Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Ricorda la storia  |      
Autore: Lady R Of Rage    31/01/2020    4 recensioni
"Jeyne Poole ascolta le frasi protocollari senza un fiato. Drizza la schiena, guardandola fissa, come se si fosse ricordata d’improvviso le regole del portamento. Se ci fosse Septa Mordane la rimprovererebbe comunque: si tormenta le dita come una bambina imbarazzata.
-Ti do il benvenuto a Grande Inverno.- Sansa alza appena la voce e solleva il mento. Non ha voglia di aspettare, non ancora.
-Lady Stark.- Jeyne Poole fa un passo avanti e si produce in un inchino. Non assomiglia alle prostitute che ci si immaginerebbe. Ha gli zigomi sporgenti, il volto affilato e pallido, il corpo privo di curve che scompare sotto l’abito troppo largo. Non assomiglia nemmeno alla sua amica, quella con cui scherzava e giocava prima della partenza per Grande Inverno.
Eppure non vorrebbe mai, mai più, lasciarla andare.
"
[Post!Ending | Friendship Sansa/Jeyne | Sansa!Centric | Storia partecipante al contest "E' l'ora del tè!" indetto da Asia Dreamcatcher sul forum di Efp]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il Banchetto di Lady Poole


Questa storia partecipa al contest "E' l'ora del tè!" indetto da Asia Dreamcatcher sul forum di Efp.
Pacchetto scelto: Tè Giallo. 
Genere: introspettivo
Stagione: estate
Colore: giallo senape
Prompt: perdita


Arrivano quando il sole è alto. Un uomo di mezza età, con la barba marrone striata d’argento, tiene le redini. Tre donne siedono tra le sacche e i bauli. La prima, una signora matura bionda e segaligna, regge sulle ginocchia una cesta di mele. Una ragazzina da poco pubescente prende il sole alle sue spalle. Potrebbe essere lei, se il tempo non fosse passato. Margherite e violette sono intrecciate nelle sue lunghe trecce castane. Un ciottolo bucato, sorretto da un laccio di cuoio, pende sul suo petto. Il vento del nord fa danzare i suoi capelli, e gonfia il cappuccio della ragazza alle sue spalle.
Quei capelli – un marrone profondo, con le sfumature grigie e corvine del grande Nord. Gli occhi azzurri, più grandi, più spenti, che si sgranano mentre la vede e capisce di essere tornata.
Si presenta a lei come Lady Sansa Stark, Regina del Nord, Prima del suo Nome, Lady di Grande Inverno, e mantiene la postura eretta e le mani conserte che convengono a una regina e signora. Tutto quello che vorrebbe fare, invece, è correrle tra le braccia e coprirle di baci il volto pallido e smagrito, sentire tra le dita i suoi morbidi capelli, e condurla via verso le mura sicure di casa, lontano dai ricordi e dal passato, e dalla città distrutta da cui l'hanno tirata fuori.
Jeyne Poole ascolta le frasi protocollari senza un fiato. Drizza la schiena, guardandola fissa, come se si fosse ricordata d’improvviso le regole del portamento. Se ci fosse Septa Mordane la rimprovererebbe comunque: si tormenta le dita come una bambina imbarazzata.
-Ti do il benvenuto a Grande Inverno.- Sansa alza appena la voce e solleva il mento. Non ha voglia di aspettare, non ancora.
-Lady Stark.- Jeyne Poole fa un passo avanti e si produce in un inchino. Non assomiglia alle prostitute che ci si immaginerebbe. Ha gli zigomi sporgenti, il volto affilato e pallido, il corpo privo di curve che scompare sotto l’abito troppo largo. Non assomiglia nemmeno alla sua amica, quella con cui scherzava e giocava prima della partenza per Grande Inverno.
Eppure non vorrebbe mai, mai più, lasciarla andare.
La sua incoronazione era grande, bella, ma troppo vuota per assomigliarle. Non c’era un’amica, tra i volti che la applaudivano. Missandei e Gilly erano state una presenza gradevole, nel breve tempo che le aveva conosciute, ma adesso una giace morta chissà dove, e la seconda ha raggiunto ad Approdo del Re il compagno di vita. Margaery Tyrell è scomparsa assieme alla sua famiglia nelle rovine del Tempio di Baelor. A Tyrion Lannister aveva domandato di Shae, l’ancella che tanto dolce era stata durante la sua prigionia a Grande Inverno: non sapeva niente nemmeno di lei.
Ha ritrovato Beth Cassel e Palla, nei resti di un Forte Terrore che nessuno vorrebbe più vedere. Ma sono troppo piccole, e troppo addolorate per starle vicino.
E adesso che Arya è in viaggio per mare, Bran regna a miglia di distanza a Sud, e Jon Snow si è allontanato a Nord verso la libertà, la Regina del Nord si aggrappa al poco che trova.
