Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Crudelia 2_0    31/01/2020    5 recensioni
«Ginny» iniziò tormentandosi le mani e senza avere il coraggio di guardare l’amica «non metterò quell’abito, è troppo piccolo».
«Ma che dici, Hermione? Abbiamo la stessa taglia» Ginny la guardava con le sopracciglia corrugate, uno strano presentimento aveva iniziato a farsi strada nella sua mente.
«C’è un motivo se ho scelto di non frequentare Hogwarts il prossimo anno e dare soltanto gli esami».
«Lo so. Non mi hai ancora voluto dire di cosa si tratta, ma so che c’è un motivo» sussurrò Ginny. All’improvviso sostenere quella conversazione ad alta voce era diventato troppo difficile.
«A villa Malfoy, dopo che Bellatrix aveva finito con me, mi ha dato in mano a Greyback » disse Hermione con tono incolore.
«Sì» rispose Ginny con la bocca asciutta. Incrociò lo sguardo dell’amica e sentì gli occhi riempirsi di lacrime: non aveva finito, ma già aveva capito.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Luna
 
 
Prologo ˗ Hermione non sa mentire
 
 
 


Luglio 1998
 

 
Il sole era bollente nell'aria immobile di metà luglio: impossibile esporsi, era faticoso anche respirare.
Harry e Ron erano coricati all'ombra di una grande quercia in riva al Lago Nero. L'erba offriva loro un po' di frescura, le foglie un po' di riparo dai raggi implacabili.
Ron masticava un filo d'erba tra i denti mentre lo sguardo si perdeva nei giochi di luce creati dai rami. A intervalli regoli apriva la bocca, poi scuoteva la testa e la richiudeva.
La situazione andava avanti da svariati minuti, all'insaputa di un distratto Harry dagli occhi chiusi e il sorriso beato perso in chissà quali pensieri.

«Harry» esordì alla fine Ron, dopo aver raccolto tutto il proverbiale coraggio Grifondoro. «Sono preoccupato».
Harry aprì subito gli occhi e lanciò all'amico un'occhiata sospettosa sotto le sopracciglia corrugate. «Che intendi?»
Ci pensò molto prima di rispondere, continuando a rigirarsi il filo d'erba tra le labbra.
«Mi preoccupa Hermione» disse con tono grave tinto di colpevolezza.

Harry si alzò su un gomito per osservare meglio l'amico. Ora, che Ron avesse delle preoccupazioni a due mesi dalla fine di una guerra magica che aveva sconvolto l'intero modo magico inglese era comprensibile, ma che si preoccupasse per Hermione - Hermione che lavorava instancabilmente per ricostruire Hogwarts, che studiava nei ritagli di tempo seguendo ossessive tabelle di ripasso per i M.A.G.O., che l'aveva lasciato un mese prima sollevandolo del peso che iniziava a sentire per essere alla sua altezza - era un'altra questione.
«Pensi abbia un altro...» esitò, masticando la parola tra i denti. «uomo?»
Ron arrossì in zona orecchie, ma non incrociò lo sguardo dell'amico. «No, non penso questo.» disse con tutta calma.
L'improvvisa aria composta di Ron fece trillare un campanello d'allarme nella testa di Harry.
«Allora cosa?» chiese confuso, ma con una punta di sollievo. Vedere i suoi due migliori amici allontanarsi per colpa di una terza persona non era ciò che più desiderava al momento. Certo, sarebbe successo, ma non ora.

Ron sospiro, profondamente e a lungo. La voce cavernosa con cui disse la frase seguente face capire quanto ci avesse pensato e quanto poco amasse la conclusione a cui era giunto. «Penso che sia un lupo mannaro».
Un silenzio attonito seguì la frase, prima che Harry produsse una risata a metà strada fra l'incredulo e uno sbuffo. Cercò di frenarsi subito: ricordava quanto lo feriva quando Ron e Hermione non credevano alle sue teorie su Draco al sesto anno, ma un sorriso impunito restò ancorato agli angoli della bocca.
«Un lupo mannaro?»
Ron annuì secco. Ancora non lo guardava, pallido sotto le lentiggini.
Harry lo guardò a bocca aperta per una decina di secondi prima che il suo cervello si scuotesse dallo shock e mandasse qualche parola alle corde vocali.
«Dai, Ron, è impossibile! Quante lune piene abbiamo passato insieme in tenda?». No, non era quello che aveva pensato di dire. Voleva suonare comprensivo più che esasperato.
Ron strinse le labbra. «Due, dalla battaglia di Hogwarts.»
«Oh». Questo cambiava le cose.

