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Autore: historiae    25/01/2020    1 recensioni
Erano fortunate ad essere ancora vive. La foga del combattimento le aveva trascinate lontano, fino a perdere di vista ogni punto di riferimento a loro familiare, fino a trovarsi immerse in una veduta dalla fisionomia ambigua, un luogo che avrebbe potuto facilmente appartenere ai territori proibiti. Ma a nessuna di loro importava.
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Fanfiction scritta a quattro mani.
Genere: Dark, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bloom, Icy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Lo senti il rumore dell'acqua?-

La voce di Bloom,quando parlò, era affievolita dalla stanchezza. Il pavimento roccioso dove giaceva, coperto di affilate scaglie calcaree e terra fredda, non la stava aiutando a prendere sonno. L'unica fonte di luce che era riuscita a ottenere con non pochi sforzi scoppiettava lì accanto, lanciando tiepidi bagliori sulle pietre che la circondavano.

Il gocciolio dell'acqua che scendeva dalle stalattiti andando a gettarsi in un'invisibile pozzanghera profonda chissà quanto, copriva il crepitio della legna ardente, cullando i sensi.

-Sì.-

La risposta giunse senza emozione.

Icy, immersa nella quiete del suo stesso silenzio, pregava che quella fosse stata l'ultima domanda. Era notte fonda, e fuori, i suoni della natura si erano assopiti, come avvolti da una maligna nebbia soporifera. Il mite ululare di lupi appena udibile dalla foresta, il bubbolio dei gufi, perfino il vecchio gracchiare dei corvi a Torrenuvola, e il loro sbattere incessante di ali, come ossessi, sarebbero valsi come miglior compagnia. Ma l'unica fonte di vita, laggiù, in quella grotta tetra e sconosciuta ad ogni antica e nuova memoria, era la vocina straziante di una fata che proprio non riusciva a stare zitta. Quando la strega, frastornata ed esausta per l'apprensione che le tormentava i nervi, sperava che avesse finito, ecco che ricominciava a fare domande, una in fila all'altra, come biglie.

 

Erano fortunate ad essere ancora vive. La foga del combattimento le aveva trascinate lontano, fino a perdere di vista ogni punto di riferimento a loro familiare, fino a trovarsi immerse in una veduta dalla fisionomia ambigua, un luogo che avrebbe potuto facilmente appartenere ai territori proibiti. Ma a nessuna di loro importava.

Poi era arrivata la tempesta. Un tuono lontano, poi la nebbia, e infine la pioggia; nera, le gocce come lame. Poi il terremoto. La montagna le aveva travolte, intrappolandole nel buio, senza più una scintilla di luce, né di energia. La loro lotta era finita così, mentre al contempo, anche l'ultima forma di vita appartenente all'armata del Male cessava di esistere, tornando ad essere polvere.

 

-Mi vuoi dire a cosa stai pensando?-

Bloom, fissando il soffitto nero della grotta, aveva deciso di non volersi dare per vinta.

Tra un colpo e l'altro, nessuna delle due aveva davvero avuto la meglio, ed ora, con solo poche energie rimaste, non c'era altro da fare che stipulare una tregua. Almeno fino a quando loro le avessero trovate. Ma quel silenzio era insopportabile. Bloom avrebbe preferito una reazione violenta, ai monosillabi.

Ma Icy stava lì, sdraiata a terra, stretta nelle braccia, dando le spalle a lei e al fuoco. Guardava nel vuoto, il viso corrucciato.

Un sospiro fu tutto ciò che Bloom ottenne come risposta.

-So benissimo di non piacerti, ma potresti anche degnarmi di uno sguardo. Questo tuo atteggiamento non è affatto sportivo.-

Silenzio.

-Non sono stata io a farci finire in questo guaio, se te lo fossi dimenticato. In ogni caso ci siamo finite insieme, e non possiamo farci proprio niente.-

Icy serrò le palpebre, sforzandosi di non prestarle attenzione.