Anche Jeyne era andata perduta, assieme a tutto il resto. Avrebbe dovuto immaginare che Ditocorto avrebbe cercato di trarne qualcosa. Non vuole colpevolizzarsi, per non aver più chiesto di lei. Quando ti abitui a perdere tutto ti dimentichi che può andare diversamente.
Eppure Bran era vivo, e anche Rickon, seppur per poco. Arya era tornata dall’altra parte del mondo, in tempo per compiere un’impresa leggendaria. Le manca tanto, sua sorella. Spera che qualunque cosa ci sia a ovest di Westeros ne valga la pena. E Jeyne… deve veramente ringraziare un mercenario frequentatore di bordelli per averla salva e con sé?
Jeyne guarda oltre le sue spalle, verso i torrioni lucidi di rugiada. Come se avesse fatto sua l’eredità di Bran e stesse cercando di capire da dove cominciare a scalarli. Più la guarda, più somiglia al ricordo della sua amica perduta. Vorrebbe chiederle di rivivere una delle loro vecchie giornate – cucendo, suonando, fantasticando del loro futuro e delle persone con cui passare la vita. Non che ne siano rimasti molti, soprattutto per Jeyne.
Congeda carrettiere e famiglia con le dovute formalità, e porge una mano guantata di pelle a quella scarna, pallida, della sua amica di una vita.
-Permettimi di darti il benvenuto a Grande Inverno, Jeyne di Casa Poole,- proclama. Parla lentamente, come per vedere che effetto avranno quelle parole sulla ragazza. Jeyne si asciuga gli occhi col dorso della mano e stringe quella aperta di Sansa. Mormora un “grazie” che si sente appena. Anche quando la conduce nelle sue stanze si lascia guidare come un pupazzo, gustando le pareti spoglie con gli occhi lucidi e sgranati.

Le narici di Jeyne tremano mentre annusa il tè nella tazza.
-Tè giallo, importato da Dorne. Pare che lo producano a Yi Ti.-
-Mi è mancato,- sospira Jeyne. -Ad Approdo del Re faceva troppo caldo. Spero di non aver perso il gusto.-
Circonda la tazza con le mani aperte e la stringe, quasi a sentirne la forma. -Ogni tanto bevevamo insieme, la mattina presto, quando non c’era più nessuno.-
Si ritrae nelle spalle, copre con la mano aperta il rossore alle guance. Sansa le circonda il polso con le dita. -Non devi vergognarti di nulla. È passato, e lui è morto.-
-Ho un debito verso tua sorella,- tossisce fuori Jeyne, -e verso tutti voi.-
Sansa annuisce, carezzando quel polso sottile. Non vuole parlare di quello. Capisce dallo sguardo di Jeyne che sarebbe come costringere lei stessa a ricordare Ramsay. Eppure, lei stessa gli ha promesso che la sua casata sarebbe scomparsa assieme a lui. Una vera regina deve saper mantenere la parola data.
-Ogni tanto lo bevevamo, il tè,- dice atona Jeyne. -Una di noi si svegliava sempre, durante la notte. Si chiama Mhaegen. Aveva una figlia piccola, ma Re Joffrey mandò le guardie a ucciderla. Pare fosse figlia di Robert Baratheon. Noi le preparavamo sempre qualcosa di caldo da bere. Non poteva sopportare le cose fredde, diceva che le ricordavano quando allattava la bambina.-
Serra il pugno contro la feste. -Quando Re Joffrey è morto ha pregato in lode alla Madre, per averla vendicata.-
La sola immagine di una prostituta che prega, anche solo per vendetta, sarebbe stata aliena alla Jeyne con cui è cresciuta. È come se, oltre alle sue forme e al suo colorito, avesse perso anche la sua mente. Ma non deve essere crudele: non conosce nessuna di quelle donne, e per quanto ne sa può nascondersi una Jeyne in ciascuna di loro.
-Hanno fatto il meglio che potevano.-
Jeyne si lecca le labbra. -Un giorno torneranno a prenderti, mi dicevano sempre. Genna mi chiedeva sempre di parlarle del Nord.-
-Furono loro a rivestirti?-
Il simbolo della Nobile Casata Poole è un cerchio blu su sfondo grigio. Jeyne guarda le proprie vesti giallo acido, quasi con vergogna. -Sì, un regalo d’addio delle ragazze. Una tradizione.-
Le Lady delle ballate attendono con sospiri e batticuore la loro notte di nozze. Forse non sanno che esiste la cerimonia della messa a letto; o forse l’hanno accettata senza colpo ferire, perché così bello è il loro sogno d’amore da eclissare anche quella. Per le prostitute è il contrario: nella loro notte perfetta c’è una cerimonia di vestizione, e mani amiche e conosciute che chiudono attorno a loro un vestito nuovo e intatto.