La serietà e l'accuratezza delle informazioni di Ron fecero stringere lo stomaco ad Harry. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma ogni frase suonava ridicolmente vuota. Prima che parlasse di nuovo passò tanto tempo che il discorso poteva essere caduto nel vuoto.
«Venerdì c'è la luna piena» disse, tornando a sdraiarsi sulla schiena.
Aveva iniziato a prestare attenzione al calendario lunare da quando il piccolo Teddy era per metà sotto la sua responsabilità. Per ora si era rivelata una precauzione inutile: Teddy non subiva minimamente l'influenza lunare. Forse diventava un pochino irritabile, ma Harry sospettava che l'ultima volta la colpa più che della luna fosse della tisana al finocchio che Andromeda l'aveva costretto a bere.
«Potremmo organizzare una cena» buttò l'idea.
Finalmente Ron si voltò nella sua direzione. «Così se non viene sappiamo il perché» sembrava sorpreso, come se fosse il piano più geniale che avesse mai sentito.
«Se invece si presenta possiamo stare tranquilli» disse Harry, alzandosi.
Diede una pacca alla spalla dell'amico poi, insieme, si avviarono al castello discutendo su quale squadra si sarebbe qualificata l'anno prossimo ai campionati di Quidditch.
 
 
 
«Come sarebbe a dire che non vieni?»
L'urlo suonò in Sala Grande soverchiando per un momento il brusio dei presenti. La McGranitt, all'altro lato del tavolo, si voltò con le labbra strette di disapprovazione.
«Ma, Ron...» Hermione annaspò per un momento, sorpresa dalla reazione spropositata dell'amico. «Mangiamo insieme tutti i giorni» concluse affondando la forchetta nei broccoli che continuava a rigirare nel piatto.
«Ma non è la stessa cosa!» rispose allargando esasperato le braccia. «È una festa! Invitiamo anche Luna, Neville e... magari mia sorella, non so... George»
«Non lo so, Ron.» infilò finalmente la forchetta in bocca, più per prendere tempo che per appetito. Masticò lentamente prima di costringersi ad ingoiare. «E poi la prossima settimana c'è il compleanno di Harry».
«Meglio ancora, due feste!». Soddisfatto dell'uscita torno ad attaccare il pollo.
«Cosa ne pensi, Harry?» chiese Hermione.

Ma Harry non li stava ascoltando: era alzato per metà sulla panca, impegnato a sbracciarsi per farsi vedere e raggiungere da Ginny, che aveva appena varcato la grande porta di legno.
Hermione strinse le labbra sconsolata. Venerdì c'era la luna piena. Avrebbe voluto stare da sola, ma sapeva che non sarebbe cambiato alcunché.
Con un gran sospiro allontanò il piatto da sé, ormai lo stomaco era irrimediabilmente chiuso.
 
 
 
Il venerdì arrivò troppo in fretta. I giorni passarono in un turbinio di riparazioni, lettere dal Ministero, organizzazione dell'anno scolastico seguente e frettolosi pasti in Sala Grande.
Hermione si era svegliata con la nausea: lo stomaco dolorosamente chiuso e il sapore di bile al fondo della gola. Si era costretta ad ingoiare qualche sorso di the, poi era scappata in biblioteca, grata che quel giorno le toccasse il compito di catalogare tutti i libri.
Più passavano le ore più si sentiva agitata: la gola secca e un peso in fondo allo stomaco che a intervalli regolari stritolava i muscoli.
Il pranzo lo saltò senza esitazioni, a chiunque venisse a chiedere informazioni diceva che era troppo indietro rispetto alla tabella di marcia che si era prefissata quella mattina. Non era stato difficile ingannarli ˗ neanche Ron, che ultimamente la scrutava con gli occhi socchiusi dal sospetto ˗, ma la situazione precipitò quando Ginny entro in una folata di capelli rossi e profumo di fiori.
Nauseante, pensò Hermione prima di sentirsi in colpa.

