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Autore: ArrowVI    27/01/2020    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 9-1: Sbagliato [1-2]



Mancavano meno di quindici ore all'assalto dei demoni e, dopo molte ore di allenamento in compagnia sia di Neptune che di Vermilion, Michael lasciò il gruppo per tornare nella sua stanza.

Durante quell'allenamento, qualcosa sembrò preoccuparlo... Una strana ansia cominciò ad attanagliarlo mentre Neptune provò a dargli qualche consiglio su come evocare quei suoi poteri da demone.
Brividi gli attraversarono la schiena mentre gli sembrò che qualcuno o... Qualcosa lo stesse osservando.

O, per meglio dire... Si sentì come se ci fosse costantemente qualcuno dietro di lui.


Non appena entrò nella sua stanza serrò rapidamente la porta alle sue spalle, senza però chiuderla a chiave.
Si appoggiò ben presto con la schiena alla porta in legno, ansimando lentamente quasi come se fosse stanco, mentre posò il suo sguardo verso il lampadario appeso sul soffitto.


Non riuscì a guardare quella luce accecante: con un verso infastidito, spense rapidamente la luce con una mano, premendo il pulsante a fianco dell'entrata.

"Non mi sento molto bene, oggi..."
Pensò, posando poi il suo sguardo verso la porta del bagno.

"Una bel bagno e del riposo mi faranno bene..."


Era la prima volta che accadeva una cosa del genere. I rumori intorno a lui si fecero pian piano sempre più assordanti e cupi, arrivando al punto che perfino il suo stesso respiro sembrò trapanargli i timpani.

Lentamente Michael si fece strada verso il bagno, reggendosi a malapena con una mano al muro, per evitare di cadere al suolo.
Tutto, intorno a lui, cominciò improvvisamente a girare all'impazzata.

"Che sta succedendo...?"
Si domandò, non appena raggiunse quella porta.


In qualche modo riuscì ad aprirla, venendo poi rapidamente accecato dalla luce che, quella stessa mattina, lasciò per sbaglio accesa dopo essersi fatto una doccia.

Ruggendo dalla rabbia, Michael colpì con forza l'interruttore alla sua sinistra con un pugno, mandandolo in frantumi.
La luce cominciò a lampeggiare per qualche secondo, per poi spegnersi del tutto, lasciando il ragazzo al buio all'interno della sua camera.


Rapidamente cominciò a svestirsi, lasciando cadere incurantemente i suoi abiti al suolo, senza prestare la minima attenzione a dove li stesse lasciando.
Si chinò lentamente verso la vasca, aprendo il rubinetto e lasciando scorrere l'acqua bollente.


In quell'istante, si voltò di scatto verso la porta del bagno, pallido in volto e con una espressione terrorizzata.


Ancora una volta, sentì quel brivido attraversargli la schiena.
Fissò quel vuoto oscuro davanti a se per qualche secondo, ansimando, quasi come se sapesse che ci fosse qualcosa li, insieme a lui... Qualcosa che sarebbe potuta saltare fuori da quella oscurità da un momento all'altro per assalirlo.

Istintivamente, Michael posò il suo sguardo sullo specchio.
Vide il suo volto pallido, sudato, e i suoi occhi terrorizzati in mezzo a quella oscurità.

Non c'era nient'altro insieme a lui, li dentro.
Era tutta colpa di quel mal di testa.

Continuò a ripetersi, per poi immergersi dentro quella vasca.


Chiuse gli occhi, immergendosi parzialmente nell'acqua bollente fino alle orecchie.. 
Per un attimo, quei rumori assordanti si attenuarono.
Allungò una mano verso il rubinetto, chiudendo lentamente l'acqua, per poi prendere un piccolo respiro e immergersi del tutto.

Per qualche motivo, il suo corpo sembrava essersi abituato alle alte temperature, dopo l'allenamento con Vermilion: quel bagno che, per una persona normale, sarebbe stato ustionante, fu in grado di rilassarlo come se fosse una doccia fresca durante una focosa mattina estiva.


