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Autore: Seira Katsuto    28/01/2020    0 recensioni
Blocco di storie mai realizzate, racconti di vecchie avventure o pensieri mai espressi.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Quest'amicizia ebbe inizio molti anni fa, anche se, a differenza di mi love, ha riscontrato molto più sangue.
Potrei stare a polemizzare una vita intera su tante questioni avute con lui, sui miei errori, ma qui vorrei parlarvi solo del mio prezioso amico.
Non ricordo come iniziò, ma penso che sia divertente stare insieme perché ci comportiamo da stupidi entrambi.
Anche se lui è simpatico con tutti, io invece per mostrare il mio lato pazzo ho bisogno di un po' più tempo.
Ricordo che parlavo di tutto con lui, di ogni cosa che mi passava per la testa.
Non so quanto sia cambiata ma penso che allora ero molto più la classica adolescente spensierata.
Ora sono cambiate tante cose e non mi dispiace nemmeno rimanere così, crescendo mi sembra di aver perso quella spensieratezza e non ho più il desiderio di parlare della mia vita effettiva con nessuno.
La solita storia della mancanza di fiducia nelle persone, che non mi provoca odio, ma semplicemente non riesco a credere di poter essere accettata al 100%.
Ma ritornando a noi, era il 2017 se non erro, e per la prima volta ci vedemmo con altri amici al romics.
Ricordo che lui diceva sempre di essere brutto e grassissimo, così mi continuavo a chiedere come fosse, ma quando lo vidi pensai "ma non è brutto e nemmeno così grasso".
Cioè è grosso e probabilmente ha la panza, ma non mi sembra stia così male, e generalmente ci sta anche come viso e espressioni.
Non so, sarà quel famoso passo napoletano di cui parlava il mio prof che trovo troppo figo per trovarlo brutto, anche in senso di atteggiamento: un po' da burlone spavaldo, con un bel sorriso tra le labbra. 
Certo non è un modello, ma ogni volta che ripete fino alla morte di far schifo incomincio a pensare che sia diventato chissà cosa per poi scoprire che è sempre lui e dirmi "ma no".
Anche se immagino sia normale che rimanga sé stesso...
Va beh, questi potrebbero essere intesi come falsi complimenti dovuti a sto cazzo, ma non so manco se leggerà mai una mia storia quindi non vedo perché debba mentire.
Non penso sparirà mai questa sensazione che sento quando lo vedo, non saprei manco definirla: tranquillità? Dolcezza? O semplicemente il mio cervello l'ha catalogato come speciale e quindi va così.
Non che sia per qualche motivo in particolare, ma anche dopo tanto tempo mi sembra di sentire quel minimo di affetto (che in generale con un po' tutti ho smesso di sentirlo, non perché con lui siano successe cose strane o perché non voglia più bene a nessuno, ma mi sento indifferente col mondo ultimamente quindi è strano).
Ma credo sia anche una sorta di effetto di "realtà", non solo con lui, ma quando vedo realmente le persone sento più realtà, un po' come se potessero essere tutti un sogno nella mia testa e invece esistono veramente.
Ma ritorniamo ancora una volta all'incontro.
Si può dire che il nostro rapporto era un po' strano, cioè ci parlavamo sempre quindi per la piccola Seira che non conosceva l'ammore era un "oddio e se mi piace, non so non lo capisco", l'unica cosa che sapevo è che volevo trattarlo in modo più speciale degli altri, un po' anche come con mi love.
Dunque quella mattina mi ritrovai davanti ai miei braccialetti di LoL con le scritte top, mid, adc, ecc.. Insomma ci pensai.
Volevo regalargli il braccialetto blu della mid dato che era la sua lane, però allo stesso tempo sapevo ci venisse un altro amico amante della top lane.
Dunque che dire, mi dispiace Ale, ma ci tenevo davvero a fare un regalo unico e speciale che alla fine ne ho preso solo uno.
All'epoca avevo un po' il concetto di dare quei braccialetti solo ai pochi eletti a cui tenevo molto molto molto e con l'altro non avevo chissà che rapporto.
Così andai. Inutile dire che mi chiesi tutto il tempo "QUANDO" per sprecarmi all'ultimo minuto, davanti al treno, con una scena drammatica che manco beautiful.
Io "aspetta" con aria ansiosa, lui "cosa?".
Tu-tum
Brevi secondi di imbarazzo e indecisione prima di prendere il braccialetto dalla tasca e darglielo.
Woo
Sì mi hanno già perculato per questo, manco fosse stato uno shoujo mannaggia al San Crispino.