«Hermione» disse allegra appoggiandosi affianco ad una pila precaria di spessi volumi rilegati in pelle «Sono ore che ti ceco».
«Sono sempre stata qui» rispose scrivendo il titolo di uno spesso libro vicino al numero corrispondente.
«Non pensi sia il momento di prendersi una pausa?» chiese mordendosi un labbro e osservandola con attenzione. «Dovremmo iniziare a prepararci per stasera» continuò con tono distratto.
Hermione sospirò, non voleva andare a quella fasta. Erano giorni che la nausea la tormentava, inoltre si era intravista poco prima in uno specchio del bagno: le occhiaie erano blu e marcate come se non avesse dormito per notti intere e rendevano ancora più evidente il pallore anormale per un mese estivo e decisamente malaticcio.
«Non penso che verrò, Ginny» provò esitante.
«Non puoi non venire!» fu la risposta più che prevedibile. «Harry e Ron la stanno organizzando da giorni. E poi» alzò un dito per interrompere la protesta che era salita alle labbra di Hermione «ho già il vestito pronto.»
L’ennesimo sospiro lasciò le labbra di Hermione, ci passò la lingua sopra per inumidirle prima di posare la piuma sul tavolo e alzare gli occhi sull’amica.
«Ginny-»
«Hermione, stai bene? »  chiese con le sopracciglia aggrottate e l’aria preoccupata.
aHermione bbozzò un sorriso stanco, ma temette che il risultato fu solo una smorfia. «Sono solo stanca»  disse passando una mano tra i ricci scomposti e annodati.
«Te l’ho detto che ti serve una pausa». Senza aspettare una risposta catturò il polso di Hermione tra le dita calde e la trascinò fuori dalla biblioteca. Non ascoltò le sue proteste finché non furono arrivate nella stanza di Ginny, nel dormitorio Grifondoro.

«Ecco qui! »  disse la rossa on aria soddisfatta, mentre Hermione si lasciava cadere ansimante sulle lenzuola.
«Ho comprato questo vestito secoli fa, ancora uscivo con Dean»  iniziò a parlare frugando nell’armadio. « Non ricordavo neppure di averlo  ˗ e ormai per Harry ho già in mente un’altra sorpresa ˗ ma sono sicura che a te andrà benissimo». Emerse trionfante con in mano un abito celeste che Hermione, pur senza indossarlo, ritenne eccessivamente corto.
Si tirò a sedere con fatica, sembrava avesse raccolto tutte le sue forze per compiere quella semplice contrazione dei muscoli addominali.
«Ginny»  iniziò tormentandosi le mani e senza avere il coraggio di guardare l’amica «non metterò quell’abito, è troppo piccolo».
«Ma che dici, Hermione? Abbiamo la stessa taglia»  Ginny la guardava con le sopracciglia corrugate, uno strano presentimento aveva iniziato a farsi strada nella sua mente.
«C’è un motivo se ho scelto di non frequentare Hogwarts il prossimo anno e dare soltanto gli esami».
«Lo so. Non mi hai ancora voluto dire di cosa si tratta, ma so che c’è un motivo»  sussurrò Ginny. All’improvviso sostenere quella conversazione ad alta voce era diventato troppo difficile.  
«A villa Malfoy, dopo che Bellatrix aveva finito con me, mi ha dato in mano a Greyback » disse Hermione con tono incolore.
«Sì»  rispose Ginny con la bocca asciutta. Incrociò lo sguardo dell’amica e sentì gli occhi riempirsi di lacrime: non aveva finito, ma già aveva capito.
«Ginny»  la voce si spezzò sull’ultima sillaba «Sono incinta».










Note: perchè io inizi a scrivere nuove storie quando ho altre millemila cose da finire è un mistero destinato a rimanere irrisolto. Ma, come si dice, l'ispirazione!
Cercherò di essere quanto più puntuale con gli aggiornamenti, ma un piccolo incoraggiamento (o critica, anche, qualsiasi parere è ben accetto) sarebbe senz'altro d'aiuto per il seguito.
In ogni caso, grazie a chi è arrivato fin qui,

Crudelia 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Crudelia 2_0