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Autore: Wild_soul    30/01/2020    1 recensioni
Cosa conosci tu della mia vita, se non quello che io, di mia spontanea volontà, ho voluto rendere pubblico? Cosa mi impedisce di celare lati del mio carattere? Assolutamente nulla, quindi non avere il coraggio di affermare chi io sia, perché nessuno è in grado di comprendere qualcuno. Dalle volte siamo noi stessi a scoprire sfaccettature del nostro carattere che mai avremmo immaginato di possedere.
Genere: Avventura, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Kageyama Reiji, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Erano passate circa un paio di settimane da quello strano evento. Jude si era pian piano rimesso in forze e, come Dark aveva previsto, sembrava non ricordarsi del fantomatico bacio. Ma, forse, era meglio così, a detta dell’uomo. 

Come ogni pomeriggio, il professore stava facendo i suoi soliti studi in laboratorio, selezionando miscele ed etichettandole con minuziosa attenzione, sotto lo sguardo silenzioso e vigile del riflesso.  

Da quando Sharp si era ripreso ed era stato in grado di manifestarsi, non c’erano state altre discussioni in merito alle aggressioni, ma, ovviamente, non mancavano le abituali frecciatine volte a distrarre il maggiore dal suo lavoro meticoloso.  

Ed, inaspettatamente, Dark iniziava quasi a provare piacere in quella insolita compagnia che, ormai da mesi, aveva stravolto la sua vita, ma non lo avrebbe mai ammesso. Mai.  Era come se, in un certo senso, avesse quasi trovato una sorta di pace interiore, come se tutti quegli eventi non avessero fatto altro che unire armoniosamente le due personalità così dissonanti.  

Eppure, di lì a pochi minuti, quell’armonia si sarebbe frantumata in mille pezzi come un’ampolla di vetro.  

“Dì un po’, professore, hai degli ospiti a casa?” mormorò d’un tratto il minore  

“In che senso?”  

“Sento rumoreggiare fuori dalla porta” affermò, non nascondendo un tono di preoccupazione.  

Dark si accostò silenziosamente alla porta che dava accesso alla sala, constatando che, come aveva appena affermato il suo alter ego, si potessero distinguere alcune voci fuori da essa. Aguzzò il suo udito, tentando di captare delle parola o, perlomeno, di riconoscere qualcuno, e quello che sentì gli fece gelare il sangue nelle vene.  

Corse come un pazzo verso l’armadio dove teneva i suoi numerosi esperimenti, constatando che un’ampolla, quell’ampolla, era disgraziatamente scomparsa. Impallidì.  

“Che ti prende, Dark?” domandò il riflesso preoccupato, incrociando le iridi stralunate del maggiore  

“Ci hanno incastrato, Jude” mormorò con un filo di voce, avvicinandosi allo specchio  

“Che vuoi dire?”  

“L’ampolla dove avevo versato il liquido rimanente dall’esperimento che ha portato alla tua creazione, è scomparsa” sussurrò, scandendo fin troppo lentamente la frase “Qualcuno deve essersi intrufolato in casa ed averla prelevata”  

“Sanno di me?”  

“Probabile”  

“Ci ammazzeranno, vero?”  

Il professore esitò visibilmente, abbassando lo sguardo.  

“Non siamo stati in grado di cancellare le nostre tracce. Hanno scoperto che c’è un legame fra te e me”  

Un violento colpo alla porta fece sobbalzare entrambi.  

“Dark, scappiamo”  

“Impossibile, avranno sicuramente circondato casa” rispose l’altro di rimando  

“Allora fa in modo di cancellare la mia esistenza” sbraitò il minore, guadagnandosi un’occhiata mista tra lo scettico e lo stupito “Se non hanno modo di constatare la mia presenza, non possono incolparti”  

Se morissi, pagherei per i miei sbagli  

Incrociò nuovamente gli occhi del professore  

E per tutto il male che ti ho causato  

“Il tuo sarebbe un gesto assolutamente inutile, Jude” si sentì rispondere “Se sono qui, è perché hanno tutte le prove necessarie ad ammazzarci. Se ti eliminassi, anticiperei solo di qualche minuto la tua discesa negli inferi” constatò, con una calma glaciale che fece tremare il minore.  

Un ennesimo tonfo contro la porta.  

“Di qua si va al laboratorio!”  

“E quindi…è finita?”  