Il giorno dopo o un po' di tempo dopo, ci fu una volta in cui disse tipo di starlo indossando con quasi fierezza o che gli aveva fatto piacere, ricordo che quelle parole mi resero molto felice.
Un misto tra un po' di imbarazzo e felicità, un'esperienza unica e positiva.
Dopodiché, saltiamo un po' di mesi di melodramma e arriviamo a quando dopo tanto ci riappacifichiamo e ci dovremo vedere al compleanno di Mi love.
Per spiegare un po' diciamo che io ero arrabbiata con lui per svariate cose che erano successe con mr x e che alla fine ero comunque tornata a riparlarci.
Ciò che ricordo per lo più di quella volta fu ancora una volta il ritorno.
Era stata una giornata divertente come al solito, forse c'era stato un po' di imbarazzo, ma nulla di grave.
Però al momento dei saluti ricordo che lo abbracciai. Fu quel momento cruciale.
Perché lì sentii una flebile tristezza e quasi voglia di piangere, perché quello era il mio amico, il mio prezioso amico, e al contempo però avevo realizzato anche che "non sarebbe mai stato come prima".
Probabilmente è ciò che è alimentato successivamente, per cui quando sono entrata nel periodo del collasso non volevo più sentirlo e basta.
Tutto faceva male, quindi non potevo ignorare che quello non facesse male, non riuscivo ad accettare il cambiamento.
Il fatto che lui cambiasse e che io stessa stessi cambiando.
Che senso hanno tutti questi sentimenti se deve finire così.
Che senso ha avuto vivere fino ad oggi se tutto va nel dimenticatoio, se tutto è come se non fosse successo.
Così ho anche un aneddoto davvero divertente e imbarazzante di quel periodo.
Era il compleanno dell'amicissima ed eravamo andati a Milano a festeggiarlo, io con lui ero proprio nel mood: N O.
Cioè tutto era una merda e non voglio proprio niente da te, non voglio sentire niente di bello, nessuna amicizia, nessuna conoscenza, out.
Per questo io non lo so. Lui un po' comunque faceva finta di niente, ma non avevamo contatti diretti e in fondo era ovvio che lo stessi ignorando. Ma io mi chiedo, c'è stato un momento in cui tutti ridevamo perché c'era sta cosa che non ricordo cosa fosse a pranzo, poi quando usciamo dal locale io continuavo a tenerla in mano, lui se ne accorge e si mette a ridere e dire "ma come ce l'hai ancora?".
Sapete il disagio. Io che proprio no, mi giro scazzata del tipo "ma che fai". Il bello è che credo gli sia uscita in automatico, non era una prova per approcciare, solo che era una cosa così spontanea e funny che non poteva non uscire. Che idiota.
Mi chiedo anche per questo come si faccia a non ridere con lui.
Per una volta penso di aver fatto sentire a disagio qualcuno peggio di quanto mi sentissi io, mi sembrava infatti che si fosse allentato di goliardicità dopo.
Va beh alla fine è un po' come quando giocando a dubito stavamo morendo perché continuava con aria serissima a puntare carte che sapeva che io sapevo non avesse in mano.
Questo era anche il motivo per cui non volevo più sentirlo, dato che mi faceva ricordare ciò che non c'era più o come se tutte le incomprensioni avuto potessero anche non esistere.
Ma ora non mi importa più, a questo punto va bene cazzeggiare e basta, se poi qualcuno si lamenterà che "Gne Gne ma come mai prima e ora gnagneee non puoi" immagino sappia dove possa infilarsi la sua opinione.
Questo è ciò che mi è stato insegnato. Tutti fanno quello che vogliono e finché lui se ne frega io me ne frego, se per lui sarà un problema me lo metterò allora, ma ora come ora, posso dire con certezza: non mi  i n t e r e s s a.
Voglio giocare con lui, voglio parlare con lui, voglio non mettermi un problema? Lo faccio! Pensare troppo mi ha fatto mollare la vita, quindi perché continuare a farlo? Perché non godersi la vita senza far drammi e sentimentalismi? Va bene così.
Io sono cambiata, lui può essere, va bene divertirsi come due vecchi amici e basta.
Niente di più e niente di meno.
Dubito sentirò più chissà che parole di amicizia profonda da parte sua, quindi neanch'io le farò.
Non si sa manco dove saremo fra dieci anni, tanto vale godersi il presente. 
Infatti a differenza della precedente questa è una di quelle storie che non penso racconterò all'interessato personalmente, dato che non hanno più importanza quei sentimenti.
Non importa che ci siano o meno. 
È passato e va bene così.
Ho desiderato scriverli per ricordo e per non farli finire nel dimenticatoio, così da dargli uno spazio in cui possano avere valore.

   
 
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