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Autore: Evola Who    27/01/2020    1 recensioni
“E in che anno siamo?”
“Vediamo…” Iniziò ad annusare l’aria: “Siamo negli anni ’30. Più di preciso il 22 ottobre 1938.”
“1938?”
“Già! In pieno autunno. Te lo immagini, Denny? Oramai siamo alla fine di un grande decennio: nuove emozioni, la nascita e il successo del jazz e del blues, i primi film con audio, le grande invenzioni...”
“La segregazione razziale, il protezionismo, il voto alle donne concesso solo
dieci anni fa, la violenza, i poliziotti corrotti e l’inizio di un confitto mondiale”
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“Dottore…” iniziò a dire lei, intimorita e preoccupata: “Dove è andato a finire?”
“Rapito!” rispose lui con tono fermo. “Il TARDIS è stato rubato!”
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 27
Torture
 

“Okay! Ora basta!” urlò Indy, infuriato per tutta questa situazione.

“Chi siete? Da dove venite?! Che razza di intenzione avete? Che diavolo volete fare, con tutto questo?”

Haska lo guardò qualche secondo, rispondendo poi con tono calmo: “Ha ragione, è giunta l’ora di mostrare chi siamo.”

Mostrare?” ripeté l’archeologo tra sé e sé, senza capire.

In pochi instanti, la giovane ragazza Maya dai capelli scuri, dai vestiti tradizionali e dal viso serio si tramutò in una creatura alta e imponente, con la pelle verdastra, vestita con un completo interamente nere, la testa completamente pelata e una specie di membrana tra dita sulle mani; i suoi occhi rimasero gli stessi, ovvero neri scuro, mentre a giudicare dal suo corpo snello si poteva palesemente intuire che fosse una femmina.

Indy e Denny rimasero impressionati dalla sua trasformazione, ma restarono ancora più sconvolti da quella dei due guerrieri, che mutarono proprio di fronte a loro: divennero praticamente uguali alla sacerdotessa, solo con un corpo molto più robusto e maschile. Al posto delle lance impugnavano adesso due aste nere dalla cui estremità superiore si irroravano fasci elettrici.

Entrambi ne furono decisamente terrorizzati, ma Indy riuscì ugualmente a raccogliere abbastanza coraggio da sbottare: “Insomma, chi diavolo siete?!”

“Noi siamo l’antica razza guerriera mutaforma Silulen. Siamo orgogliosi delle nostre origini e fieri combattenti. E siamo qui per la nostra rivincita” rispose la baronessa.

Rivincita?” disse Denny, perplessa.

Rivincita?” ripeté Indy, confuso.

“Silulen, razza rettiliana mutaforma” ricordò il Dottore, dando prova delle sue sconfinate conoscenze e fissando Haska con sommo disprezzo. “Antica razza guerriera, sanguinaria, violenta e devastatrice di tutti i pianeti conquistati.”

“Beh, se vuoi conquistare pianeti, e avere sempre più potere, devi essere per forza di cose crudele e inflessibile. Certo, non si può conquistare interi pianeti con la gentilezza”
replicò lei, guardando il Dottore con aria divertita, mentre l’alieno la fissò con odio.

“E io sono la baronessa e comandante dell'esercito dei Silulen, Haska Smon” si presentò con aria fiera.

Fece una pausa, con gli occhi che saettavano sul Dottore sguardi assetati di vendetta, poi riprese a parlare.

“E noi siamo qui per la nostra rivincita contro i Signori del Tempo!” Questa volta, fu lei a guardarlo con disprezzo “E, stavolta, vinceremo noi!” Si guardarono con sfida.

Denny fissò confusa l’alieno mutaforma, esclamando: “ ‘Rivincita contro i Signori del Tempo’? Che cosa sta dicendo, Dottore?”

L’amico guardò in basso con aria inespressiva, senza rispondere, e fu Haska a spiegare la situazione.

Secoli prima, i Silulen cercarono di conquistare Galifiny, ma i Signori Del Tempo risposero all'attacco, distruggendo una flotta intera.

I Silulen, allora, giurarono di vendicarsi contro di loro, e ripeterono quel giuramento quando il pianeta natale dei loro nemici fu completamente distrutto dalla guerra del tempo, perché erano certi che, almeno uno di loro, fosse sopravvissuto, e non avrebbero avuto pace finché non avessero schiacciato anche quell'ultimo rappresentante della razza dei loro rivali.

“Infatti, ecco il Dottore, l’ultimo Signore del Tempo. Qui, davanti a me, insieme all’ultimo Tardis ed ai suoi amici.” La baronessa osservò i suoi prigionieri, insieme soddisfatta e rabbiosa.

“Ma" continuò freddamente, "mi dispiace che la sua razza sia stata estinta ed il suo pianeta distrutto, mi spiace davvero tanto.”

L’alieno alzò lo sguardo, fissandola senza capire.
“Mi dispiace perché avrei voluto partecipare io stessa alla vostra distruzione, potervi vedere da vicino mentre soffrivate nell'annientamento totale!” Fece un ghigno cattivo, ma il Dottore non rispose a quella provocazione.