“Si, ragazzo”  

Quelle due semplici parole furono in grado di svuotare completamente l’animo del minore, lasciando cadere il suo sguardo spento ed assente a terra, incapace di proferire qualsiasi altra parola.  

Fu in grado di aprire bocca solo quando vide il professore avanzare di qualche passo verso di lui con un pugnale bel saldo nella mano destra.  

“Che hai intenzione di fare?”  

“Ripensandoci, sono troppo orgoglioso per permettere che siano gli altri a mettere fine alla mia vita” affermò con convinzione, con un tono che fece sorridere amaramente il minore  

“A quanto pare sono riuscito ad insegnarti qualcosa di utile in questi mesi” rispose, altrettanto sadicamente. Secondo sorriso amaro.  

Dark ingoiò aria a vuoto, accostando la mano libera sul vetro e facendo con l’altra una leggerissima pressione all’altezza del cuore, preparandosi al gesto finale.  

Jude assunse specularmente la sua stessa posizione, separati l’uno dall’altro dalla sottile superficie.  

“Sei riuscito ad insegnarmi anche un’altra cosa, Jude” sussurrò, incastonando per l’ultima volta i suoi occhi nelle iridi infuocate dell’altro “Non saranno mai in grado di separare Jekyll da Hyde”  

Non fu necessaria alcuna domanda, non fu necessario alcun chiarimento, perché in quello stesso istante, i due avvertirono la barriera infrangersi, lo specchio scomparire, la superficie evaporare, ritrovando le loro mani intrecciate l’una all’altra.  

Due sguardi stupiti continuarono ad osservarsi increduli.  

“Davvero non possiamo scappare?” sussurrò l’alter ego, in tono di supplica  

“Impossibile, Jude” rispose, stupendosi nel vederlo abbassare gli occhi, lievemente lucidi, e mordersi con forza il labbro inferiore  

“Proprio ora che siamo riusciti a liberarci…”  

“Vedila così” il maggiore liberò la sua mano da quella del minore, facendola delicatamente scivolare sul suo fianco per attirarlo a sé “Bruceremo nell’inferno insieme” sussurrò sulle sue labbra, prima di azzerare completamente le loro distanze ed intrappolarsi in un bacio disperato. Le mani del ragazzo si aggrapparono automaticamente al collo dell’uomo, mentre il suo viso era ormai bagnato dalle lacrime.  

Non permise all’altro di allontanarsi neanche quando Dark si decise a pugnalarsi con un colpo secco, all’altezza del cuore. Di riflesso, Jude urlò dal dolore non appena avvertì anche le sue carni essere lacerate, nascondendo il viso nell’incavo del collo del maggiore, mordendo la sua spalla con forza e non gli importò nulla neanche quando avvertirono la porta del laboratorio cedere sotto i colpi ed essere spalancata. Il minore fece appena in tempo a distinguere una figura che, in realtà, aveva già immaginato essere coinvolta: Eliot Ember, il quale gli lanciò uno sguardo d’odio. Ma non era solo.  

“Oh, ma che splendido quadretto” affermò Eliot, entrando nella stanza  

“Devo ammettere che ci troviamo nel bel mezzo di una scena a dir poco commovente” Rispose di rimando Caleb, asciugandosi teatralmente una lacrima dagli occhi “Bene bene, Dark, eravamo venuti per arrestarla e condurla direttamente al processo, ma, come vedo, lei si è già portato avanti col lavoro” constatò subito dopo, notando i rivoli di sangue che macchiavano gli abiti di entrambi i due uomini. Fu in quel secondo che incrociò lo sguardo di Jude e ghignò divertito  

“E quale sarebbe la causa di questo fantomatico arresto?” domandò il professore, premendo con una mano la zona ferita  

“È giunta nelle nostre mani questa singolare fialetta” affermò Eliot, estraendo dalla tasca la boccetta con il liquido rosso “È stata analizzata dai migliori scienziati in circolazione, fino ad arrivare alla conclusione che lei abbia inventato una pozione degna dello stesso Demonio”  

“Modestamente, mi sento onorato di tale accusa”  

“Lei ha diviso la psiche umana in due metà opposte, si rende conto della gravità della situazione?” intervenne Caleb, avanzando minacciosamente di un passo  

“Quante volte, anche involontariamente, ci lamentiamo di quanto le persone possano rivelarsi false ai nostri occhi? Ebbene, con il mio esperimento sono riuscito ad estraniare la parte negativa in una seconda figura in grado di agire e pensare autonomamente.”  