-Anche se per mia sfortuna sei l'unica persona che mi può stare a sentire, credo che impazzirei, senza parlare con nessuno, perciò...-

-Mai stato un problema.-

 

Bloom si fermò a metà della frase, notando che gli occhi chiarissimi e appena illuminati dalla luce delle fiamme, la stavano fissando con astio. Non fece in tempo a rendersene conto che la strega tornò ad ignorarla.

-Allora mi stavi ascoltando.-

-Come potresti sfuggirmi?-

-Spiritosa...

-Vuoi deciderti a fare un po' di silenzio? Se hai bisogno di qualcuno con cui parlare allontanati da me e và a chiacchierare con il fuoco. Sembra che vi intendiate perfettamente, più di quanto mai potresti fare con me.-

 

Gli occhi di Icy lasciarono la presa ferrea con la quale avevano ancorato i suoi, buoni ed ingenui, e si spensero di nuovo, immergendosi in chissà quali pensieri.

La fata si mosse dal suo cantuccio avvolto dai bagliori rossastri del piccolo falò e si avvicinò ad Icy, più di quanto avesse mai osato fare prima d'ora, scostandosi dal tepore verso la terra gelida, in ombra.

-Io non la smetterò finchè non mi dirai che cos'hai.-

Icy sospirò, mentre sentiva già il dubbio insinuarlesi nel petto e in ogni muscolo teso. Avrebbe dovuto fidarsi? Neanche per sogno, le dettava il suo buon senso. Tutto ciò che desiderava era restare tranquilla a pensare. Non aveva bisogno di sfogare la rabbia. Non era certamente sua sorella.

Già. Sua sorella.

 

-Non la smetteresti in ogni caso. Sei proprio una palla al piede.-

 

Questa volta fu Bloom a sospirare. Malgrado il suo istinto di crocerossina, cominciava a pensare che la cosa migliore fosse allentare un po' la presa e lasciare Icy sola con i suoi pensieri. In fondo, non la riguardavano. La curiosità e l'apprensione, però, non la lasciavano in pace. Le diede le spalle e tornò a osservare le fiamme. Il fuoco sarebbe bastato a tenere al caldo entrambe grazie alla poca magia che ancora sentiva scorrerle nelle vene, e avrebbe tenuto lontano gli animali che vivevano tra quegli antri cupi e degni delle più minacciose montagne che quel pianeta, ormai quasi del tutto spoglio e celato alla vista del sole, avesse l'onore di portare sul dorso. Di acqua ce n'era a sufficienza per sopravvivere, ma consumare cibo artificiale non sarebbe stata la migliore delle opzioni da considerare a lungo termine. Inoltre non sarebbero rimaste lì per sempre. Almeno, così c'era da sperare.

Eppure no, doveva esserci dell'altro, a preoccuparla.

 

-Tu hai paura.-

La fata pronunciò quelle parole d'istinto. Convinta di aver solo pensato ad alta voce, si accorse invece che Icy l'aveva udita forte e chiara.

-...scusami?- chiese una voce sconvolta.

-Hai paura che io possa giudicarti.- ripetè Bloom, alzando il tono.

-No, non è così.-

-E com'è, allora?-

Silenzio. -Non dovrei essere qui con te, adesso. Dopo quello che è accaduto a Magix, le mie sorelle saranno incriminate come me. E devo impedire che succeda.-

-Scordatelo, io te lo impedirò; avranno quello che si meritano!-

-No.- La voce di Icy sovrastò quella di Bloom, e la fata trasalì. -Non lo posso permettere. Se hanno fatto quel che hanno fatto, è stato per ordine mio. Non ho saputo fermarmi quando avrei dovuto. La colpa è mia.-

 

Bloom ammutolì.

-Sono stata io a coinvolgerle in tutta questa storia. Quando siamo rimaste sole al mondo, ci siamo promesse che non ci saremmo mai separate. Ho promesso loro che non gli sarebbe mai mancato niente, e che sarei stata la loro guida, dovunque e sempre. E adesso non so dove siano, nè se stiano bene. Non so nemmeno se uscirò viva di qui. Né se mai le rivedrò.-

 

Bloom si era avvicinata nuovamente ad Icy, ascoltando con attenzione ogni parola, ogni sua più piccola sfumatura, cercando di captarne l'emozione.

