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Autore: _Cthylla_    31/01/2020    1 recensioni
La Decepticon Justice Division, recatasi per vari motivi nella città-Stato più folle del cosmo, ha deciso di trascorrere lì qualche ora di vacanza.
Quale piega prenderà, tra notizie e incontri più o meno inaspettati?
Genere: Avventura, Commedia, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, DJD/Decepticon Justice Division, Nuovo personaggio, Tarn
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Generation I, Transformers: Prime
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- Questa storia fa parte della serie 'The Specter Bros'- la serie'
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“Kaon, you wretch!”
 
 
 
 



 
 
 
 
 
C’erano momenti in cui Nickel non si sentiva tanto parte di una squadra di esecutori Decepticon, quanto piuttosto la madre un gruppo di protoforme la cui altezza era cresciuta, ma non la capacità di tenere in ordine se stessi e i propri oggetti.
 
Vos faceva eccezione, essere stato uno scienziato aveva fatto sì che mantenesse un metodo tutto personale ma ordinato di disporre e gestire le proprie cose, però il resto della DJD meritava solo rimproveri: Helex e Tesarus erano un completo disastro ed era meglio non ricordare cos’aveva trovato l’ultima volta che aveva messo piede dove si ricaricavano, Kaon era tanto preciso nel gestire la Lista quanto terribilmente distratto per tutto il resto e Tarn, secondo lei, era il più “strano” di tutti. Nei suoi quartieri non esistevano vie di mezzo, c’erano parti ordinate con cura maniacale e altre parti, perlopiù seminascoste, in cui regnava un caos completo. Faceva il paio con la maniera in cui gestiva se stesso, mantenendosi sempre più che funzionale e, allo stesso tempo, tendendo a ignorare graffi, tagli e quant’altro. Bastava pensare alla sua maschera costantemente rovinata o al volto ancora in parte sfigurato da una cicatrice -dovuta a una lotta- che sembrava non aver intenzione di farsi togliere.
 
«Possibile mai… guarda un po’ che mi tocca fare, stare dietro a quelle grosse macchine assassine per certe cose, ma dico io!» borbottò Nickel.
 
Dopo averlo cercato per un paio di giorni senza risultati, Kaon le aveva chiesto se lei avrebbe potuto aiutarlo nella ricerca del suo datapad personale. Stando a quanto le aveva detto, l’ultima volta che ricordava di averlo avuto in mano era stata quando lei aveva esaminato tutti in infermeria uno dopo l’altro, ma pur avendo dato un’occhiata in giro non era riuscito a trovarlo.
 
 «Lasciano le loro cose in disordine, poi non riescono a trovarle e allora “Niiiickeeeel, sai dov’è la smerigliatrice? Niiiiiickel, sai dov’è il mio panno blu, quello morbido con cui lucido la scioglitutto? Niiiiiickel, dov’è il mio datapad?”. E poi, anche quando rispondo “prova a guardare nel tal posto”, non riescono mai a trovare quel che cercano nonostante lo abbiano davanti alle ottiche!... proprio come in questo caso!» sbuffò la minicon, notando il datapad perduto di Kaon su un ripiano abbastanza in alto. Si sentiva giustificata per non averlo notato: come avrebbe potuto pensare che lassù si nascondesse un pad che lei non ci aveva messo?
 
Non aveva il jet pack sulle spalle né aveva voglia di indossarlo, avendo concluso di poter raggiungere il ripiano con un saltello, e così fece; la presa sul datapad tuttavia si rivelò poco salda, ragion per cui il dispositivo le scivolò tra le dita e cadde a terra.
 
“Spero di non averlo rotto” pensò Nickel, un po’dispiaciuta “Forse avrei dovuto davvero usare il jet pack… oh, per fortuna non sembra avere danni, si è solo sbloccato”.
 
Dopo un sospiro di sollievo poggiò un dito sul pulsante per bloccare lo schermo, salvo cambiare idea una volta che i suoi sensori ottici si posarono per puro caso sull’anteprima di uno dei messaggi che Kaon aveva ricevuto da un mittente non registrato tra i contatti. C’erano parecchie foto e qualche video, ricevuti tutti nell’arco di tempo in cui lui aveva perso il datapad.
 
Dopo un breve momento d’immobilità in cui rifletté se fosse più grave la violazione della privacy del tecnico o quel che stava vedendo nell’anteprima -o pensava di star vedendo: essendo un’anteprima in piccolo c’era ancora un vago margine di dubbio- decise che della privacy di Kaon non le importava alcunché.
 
