei pensa che siamo diversi? Io dico che siamo uguali! Lei non lo vede signore? Non vede cosa ci stanno facendo? A cosa ci stanno riducendo? E le dirò una cosa, noi possiamo solo definirci fortunati! E ci dicono che siccome possiamo considerarci tali allora che diritto abbiamo di arrabbiarci, che diritto abbiamo di provare a cambiare le cose; Ma noi diciamo no signore! Perché invece pensiamo sia un nostro diritto, ma soprattutto un nostro dovere farci sentire, alzare la testa, dimostrare che è giusto scuotere le coscienze di chi può agire! E non parlo di cariche alte signore quelle hanno la loro partita da giocare, sto parlando di persone come lei, come i suoi colleghi, come noi, come il personale della nostra scuola e di tutte le scuole e di tutti gli uffici del mondo! Parlo del popolo signore, parlo della gente alla quale viene insegnato che la loro presenza non conta, se non per far avanzare la dannata ruota del mercato. Siamo più di questo! Noi siamo più di questo!» A quest’ultimo grido altri ragazzi tra maiali, pecore e cani si fanno avanti con quello che pare essere un lungo tappetto «Noi siamo qui per farci ascoltare, per fare in modo che la nostra e la vostra voce signore non passi inosservata» Mentre il ragazzo parla gli altri sistemano il lungo tappeto ancora arrotolato sul cornicione del terrazzo «Siamo dalla vostra parte, dalla parte di chi è stanco di essere preso in giro» una volta fatto i compagni del maiale bianco si scansano lasciando una pecora e un gatto alle estremità del telo. Il maiale bianco sale su un appoggio e la sua figura, già longilinea e imponente si slancia ancora di più verso l’alto «Noi non usciremo signore, no! Noi abbiamo tutta l’intenzione di perseguire il nostro obbiettivo, uno scopo che accomuna tutti noi! Andremo avanti perché sappiamo che è giusto» mette un piede sul tappeto, sporgendosi tanto da far avanzare di qualche passo i carabinieri ancora in ascolto sotto di lui «Perché se oggi non era un giorno importante adesso lo è diventato! e lei ne fa parte signore, tutti voi fate parte della nostra lotta, ma non come nemici no! Noi siamo compagni siamo dalla stessa parte, combattiamo lo stesso nemico un sistema che si è trasformato in impero, un impero che ci racconta la bugia più grande di sempre. Che stiamo bene» il maiale e l’uomo si guardano. Sono lontani, ma l’uno percepisce chiaramente lo sguardo dell’altro, poi il ragazzo si rivolge ai sui compagni «Ma noi stiamo bene?» un grido di No! risuona dalla terrazza e dall’intero edificio, come se anche lì stessero seguendo la vicenda «Noi stiamo bene?!» e ancora No!! «Questo mondo sta bene?» e per la terza volta NO!! Gli occhi del ragazzo tornano a posarsi su quegli del carabiniere e lo fanno per dire questo «E lei signore? Lei sta bene?» La domanda non riceve risposta. L’uomo è stordito e incantato allo stesso tempo. L’unica cosa a cui pensa è Edmund Burke, l’ha studiato con la figlia per un’interrogazione. La teoria del sublime. Quei ragazzi bruciano, quel ragazzo arde di qualcosa, si dice mentre lo guarda, mentre cerca una risposta negli anfratti del suo buonsenso che al momento pare concordare in tutto e per tutto con quelle parole «Non si deve preoccupare signore» continua il ragazzo «Noi combatteremo questa battaglia anche per lei, perché noi sappiamo che gli imperi si sgretolano davanti alla cecità del tempo, ma crollano davanti alla fame del popolo, davanti a un grido che dice solo BASTA!» e a quella parola il ragazzo solleva il piede dal tappetto e il gatto e la pecora alle sue estremità lo srotolarono mostrando al gruppo impietrito sotto di loro quella che sembra un’enorme bandiera: larga tutto il cornicione, abbastanza lunga da coprire metà delle colonne sottostanti, verde, con sopra una sola parola, scritta in bianco, così grande da poter essere vista dall’entrata del parco: RIBELLIONE. Si solleva un grido da parte di tutti gli animali che riempie l’intero parco «Signore cosa dobbiamo fare?» chiede il carabiniere più giovane al più anziano che ancora pensa che vorrebbe rispondere alla domanda che gli è stata posta, ma quello che gli ronza nella mente è io sto bene davvero? L’uomo torna al presente quando il maiale riprende la parola facendo tornare la calma tra suoi compagni «E dunque signore, consegnerà il messaggio?» l’unico suono che interrompe quei pochi secondi di riflessione, sgomento e confusione è quello di un timer che avvisa i presenti che sono passati 5 minuti.
   
 
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