-Capisco. Sei preoccupata perchè in fondo gli vuoi bene.-

-No che non capisci. Non credo tu abbia mai dovuto prenderti cura del sangue del tuo sangue, con lo stesso rispetto che avresti per te stessa, tanto o poco che sia; non fa differenza; non abbiamo mai parlato di volerci bene. Non so che cosa significhi. Quello che so è che sarei in grado di uccidere, con le mie stesse mani, chiunque provasse a fare loro del male.-

Gli occhi di Icy, ora, erano rivolti al soffitto buio della grotta, e il loro leggero bagliore lasciavano pensare a Bloom che si fossero inumiditi di lacrime.

-Non credo che tu non voglia loro del bene. Altrimenti non parleresti in questo modo. Le difendi anche quando meriterebbero il peggio. Se non ci fossi affezionata, perchè ti impegneresti così tanto nel proteggerle?-

La strega, il volto pallido e le labbra tremule di rancore, si strinse nelle braccia, come a proteggersi dal freddo che le nasceva da dentro.

-Perchè non mi è rimasto nessun altro, al mondo, per cui combattere.-

 

Bloom sentiva di dover dire qualcosa, ma non osò emettere un fiato.

Con occhi rapiti fissava Icy, percependo una forte compassione attanagliarle le viscere. Poteva quasi sentire le deboli vibrazioni di energia negativa ancora rimastele. Erano oscure, pungenti. Ma non ne ebbe paura.

Le si avvicinò ancora, fino a sfiorarla con il suo corpo, e posò il mento sulla sua spalla. La sua pelle era vellutata e gelida, come se vi fossero intessuti minuscoli cristalli di brina. La avvolse con il suo braccio sinistro.

 

Icy si mosse appena.

-Fermati. Che stai facendo?-

Bloom non si scostò.

-Ti offro la mia amicizia.-

Icy, troppo stanca per darle uno spintone o reagire in maniera violenta, si limitò ad irrigidirsi per farle capire di essere profondamente a disagio.

-Non prendermi in giro.-

-Ascoltami.- disse la fata, con la dolcezza di cui era capace. -Potrai anche odiarmi più di prima, se vorrai. Ma voglio che sia chiaro: non rivelerò niente a nessuno di ciò che mi hai detto, e se mai vorrai di nuovo confidarti con me, io sarò qui per ascoltarti.-

 

Icy aveva alzato gli occhi inespressivi verso di lei, e li aveva distolti poco dopo.

Aveva atteso che le parole di Bloom cominciassero a darle la nausea, ma non era stato così. Le avevano fatto bene. E d'improvviso, il disagio datole dal calore di quell'abbraccio a ciel sereno, cominciava a dissolversi. Icy sentì le palpebre pesanti.

-Sono certa che le tue sorelle stanno bene. Le troveremo insieme, e tutto si sistemerà.-

Icy immerse lo sguardo nell'ombra della grotta.

-Non serve che tu me lo dica.-

-Invece sì.-

Bloom chiuse finalmente gli occhi per dormire, senza lasciarla.

Icy si lasciò sfuggire l'ennesimo sospiro.

-Come ti pare.-

Il sonno non tardò ad accoglierla, mentre pian piano la tensione che le pervadeva il corpo stanco svaniva, e la gelida nebbia densa di pensieri ed angosce lasciava il suo posto ad un placido e finora sconosciuto tepore.

 

 

 

 

 

 

 

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N.d.A.

Questa fanfiction è stata ideata e scritta in collaborazione con la mia carissima amica Mary Rosemary, che ha in special modo contribuito all'idea, mentre la sottoscritta si è occupata della stesura. Spero vivamente di aver reso onore alla sua OTP della vita.

Confido in future collaborazioni con l'ispiratissima Mary. Nel frattempo la saluto e la ringrazio ancora per avermi trasmesso la sua passione per la Bloom-cy.

  
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