Ogni tanto Michael riaffiorò in superficie per prendere una boccata d'aria, semplicemente per poi rintanarsi ancora una volta all'interno di quella bolla d'acqua che, per qualche ragione, sembrava essere l'unico posto in cui quella lancinante emicrania sembrava affievolirsi.

La sua mente cominciò a viaggiare per conto suo, e le parole che Neptune gli disse quel pomeriggio, durante gli allenamenti, cominciarono a tornargli in mente.


"Lascia liberi i tuoi sentimenti negativi. Permetti loro di viaggiare, d'inebriarti."
In quell'istante, il corpo di Michael ebbe uno spasmo involontario.


"Trova l'interruttore e premilo. Non lasciare che prendano il controllo: lascia che ti scorrano addosso, ma non farti controllare."

"Non so come farlo..."


In quell'istante Michael provò ancora una volta quel brivido.


"Concentrati su ciò che ha innescato la prima trasformazione. Afferra quei sentimenti, riproducili ancora una volta e tienili sotto controllo."
Ancora una volta, l'immagine di Jessica nell'abbraccio mortale di Nergal riaffiorò nella sua mente.

Non voleva che una cosa del genere accadesse di nuovo... Doveva riuscire a raggiungere quei poteri, in un modo o in un altro.
Eppure, quelle immagini non bastarono ad afferrarli per la seconda volta.


Ancora una volta, Michael riaffiorò dall'acqua per prendere un profondo respiro.


Doveva esserci un modo... 
Neptune gli disse che "l'interruttore" era diverso da demone a demone, ma che, di base, funzionavano tutti allo stesso modo.


Rabbia, odio, rancore, invidia, disperazione... Erano solo alcuni degli esempi di sentimenti negativi che potevano innescare la trasformazione.
Doveva semplicemente trovare quello giusto, tra tutti, e premerlo... Ma come poteva fare?

Aveva ormai capito che, se non fosse riuscito ad afferrare ancora una volta quei poteri, non sarebbe mai riuscito ad aiutare i suoi compagni in un momento di difficoltà.

Tra tutti, lui era il più debole: senza la possibilità di usare le magie, fu obbligato a fare affidamento sui poteri di qualcun altro. 
"Phoenix", lo spirito di Vermilion.

Per quanto tempo sarebbe rimasta insieme a lui? E se, in un momento critico, non fosse più riuscito a evocarla... Cosa sarebbe successo?
No... Non poteva permettere che una cosa del genere potesse accadere.
Non poteva accettare di diventare la causa della fine dei suoi compagni, di deluderli in un momento di difficoltà.



Ancora una volta, quel brivido.



La bolla d'acqua che, fino a quel momento, sembrò proteggerlo, improvvisamente perse quell'abilità.
Le orecchie cominciarono a fischiargli sott'acqua, e quel dolore lancinante riprese a pulsare ancora più intensamente di prima.

Una smorfia di dolore apparve nel volto del ragazzo, mentre si portò una mano al volto, riaffiorando in parte dall'acqua per respirare, ancora con le orecchie sott'acqua.


<< Phoenix, ci sei? Vorrei farti delle domande. >>
Domandò il ragazzo, abbassando la mano e fissando il soffitto oscuro del bagno.

Non ricevette alcuna risposta.

<< Phoenix? Mi senti? >>
Domandò ancora una volta, senza ricevere risposta neanche stavolta.


<< Come faccio a raggiungere di nuovo quei poteri... Quale dovrebbe essere questo "interruttore" che dovrei premere di cui Neptune continua a parlare...? >>
Si chiese, chiudendo ancora una volta gli occhi, cercando d'ignorare quell'assurda emicrania.

< Devo trovare il modo per farlo... >
Pensò.

Ormai anche la sua stessa voce cominciò a rimbombare incessantemente nella sua testa.


Un altro brivido.