 
 

 
 
:: Circa venti minuti dopo ::
 
 
 

 
 
«Ehi Nickel» esordì Kaon, entrando con tranquillità in infermeria «In merito a quel che ti ho chiesto prima, hai poi trovato il mio-»
 
«Zitto».
 
Inizialmente Kaon non capì nemmeno cosa Nickel gli stesse mostrando, né perché fosse così palesemente infuriata, poi i suoi sensori ottici assenti si soffermarono sul datapad.
 
«Allora era qui davvero!» sorrise «Sono contento che tu…»
 
Il sorriso scomparve appena il suo sguardo finì sullo schermo e sulla fotografia mostrata.
 
«Spiega» gli intimò  Nickel «E vedi di farlo alla svelta, e soprattutto in modo efficace, perché al momento ho solo voglia di legarti lì» indicò il “lettino” da medico «E prenderti a frustate con… non so nemmeno io con cosa, ma qualcosa lo trovo senz’altro!»
 
«Alcuni dei porno della collezione di Tesarus iniziano più o meno così» disse Kaon, il cui processore era troppo impegnato a pensare “Oh cazzo-” per avere controllo sulla lingua.
 
«KAON-»
 
«Non so nulla di quella foto, ok?! Non sapevo di averla! Non so dove sia stata scattata» farfugliò il Decepticon, con visioni fin troppo chiare e tremende sia di punizioni che non teneva proprio a ricevere, sia della propria testa staccata dal collo «Non so chi sia quel tizio nudo intento a bere energon extra forte accanto a una henn sputafuoco e NON so chi siano quelle due femmes gemelle intente a bere a loro volta, ma di sicuro NON sono Eribe e Vliegen, assolutamente no, eh!»
 
«Io non ho parole!» esclamò la minicon, ritraendo la mano col datapad quando Kaon tentò di prenderlo «T u sei sempre stato fuori dal gioco dal momento in cui sei stato buttato giù dal ponte, vero?! Sei stato per tutto il tempo insieme a quella strega bastarda e alla sua gemella che è ancora più bastarda di lei! Disgraziato! Non ho parole!»
 
«E-ehm, allora visto che “non hai parole” puoi essere così gentile da non parlare a Tarn o a chiunque altro di questo piccolo particolare? Per favore. Ti prego- ti prego» la implorò Kaon, arrivando perfino a inginocchiarsi «In fin dei conti non avevo scelta, ero solo un povero infelice in balia di una strega, proprio come voi!»
 
«Ah sì guarda, proprio un povero infelice, dev’essere stato terribile essere costretto a festeggiare e bere mentre noi eravamo dispersi in un IKEA infestato dai cybertroniani mannari!» gridò Nickel, più infuriata di prima.
 
Kaon le fece cenno di abbassare la voce. «Non vorrei finire offline oggi, ecco-»
 
«Non è di Tarn che devi avere paura, non riuscirebbe a metterti le mani addosso, io arriverei prima! Magari ci guardavi anche, mentre eri insieme a loro, vero?! Ci hai guardati nell’IKEA, ci hai guardati mentre tribolavamo con le scimmie elettriche che in effetti ti somigliavano un po’troppo-»
 
«Eribe ha preso ispirazione dal mio aspetto, sì, ma io non approv-»
 
«…e ci hai guardati anche mentre affrontavamo gli skarknado, vero?!»
 
«Lì ve la siete spassata, dai, avete fatto un massacro!»
 
«Gli altri! IO NO!» sbraitò la minicon, del tutto fuor dai gangheri.
 
«Va bene, va bene, capisco che tu sia un po’arrabbiata col sottoscritto» disse Kaon, alzando le mani in segno di resa «Però sappi che io in realtà non mi sono divertito neanche un momento!»
 
Sentito ciò, Nickel fece scorrere i video nella galleria, ne scelse uno e premette play.
 
Sullo schermo del datapad comparvero Eribe intenta a far fluttuare in aria uno strumento musicale somigliante a quello che certi organici avrebbero chiamato tromba, Vliegen accanto allo sportello di un forno semiaperto e Kaon con due grossi coperchi di metallo tenuti uno per mano.
 
 
E uno! E due! E un, due, tre!
 
 
La tromba iniziò a suonare da sola, e in seguito Kaon e Vliegen si unirono sbattendo a tempo i coperchi di metallo e lo sportello del forno.
Delle luci da discoteca e il suono di un sintetizzatore resero la scena ancor più assurda una manciata di secondi dopo.
 