Chissà cosa penserebbe Ditocorto, dovunque si trova, nel vedere quella sua ultima trama cadere a pezzi. È la causa dei loro guai, e di tutti gli altri. Ha strappato la famiglia Stark e il Nord stesso come un pezzo di pergamena, senza rimorso, pregando in ginocchio pur di non pagare le conseguenze. Non che possa pensare, è morto – e che scivoli via assieme a Ramsay e Joffrey e i suoi pari.
-Non fu piacevole,- mormora Jeyne. Preme le mani più a fondo nel vestito, serra le labbra contro i denti. -Non vorrei parlarne. Non vorrei nemmeno più rivedere le ragazze, anche se mi trattarono con riguardo. Ciascuna di loro è stata come me. Quando la Regina dei Draghi distrusse la città, mi indicarono dove nascondermi. Un passaggio segreto...-
-Vi sono stata anch’io. Come voi.- Sansa prende un sorso dalla sua tazza, serrando le labbra contro la ceramica. -Ma non importa più. Non perderò anche te, amica mia.-
Jeyne annuisce, guardando fisso davanti a sé.
-Ora che sono qui, dovrò essere Lady Poole.-
-Sarai un’ottima Lady Poole.- sorride Sansa. -Lo renderai orgoglioso.-
I suoi ricordi di Vayon Poole sono nebulosi, e persino le sembianze non hanno significato. Non lo conosceva abbastanza da piangere per lui, né era di rango abbastanza alto da temere cosa la sua fine avrebbe causato al resto del mondo. Deve essere questa, la sorte dei nobili minori. Svanire nel nulla, senza nemmeno una figlia libera a portare fiori sulla sua tomba inesistente. E non osa pensare alla sorte degli altri: i soldati senza nome che a decine sono scomparsi nella Lunga Notte, o nella Guerra dei Cinque Re, o nelle decine di altre che l’hanno preceduta. Persone anche dolci e virtuose, come la povera ancella Naathi della regina Daenerys.
Probabilmente anche Jeyne ci pensa, anche solo per non abbandonarsi alla disperazione per via del suo fato.
-Non so cos’è stato di mio padre,- dice. -A volte lo sogno. L’ultima volta mi ha portata a cogliere margherite. Poi si allontanava nella macchia, senza guardarmi, e non tornava più.-
Jeyne appoggia la tazza sul tavolo e raccoglie di nuovo le mani in grembo. Stringe la stoffa così forte che probabilmente si stropiccerà.
-Tuo padre è assieme al mio. E a mia madre, e Robb, e Rickon.-
Suona atono, finto come la più brutta delle guittate. Sono i discorsi che si fanno a chi ha perso qualcuno, sempre uguali, sempre inutili. Il fatto che stiano tutti insieme non significa nulla, se Sansa Stark dovrà vedere l’estate senza di loro. Se Robb è morto più giovane di lei, e Rickon senza neanche rivederla. Se Vayon Poole è sparito in un paese straniero, senza mai sapere che la figlia è finita prostituta per colpa di un solo lord egocentrico.
Al Mastino – che gli Dei siano clementi con la sua anima – aveva detto che il dolore l’aveva salvata da un destino da uccellino in gabbia. Non è più tanto sicura, ora. Forse sarebbe stato meglio non perdere mai le prime piume, e cinguettare serena come se non esistessero aquile e corvi.
Theon Greyjoy, la sera prima della Lunga Notte, le ha raccontato una storia da marinaio. A largo dell’oceano, i pesci piccoli si raggruppano per sfuggire ai predatori. Si riuniscono formando un’ombra colossale, grande come un drago marino, e nessuno osa più disturbarli.
Che possano riuscirvi anche i passerotti?
-Ieri Beth e Palla sono andate a cogliere frutti di bosco. Forse gradisci una torta, in ricordo dei vecchi tempi?-
Jeyne volta la testa di scatto. -Ci sono anche Beth e Palla?-
Sansa annuisce, avvicinandosi sul triclinio. -Sono sopravvissute, anche loro.-
Jeyne scuote la testa, e Sansa la ringrazia. Anche loro hanno perso molto, forse abbastanza da non poterlo raccontare. Non a Jeyne, non ancora. Non deve ancora sapere cosa accadde a Palla la mattina in cui Theon Greyjoy e i suoi uomini saccheggiarono Grande Inverno. Non deve sapere cosa ha visto Beth, prigioniera a Forte Terrore per un tempo troppo lungo. A volte dormono nel letto di Sansa, rannicchiate ai lati opposti del materasso. Beth ha ancora una mano ferma. Per mesi interi ha provato a ritrarre il volto del padre perduto, e decine di pergamene sono finite nel fuoco. -Non gli somiglia! Non tornerà più! Mi dimenticherò che aspetto aveva!-
Il ritratto di Farlen, il maestro dei canili, è appeso sopra il giaciglio di Palla accanto ad alcune candele e una manciata di foglie dell’Albero del Cuore. Palla ha stretto la mano di Beth, -Non importa se non è uguale. Non ha mai avuto un ritratto vero. Gli piacerebbe-
Non ha mai voluto tanto bene, a quella bambina di umili origini. Ad Arya piaceva giocare con lei, quello sì: probabilmente le manca, e dopo l’arrivo degli Uomini di Ferro conosce un dolore nuovo e orrido che condivide con Sansa, e non con Arya. Forse anche a lei piacerà il tè, o almeno potrà farle bene. 