Denny, invece, la guardò con odio e avrebbe desiderato essere lì, a combattere sia verbalmente che fisicamente.

“E quale sarebbe la vostra rivincita? Conquistare il mondo?” chiese Indy, irritato.

“Cielo, no!” rispose lei, guardandolo. “Non mi interessa nulla di impadronirmi di questo pianeta, che è appena di livello cinque. Non vale la pena nemmeno di distruggerlo, figuriamoci addirittura perdere tempo per conquistarlo!” e fece una smorfia di disgusto.

“No" riprese a dire, "noi vogliamo il potere del Tardis, la sua anima, e ripartire con la nostra nave da guerra, facendola manovrare ai nostri prigionieri, per conquistare l’universo intero con la leggendaria e inimitata tecnologia dei Signori del Tempo.” Guardò il Dottore. “Ma mi servono le conoscenze di almeno uno di loro, per poter realizzare il mio piano.”

“Allora ti consiglio di uccidermi qui e subito" ribatté lui, senza alcun timore, fissandola dritto negli occhi. "Perché non otterrai niente da me."

“Oh, mi piacerebbe. Credimi, mi piacerebbe davvero tanto uccidere con le mie stesse mani l’ultimo Galiferiano vivente. Ma, purtroppo, mi occorre la tua conoscenza sul Taridis. Questo, quindi, vuol dire che mi servi vivo!”

Si fissarono con odio per alcuni secondi carichi di tensione, poi lei aprì nuovamente la bocca.
“Ma so come indurti a parlare, a rivelarmi ogni cosa. Devi metterti in ginocchio.”

Ma il Dottore non rispose né si mosse. Haska, allora, prese il suo pugnale, lo puntò contro la schiena del Signore del Tempo ed urlò, furibonda: “Ho detto in ginocchio!”

Il Signore del Tempo gridò di dolore per la scossa, cadendo a terra. Denny urlò il suo nome con tono terrorizzato, mentre Indy guardò la scena spaventato e preoccupato sia per lui che per gli altri. Voleva fare assolutamente qualcosa ma, in quel momento, si sentiva impotente e inutile. Quindi, non poteva far altro che assistere a tutta la scena e niente altro.

“Sai una cosa, Dottore? Le torture siluleane sono molto più psicologiche che fisiche. Perciò, sarà molto divertente vedere la tua resa, quando la tua amica piangerà mentre la fulminiamo.”

Cosa?!” alzò la testa di scatto, spaventato da quelle parole, mentre la giovane perse un battito cardiaco per la paura.

“Ma tranqullo, non morirà, non ancora, almeno. Però, la vedrai urlare, senza però poterla sentire.”

Il Dottore non parve darle ascolto, mentre i due amici si guardarono confusi da quelle parole.

“Procedete” ordinò Haska, girando lo sguardo verso il Dottore per osservarne tutte le reazioni.

Denny si spaventò implorando che non lo facessero, ma la guardia accanto a lei iniziò a fulminarla senza pietà puntandole la lancia contro la schiena.

L’alieno guardò la scena con aria devastata. Denny, con gli occhi chiusi, urlava, ma l’audio era muto, quindi poteva soltanto vedere la sua espressione di sofferenza e di dolore. Indy cercò di divincolarsi per poterla aiutare e mettere fine a ciò che stava succedendo, ma la guardia che gli stava accanto gli diede una bastonata sulla schiena, costringendolo a restare a terra.

Haska, invece, guardò il volto del Signore del Tempo e, con un sorriso perfido, disse: “Hai capito qual è la vera tortura, Dottore? Consiste nell'assistere al dolore e alle sofferenze inaudite dei tuoi amici, senza poter sentire le loro grida... e tu sei costretto a rimanere impotente davanti a tutto questo. Ma tu puoi fermare le mie guardie, puoi interrompere i loro patimenti... puoi farlo quando vuoi, basta che mi riveli il segreto della tua nave.”

Il Dottore fece un profondo respiro: voleva urlare davanti a questa sofferenza, voleva fermarla, non poteva più vedere la sua più grande amica soffrire in quel modo sotto ai suoi occhi, proprio lui che avrebbe dovuto proteggerla. Ma, preso coraggio, la guardò con aria sicura di sé, rispondendo: “Preferirei che tu mi uccidessi, piuttosto che dirtelo. E lascia stare i miei amici, loro non c'entrano niente.”

Il viso di Haska si incupì di fronte a quella risposta. Si girò verso allo schermo in cui si vedeva Denny e urlò: “Più forte!”

Anche se non si poteva udire nulla per la mancanza dell’audio, si capì perfettamente che la guardia la fulminò ancora più forte. E lo si poteva capire da come la ragazza iniziò ad agitarsi e a contorcersi sempre di più, con le lacrime che le scendevano copiose dagli occhi.

Il Dottore, disperato e impotente, urlò ancora il suo nome.  E la baronessa sorrise ancora più sadica davanti ad un simile spettacolo. Fece un leggero cenno con la testa verso ai suoi soldati, che smisero subito di torturarla.