Se Kaon fosse stato organico avrebbe iniziato a sudare freddo . «Questa… potrebbe essere stata un’eccezione, magari, te lo concedo, ma-»
 
«Un’eccezione, eh? Allora che mi dici di questa foto di te che giochi a carte contro la henn vestita da postina?!»
 
«Ah, qui è quando stavo imparando a giocare a valtti» alias un gioco terribilmente simile alla “briscola” cui giocavano certe specie organiche «Non hai idea delle batoste che quella henn mi ha dato durante le varie partit-ehm, volevo dire, sono stato costretto, sai bene anche tu che oppormi era impossibile, sono treme-»
 
«Vuoi dire “tremende”? Immagino che lo pensassi anche qui» fece partire un altro video «Mentre tu e il cane volavate in groppa alle henn giganti! Ti rendi conto?! Ti hanno perfino lasciato uscire dal palazzo!»
 
«Ero impotente, non avrei potuto scappare e aiutare nessuno in alcun caso quindi, anche se avrebbero potuto, non avevano motivo di tenermi imprigionato o legato da qualche parte» cercò di spiegarle il mech.
 
 «E a proposito di “legato”, hai anche lasciato Vos incatenato per quindici giorni! Ora ho capito perché ti guardava male, e io che credevo fosse stata solo una mia impressione! Ecco perché ha detto che eravamo in quattro dentro a Berg des Sees e non in cinque!»
 
«Non avevo il permesso di slegarlo, però avrei voluto, credimi» disse Kaon, con l’aria di chi si sentiva un po’in colpa, grattandosi la nuca metallica «Non so come abbia fatto Vos a capire che ero fuori, di sicuro non mi ha visto. Ho pensato che potesse avermi sentito le volte in cui sono andato dal cane, in fin dei conti la Peaceful Tiranny non era troppo lontana dall’arco e tutt’attorno c’è solo silenzio, però non aveva prove fisiche della cosa, per cui non ha dett-»
 
«Sta di fatto che tu sei stato a lì a bere, a divertiti, a guardare vecchie serie televisive, a strafogarti di enerpizza…»
 
«Nickel-»
 
«… e a scoparti la cazzo di strega insieme alla sua cazzo di gemella!» strillò Nickel, la voce più alta di un’ottava rispetto al solito.
 
«Che?! No, questo non l’ho fatto!» negò con fermezza il Decepticon «Non ho portato nella cuccetta né una né l’altra, te lo posso giurare su Towards Peace».
 
«I giuramenti su Towards Peace valgono solo se sei Tarn, e tu non sei Tarn, tu sei solo un cretino! Come puoi pretendere che ti creda?! Qui avevi il cavo al vento!» ribatté Nickel, sbattendogli in faccia la prima fotografia «E anche in altri video e in altre fotografie! Mi prendi per scema?!»
 
«Nickel, se fosse per me io starei col cavo al vento anche qui! Mi aiuta a stare concentrato» si giustificò il mech «Se avessi potuto farlo anche qui magari non avrei nemmeno perso il datapad. È che una sera in cui ero piuttosto ubriaco mi sono tolto la protezione inguinale, le gemelle hanno detto che non avevano problemi a riguardo e quindi da lì in poi- ehi!» esclamò, bloccando la mano destra di Nickel appena prima che raggiungesse la sua faccia.
 
«E in tutto questo io, Tarn, Helex e Tesarus passavamo l’inferno!»
 
«Non fare così! Non potevo oppormi!»
 
«Non potevi opporti, è vero, infatti il problema è che tu te la sei goduta! DISGRAZIATO!»
 
Kaon ormai conosceva Nickel abbastanza bene da sapere che aveva un certo caratterino, tuttavia nella situazione attuale gli sembrava un po’diversa dal solito. Era normale che fosse arrabbiata dopo aver trovato quelle foto e quei video, però in condizioni normali non era così, come definirla? “Isterica”? Forse non era proprio quello ma poco ci mancava.
 
«Hai dei motivi validi per essere infuriata ma ricorda che i tredici passi non li hanno risparmiati nemmeno a me» disse Kaon, bloccando anche l’altra mano di Nickel «E non so cosa pensi tu ma io, considerando quel che ho visto, sono piuttosto convinto che siano stati il peggio di tutto! Avrei preferito mille volte non subire quelli ed essere stato con voi per tutto il tempo, inclusa la parte nel palazzo sott’acqua… cheee io non ho visto perché da dopo gli sharknado ero stato spedito a fare e guarnire muffin, ma questo è un dettaglio».
 