Non ha senso, comunque, fingere che le cose siano com’erano prima. Ha pianto abbastanza, in tutti quegli orribili anni, vivendo aggrappata a ciò che ha perso e le hanno portato via. Così doveva essere vissuta Cersei Lannister, e persino la povera Daenerys, e nessuna delle due sopravvissuta al proprio odio. E chissà quanti altri, trascinati via con loro. Col sorgere dell’estate, starà a lei rompere la ruota, anche solo perché nessun altro vuole farsi avanti. E Jeyne Poole è tornata in tempo per vedere l’estate assieme. Ad Approdo del Re sono scomparsi in migliaia, ma Jeyne non è stata tra di loro. Anche Daenerys Targaryen diventerà un brutto ricordo, come tutti gli altri. Un'atrocità in una fila interminabile – che non le ha portato via la sua ultima amica. Un pensiero egoista, forse, ma a cui Sansa Stark sa di avere diritto.
Jeyne Poole appoggia la tazza sul tavolo e risponde al suo sorriso.


A.A.:
Il mio primo contest, sono quasi commossa.
Non ho mai scritto davvero nel fandom del Trono di Spade, ma non potevo non dedicare un po’ di spazio a uno dei miei personaggi preferiti di sempre. Più nei libri, in realtà: non penso che la trasposizione di D&D abbia trasmesso al meglio il coraggio non violento, la capacità di adattamento e la gentilezza di questa ragazza. Ho cercato di trasmetterla qui, restituendole inoltre un’amica che la serie le ha tolto.
Per chi non avesse letto i libri: Jeyne Poole era la migliore amica di Sansa, figlia dell’attendente Vayon Poole. Dopo la cattura di Ned Stark viene presa da Ditocorto, che la consegna al suo bordello dove rimane per qualche anno. La sottotrama che nella serie è di Sansa, le nozze con Ramsay Bolton, nei libri è sua: viene fatta passare per Arya Stark, che all’epoca si trovava a Braavos. L’unico a sapere della differenza è Theon Greyjoy, allora ancora Reek, che la riconosce dai suoi ricordi di Grande Inverno, ed eventualmente organizza la sua fuga in modalità simile a quella con Sansa.
Basandosi su Game of Thrones, in cui è Sansa a sposare Ramsay, si può desumere che Jeyne sia rimasta a Grande Inverno nel bordello. Viene fatta ritrovare a Sansa quando Bronn, che sembra avere un’ossessione per i bordelli, la incrocia e capisce che ha un’amica potente e c’è da guadagnare.
Questa storia presenta quindi una mescolanza di elementi dal canone di Martin con elementi presi dalla serie. Per le prostitute di sfondo del bordello di Ditocorto, che non conosciamo nemmeno di nome nei libri, ho spulciato la wiki in cerca di qualche candidata papabile. In particolare, Genna (Kylie Harris) è una delle tre ragazze che trascorrono la fantomatica notte con Podrick, mentre Mhaegen (Antonia Christophers) è la ragazza madre la cui figlia neonata, Barra, viene uccisa davanti ai suoi occhi perché bastarda di Robert Baratheon.
Beth Cassel e Palla sono personaggi invece esclusivi dei libri. Beth Cassel è la figlia di Rodrik Cassel (nella viene decapitato malamente da Theon, nei libri ucciso da Ramsay Snow), mentre Palla è la figlia di Farlen, il maestro dei canili. Entrambe sono vittime di violenza. Beth viene infatti presa in ostaggio da Theon ed esposta sopra un patibolo con un cappio al collo per convincere il padre alla resa, mentre Palla viene violentata da due Uomini di Ferro la sera della presa di Grande Inverno. Entrambe vengono condotte a Forte Terrore dopo la conquista da parte dei Bolton, ma voglio sperare nell’impossibile e supporre che ne escano.
Sono molto emozionata per questo contest e non oso sperare tanto di vincere, quanto piuttosto di far bella figura. C’è una prima volta per tutto, e spero di piacere.
Alla prossima.
Lady R

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Lady R Of Rage