Lentamente le sue palpebre cominciarono a farsi sempre più pesanti, fino a quando Michael non si lasciò andare, ancora immerso in quelle acque calde in cui decise di nascondersi.



Tutto divenne silenzioso, quel mal di testa scomparve.
Eppure... Quella strana ansia non sparì.

Anzi... Sembrò amplificarsi.


Quando Michael riaprì gli occhi, realizzò di essersi addormentato all'interno della sua vasca: rivolto verso il soffitto, immerso nell'acqua fino alle orecchie.
Provò a muoversi, ma non ci riuscì: il suo corpo sembrava quasi come paralizzato.

Istintivamente il ragazzo provò a urlare ma non fu neanche in grado di muovere le labbra.
Cominciò a guardarsi istericamente intorno, respirando affannosamente, fino a quando non vide qualcosa che gli fece congelare il sangue nelle vene.


L'ombra di una mano nera appoggiata sull'orlo della sua vasca.
Le dita erano lunghe, completamente nere, si fondevano all'oscurità di quella stanza.

Lentamente, dall'oscurità, una gigantesca ombra nera cominciò ad avvicinarsi a lui: se non fosse stato per il suo aspetto antropomorfo, Michael non sarebbe mai riuscito a realizzare che fosse una figura umanoide.

Quell'ombra s'inchinò lentamente davanti al ragazzo, ancora paralizzato e terrorizzato davanti a quella figura.


Non aveva bocca, o naso: i suoi occhi erano enormi, rossi con sclere grigio scure.
Continuò a fissarlo per secondi che sembrarono infiniti, fino a quando sorrise.


In quell'istante Michael si alzò di scatto dalla vasca, lanciando un terrificante e lungo urlo.

Terrorizzato, si guardò intorno alla ricerca di quella figura.
Non vide nulla, intorno a se.


La stanza era più luminosa rispetto alla notte precedente, a causa del sole che sorgeva.



Continuò a guardarsi intorno per qualche secondo, respirando faticosamente con uno sguardo terrorizzato, fino a quando non sentì la voce preoccupata di Phoenix.

"Va tutto bene, Padrone?"
Gli chiese, incuriosita e preoccupata dalla reazione del ragazzo.

<< Phoenix?! >>
Esclamò Michael, ancora confuso e terrorizzato da ciò che aveva appena visto, senza rispondere a quella domanda.

<< Hai visto quell'ombra? >>
Le domandò subito dopo, uscendo dalla vasca e guardandosi intorno.

"Ombra? Quale ombra? E' sicuro che non stesse sognando, Padrone?"
Gli domandò.

<< Forse... Forse hai ragione... >>
Rispose Michael, uscendo lentamente dalla vasca e sedendosi sul suo bordo, reggendosi il volto con entrambe le mani.


In quell'istante, un brivido passò nella schiena del ragazzo.
Per un istante, gli sembrò quasi come se il suo cuore si fosse fermato.

Lentamente sollevò lo sguardo, posando i suoi occhi sullo specchio davanti a se.
Fissò per qualche secondo la sua immagine riflessa nello specchio, quasi come se stesse aspettando che accadesse qualcosa.


"E' sicuro che vada tutto bene, Padrone?"
Gli domandò ancora una volta Phoenix.

<< S-Si... Io, uh... >>
Balbettò Michael, alzandosi lentamente dal bordo della vasca per poi incamminarsi verso l'uscita del bagno.

<< Forse... Forse ho semplicemente dormito male. >>
Continuò, chiudendo la porta alle sue spalle non appena lasciò quello stanzino.










Come chiuse la porta, a sua insaputa, per una frazione di secondo le luci del bagno ripresero a lampeggiare mentre un'ombra passò davanti allo specchio.


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Fine del capitolo 9-1, grazie di avermi seguito e alla prossima con il capitolo che vedrà come focus principale l'assalto alla capitale!

Chiedo, inoltre, scusa per il ritardo ma sono stato impegnato con un corso che stavo seguendo e il lavoro. Spero di avere più tempo ora che ho superato l'esame!




 

   
 
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