Denny crollò a terra e tornò ad udirsi l’audio, trasettendo i suoi singhiozzi disperati. E, davanti a quella scena, sentendola piangere e non potendo essere lì a darle conforto, il Dottore si distrusse il cuore, sentendosi terribilmente in colpa.

“Allora? Stai piangendo di paura o di dolore?” chiese sadica la baronessa, ridendo nel vedere Denny in quelle condizioni.

Ma la ragazza si alzò, rimettendosi seduta sulle gnocchie, con il fiato corto, e lentamente sollevò lo sguardo verso la mutaforma.

Indy rimase davvero molto colpito dalla sua determinazione e dalla forza che riusciva ancora a dimostrare anche dopo aver subito quella tortura. Non se lo sarebbe mai aspettato da lei. Il Dottore, invece, fece un breve sorriso di sollievo vedendo la sua amica combattiva come sempre, anche in quella situazione tanto drammatica.

Haska rimase impassibile di fronte a quella scena, ma dentro di sé fu costretta ad ammettere che non avrebbe dovuto sottovalutare così tanto la compagnia del Dottore.

Il viso di Denny era furioso e, con le guance bagnate dalle lacrime, guardò dritta la baronessa, dicendo con tono fermo: “Ammetto che sto piangendo di dolore. Ma non certo per paura, perché conosco la furia del Dottore. E so che, se lo fai arrabbiare e prendi o ferisci qualcosa che gli è caro e prezioso, come il Tardis, i suoi amici o l’universo, ti fermerà a qualsiasi costo, sarà disposto a portare l’inferno a terra, pur di fermarti. Quindi credo che, quella a cui convenga avere paura, sia proprio tu.” E finì con un mezzo sorriso di vittoria.

Haska ricambiò il suo sguardo con aria furiosa, rispondendo: “Allora, se tu ti fidi così tanto di lui, non avrai problemi ad essere il mio sacrificio umano.”

I prigionieri rimasero sconvolti dalle sue parole.
“Se il Dottore non mi darà niente altro l'alba, la ‘profezia’ della dea Sassic si compirà. Con quattro estranei offerti come sacrifici a lei. Perché, in realtà, sono tre spiriti malvagi reincarnati.

“Una strega bionda…” e guardò River, che stava lentamente riacquistando i sensi.

“Un pazzo folle che vuole distruggere il nostro popolo” e fissò il Dottore.

“Un ladro e assassino pronto a saccheggiare le nostre case e ad uccidere i nostri bambini.” lanciò un'occhiata ad Indy.

Infine, rivolse l’ultima occhiata più furiosa verso Denny: “E, infine, la reincarnazione umana della più malvagia delle dee, venuta ad uccidere sia me sia la nostra amata dea Sassic. E tu, per questo motivo, sarai la prima ad essere sacrificata. Oh, non vedo l’ora di strapaprti il cuore dal petto, tagliare la tua preziosa gola con un coltello da sacrifici umani e vedere i tuoi occhi perdere la scintilla della vita di fronte a me! E, quando il Dottore sarà solo e senza più speranze, mi dirà come funziona il Tardis. Visto che non avrà più nessuno con cui viaggiare.” Terminò con un ghigno ancora più sadico e maligno di prima, come se fosse pronta ad uccidere a sangue freddo.

Si sarebbe aspettata che il viso della ragazza apparisse paralizzato dalla paura. Ma, invece, rimase inespressiva, con gli occhi dritti nei suoi e rispose: “Potrai concepire tutti i folli piani che desideri. Ma perderai, proprio come tutti gli altri.”

Haska cominciò ad insospettirsi per la sua insolenza nei suoi confronti, guardandola con puro odio e, insieme, frustrata per non essere riuscita a farla soffrire ed a spaventarla, come avrebbe voluto.

“Fulminatela ancora una volta!” gracchiò verso le sue guardie.

Denny ricevette un'altra scossa dietro la schiena. Questa volta, si udì chiaramente il suo urlo straziante, che lanciò un momento prima di cadere a terra agonizzante.

Sia River che il Dottore urlarono distrutti il suo nome.

“Portateli in prigione! Anche i loro inutili e sciocchi giocattoli che loro chiamano ‘armi’.

“Sì, baronessa” risposero in coro i due Silulen, chiudendo lo schermo olografico.

“Non preoccupatevi. Vi metterò tutti insieme nella stessa cella, così potrete trascorrere insieme gli ultimi istanti delle vostre vite” disse Haska, girandosi verso l’alieno e l’archeologa.

“Ma, ricordati,” continuò, avvicinandosi al Dottore che era ancora in ginocchio, “tu puoi fermare tutto questo quando vuoi. Basta solo rivelarmi i segreti e la funzione della tua preziosa nave.” E sorrise.

“Come ti ho già detto, piuttosto che dirtelo preferisco essere ucciso” replicò lui, sfidandola con lo sguardo.

L’espressione di Haska diventò ancora più infuriata, mentre rispondeva: “In questo caso, spero che ti piacerà vedere i tuoi amici morire uno a uno per causa tua!”
 
   
 
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