Nickel cercò senza particolare successo di liberare i polsi dalla presa di Kaon. «Non mi parlare dei tredici passi, non me ne parlare affatto! Ormai sono passati quattro giorni, pensavo che mi sarebbe passata, pensavo-»
 
«Perché, tu credi che il resto di noi stia meglio? Non abbiamo parlato della cosa tra noi ma ora che lo stiamo facendo lo dico: a me non è ancora passata» affermò Kaon «E secondo me nemmeno agli altri. Tesarus parla ancor meno del solito e non si lamenta perché si annoia, ho trovato più volte Helex che si aggirava nei paraggi della cucina all’ora in cui teoricamente dovremmo andare in ricarica perché ha difficoltà a prendere sonno, e Tarn… non so, avendo sempre la maschera non si capisce molto, a lui magari è passata, ma d’altra parte se è il leader c’è più di un motivo».
 
Nickel avrebbe avuto diversi dubbi da esprimere riguardo come stesse Tarn, in verità era piuttosto convinta che non gli sarebbe passata per davvero fino a quando avesse verificato se nei tredici passi aveva lasciato o meno indietro qualcuno -e la minicon sperava di no-  ma, per rispetto verso di lui, li tenne per sé.  
 
«Sì, su questo hai ragione».
 
Vedendola meno desiderosa di staccargli il naso a suon di schiaffi, Kaon la lasciò andare. «Non voglio chiederti cos’hai visto né ho voglia di parlare di cos’ho visto io» disse «Ma sono convinto che a breve tornerà tutto normal- ahio!» esclamò, massaggiandosi la nuca appena colpita.
 
«Questo te lo meritavi in ogni caso per aver quasi fatto amicizia col nemico!» dichiarò Nickel.
 
«E… intendi dirlo a Tarn?»
 
La minicon sbuffò. «No. Al momento ho bisogno di un aiutante per pulire a fondo l’infermeria, lucidare i miei attrezzi e disporli in ordine di grandezza e frequenza d’uso. Oh, e i miei turni di pulizia te li cederei volentieri. Sono sicura che non vedi l’ora di metterti al lavoro, giusto?»
 
«Almeno i turni di pulizia potrei evitar… d’accordo, va bene, come non detto» sospirò Kaon, conscio di essersela cavata con poco.
 
«Ecco, bravo».
 
Ci fu una breve pausa di silenzio durante la quale a Nickel venne in mente più d’una domanda. Era restia a farle, avrebbe significato mostrare interesse verso persone che avevano fatto passare l’inferno a tutto il gruppo ma alla fine, come suo solito, non poté evitare di dire quel che le passava per la testa.
 
«Come hai fatto ad andare d’accordo con quelle due?! Se somigliano a Stiria-»
 
«Pfff! No. Nessuna delle due le somiglia granché, Eribe ancor meno di Vliegen, che delle due gemelle è la più stronza e non ha problemi a riconoscerlo. Voglio dire, riesci a immaginare Stiria che gioca a carte con le henn a Pettinathia?»
 
«Direi di no».
 
«EH! A proposito di Pettinathia, dato che ormai sei venuta a conoscenza del resto tutto posso dirti quel ho saputo dalle sorelle di Stiria!» esclamò Kaon, tornato a sorridere come suo solito al pensiero «Ricordi quando ci siamo stati e ho raccontato a te e Tarn di Dhambrexia? La ex proprietaria di Pettinathia, quella morta di overdose, quella della colla di valvola e di Paco e Ta-»
 
«Mi ricordo, mi ricordo, basta così, non aggiungere altro!» lo interruppe Nickel «Cos’hai saputo?»
 
«Dhambrexia non si è sempre chiamata così. Prima si chiamava Laminga» le rivelò Kaon, cercando di restare serio «Ti dice nulla questo nome? L’hai sentito di recente!»
 
«Effettivamente mi suona familiare ma non saprei-»
 
«Laminga e Tesarus».
 
Nickel sgranò gli occhi. «Tesarus ha nominato quella tizia durante la battaglia con gli sharknado, ora ricordo! Quindi lui sarebbe stato con…»
 
Kaon annuì. «Dhambrexia, sì! E non ne ha la minima idea!»
 
Nickel si coprì il volto con le mani. «Siete uno più disgraziato dell’altro, ragion per cui» mise in mano a Kaon un panno e del lucidante «Inizia a rimediare! Al lavoro!»
 
 
 
 
 
 
 
Un po’per raggiungere una cifra tonda, un  po’per rispondere a certe domande che potevano nascere nel precedente capitolo, ho scritto questo bonus. Spero lo abbiate gradito :)
 
Alla prossima,
 
_Cthylla_
In allegato eccovi la fotografia che Nickel ha mostrato per prima xD
   
 
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