Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: __Lily    29/01/2020    2 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

SESSANTASEI





«Che qualcuno si occupi del bambino» disse Arya, «Maestro tu rimani qui con Sansa, potrebbe avere bisogno di cure e non voglio che…»
«Non le accadrà nulla mia signora, tutto ciò che le occorre è riposo.»
«Non so per quanto potrà riposare ma fino ad allora non svegliarla, non finché io non tornerò. Quando lo farò dovremo fuggire.»
«E dove?»
«Le cripte, Sam ha detto che le cripte sono protette da degli incantesimi proprio come la Barriera, ricordo che anche mio padre era solito dirlo. Se la situazione dovesse peggiorare, se il castello dovesse cadere allora andremo lì.»
«E tu?»
«Robb è nato e Sansa ora ha bisogno di te e non di me, il mio posto è sul campo di battaglia maestro, io non sono una lady e non lo sono mai stata, ho sempre sognato di diventare un cavaliere.»
«Fa attenzione e che gli dei veglino su di te mia signora.»
«Riposa ora, ci rivedremo presto Sansa.»
Arya guardò un’ultima volta sua sorella che dormiva esausta dopo il parto, diede un ultimo saluto a suo nipote appena nato e poi uscì dalla stanza pronta ormai alla battaglia.
Gendry aveva forgiato per lei un’arma speciale, il suo cuore martellava nel petto ma non poteva restare nascosta non finché poteva battersi, altri si stavano battendo, Gendry e Jon si stavano battendo e Arya Stark non sarebbe di certo stata da meno.
Grande Inverno era la sua casa e già una volta era stata strappata agli Stark, non voleva e non poteva permettere che accadesse ancora.
«Per il bene dei miei fratelli e quello di mio nipote» disse tra se e se mentre maneggiava la lancia, dono di Gendry.
Per lei era perfetta non troppo pesante ma nemmeno leggera, i fuochi si fecero più vividi e intensi, la neve che cadeva era fredda e le bagnava il volto, i capelli e i vestiti.
Soldati combattevano i non-morti con le armi forgiate grazie all’ossidiana estratta da Roccia del drago dono di Daenerys Targaryen.
Arya sentì un rumore roco provenire da dietro di lei, fu veloce e con la lancia riuscì a parare una spada, spada che avrebbe anche potuta ucciderla seduta stante se la creatura non avesse emesso quel suono cupo quanto la notte.
Urlò e si scaraventò contro la creatura, il suo volto non era intero ne mancava una parte, un occhio non c’era più e la bocca sembrava un buco nero e pronto a risucchiarla.
Alla fine riuscì a piantargli la lancia nel petto e la creatura si sfece come neve al sole.







Jon salì immediatamente in groppa al suo drago che in breve si librò in aria mentre il Re della Notte osservava paziente, sembrava come un gatto che aspettasse il momento opportuno per uccidere il topo, o meglio tutti i topi.
La spada Melisandre aveva usato per sacrificarsi e che ancora era sporca del suo sangue era saldamente nel fodero appeso alla vita di Jon Snow.
Il corpo della sacerdotessa rossa spiccava nella neve, come un papavero, il freddo pervase il suo corpo mentre saliva sempre più su alla ricerca di Daenerys, doveva sapere cos’era accaduto.
Ma la notte era oscura e la luna non sembrava volersi mostrare, il mondo era eclissato e Jon temeva di fallire e se avesse fallito tutto ne avrebbero pagato le conseguenze incluso suo figlio.
Non poteva e non doveva fallire.
«Daenerys!» urlò volando alla ceca mentre Rhaegal emetteva suoni gutturali.
«Dannazzione! Dany!!»
Nulla, non c’era traccia di lei e di Drogon e mentre volava per cercarla Rhaegal di tanto in tanto sputava fuoco sui nemici o almeno Jon pregò che il drago non incenerisse nessuno dei suoi soldati ma proprio mentre pensava a loro Rhaegal si scontrò con suo fratello.
Viserion ormai era sotto il controllo del Re della Notte, i suoi occhi erano azzurri come il cielo in primavera, i due draghi iniziarono a combattere, a mordersi, a colpirsi con le zampe e con la possente coda, Jon cercava di tenersi a Rhaegal mentre il suo avversario non sembrava per niente in difficoltà come lui, tanto che poco dopo lo vide con la spada in mano e fu fortunato ad essere abbastanza rapido da parare il colpo.
La spada vibrò nell’aria della tenebrosa di quella notte, il suo avversario non si scoraggiò e poco dopo tornò all’attacco, Jon non era pronto per questo, non era pronto per combattere sul dorso di un drago che stava lottando esattamente come lui.
In lontananza vide un fiamma, Daenerys li aveva trovati alla fine.
Troverà la forza per combattere Visirion? - si domandò il lupo bianco.
Il drago non-morto percepì l’arrivo del fratello e si voltò verso di lui, una fiamma azzurra come i suoi occhi fuoriuscì dalla sua bocca, Dany lo schivò e urlando si avvicinò sempre più, finché i due draghi con i loro cavalieri non scomparvero dalla vista di Jon, precipitando insieme come stretti in un abbraccio, sembravano danzare, vorticare insieme ai fiocchi di neve.
«Daenerys!»
Jon pregò per lei, pregò per la sua vita.
«Sei stato bravo» disse a Rhaegal e poi anche lui scese fino a toccare terra ma non smontò dal drago, tenne lo sguardo fisso verso l’alto per vedere cosa accadeva tra i due draghi ormai non più fratelli come un tempo, sfoderò la spada in attesa che i quattro toccassero terra.