“Ha permesso la libera circolazione per le strade di Londra del Male. Impossibile prevedere quali sarebbero stati gli esiti se non avessimo scoperto prima il suo lavoro, professor Dark”  

“Se, quindi, io sono stato etichettato come ‘il Male in forma umana’, mi stupisco del fatto di essere stato proprio io ad essere stato aggredito ed aver rischiato la vita” mormorò l’alter ego, fulminando con le sue iridi rubino lo sguardo di Eliot  

“Hai ucciso Xavier”  

“Mi ha puntato una pistola in fronte”  

“Proprio la morte è la fine giusta per te” si intromise nuovamente Caleb, avanzando di un secondo passo ed estraendo dalla tasca una pistola  

“Non mi è parso di capire questo fino a quando siamo andati a letto insieme, mio caro” affermò con malizia Jude, ridendo di gusto non appena vide l’altro esitare “Ho condotto uno stile di vita libertino come molti altri, è vero, ma oltre questo, cos’ho fatto se non difendermi da morte certa?”  

“Hai rovinato la vita del professore”  

“Brucia così tanto essere rifiutati e scherniti, Eliot?” domandò l’alter ego, ghignando nel vedere i pugni dell’altro iniziare a tremare dalla rabbia  

“Che tu possa bruciare in eterno nelle fiamme dell’inferno. Quello è il tuo posto”  

“Minacci molto bene, per essere uno che non è in grado neanche di difendersi da solo. Anche oggi vedo che hai dovuto portare un sostegno morale” mormorò di rimando l’alter ego, sogghignando per l’ennesima volta. Ma Ember era davvero stufo di starlo a sentire, tanto che estrasse dalla tasca una pistola e la puntò verso i due interessati, già agonizzanti a causa della pugnalata. Dark, con le mani ancora premute sul petto, lo guardò con occhi spenti, completamente vuoti e delusi, mentre il più giovane lanciò stille di sfida dai suoi.  

“Va’ all’inferno, Sharp. Che tu sia maledetto e possa bruciare tra le fiamme, solo” sussurrò gelidamente, lanciando due colpi ben precisi, lasciando cadere i corpi a terra terra. Corpi morti.  

****  

 

Nessuno, da quel giorno, osò più parlare dei due criminali, nessuno fiatò rigrardo alla loro morte, nessuno si domandò chi fosse stato ad ucciderli. La notizia volò velocemente nella scia del tempo, nella paradossale sicurezza di aver assistito ad una giusta fine dei due protagonisti, nella banale tranquillità di aver agito per il bene.

Il giorno seguente, Londra era nel più completo e placido silenzio, avvolta in una delicata nebbia che abbracciava timidamente le abitazioni del centro.

Fu proprio in quella mattina che uno dei tanti ispettori, impegnato nello sgomberare il posto per analizzare ciò che rimaneva del lavoro del defunto professore, ebbe la maleaugurata idea di entrare nel laboratorio senza un qualche accompagnatore. Rimase inizialmente affascinato dalle lunghe file di ampolle perfettamente ordinate e catalogate sui mobili a parete e della pulizia maniacale del bancone.

Fu solo quando incrociò per la prima volta i suoi occhi nel riflesso dello specchio accanto a sé, che il suo sguardo acquamarina sussultò.

Su di esso distinse una giovane figura dalla corporatura esile e dallo guardo nero e magnetico, che lo stava osservando con un leggero sorriso beffardo, mentre con le mani giocherellava con una ciocca di capelli verde.

Tremò non appena il riflesso sussurrò in una dolce ed inquietante cantilena queste parole:

They'll never be able to separate Jekyll from Hyde

****  

 

 

Ed ecco pubblicato l’ultimo capitolo di questa storia stramba che mi ha tenuto compagnia durante tutto il corso del quinto anno di liceo. Il mio più grande sogno dopo gli esami era proprio quello di gestire una mia piccola pagina come scrittrice ed, anche se in pochi la seguono, vi assicuro la mia soddisfazione personale è altissima.  

Un bacio grande a chi ha letto o semplicemente aperto la mia storia per curiosità (per insulti, minacce di morte e ricatti, aspetto i vostri commenti!) Ciao a tutti💚 

   
 
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