Arya correva e correva nei lunghi corridoi di Grande Inverno, era sudata nonostante il freddo e la neve che continuava a cadere, era sporca di sangue e di terra ma continuava a correre.
I fuochi ardevano come pira.
Una sola pira - pensò tristemente - una sola pira che sta distruggendo Grande Inverno.
Mentre correva si scontrò con Brienne di Tarth.
Brienne confusa la osservò per un po’.
«Mia signora non dovresti essere qui, tua sorella…»
«Robb è nato, e il mio posto ora è questo.»
«Non per molto temo, presto dovremo attuare il piano di tuo fratello.»
Arya si osservò in torno, i soldati morivano, cadevano ma si rialzavano diventando loro nemici.
«Brienne vai da Sansa, aiutala a vestirsi e portala nelle cripte.»
«E tu?»
«Cercherò di salvare i nostri soldati e i soldati di Daenerys, vi raggiungerò non temere.»
«Non posso lasciarti qui.»
«Vai io so difendermi, ma Sansa no. E’ debole e stanca, non so nemmeno se riuscirà a camminare fino alle cripte. Proteggila e proteggi Robb. Ti prego.»
«Ho fatto un giuramento a lady Stark e lo manterrò, porterò la regina Sansa al sicuro nelle cripte e poi tornerò da te.»
Arya annuì e osservò Brienne correre e poi scomparire nel buio.







Brienne entrò con la spada ancora sguainata e trovò il maestro accanto al letto di Sansa Stark.
«Lady Brienne…»
«Dobbiamo andare.»
«Ma la regina…»
«La regina morirà se non abbandoniamo subito Grande Inverno e non solo lei»
Sansa dormiva, stanca e sfinita dal parto.
«Mia signora» cercò di svegliarla Brienne di Tarth, il suo colorito era pallido e le mani fredde, «Maestà, sono Brienne. Svegliati ti supplico.»
Sansa Stark aprì gli occhi, occhi blu come il mare.
«Brienne.»
«Perdonami mia regina ma il momento è giunto, dobbiamo scendere nelle cripte.»
«Ma sua maestà è debole, non può camminare.»
«Mi dispiace ma non si può rimandare oltre.»
«Arya? Brienne, dov’è mia sorella?» chiese lei preoccupata.
«Sta combattendo, appena vi avrò scortati nelle cripte tornerò a prenderla.»
«Stiamo perdendo dunque?»
«Sì» ammise Brienne.
«Grande Inverno sta per cadere e io non posso evitarlo.»
«Grande Inverno può essere ricostruito mia regina, ma le vostre vite sono più importanti. Altri ci stanno aspettando nelle cripte, lì saremo al sicuro finché…»
Brienne smise di parlare, ma Sansa Stark sapeva benissimo cosa stesse per dire.
«Aiutami a vestirmi» le disse Sansa, «maestro copri bene Robb.»
«Certamente mia regina.»
Sansa guardò suo figlio, il bambino dormiva beato nonostante fuori infuriasse la guerra più grande che chiunque di loro avrebbe potuto immaginare.
Quando Sansa fu pronta Brienne la aiutò ad alzarsi, il maestro prese il bambino e facendo molta attenzione si incamminarono fino alle cripte.
La torcia che teneva Brienne illuminava il loro percorso, di tanto in tanto sentiva Sansa gemere, i dolori del parto erano ancora forti e pregò gli dei di proteggerla.












 

Chiedo umilmente il vostro perdono cari lettori/lettrici ma purtroppo ho avuto un periodo di secca, in realtà ce l'ho ancora... ho aggioranto solo una FF e non è mai stata questa.
MA finalmente sono tornata con un nuovo capitolo!
Fatemi sapere cosa ne pensate!!! 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: __Lily